Sedere ogni volta davanti a questo schermo senza trovare alcunché da raccontare comincia ad apparirmi come un problema. Ho come la sensazione di non aver più voglia di confrontarmi con me stesso...
mercoledì 29 dicembre 2010
Harry (con Sally)
Qualche giorno fa, su Rai4, hanno riproposto quello che, pur datato, a tutt'oggi resta il mo film preferito: Harry ti presento Sally (When Harry met Sally..., 1989), con Billy Crystal e Meg Ryan. Dev'essere considerato dai direttori dei palinsesti un film perfetto per le feste, probabilmente perché diversi siparietti epici vengono ambientati tra le feste natalizie ed il Capodanno.
Credo di aver visto questa deliziosa commedia ormai una ventina di volte e, pur conoscendo a memoria tutte le battute, non riesco a cambiar canale quando mi ci imbatto.
Anche gli utenti italiani di YouTube sembrano amarlo alla follia: ad occhio e croce, è uno dei film più citati sul canale e c'è addirittura qualcuno che l'ha caricato per intero, in spezzoni di dieci minuti cadauno (il film dura poco più di 90 minuti, come le belle vecchie commedie del secolo scorso, non come i polpettoni interminabili degli ultimi anni).
Mentre lo rivedevo, l'altra sera, mi venivano in mente certi tipi che si aggirano per la blogosfera e che il personaggio di Harry Burns/Billy Crystal sembra riassumere in alcune peculiarità.
Ecco per esempio il blogger che coglie solo il lato oscuro della vita...
Quello irresistibilmente ironico che ogni tanto cade preda dell'autocommiserazione...
Quello che ancora crede nell'esistenza del Grande Amore.
Li adoro tutti...
Ma io? Superfluo ripetermi, ma io, sotto le feste, sto ancora messo come Sally...
E poi io sono bionda...
venerdì 24 dicembre 2010
Auguri [Carmen Consoli - Last Christmas]
Più natalizio di così, non riesco.
Tanti e sinceri Auguri a voi e alle persone che quest'anno si sono guadagnate il vostro Amore.
lunedì 20 dicembre 2010
domenica 19 dicembre 2010
Freudianamente
Nonostante io sia ormai noto in tutto il globo terracqueo per la mia serafica pazienza (O_o) ...negli ultimi mesi mi è capitato più volte di perdere la calma sul lavoro, dove purtroppo, da due anni in qua, sono professionalmente molto compromesso con la mia nemesi, Hennya, la collega arrogante, saccente e logorroica. L'ultima eruzione del vulcano Edgar ha avuto luogo venerdì mattina, quando, di fronte all'ennesimo misunderstanding causato dalla petulanza di una donna che parlaparlaparlaparla senza fermarsi per ascoltare (e nemmeno per predere fiato traunaparolaelaltra...), sono state avvistate colonne di denso fumo nero ergersi dalla sommità del cono del vulcano e sono stati distintamente avvertiti spaventevoli rombi di tuono provenirne dalle profondità.
Il lato buffo di questi epici scontri è che nel bel mezzo del magma di imprecazioni, mi capita di apostrofare Hennya con il nome di battesimo di mia sorella LadyVina. Devo ammettere che nessuna donna è mai riuscita, prima di Hennya, a farmi perdere le staffe con tanta maestria come ci riusciva mia sorella tra i miei tre ed i miei tredici anni [LadyVina è di soli dodici mesi più giovine di me: in sostanza, è stato come avere una sorella gemella]. Quindi è come se una fetta del mio subconscio non avesse mai deposto le armi contro LadyVina e, nei momenti di rabbia incontrollata, in cui il subconscio riprende il sopravvento, la memoria di quelle liti fraterne tornasse a galla e si sovrapponesse all'oggetto della contingente sfuriata.
Ricordo di aver letto un articolo scientifico sull'argomento, tempo fa. E questo post è una testimonianza in favore della ricerca scientifica.
Ed a riprova di tutto, ricordo ancora che, qualche anno fa, mi capitava la medesima cosa, in momenti in cui non avevo il completo controllo delle mie facoltà, e succedeva che chiamassi mia sorella con il nome del mio ex e lui con il nome di mia sorella. Mi salvavo bloccandomi alla prima sillaba, che parevano più interiezioni che nomignoli: "Na', fatti un po' i casi tuoi...", "Mo', metti giù quel vaso!"
giovedì 16 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
Non comprendo
...i paracadutisti, la passione per le motociclette e per l'alta velocità in generale, le regole basilari della fisica nonostante il mio diploma scientifico (o forse le ho scordate e non voglio ricordarmene), i principi del giardinaggio, le verdure verdi, la pizza con le patatine fritte sopra, come si possa non andare pazzi per la Nutella, perché pur spazzando il pavimento di casa con puntualità raccolgo da terra chili su chili di polvere, perché se con il digitale terrestre e l'installazione automatica avrei dovuto ritrovarmi i canali nell'ordine canonico nazionale io invece ho pescato RaiUno sul canale 827 e La7 sul 901, se davvero dovevo avere il cuore spezzato per apprezzare Blunotte di Carmen, come si possa considerare la Arcuri un'attrice e Gabriel Garko un sex simbol, il successo di LadyGaGa (ma sono pronto ad adeguarmi laddove necessario), le ultime strategie di autopromozione della Cuccarini, il motivo per cui non posso decidere io per me con chi voglio sposarmi e se/quando mi si debba staccare la spina del respiratore, l'idolatria per Berlusconi ed il fisting (e non è un caso se questi due ultimi concetti sono appaiati)... Ma a parte questo, mi considero un ragazzo di ampie vedute.
domenica 12 dicembre 2010
Devo
...tagliarmi i capelli, cambiare la marca di gel, trovare la voglia di stirare quella pila di camicie regresse, dar più spesso da bere alla pianta, sostituire le sedie del soggiorno, fare un giro di shopping per rimpiazzare le tre camicie che mi si sono strappate tutte sul gomito nel giro di tre settimane, ricordarmi di cambiare più spesso le lenzuola e soprattutto di infilarle in lavatrice prima di averne bisogno, spazzare sotto il letto (mioddio, non ho nemmeno il coraggio di guardarci sotto!), ascoltare l'ultimo CD degli Skunk che ancora non ho ascoltato, comprare la lampadina per cambiare quella bruciata in bagno, cambiare lo spazzolino da denti, rintracciare un nuovo dentista, pensare ai regali di Natale (sono in ritardo, sono in ritardo!!!), cominciare a selezionare le cose da buttare e quelle che mi porterò via, finire quel maledetto libro che ho cominciato e che giace da mesi sul cuscino sinistro del letto, fare una visita in cantina (ma di giorno, perdio, che sono a rischio cardiaco...), smettere di introdurre cioccolata in questa casa, darmi agli alcolici... Devo. Assolutamente, prima o poi.
martedì 7 dicembre 2010
Corri, prendi fiato, riprendi a correre!
Tante cose da raccontare nel blog, anche se nessuna di particolare rilevanza. E mai che trovi del tempo per.
E quando avrei il tempo, è la voglia a venir meno.
Ma non mancano mai invece i miei soliti assurdi sbalzi umorali grazie ai quali alle 15.00 sono in piena crisi di panico all'idea di dovermi cercare un tetto, ed alle 15.30 sono elettrizzato ed entusiasta per il medesimo motivo...
martedì 30 novembre 2010
33 anni. E dicono di me...
In occasione del mio compleanno, che fatalmente è anche il compleanno di Fabio Fazio, ecco il mio elenco: le cose che ho sentito dire sul mio conto.
- La prof di lettere delle medie: "Attenzione, ché è un'acqua cheta."
- Il padrone di casa: "Non posso assolutamente dir male di lui. Mai un problema. E neanche i vicini mi hanno mai detto male."
- StoCaCaCazzi, il collega odioso: "Quando canta mi sembra di sentire Bruno Lauzi che miagola come la Consoli..."
- Camelia, l'amica-collega: "Lo definirei intelligente, sì. Quando l'ho conosciuto pensavo fosse tardo, poi ho capito che semplicemente preferisce assicurarsi di quello che dice prima di dar fiato ai polmoni [...] Peccato solo sia comunista..."
- ItalianColin, il collega fighetto: "Mittiko! Sa essere davvero bastardo quando vuole!"
- LeonGiacomo, il collega attaccabrighe: "È buono come il pane: io c'ho provato in tutti i modi ma non si riesce a litigare con lui."
- Hennya, la collega logorroica: "È permaloso. Ed ha sempre quell'aria incazzosa. Sarà che non scopa."
- MicioMacio, il compagno di gozzoviglie: "Mai che paghi da bere!"
- LeopardoDaMincio, il savio: "Non fategli mai saltare il pranzo perché scoprireste il suo lato oscuro... e fosse per me, eviterei anche di dargli da mangiare dopo mezzanotte..."
- Geppinocchio, il mentore: "Quando gli spiego le cose e mi fissa con quegli occhioni, non capisco se mi sta ascoltando o se è perso in qualche galassia lontana..."
- Maya, l'amica di lunga data: "Quante ce ne siamo fatte insieme... Sì vabbé, sempre a pensar male!"
- L'ex: "Tutti pensano che lui sia un angelo ed io il diavolo, solo per quei suoi boccoli biondi e gli occhi azzurri. Ma se lo conoscessero come l'ho conosciuto io..."
- Ma'ameLimpy, la madre: "Il dispiacere che m'ha dato quando è uscito di casa mia senza essersi sposato..."
- LadyVina, la sorella: "Ma dai, che bravo: [si stira e] porta ancora le camicie..."
- TopO, il nipotino: "Morbido zio."
lunedì 29 novembre 2010
domenica 28 novembre 2010
Palchi e altri campi di battaglia
Negli ultimi dodici mesi sono stato perennemente sul piede di guerra. Armato, corazzato, pronto a scagliarmi a capofitto in un attacco che poi non ho mai condotto.
In parole spiccie, ho fatto tante, troppe, volte l'isterica.
Vorrei solo che prenderne atto ed ammetterlo, fosse un primo passo per smettere.
E non perché non mi piaccia fare la signorina Tumistufi. Solo che quella non è la parte scritta per me.
martedì 23 novembre 2010
Vieni via con me?
E così, la visita che paventavo da qualche tempo è arrivata. Il padrone di casa mi ha confermato che ha intenzione di vendere l'appartamento dove abito e correttamente mi chiede se voglio far valere il mio diritto di prelazione.
Non si tratta di un fulmine a ciel sereno, perché all'ultimo rinnovo, la primavera scorsa, aveva già manifestato l'intenzione di vendere, adducendo problemi di tasse e successione in famiglia dopo la vedovanza che l'aveva colpito un anno fa. Ma ora c'è finalmente la certezza.
Mi sono guadagnato un paio di settimane di riflessione, per decidere se comprare e restare oppure fare i bagagli nei primi mesi dell'anno nuovo.
L'appartamento è caruccio e comodo al lavoro, e lo spazio per un single è più che sufficiente. Nel quartiere c'è tutto quel che serve, cinema compreso, ed il centro storico è a dieci minuti di autobus. La strada di fronte è piuttosto trafficata ma ormai mi sono abituato e non mi sveglio più la notte al passaggio di un autocarro. Anche la cifra che mi si chiede è ragionevole.
Ma non sono affatto convinto e, se non fosse per l'ansia che mi mozza il fiato al pensiero di dover affrontare un altro trasloco a tre anni dall'ultimo, avrei già detto "No grazie...". Mi stuzzica l'idea di riarredare queste pareti a mio gusto, ma la cucina è poco più d'un buco ed ho idea che il bagno a breve debba essere rimesso a nuovo. E crepe sottili qua e là sui muri e sulle piastrelle almeno almeno mi perplimono.
Non so... ma ho ancora un paio di settimane per rimuginarci su. Oppure no: e lasciare che sia il colpo di testa dell'ultimo istante a guidarmi, come tutte le volte che ho dovuto prendere decisioni importanti.
domenica 21 novembre 2010
Catfights
Qualche giorno fa, si vociferava che MSG avesse apostrofato "Cagna!" la collega MVB (e la gola profonda era stata nientepopodimenoché quell'attendibilissima pettegola della Signorina Alfonsina).
Oggi M[R]C (nota anche come OcchiDaCerbiatta) ha definito a mezzo stampa "Vaiassa...*" l'invidiosissima A[Scic]M (alias la RanaDallaBoccaLarga).
Oggi M[R]C (nota anche come OcchiDaCerbiatta) ha definito a mezzo stampa "Vaiassa...*" l'invidiosissima A[Scic]M (alias la RanaDallaBoccaLarga).
Sì insomma, pare che stian tornando di moda le mai dimenticate catfights degli anni Ottanta.
Quel che manca oggi rispetto agli anni Ottanta è l'eleganza...
* per la serie "se non lo sapevate, sapetevelo!": vajassa è l'equivalente campano del toscano bagascia.
mercoledì 17 novembre 2010
Il ragazzo della mensa - I tuoi occhi sono fari abbaglianti
Mi fa l'occhiolino quando incrociamo lo sguardo, repentino ma enfatico, e subito dopo si volta dall'altra parte per riprendere a parlare con la ragazza che l'accompagna nei pasti tutti i giorni.
Cazzo...
Davanti a quell'occhione scuro strizzato, resto shockato, immobile per un secondo che potrebbe essere un'eternità, come una lepre di notte davanti ai fari di un'auto in corsa.
Probabilmente l'occhiolino non era diretto a me, penso; probabilmente l'occhiolino rientrava nei discorsi che faceva con la biondina. Ma...
Cazzo, cazzo cazzo...!!!
Da due mesi gli ho concesso lo scettro di most f**kable unknown boy ed oggi lui mi fa l'occhiolino!
La PippaLou che è in me non ha ancora smesso di urlare.
La PippaLou che è in me non ha ancora smesso di urlare.
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lunedì 15 novembre 2010
Carmen Consoli - AAA CERCASI
Il secondo, attualissimo, inedito di Per niente stanca, il best of di Carmen che esce domani, 16 novembre 2010.
Ma come faccio io a non amare follemente questa donna???
AAA Cercasi avvenente
Signorina ben fornita intraprendente
Signorina ben fornita intraprendente
Giovane e brillante
Ma più d'ogni altra cosa dolce e consenziente
Ma più d'ogni altra cosa dolce e consenziente
AAA Cercasi apprendista
Virtuoso onesto imprenditore garantista
Offre a donzelle in carriera
Un'opportunità di ascesa inaudita
Un'opportunità di ascesa inaudita
Donna giovine e illibata AAA Cercasi
Donna usata già rodata AAA Cercasi
Donna sicula o padana, oriunda, clandestina
Vediamo come balli a suon di samba o cha cha cha
A colpo d’occhio sei portata e molto telegenica
Ma forse ti interessa più la musica
AAA Cercasi badante
Un ottantenne miliardario affascinante
Un ottantenne miliardario affascinante
Offre a cagne di strada
Un’opportunità di vita più agiata
Un’opportunità di vita più agiata
Donna impenitente e ladra AAA Cercasi
Donna santa incensurata AAA Cercasi
Deceduta il giorno prima basta che sia bbona
Come baceresti se dovessi fare cinema?
Scena prima, ciak motore azione, poi si gira
O forse ti interessa la politica
Ministro degli affari a luci rosse o di cosmetica
Al giorno d’oggi tra i due sessi non vi è differenza
Il Belpaese premia chi più merita
Come canteresti Anima mia o Finché la barca va?
Al primo ascolto sembri assai portata per la lirica
O forse ti interessa l’astrofisica
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giovedì 11 novembre 2010
Piccolo Mondo Attiguo
Un mesetto fa raccontavo brevemente della fugace apparizione di un fantasma del mio passato studentesco. Ecco: fugace e fantasma non sembrano più essere termini appropriati.
Dopo dieci anni di assenza, infatti, LeylaDalSecoloScorso ricompare una seconda volta in meno di un mestruo. Non a me stavolta, bensì all'AugustoGenitore, che nel mentre si sta facendo i casacci suoi allo sportello della sua solita agenzia bancaria, si sente apostrofare dalla nuova sportellista cui ha appena fornito le proprie generalità e rivolgere dirette domande sui golosi frutti dei suoi lombi [che sto a scrivere? non so, le metafore stasera mi riescono come bijoux...]. Accertata la non casuale omonimia tra l'AugustoGenitore ed il suo vecchio amico, LeylaDSS sembra uscire da un vortice d'insondabili emozioni, gli consegna un biglietto autografo e gli raccomanda di consegnarmelo.
Passano diversi giorni. Finalmente faccio un salto a trovare i miei, che, com'è nel loro uso, nel frattempo si sono ben guardati dall'avvisarmi di avere in serbo della posta per me, nonostante le diverse telefonate partite dal mio cellulare verso il loro numero fisso. Perciò, mentre sto addentando un'aletta di pollo arrosto insolitamente croccante e saporita, l'AugustoGenitore mi racconta cosa gli è accaduto e la consorte Ma'ameLimpy mi porge il suddetto foglietto.
Riconosco subito la grafia, che nonostante gli anni trascorsi non è cambiata d'un ghirigoro ["Non son riuscita a decifrare una parola" si rammarica la discretissima genitrice]. LeylaDSS m'invita ad una cena di classe, appuntando luogo, data ed ora ed aggiungendo a chiosa "Vieni Edgar, ciao. LeylaDSS". Non un numero di telefono, un contatto di posta elettronica. E solo quarantott'ore di tempo per prepararmi ad un tuffo nei ricordi che mai mi sarei sognato di dover affrontare.
Per (s)fortuna il luogo del ritrovo è in Culonia e non ci arriverei nemmeno telecomandato: se ci fosse stata anche una minima possibilità che alla fine decidessi di andare, sarebbe svanita nel momento in cui ho consultato PagineGialle.it [e notare l'impegno profuso...]
Il problema temporaneamente insoluto è che l'agenzia bancaria dell'AugustoGenitore è anche la mia, seppure ormai fuorimano. Ma da cinque anni non aspettavo altro che un buon motivo per trasferire il conto nell'agenzia accanto al mio posto di lavoro, e questa mi sembra un'ottima occasione.
P.S. Dalle righe di questo post credo esca un mio ritratto di ragazzo acidello. Per gli aficionados del blog non dovrebbe essere una sorpresa. Ma assicuro che ho i miei buoni motivi.
lunedì 8 novembre 2010
L'importanza delle favole
Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. (Roberto Benigni a Vieni via con me)
giovedì 4 novembre 2010
martedì 2 novembre 2010
La Fata Smemorina
Nel mare di pregi e di virtù in cui le fate madrine mi hanno amorevolmente fatto fare il bagnetto subito dopo la nascita ( n_n"), spicca per assenza il dono della memoria. Il che, a ben vedere, è probabilmente la più grande benedizione.
Perché alla fin fine è bastato che quel p.d.m. del mio Ex si levasse da davanti e che io poi facessi piazza pulita degli oggetti casalinghi che potevano ricondurmi a lui, perché con il favore del tempo l'Infame uscisse completamente dai miei pensieri. Completamente. Certo che sì: il tempo, l'assenza e la mancanza di memoria insieme compiono degli insperati miracoli. E così questo sarà probabilmente il novembre meno malinconico da anni.
Poi però capita che me ne sto bellamente andando in auto da qualche parte e che dal lettore-cd parte a sorpresa una canzone che parla di un ex, del non voler ricordare, di risate e vite passate. E ci resto lì secco, perché - si sa - sono uno che subisce il maledetto fascino delle parole giuste messe in musica. E quasi mi viene da accendere i tergicristalli, come in quel vecchio film con la Bergman, perchè improvvisamente non vedo altro che un parabrezza liquido: solo che non sono le cateratte del cielo quelle che si son aperte.
Ma se ci ragiono giusto quell'attimo, io lo so benissimo che non mi ritrovo a piangere perché mi manca lui, quel lui dico. Sto piangendo piuttosto perché mi manca la risata prima di addormentarmi; perché mi manca di stringermi al caldo di qualcun altro sotto le coperte; perché mi manca lo sfogo del dopolavoro, quello che mi permette di sputare il rospo che sono stato costretto ad ingoiare in ufficio; perché mi manca la leggerezza del dire "non andiamo a quella cazzo di festa, ché noi due ci divertiamo di più a casa".
Mi manca quel noi due, a prescindere da chi altri è composto quel noi.
Ecco Fata Smemorina, tu che per vocazione sei tra le fate madrine la mia eletta, vedi un po' se puoi metterci una pezza. Se ti avanza un bibidi bobidi bu...
giovedì 28 ottobre 2010
Nel magico mondo di Oz
Ho sempre amato Il mago di Oz. Ma devo dire che questo finale alternativo mi pare davvero fantastico.
martedì 26 ottobre 2010
domenica 24 ottobre 2010
L.I.P.O.SUZIONE
Sei obeso e/o obesa?
Oppure sei semplicemente in sovrappeso?
E ti piace succhiare ed essere succhiato?
Allora iscriviti anche tu alla L.I.P.O.Suzione!
L.I.P.O.Suzione: Lega Italiana per la Protezione degli Obesi amanti della Suzione.
L.I.P.O.Suzione: unisciti alla nostra battaglia in difesa dei diritti. E lascia che con gli storti ci si soffochi qualcun altro...
In queste ore, la L.I.P.O.Suzione si sta battendo per un'iniziativa legislativa che vieti definitivamente l'uso odioso e denigratorio del vocabolo balena: perché chiamare con un epiteto dal sapore aspramente offensivo un cetaceo tanto simpatico ed amico dell'uomo? Noi della L.I.P.O.Suzione intendiamo abbattere l'ennesimo pregiudizio, un sopruso dei soliti belli ed arroganti nei confronti di un animale famoso, prima ancora che per le importanti dimensioni, per il melodioso canto. Insieme vogliamo abolire dal vocabolario italiano la parola balena, sostituendolo con una perifrasi politicamente corretta e rispettosa di un animale diversamente pesabile, quale potrebbe essere usignolo di mare.
Firma qui sotto la nostra petizione: tutte le balene, anzi, gli usignoli di mare di ogni età, razza e dimensione, te ne saranno grati.
Ai primi dieci firmatari un esclusivo omaggio: il profilo Grindr dell'usignolo di mare più vicino a casa vostra.
sabato 23 ottobre 2010
Carmen Consoli - GUARDA L'ALBA
(testo di Carmen Consoli - musica di Tiziano Ferro)
Già Natale, il tempo vola
L’incalzare di un treno in corsa
Sui vetri e lampadari accesi
Nelle stanze dei ricordi
Ho indossato una faccia nuova
Su un vestito da cerimonia
Ed ho sepolto il desiderio
Intrepido di averti a fianco
Allo specchio c’è un altra donna
Nel cui sguardo non v’è paura
Com’è preziosa la tua assenza
In questa beata ricorrenza
Ad oriente il giorno scalpita e non tarderà
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
L’umore di un sogno col tempo si dimentica
Già Natale, il tempo vola
Tutti a tavola che si fredda
Mio padre con la barba finta
Ed un cappello rosso in testa
Ed irrompe impetuosa la vita
Nell’urgenza di prospettiva
Già vedo gli occhi di mio figlio
E i suoi giocattoli per casa
Ad oriente il giorno scalpita
E la notte depone armi e oscurità
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
Persino il dolore più atroce si addomestica
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
Nel chiudersi un fiore al tramonto si rigenera
Già Natale, il tempo vola
L’incalzare di un treno in corsa
Sui vetri e lampadari accesi
Nelle stanze dei ricordi
Ho indossato una faccia nuova
Su un vestito da cerimonia
Ed ho sepolto il desiderio
Intrepido di averti a fianco
Allo specchio c’è un altra donna
Nel cui sguardo non v’è paura
Com’è preziosa la tua assenza
In questa beata ricorrenza
Ad oriente il giorno scalpita e non tarderà
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
L’umore di un sogno col tempo si dimentica
Già Natale, il tempo vola
Tutti a tavola che si fredda
Mio padre con la barba finta
Ed un cappello rosso in testa
Ed irrompe impetuosa la vita
Nell’urgenza di prospettiva
Già vedo gli occhi di mio figlio
E i suoi giocattoli per casa
Ad oriente il giorno scalpita
E la notte depone armi e oscurità
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
Persino il dolore più atroce si addomestica
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
L’amore, tutto si trasforma
Nel chiudersi un fiore al tramonto si rigenera
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mercoledì 20 ottobre 2010
Consiglio per la sopravvivenza
Dare sempre ragione ai matti, agli informattici e, soprattutto, ai mattemattici.
martedì 19 ottobre 2010
Succose notizie per i consoliani (e non)
Nuovo singolo di Carmen in radio a partire da questo venerdì: si tratta di Guarda l'alba, un brano ancora inedito scritto in collaborazione con il chiacchierato Tiziano Ferro. Sarà un duetto? Chissà.
La notizia ancor più bella è che il singolo anticipa l'uscita della prima raccolta del meglio di Carmen, buona occasione per chi ha la curiosità di entrare nel mondo di un artista che ancora non conosce. Il Best of verrà pubblicato a metà novembre e porterà il titolo di uno dei suoi brani che più amo, Per niente stanca.
Non si fa: tutte 'ste sorprese all'improvviso mi fan venire la tachicardia.
(fonte: il sito ufficiale)
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lunedì 18 ottobre 2010
Leyla (...dal secolo scorso)
Sono in coda alla cassa della libreria (uh! sai la novità!) e mi gingillo all'idea di aver finalmente trovato il regalo perfetto per il compleanno tondo della mia amica Maya. Tra me e la commessa c'è solo una donna, capelli neri, vestiti neri, con la figlioletta di cinque/sei anni che le svolazza vispa attorno lanciando gridolini. Quando la commessa le consegna la ricevuta, la donna ringrazia e si volta. Per un attimo, per puro caso, ci guardiamo negli occhi. Resto lì, secco: la conosco? Oddio, la conosco. Ma quando realizzo che quella donna è la mia migliore amica del liceo che non vedevo da dieci anni, e che quella bambina è sua figlia, loro sono già fuori dalla libreria e la commessa mi guarda come fossi ebete. Ed in quel momento mi ci sento: ebete, vecchio, irrealizzato. In una parola: inutile.
sabato 16 ottobre 2010
Memorie dal secolo scorso
1992. In un albergo, un gruppetto di liceali al primo anno, in gita scolastica, sta bivaccando sulla moquette verde del corridoio di un albergo, in attesa dell'ora di cena.
Steffy, dopo essersi guardata attorno, chiede: "Ma che fine ha fatto Fotter?"
Edgar: "L'ho visto chiudersi in bagno dieci minuti fa."
Steffy: "Allora si starà facendo una sega!"
Edgar: "Oddio, spero di no. Ho lasciato un maglione in bagno, non vorrei puzzasse..."
Steffy, alquanto interdetta: "Un maglione...!? Puzzare...???"
Edgar: "Comunque non credo si stia facendo una sega: è da solo."
Steffy: "Perché? Tu le seghe le fai in gruppo?"
Edgar: "Io non le faccio... ma pensavo che fosse più fico farle in gruppo... Mi sbagliavo!?"
In realtà, a quattordici anni compiuti, non avevo nemmeno idea di cosa stessi dicendo. Non che non avessi idea di cosa fosse una sega, solo che non sapevo che venissero chiamate così. Ed all'epoca ero convinto che sega fosse un sinonimo di canna, e che una canna non fosse altro che una sigaretta fumata in compagnia.
Sentivo i miei compagnio di scuola parlare di seghe e di canne con la medesima disinvoltura e, pur non capendo, non facevo troppe domande per non sembrare completamente fuori dal giro. Del resto, passavo gran parte del mio tempo extrascolastico davanti alla tivù (e nei primi anni Novanta, ancora non si parlava di seghe e si parlava poco di canne in tivù, almeno nel pomeriggio) e quando mi incontravo con gli amici, andavamo per la campagna in bici, guardavamo ancora la tivù, parlavamo poco e raccontavamo un sacco di barzellette sporche che ci facevano ridere semplicemente perché non le capivamo.
Ma ho visto scorrermi davanti gli occhi il ricordo di quella sera del 1992, ieri quando Camelia, parlando delle parolacce udite fuori da una scuola elementare, mi raccontava di essere rimasta sconvolta quando sentì per la prima volta usare da un suo coetaneo la parola cretino in prima media, avendo ella frequentato le scuole primarie in un istituto gestito da suore.
Ecco, d'insulti ne smoccolavo già parecchi quando andavo alle medie, ma confesso che arrivai in prima liceo senza saper distinguere una sega da una canna. Ecco perché sono mezzo ciecato.
giovedì 14 ottobre 2010
Ripasso
...per il sushi, per i ravioli cinesi, per la crema di nocciole e per la crema pasticciera, per la Coca-Cola nella bottiglia di vetro (perché ha un sapore diverso da quella nella bottiglia di plastica e da quella in lattina), per le mattinate fredde al calduccio sotto le coperte e per gli acquazzoni serali al riparo sul mio balcone, per il profumo dell'erba tagliata e per i tanti colori chiusi in un unico tramonto, per le autostrade di notte con l'autoradio al massimo e per il mare d'inverno con la sabbia bagnata sotto i piedi nudi, per il panorama del Lago di Garda visto dal Monte Baldo e per quello di Verona vista dal Santuario della Madonna di Lourdes, per Harry ti presento Sally, per tutti i film di Ozpetek, per almeno un romanzo di Stephen King, per le poesie di Emily Dickinson e per le strisce dei Peanuts, per il video di T'appartengo su YouTube, per le canzoni di Carmen Consoli (ovviamente!), per quelle di Battisti e per Nothing but di Skin, per il sogno d'incontrare di persona Rupert Everett, per il pelo sul ventre piatto di qualche bel ragazzo, per la fellatio (attiva e passiva), per il ricordo del mio primo bacio e per il bacio che non ho ancora dato, per il modo in cui TopO si storpia il nome e per il modo in cui scalcia e ride quando gli solletico la pancia, per il giorno delle mie nozze.
martedì 12 ottobre 2010
Hai presente quei giorni in cui avresti mille cose di cui parlare e ti vengono in mente solo quelle due parole...?
Pessimismo e fastidio... ma con brio.
giovedì 7 ottobre 2010
Il Genio - AMORE CHIAMA TERRA
(musica e testo di Alessandra Contini e Gianluca DeRubertis)
Sorrido tanto tu sciovinista sei
Prego, puoi darmi del Lei
Gioca un po' e capirò subito cos'è la noia
I tuoi golf a doppia V, double face, li lavi tu
Ohoh ti amo però
Ohoh però che noia
Ohoh mi sembri un robot
Ohoh sei pallido
Tanto è troppo e poco è
Se ti manco mancherò
Ohoh ti amo però
Non è il pianeta giusto
Ohoh mi sembri un robot
Andrò in un altro posto
Stupidi i tuoi tabù
Stupida se ti lascio tuSorrido tanto tu sciovinista sei
Prego, puoi darmi del Lei
Gioca un po' e capirò subito cos'è la noia
I tuoi golf a doppia V, double face, li lavi tu
Ohoh ti amo però
Ohoh però che noia
Ohoh mi sembri un robot
Ohoh sei pallido
Gli indici volti al Polo Nord
Indico la mia indolenzaTanto è troppo e poco è
Sei ridicolo, sai che c'è che...
DO di petto eppure tu
Vieni a letto, non ci vengo piùSe ti manco mancherò
Sei depresso, presto ti dirò che
Ohoh ti amo però
Non è il pianeta giusto
Ohoh mi sembri un robot
Andrò in un altro posto
martedì 5 ottobre 2010
My sliding doors
Le porte a vetri scorrono ed entro nello store del mio fornitore di cultura ufficiale. Al piano terreno, quello dei computer, dei telefoni e delle macchine fotografiche, c'è la solita ressa del sabato pomeriggio. Percorro il piano con il passo più veloce che posso, cercando di schivare i bambini che corrono da una consolle della PlayStation all'altra, cedendo il passo solo a chi mi appare ancora capace di abbozzare un sorriso di cortesia, perché ho passato gli ultimi quindici minuti a prendere spallate da orde di passeggiatori coi borselli gonfi cui nessuno ha mai spiegato le leggi della incompenetrabilità dei corpi al di fuori di un talamo.
Finalmente arrivo alle scale e le scendo senza gettare una seconda occhiata al maxi-schermo piatto che proietta una qualche scena di Alice in Wonderland. Il piano interrato è la mia meta: libri, musica e film. Aspetto da giorni l'occasione per passare a prendere l'ultimo album degli Skunk [che, per inciso, a due giorni dall'acquisto non ho ancora trovato il tempo per ascoltare] e scopro con inconfessabile piacere che, al prezzo di un comune album, nel package è compreso un secondo dischetto con videoclip, filmati dal vivo e backstage vari.
Al piano interrato non c'è folla, soprattutto nel reparto libreria. Mi trattengo molto oltre lo stretto necessario, come sempre, e mi concedo il tempo di accarezzare con lo sguardo gli scaffali. Gli occhi ed il caso mi fanno scoprire copertine colorate, titoli intriganti, autori più o meno noti all'ultima uscita editoriale. Mi soffermo davanti ai fumetti: la serie di raccolte [quasi] tascabili delle strisce di Schultz non c'è più, mi rassegno senza troppo dolore all'ennesima collezione incompiuta e prendo a saggiare quella che probabilmente sarà la mia prossima ossessione a fumetti.
Poco più tardi, davanti alla selezione di letteratura straniera, scopro al mio fianco un ragazzo piuttosto carino. Ho la sensazione netta che ci si guardi reciprocamente con la coda dell'occhio, entrambi con il naso insù a fingere di interessarci allo scaffale più alto. Succede sempre più spesso ormai che mi inventi che qualcuno mi noti in mezzo a tanti: nel momento in cui realizzo che la mia fantasia sta per partire al galoppo, ho una repentina ed intima reazione di scazzo e giro i tacchi.
Torno al settore musicale. In una delle colonnine per gli ascolti, sta girando il CD di Anna Oxa appena uscito, Proxima. Ho un inconscio debito nei confronti dell'artista albanese, probabilmente per le tante serate trascorse "obbligato" ad ascoltare in ripetizione i suoi album; perciò, quando la vedo ammiccare futurista dal frontespizio del CD, avverto una sorta di richiamo/repulsione assimilabile all'odore della sigaretta per un fumatore che non sottosta al vizio da anni. Così infilo le cuffie e volto le spalle alla sala, per fingere tra me e me di non assomigliare ad un concorrente di una cattiva replica di TeleMike; ascolto la voce familiare di Anna, passo in rassegna velocemente qualche brano, poi invece mi lascio catturare ed incantare dal secondo album della colonnina, che sa di romanticismo d'annata e di cartone animato e non riesco a smettere di battere il piede e di dondolare la testa: finisce dritto nel mio cestellino della spesa.
Non mi resta che il reparto dei film. In verità non ho nemmeno voglia di sostare troppo, ma sono lì che spulcio le ultima uscite in DVD dei più trendy registi italiani ["Ce l'ho, ce l'ho, faccio anche senza, ce l'ho, non c'è ancora"] che ecco riappare il ragazzo del reparto libreria. Indugia ed indugio anch'io. Più forte di me, mi pare che mi tenga d'occhio eppure so che non è vero.
Ha una pila di libri non comune sotto il braccio, appoggiati al fianco; sull'altro fianco si poggia un borsello con ampia tracolla. Lui è abbronzato, moro, non si rade da un paio di giorni. Jeans, scarponcini ed un giacchino da mezza stagione sopra un maglietta a righe scure. Già lo adoro. Obiettivamente non è un adone, ma è caruccio quanto basta perché possa piacere a me. Affatto secco, e basso esattamente quanto piace a me. Ho già detto che lo adoro?
Mi trattengo davanti alla colonna dei titoli che cominciano per A e continuo a spiare con la coda dell'occhio. Ho la mia camicia migliore, il giacchino quasi nuovo, ma sono conscio di non suscitare attenzioni particolari; eppure niente mi leva dalla testa che lui stia ricambiando l'interesse. Mi piego sulle ginocchia, che per la prima volta da secoli, graziadio!, non emettono quello spaventoso crock da articolazioni artritiche, e cerco invano il DVD di Another Country; sosto davanti ad A Single Man, torno sulla filmografia di Ozpetek; lui non si allontana. La nostra è una danza, ed io comincio a divertirmi. Lo spio da dietro lo scaffale degli horror; lui davanti alla vecchia Hollywood continua a voltarsi verso di me. Non voglio crederci ma non posso fare a meno di convincermi piano piano che mi stia puntando. Inizio a sentirmi veramente galvanizzato, non molla il pressing e quando torno sui miei passi lui indugia e mi aspetta. In un paio di occasioni ci guardiamo direttamente.
Ovviamente strafaccio, esagero, lo estenuo. Ad un certo punto, con la coda dell'occhio lo vedo scattare nervoso, ed un attimo dopo non c'è più. Sembra finita ma pazienza!, tanto il rimpiattino è stato tutto nella mia testa e per un po' è stato appagante.
Salgo per le scale mobili. E lo trovo alla cassa. Mi metto in coda dietro a lui, in mezzo solo un'insignificante quarantenne slavata con la figlia più slavata ed insignificante di lei. Lui mi ha visto, ha un fare nervoso che prima non avevo notato: forse mi ha preso per uno stalker [forse lo sono...] e forse comincia ad aver timore. Poggia la sua pila di libri, la commessa li passa uno per uno, lui paga. Lo guardo allontanarsi ed uscire. Dietro il vetro che si richiude, si ferma e si volta, mi guarda ancora e s'incammina verso destra.
La commessa è veloce, anche troppo. Quando arrivo davanti alla porta scorrevole, so che se uscendo mi voltassi a destra lo vedrei ancora non troppo lontano.
Il vetro scorre. E a testa bassa mi fiondo a sinistra: non voglio certo una denuncia per stalking.
Ma se gli fossi andato dietro? Se lo avessi seguito davvero, e non solo con un volo di fantasia...? Se fosse stato davvero dietro l'angolo ad attendermi, se avessi avuto il sangue freddo di fargli un cenno, dirgli "Ciao, non pensare male ma... ti va di cenare insieme? Conosco un ristorantino cinese qui dietro, e voglio che mi racconti tutto di te. Sei davvero caruccio. Dopo cena, ti accompagno fin sotto casa. E se vuoi, possiamo anche salire da te insieme..."
sabato 2 ottobre 2010
I casi miei
Il weekend è sempre un po' una tragedia e financo una perdita di tempo se non mi prefisso degli obiettivi. Perciò...
Nelle prossime due ore devo: trovare almeno nove metri quadri di carta da regalo con i pupazzetti; riprendere i contatti (via segnali di fumo o Facebook?) con mia sorella per sapere a che ora trovarmi domani allo stadio dove si terrà l'evento clou della stagione; fare un salto dal mio fornitore ufficiale di cultura per reperire l'ultimo album dei redivivi Skunk Anansie e magari il numero mancante alla mia nuova collezione di fumetti dei Peanuts.
E poi, più tardi, prima che faccia buio e prima di cominciare ad organizzarmi la serata [e dopo esser passato a raccogliere le more], possibilmente far correre la scopa per gli angoli del soggiorno che, piuttosto che i gatti, per casa ormai ho delle tigri coi denti a sciabola...
E poi, più tardi, prima che faccia buio e prima di cominciare ad organizzarmi la serata [e dopo esser passato a raccogliere le more], possibilmente far correre la scopa per gli angoli del soggiorno che, piuttosto che i gatti, per casa ormai ho delle tigri coi denti a sciabola...
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giovedì 30 settembre 2010
La prima cosa bella: I love this movie
Sarà l'ultimo film di Paolo Virzì il film italiano candidato alla selezione per l'Oscar al miglior film straniero. "Uno di quei filmoni di una volta".
La strada per la statuetta è ancora lunga ed insidiosa, ma approvo pienamente la scelta: era davvero un sacco di tempo che non piangevo tanto e che tanto non ridevo guardando un film.
Un mio personale in bocca al lupo al cast artistico e a Virzì, che sta diventando sempre più uno dei miei registi preferiti.
Toglietemi tutto ma non il mio BigTasty
Camelia: "Ho scoperto che quella schizzata di OcchiAMandorla sta mettendo in giro la voce che sono una prevaricatrice..."
Edgar: "Non è bello mettere in giro certe voci..."
Camelia: "Non è bello, no, mettere in giro voci false..."
Edgar: "Beh insomma... false è un parolone..."
Camelia: "Anche tu pensi che io sia una prevaricatrice?"
Edgar: "Beh insomma... anche prevaricatrice è un parolone"
Camelia: "Dimmi quand'è stata l'ultima volta che ti sei sentito prevaricato da me."
Edgar: "Mhm... Fammi pensare..."
Camelia: "Ecco, vedi? non ti viene in mente niente perché non è vero che sono una prevaricatrice!"
Edgar: "No. Intendevo: fammi pensare qual è stata l'ultima volta..."
Camelia: "!?!"
Edgar: "Ah ecco. Ricordi quando io, te, ItalianColin e MicioMacio abbiamo fatto le corse per andare fino alla libreria e per tornare prima della fine della pausa-pranzo, perché cercavi quel tale libro...?"
Camelia: "Mica vi ho prevaricato! Vi ho chiesto gentilmente se mi accompagnavate..."
Edgar: "Certo, e ti abbiamo accompagnato volentieri. Ma eravamo d'accordo che sulla strada del ritorno avremmo fatto tappa al McDrive per prenderci il pranzo, ed invece..."
Camelia: "Abbiamo fatto tardi, ma mica è stata colpa mia."
Edgar: "Però tu ti sei mangiata in macchina tutta la verdura che ti eri portata da casa già pronta, e poi in macchina ti sei tutta innervosita perché dicevi che non volevi fare tardi e quindi non ci siamo più fermati al McDrive e noialtri siamo rimasti a stomaco vuoto tutto il pomeriggio; siamo comunque rientrati cinque minuti prima ed allora tu ti sei fermata nella saletta dei fumatori per farti tranquilla la cicchetta post-pranzo..."
Camelia: "Non guidavo io... MicioMacio poteva fermarsi comunque"
Edgar: "In effetti, tu sei un po' prevaricatrice e MicioMacio è un po' succube..."
Camelia: "..."
Edgar: "Comunque non è bello mettere in giro certe voci..."
Camelia "..."
Edgar: "..."
Camelia: "Sai che solo ora capisco che è stato per un mancato BigTasty che il nostro rapporto è cambiato..."
Camelia: "Sai che solo ora capisco che è stato per un mancato BigTasty che il nostro rapporto è cambiato..."
lunedì 27 settembre 2010
L'acqua calda
Giornate interminabili, serate troppo brevi... ed il primo raffreddore della stagione. L'estate è ufficialmente finita.
Per consolarmi, vorrei dare un caldo benvenuto all'autunno...
giovedì 23 settembre 2010
Fatti inspiegabili - 2
Quando mi chiedono che lavoro faccio, generalmente me la cavo rispondendo "l'impiegato". Mi rendo conto che l'interlocutore è visibilmente insoddisfatto dalla risposta, ma solitamente me ne sbatto. Non mi va di aggiungere altro, perché quando mi azzardo a specificare "impiegato nel settore dell'informatica", lo step successivo spesso e volentieri è del tipo "ma allora potresti dare un'occhiata al mio notebook che mi s'incricca sempre quando apro il programma di posta elettronica!". E no, non si tratta mai di una scusa per invitarmi a salire a casa a prendere un tè sul divano -diciamo così...-, si aspettano sul serio che io metta le mani sulla loro tastiera o, peggio, dia un'occhiata alla loro scheda-madre.
Ma no, io lavoro con i computer ma non ho la più pallida di come quegli aggeggi infernali funzionino.
A nessuno viene in mente che è come chiedere ad un/una escort di quali elementi chimici si compone il lattice di un profilattico...?
martedì 21 settembre 2010
Fatti inspiegabili
Ogni due o tre mesi nella cassetta della posta trovo un piccolo catalogo gratuito di un grosso negozio d'abbigliamento della Bassa. Ma io mi domando: con tutto il ben di Dio che c'è in giro [vedi sopra, per puro esempio...], com'è possibile che i modelli di intimo di 'sto negozio siano sempre tutti più chiattoni di me?
Per gli amanti della cronaca nera
La freccia gialla indica la (ex) Scuola Elementare frequentata da Edgar nei primi Anni Ottanta; quella rosa punta sulla Scuola Media frequentata dal medesimo sul finire degli Anni Ottanta; la freccia verde indica la direzione da prendere per raggiungere la dimora della TribùDeiMusiLunghi; quella rossa individua il famigerato Canale di Mezzo.
Forse questo post ha un che di macabro, ma a me ha fatto un certo effetto vedere i luoghi che conosco tanto bene apparire sui telegiornali nazionali.
martedì 14 settembre 2010
Sul filo del marzullismo
Provo infinita stima ed enorme rispetto per chi conosce tutte le risposte giuste, ma solo chi sa porre le giuste domande può guadagnarsi il mio incondizionato amore.
Traduzione: poche chiacchiere ed invitami a letto.
lunedì 13 settembre 2010
Non sono tagliato per la vita da casalinga
Perché le scatolette con l'apertura facilitata non sono mai tanto facili da aprire, tanto che l'anello per l'apertura facilitata spesso e volentieri si distacca con la scatoletta ancora chiusa?
Perché le fette di salumi ed affettati nelle vaschette sottovuoto sono sempre in numero dispari? Esiste forse un qualche numero dispari di fette (a parte il nove) che sia facilmente suddivisibile su più panini? Qualcuno si aspetta davvero che la gente infili cinque fette di mortadella in un unico panino? O c'è qualcuno che crede particolarmente trandy poggiare tre fette di prosciutto su una fetta di pane e quattro sull'altra?
Perché poi le casalinghe disperate si aggirano a velocità sconsiderata per i parcheggi dei supermercati coi loro SUV, senza tenere mai in alcun conto le frecce direzionali disegnate sull'asfalto e sempre pronte a lanciare occhiate truci a chi si frappone tra loro e l'uscita seguendo invece la via "consigliata", costringendole ad inchiodare? Forse che nei parcheggi non valgono le stesse regole che valgono per la strada? Credono forse che uscire dal parcheggio quindici secondi e nove decimi prima salverà le loro vite da un attentato ecoterroristico contro il reparto pescheria...?
E perché poi guidano un SUV se al primo acquazzone, di fronte a quattro dita d'acqua sulla strada, entrano in panico ed accostano finché non spiove, quando accostano e non si parcheggiano invece in centro alla carreggiata, pensando che, se non ce la fanno loro che hanno il SUV, gli altri con le loro misere utilitarie non abbiano il diritto di tornarsene a casa? Nessuno ha mai fatto notare loro che, se anche con il SUV in città riescono agevolmente a salire sul marciapiedi, dopo cinque metri di marcia al massimo ne devono comunque discendere perché spesso e volentieri ad abbellire i marciapiedi ci stanno gli alberi?
giovedì 9 settembre 2010
In alto mare
Siccome mancano appena tre settimane al compleanno di mio nipote, the TopO, se qualche anima buona avesse un minimo barlume di idea su un regalo da fare ad un bambino di 2 anni, gliene sarei grato assai... perché io sono proprio in alto mare.
mercoledì 8 settembre 2010
Suzanne Vega - TOM'S DINER
Ogni settembre, quando piove e l'autunno sembra ormai dietro l'angolo, prima ancora di cominciare a tirar fuori i maglioni dall'armadio, finisco con l'estrarre questa canzone dai cassetti della memoria.
Mi metto dietro la finestra a guardare gli ombrelli che corrono e le auto che s'accodano l'una mai dietro l'altra, con una mano infilata nel manico di una tazza e questo motivetto che non si leva dalla testa.
Mi metto dietro la finestra a guardare gli ombrelli che corrono e le auto che s'accodano l'una mai dietro l'altra, con una mano infilata nel manico di una tazza e questo motivetto che non si leva dalla testa.
I am sitting in the morning
At the diner on the corner
I am waiting at the counter
For the man to pour the coffee
And he fills it only halfway
And before I even argue
He is looking out the window
At somebody coming in
"It is always nice to see you"
Says the man behind the counter
To the woman who has come in
She is shaking her umbrella
And I look the other way
As they are kissing their hellos
And I'm pretending not to see them
And instead I pour the milk
I open up the paper
There's a story of an actor
Who had died while he was drinking
It was no one I had heard of
And I'm turning to the horoscope
And looking for the funnies
When I'm feeling someone watching me
And so I raise my head
There's a woman on the outside
Looking inside, does she see me?
No, she does not really see me
'Cause she sees her own reflection
And I'm trying not to notice
That she's hitching up her skirt
And while she's straightening her stockings
Her hair has gotten wet
Oh this rain! It will continue
Through the morning
As I'm listening to the bells of the cathedral...
I am thinking of your voice...
[And of the midnight picnic
Once upon a time, before the rain began...
I finish up my coffee, it's time to catch the train]
martedì 7 settembre 2010
X-Factor al via! (Segnali di zitellaggine - Parte II)
Alla fine i Kymera ce l'hanno fatta: parteciperanno a X-Factor, nella squadra capitanata proprio da quell'Enrico Ruggeri che ha insinuato il dubbio che il pubblico italiano non sia ancora pronto ad applaudire una coppia dichiaratamente gay che duetta su un palco.
Ruggeri li ha scelti personalmente, ma ha tenuto a precisare che, per risultare credibili come artisti del terzo millennio, devono assolutamente smettere di cantare guardandosi negli occhi. "Perché, a confronto con voi, Al Bano & Romina sembravano i Clash..."
La zitella acida ed invidiosa che è dentro di me non ha ancora smesso di ridere...
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lunedì 6 settembre 2010
Segnali di zitellaggine
Mentre non passa giorno senza che io incespichi in un momento di rabbia.
Meno male che sono allergico al pelo di gatto...
lunedì 30 agosto 2010
venerdì 27 agosto 2010
Final Destination 2
Leggendo l’ultimo report onirico di Byb ieri sera, mi è tornato alla mente l’ultimo mio sogno di un certo impegno, risalente a non so più quale notte della scorsa settimana.
Il sogno cominciava nel vicolo dietro il mio palazzo, dove ho l’ingresso al garage sotterraneo e dove si trovano i cassonetti della spazzatura. Era tarda sera, era buio ed io ero sceso a gettare appunto l’immondizia, quando una doppia coppia di fari di auto illumina all’improvviso il vicolo. Colto di sorpresa, resto immobile su un lato della strada a guardare i due veicoli che in una sorta di gara clandestina arrivano a velocità esagerata in fondo al vicolo cieco e poi, con fragoroso rumore di gomme, tentano il testacoda per uscire dal cul-de-sac. Ma la seconda delle due auto perde aderenza all’asfalto e comincia una carambola che finisce inevitabilmente per travolgermi in pieno. Avverto netto il distacco tra corpo ed anima un istante prima dell’impatto e mi ritrovo incorporeo a fluttuare sul soffitto delle camere da letto dei miei genitori prima, di mia sorella e di mio nipote poi, come per un’ultima visita di congedo. Loro stanno tutti dormendo, io passo veloce su di loro, prima di raggiungere altre anime a raccolta in un giardino.
Strana sensazione quella lasciata da quest’onirica esperienza extra-corporea: troppe puntate di Ghost Whisperer hanno forse lasciato il segno.
Ma il punto è un altro.
La notte tra domenica e lunedì (ed ora siamo ad un fatto di cronaca) un'auto, che si rivelerà rubata e piena di arnesi da scasso, viene intercettata dalla polizia locale; l’auto forza il posto di blocco e si dà alla fuga per le vie di Verona, inseguita da almeno una volante, prima di schiantarsi contro l’inferriata di un palazzo. Ed è così che alle 01.45 precise vengo svegliato dal fragore di una frenata e dal conseguente schianto. La corsa degli scassinatori termina proprio nel vicolo dietro il mio palazzo, quello del sogno, e l’inferriata divelta appartiene al condominio accanto al mio. Fortuna che solitamente non scendo a gettare la spazzatura a quell’ora, ma in effetti non avevo ricollegato il sogno al fattaccio fino a ieri sera.
Così, tanto per tornare sul tema.
giovedì 26 agosto 2010
Una metafora come si fa?
Non sono affatto bravo con le metafore, non ne ho proprio il dono. Così finisce che quando devo dar voce ai miei stati d'animo tiro in ballo una qualche canzone, perché c'è sempre qualcuno che ha cantato di già quello che sto provando, qualcuno cui le metafore sono riuscite e magari con poco impegno.
Non compaiono immagini nella mia mente quando mi metto a scrivere; non vedo cieli, non respiro il mare, non stillo una goccia di poesia. E non è certo il massimo, quando invece da una vita non sogni altro che di pagarti le bollette con le storie che ti girano per la testa.
Ma per l'appunto, si tratta di storie. E le storie vivono e si nutrono di favole, di iperboli, di metafore. Sono necessarie poesia e fantasia, non bastano le parole. Con le parole me la cavicchio, ne mastico, so pesarle e rivenderne un tanto al chilo. Con le metafore no, proprio non ci so fare.
Ed allora le prossime settimane saranno forse più importanti di quel che voglio apertamente ammettere. Avrò più tempo in guadagno per me e meno da spendere in algoritmi e movimenti di conto. Mi armerò di lanterna e picozza e cercherò dentro di me se un briciolo di poesia c'è, se c'è mai stata, se posso coltivarla, crescerla e raccoglierla per condirne le mie due misere miserrime parole.
Saranno settimane importanti, perché tra tre mesi compirò gli anni di Cristo e ad un certo punto uno deve prendere consapevolezza del proprio destino, capire qual è la strada, prendere in spalla la propria croce ed ascendere al Golgota. Oppure mandare 'affanculo la redenzione del mondo e perdersi nei seni della Maddalena. Oppure, vabbè, tra le braccia di Giovanni.
martedì 24 agosto 2010
Mina & Nutella...
Ecco, quando mi sento come mi sento in questi giorni, ci sono solo due lenitivi. E siccome non posso esagerare con la seconda...
martedì 17 agosto 2010
Amalia Grè - CUORE PALLIDO
(testo e musica di Amalia Grè)
Vivere pensandoti e aspettandoti oramai
È soltanto un ricordo sbiadito per me
Ricordo di strette al cuore
Che facevano male
Adesso non ne voglio più sapere
Subissata di paure
Ora io voglio nuove avventure
Se le cerco di sicuro poi le trovo
Per tentar di rinunciare
A questo vizio di soffrire
Di cui mi dovrei soltanto vergognare
Io non pretendo di avere verità assolute
Io ti invito solo al tuo destino
Che può cambiare
Può certamente migliorare
Dipende dall'impulso
Che vuoi dare
Ma grido, ancora grido
Pensando a quando mi dicesti
Io senza te impazzisco
Lo riconosco
Anch'io ero presa ma mi sono sentita offesa
Da te e così io me ne andai
Vivere pensandoti e aspettandoti oramai
È soltanto un ricordo sbiadito per me
Ricordo di strette al cuore
Che facevano male
Adesso non ne voglio più sapere
Subissata di paure
Ora io voglio nuove avventure
Se le cerco di sicuro poi le trovo
Per tentar di rinunciare
A questo vizio di soffrire
Di cui mi dovrei soltanto vergognare
Io non pretendo di avere verità assolute
Io ti invito solo al tuo destino
Che può cambiare
Può certamente migliorare
Dipende dall'impulso
Che vuoi dare
Ma grido, ancora grido
Pensando a quando mi dicesti
Io senza te impazzisco
Lo riconosco
Anch'io ero presa ma mi sono sentita offesa
Da te e così io me ne andai
lunedì 16 agosto 2010
Urge aggiornamento... ma anche no
Non sono andato in ferie, né finito sotto un TIR.
Sono solo svogliato. Tanto svogliato.
Sono solo svogliato. Tanto svogliato.
martedì 10 agosto 2010
Final Destination
Premetto che sulla salute non si scherza. E, tra l'altro, divulgare notizie sulla salute altrui è contrario alle normative sulla privacy, per cui premetto anche che questo post è frutto della mia fantasia (fantasia malata, mi verrebbe da aggiungere, per restare in tema...).
Il fatto (fatto completamente immaginario, ripeto) è che ai primi di giugno Camelia è stata vittima di un improvviso calo di pressione, in ufficio, forse per un misunderstanding tra lei ed il dietologo: è andata lunga distesa sul pavimento e poi s'è fatta una settimana a riposo.
Alla scrivania alla sinistra di quella di Camelia siede Galyna. Ai primi di luglio, Galyna è stata vittima di un'ernia addominale: operata d'urgenza e con esito positivo, s'è fatta due settimane a riposo.
Alla scrivania alla sinistra di quella di Galyna siede ItalianColin. Ai primi di agosto, ItalianColin è slittato su del ghiaietto mentre rientrava a casa dal lavoro in moto, mentre affrontava una rotatoria: frattura composta del bacino e quattro settimane (almeno) di riposo assoluto. Immobile a letto.
Alla scrivania alla sinistra di quella di ItalianColin siedo io. Le prime due settimane di settembre sarò in ferie. Vorrei tanto godermele. In salute e serenità. Ma forse meglio sarebbe una sosta a Lourdes sulla strada per le vaa-caAAn-zEEE...!!! (e vai di gabbiani...)
lunedì 9 agosto 2010
Cronache veronesi: Morgan vs. lo Sceriffo
La notizia del giorno sul sito web de L'Arena (il quotidiano veronese) è la lettera di diffida inviata da Marco Castoldi, in arte Morgan, al sindaco veronese Flavio Tosi, che negli scorsi giorni ha deciso di propria iniziativa di negare al cantautore il Teatro Romano come location per il suo concerto ormai prossimo. Tosi (Lega Nord) ha motivato il proprio diniego tirando il ballo la nota intervista rilasciata da Morgan al mensile Max, in cui confessava di fare uso di cocaina: un cocainomane, sosterrebbe in sintesi Tosi, sarebbe un pessimo esempio per i giovani, pertanto egli non intende permettergli di esibirsi sul territorio del suo Comune.
Morgan, per risposta, si è rivolto al proprio avvocato, ha spedito la diffida a Tosi, che gli impedisce di svolgere il proprio mestiere, ed ha coinvolto il Presidente della Repubblica, quale garante della Costituzione che sancisce il diritto al lavoro.
Le decisioni e le iniziative del sindaco veronese e della sua giunta da sempre dividono in due fazioni distinte i lettori de L'Arena. Ma non questa volta, almeno a giudicare dal numero e dal contenuto dei commenti lasciati in calce alla notizia.
Verona si schiera in sostanza contro la censura. A maggior ragione in questo caso: non pochi lettori rimproverano a Tosi di essere un esempio ancor peggiore per la gioventù veronese, in quanto lo scorso anno lo stesso sindaco, soprannominato lo Sceriffo, è stato condannato in Cassazione per incitamento all'odio razziale.
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