martedì 22 luglio 2008

Sex and the blog

Ma la gelosia è davvero fondamentale in una relazione? Si può amare davvero una persona senza esserne gelosi…?
L’assoluta mancanza di gelosia nei suoi confronti è stata, a suo tempo, una delle motivazioni che riuscii ad estorcere ad Ian per la fine del nostro rapporto. Fondamentalmente è vero: non ero affatto geloso di Ian, a tal punto che, quando l’accompagnai al suo paesello per una grande festa paesana e lui si ritrovò faccia a faccia con il suo PrecedenteEx che, pur sapendo di noi, l’invitò ad una breve passeggiata in pubblico, il mio pensiero fisso non era “Ma questo mica si proporrà per rinverdire i fasti trascorsi?” bensì “Ma gli avrò fatto una bella impressione? Sarà contento che Ian adesso stia con uno come me…?”
A tre anni di distanza lo ammetto: sono stato un coglione. Ero ingenuo, davvero troppo ingenuo, dato che, molto tempo dopo, Ian ammise che, per tutto il tempo della passeggiata, il suo PrecedenteEx non aveva fatto altro che insistere perché tornassero a frequentarsi. E nel frattempo, per tutto il tempo della passeggiata, in Ian cresceva la rabbia nei miei confronti, poiché m’incolpava di non averli raggiunti, in preda alla più feroce gelosia, per salvarlo dalle proposte insistenti dell’Ex.
Sono stato un coglione, lo ripeto. A mia parziale discolpa, posso solo invocare la sicurezza che allora riponevo nel nostro rapporto e la fiducia assoluta in Ian in primis.
Convivevamo da appena tre mesi, dopo una relazione di due anni e mezzo. Ian, di lì ad un mese, mi avrebbe detto che non si sentiva affatto sicuro del mio amore, dato che, tra le altre cose, non avevo mai manifestato il minimo indizio di gelosia nei suoi confronti.
A tutt’oggi non ho certezze. Le vicende successive, così come gli scherzi della memoria, potrebbero influenzare pesantemente il mio giudizio; forse davvero quello che provavo non era il vero Amore. Per questo adesso mi chiedo: è Amore se non c’è gelosia?
Io non sono mai stato davvero geloso nemmeno delle mie cose, intese come oggetti personali. Sicuramente mai quanto lo è LadyVina e nemmeno quanto ha dimostrato di esserlo Ian. Provo fastidio solo se, a mettere le mani tra le mie cose, è una persona che mal sopporto, se lo fanno senza riguardo o se so già per certo che l’intruso esprimerà poi un commento sgradevole (ed è questo il motivo fondamentale per cui sono gelosissimo delle cose mie nei confronti di Ma’ame Limpy, che nel sangue non ha tracce di glucosio ma acido lattico puro…).
Se presto un libro oppure un cd, tengo sempre a precisare che lo rivoglio indietro (per un legame affettivo con l’oggetto, non per semplice fissa di possesso). Ma se per una ragione o per un’altra “Pietro non torna indietro”, me ne faccio una ragione, non metto in discussione amicizie, tantomeno userò mai la pecca come arma di ricatto. Tutt’al più, quando il ricordo della cosa perduta tornerà alla memoria (e sicuramente lo farà ad intervalli irregolari), proverò un lieve disagio, come quando si ripensa ad un amico che per una ragione sbagliata non si frequenta più da anni.
Una volta Ian mi regalò un cd di Anita Baker, un’artista che lui adora. Le canzoni mi piacevano, la voce della Baker anche, ma fondamentalmente il cd mi piaceva soprattutto perché era un suo regalo. Ian me lo chiese in prestito per riascoltarselo in auto ed io non ebbi problemi a darglielo. A distanza di tanto tempo, ho il dubbio che anche quella sia stata una prova cui mi volle sottoporre e che non superai, in quanto non glielo richiesi mai indietro. Perché avrei dovuto? Tanto sapevo che l’aveva lui, che lui ci teneva.
Finché un giorno, quasi per caso, sentii una conoscenza comune ringraziarlo per il dono di quello stesso album. Mi venne il dubbio che si trattasse non di una seconda copia, ma proprio del mio cd. Al momento opportuno, feci ad Ian una domanda diretta: “Ma gli hai regalato il mio cd o ne hai presa un’altra copia…?”. “Ma no, figurati” mi rispose, “il tuo ce l’ho in macchina”. Dato che volevo fidarmi di lui, non gli chiesi di mostrarmelo; ma al momento opportuno dissi che lo volevo ascoltare. Ian dapprima fece la parte di quello che cade dal pero: “Sei sicuro che l’abbia ancora io? Guarda che te l’avevo restituito…”; poi si fece più perfido: “Sì, ce l’ho io, ma non te lo rendo, perché tanto a te non piace, sennò me l’avresti chiesto prima…”. Ci vollero tre anni, durante i quali più volte io ritiravo in ballo la storia del cd prestato, prima che lui confessasse la verità che ormai avevo compreso benissimo da solo: aveva riciclato il mio cd, semplicemente per rendere a quell’altro un regalo che questi gli aveva fatto all’improvviso, senza ragione; e per ricambiare, aveva dato via il primo cd di cui poteva disfarsi perché fondamentalmente non era suo. Che stronzo…
Ma intanto era trascorso troppo tempo e sarebbe stato inutile serbargli rancore, anche perché nel frattempo, molto tempo dopo la fine della relazione, stava ormai per concludersi anche il nostro rapporto di convivenza. Così, alla prima occasione, mi sono ricomprato una copia di quel cd: quando lo riprendo in mano e l’ascolto, penso comunque all’emozione di quando scartai quel primo regalo. E fanculo il resto della storia…
Stabilito che la possessività nei confronti delle cose non è un mio requisito, resta in sospeso la domanda di partenza: si può amare una persona e non essere possessivi nei suoi confronti?
La mia risposta al momento non può essere che positiva.
Forse è vero, forse non amavo Ian alla follia. Forse.
E forse quindi, questa mia sarà solo l’opinione di uno che non conosce davvero l’argomento di cui scrive. Ma adesso come adesso non riesco a concepire che si desideri possedere una persona con la stessa prepotenza con cui LadyVina possedeva i suoi giocattoli.
Quando si ama qualcuno, si vuole che quel qualcuno sia felice. L’espressione ‘voler bene’ non si usa a caso: amare una persona significa volere il bene di quella persona. Indipendentemente dall’appagamento che da quel rapporto se ne ricava per sé.
In linea di principio quindi, se ami davvero una persona che non ti ricambia, soffrirai disperatamente per te stesso, ma spererai sempre che quella persona sia felice (sì, anche amando un’altra persona, se è ciò che la rende felice…); se ami davvero una persona che non riesce a concepire la monogamia, accetterai le altre sue relazioni.
Ma a questo punto la domanda diventa: puoi continuare ad amare una persona che non ti ricambia allo stesso modo, perché non gli importa che tu soffra della sua felicità…?
L’amore è esclusivamente ‘dare’, o ‘ricevere’ in amore ha un peso equivalente…?
I dubbi dell’amore non finiscono mai; magari si potesse avere anche una sola certezza…

3 commenti:

Anonimo ha detto...

l'AMORE con la "A" maiscola non pretende nulla in cambio si concede in maniera gratuita e nulla pretende e nulla spera! ma questo è l'AMORE dei santi. E' veramente l'AMORE che ti senti pronto di concedere?

Anonimo ha detto...

PS: mi piace le cose che scrivi... oggi hai guadagnato un nuovo lettore, spero ti faccia piacere :)
Ale

Edgar ha detto...

Benvenuto Ale, davvero piacere di averti qui :)
Hai perfettamente ragione, bisogna essere "santi" per amare davvero gratuitamente, ed io tutto posso essere tranne che un santo. Non è un caso se il post si apre e si chiude con domande irrisolte, come irrisolto è il mio rapporto con l'Amore, che fuggo ed inseguo da tanto tempo... Tante sono le domande che mi affollano la mente: spero di avere ancora la tua opinione quando esse prenderanno forma scritta.