martedì 30 marzo 2010

Negramaro - MENTRE TUTTO SCORRE



(testo e musica di Giuliano Sangiorgi)

Parla in fretta e non pensar
Se quel che dici può far male
Perché mai io dovrei fingere
Di essere fragile come tu mi vuoi?
(Vuoi) Nasconderti in silenzi
Mille volte già concessi
Tanto poi tu lo sai, riuscirei
Sempre a convincermi
Che tutto scorre

Usami, straziami, strappami l’anima
Fai di me quel che vuoi
Tanto non cambia l’idea che ormai ho di te
Verde coniglio dalle mille facce buffe

E dimmi ancora quanto pesa
La tua maschera di cera
Tanto poi tu lo sai, si scioglierà
Come fosse neve al sol
Mentre tutto scorre

Sparami addosso: bersaglio mancato
Provaci ancora, è un campo minato
Quello che resta del nostro passato
Non rinnegarlo, è tempo sprecato
Macchie indelebili, coprirle è reato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagli la pietra chi è senza peccato
Scagliala tu perché ho tutto sbagliato

Riflessione 1: 50 minuti di attesa per vedere un videoclip di 3 minuti vuol dire avere una copertura internet da Terzo Mondo.  [E qui qualcuno potrebbe azzardare una battuta politica. Ammesso che ci fosse qualcosa per cui ridere...]
Riflessione 2: tutta 'sta lentezza mi ha aiutato a cogliere che verso il minuto 1:15, mentre Giuliano recita "quanto pesa la tua maschera" in primo piano, sullo sfondo si riconosce il cupolone di San Pietro. Solo a me viene il dubbio che non sia affatto un puro caso?
Riflessione 3: io 'sto Sangiorgi non lo trovo affatto bello. Eppure da sempre a me fa un sesso esagerato.

sabato 27 marzo 2010

Un pensiero fugace e sfuggente

A volte ancora mi ritrovo ad immaginarlo che si rifà vivo, contrito, per chiarire e scusarsi di tutto.
Solo per avere finalmente l'opportunità di sbattergli io la porta in faccia.

mercoledì 24 marzo 2010

70 di queste Mine



Auguri, auguri, auguri!

"Un mistero coperto dalle risate degli altri"

[…] “Ma io avessi la spada nel cuore?”
“Sì, Lulù, è con lei che devi combattere, e se vincerai contro la regina Ingiusta, i pregiudizi finiranno di vivere.”
“Ma cosa fossero i pregiudizi, Mimì?”
“I pregiudizi sono delle cose sbagliate in cui la gente crede.”
“Ma perché la gente credesse a quelle cose che fossero sbagliate?”
“La gente crede a delle cose sbagliate perché ha paura.”
“Cioè, me lo spiegassi?”
“Ti faccio un esempio. Tu vivi chiusa in casa perché la gente ha paura di te, e ha paura di te perché crede a cose sbagliate, e queste cose sbagliate si chiamano pregiudizi. Crede ad esempio che chi è diverso da loro sia in qualche modo pericoloso, ma in verità nemmeno sa il perché. Una cosa quando è sbagliata non puoi spiegarla, infatti loro non sanno spiegarla. Ti possono dire: ‘Non ti vogliamo perché sei diverso da noi’, ma se gli chiedi: ‘E perché una persona che è diversa da voi la rifiutate?’, loro non sanno cosa rispondere, e neppure hanno il coraggio di ammettere che l’unico motivo è la paura.”
“Ma quando io fossi andata a quella festa delle bambole che fosse nella piazza, i bambini ridessero, e non avessero paura di me!” esclamò Lulù ricordandosi la crudeltà di quei momenti.
“Ridevano per nascondere la paura, per scacciarla” rispose Mimì sedendosi sulla sua mano, per poi aggiungere fissandola con il suo unico occhio: “Lulù, la vita è un mistero di cui nessuno conosce la forma, un mistero coperto dalle risate degli altri.
Parlava di cose mai udite Mimì. Lulù mai prima le aveva ascoltate. Stava immobile spalancando la bocca, con lei raccoglieva quelle parole importanti, e tutto si apriva come fiore che sboccia, mostrandole un senso che nobilitava i suoi giorni, perché seppure fosse piccola ogni cosa capiva, così come aveva capito anni prima d’essere una diversa: i diversi sanno quello che sono, lo vedono subito negli occhi degli altri. […]
Isabella Santacroce - "Lulù Delacroix" Ed. Rizzoli 

domenica 21 marzo 2010

Idiosincrasie della domenica sera

Quando andavo a scuola, il compito che odiavo più portare a termine era il tema. Non perché avessi particolarmente in odio lo scrivere; piuttosto perché, essendo stato provvisto dal buon Dio del grande dono della sintesi, era davvero uno strazio riuscire a scrivere una composizione più lunga di una pagina e mezza (l'allora minimo sindacale nelle stime della prof).
Generalmente il lunedì mattina la prof ci dava un titolo (mi pare che allora lo chiamassimo lo svolgimento); il lunedì successivo avevamo la consegna, la lettura in classe e quindi il nuovo titolo. Ed avendo sette giorni sette per la stesura, qualsiasi cosa accadesse, io mi ritrovavo la domenica sera, dopo le 8, a cercare di riempire d'inchiostro una pagina e mezza di quaderno.
Ora che non ho più temi da consegnare il lunedì, mi rendo conto di provare la medesima avversione per lo stiro. Ed ora come allora, l'attività della domenica sera è la più odiosa, la più faticosa, la più rimandata.
Anche in questo momento, piuttosto che mettermi a stirare, la sto tirando in lunga scrivendo questo post. E pensare che dovrei invece essere eccitatissimo, perché stasera mi tocca battezzare il ferro da stiro nuovo. Macché...
Dobbiamo sempre mantenere dei punti fermi nella vita: uno dei miei è lo scazzo della domenica sera.

sabato 20 marzo 2010

...

Sto trascurando il blog...
Ma nessuno s'offenda. La verità è che sto trascurando ogni cosa.

domenica 14 marzo 2010

Malika Ayane - RICOMINCIO DA QUI

(testo di M. Ayane e Pacifico/musica di F. Arnò)



Me ne accorgo così
Da un sospiro a colazione
Non mi piace sia tu
Il centro di me

Niente mi porterò
Solo vento tra le mani
Più leggera sarò
Sospesa

Sorriderò prima di andare
Basterà un soffio e sparirò
Forse sarà pericoloso
Forse sarà la libertà

Mi guarderai e vedrai una
Eppure non sarò sola
Una novità sarà
E mi porterà

A non fermarmi mai
Non voltarmi mai
Non pentirmi mai

Solo il cielo avrò sopra di me
Solo il cielo avrò sopra di me

Ricomincio da qui
Da un’effimera illusione
Mi risveglio e ci sei
Ancora tu
Qui

sabato 6 marzo 2010

Per salvare il "diritto al voto" (che non è mai stato in pericolo), a breve ci vieteranno di votare

Allora ragazzi, guardatemi dritto nelle palle degli occhi e ditemi la verità: avete davvero creduto, anche per un solo istante, che Berlusconi ed i suoi scagnozzi si sarebbero lasciati sfuggire questa ghiottissima occasione per ribadire, a quanti ancora non l'avessero chiaro in mente, che Berlusconi comanda e sessanta milioni di cittadini tutt'insieme non contano assolutamente un fico secco...?
Eppure il concetto è semplicissimo: per il Presidente del Consiglio, gli Italiani sono tutti cretini. Tutti e sessanta milioni. Con una lieve differenza tra cretino e cretino: la metà che vota per lui ed i suoi sgherri è costituita da emeriti cretini, l'altra metà da cretini senza meriti.

venerdì 5 marzo 2010

Gli uomini e le donne non sono uguali - Post ad alta misoginia

Riassumendo quest’articolo
Un gruppo di scienziati mostra una lunga serie di foto a uomini e a donne chiedendo loro: le immagini sono ambientate nella natura selvaggia o in città?
Gli uomini rispondono semplicemente alla domanda; le donne invece cadono in una specie di trabocchetto ed indicano se il personaggio nella foto sta compiendo azioni più o meno sensate (tipo: bere con la cannuccia l’olio dalla macchina, rompere le uova con l’accetta,…).
Risultato del test secondo gli scienziati: le donne hanno un senso della morale maggiore degli uomini.
Risultato del test secondo Edgar (convalidato da trentennale quotidiana frequentazione con alcuni esemplari di donne altamente esemplari): alle donne viene fin troppo facile scoprire come rompere i marroni al prossimo ripetendogli a pappagallo "Guarda che non si fa", "Guarda che sbagli"…

giovedì 4 marzo 2010

Sostiene Lucio Dalla che nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino...

...Eppure io per un attimo mi sono perduto, là all'ombra delle chiappe del Nettuno, quando Lei mi ha chiesto se a Bologna sono già stato, ed esito un attimo prima di risponderLe di sì.
Mi sono perduto per un istante soltanto, travolto a sorpresa da un fiume in piena di ricordi: istantanee di un uomo sotto braccio al proprio ragazzo sotto i lunghi portici bolognesi, dove ridono di se stessi e delle tante cose che vedono attorno a loro.
Quando ritorno alla realtà, mi chiedo se Lei si sia accorta che per un istante sono stato rapito e portato altrove nel tempo ma in quello stesso luogo. Subito però archivio ogni esitazione ed apprezzo con ancora maggior piacere la serenità della Sua compagnia e l'allegra furia del Suo incedere che più volte mi costringe a correre per raggiungerLa già qualche metro avanti...
E Bologna non è più una delle tante piazze dove ho scorrazzato con quello là. Bologna ora è una panchina nell'aria frizzante di una giornata di sole dove si chiacchiera di tutto e di niente con un amico.
Gli amici anche a questo servono: a rimpiazzare un ricordo malinconico con qualche cosa da apprezzare davvero.

P.S. Avevo scritto questo post già diversi giorni fa, ma i capricci del mio umore ed i capricci della mia connessione internet hanno trasformato un semplice click in un'impresa olimpica. E uso gli stessi capricci e una scarsezza d'argomenti nuovi per giustificare la mia prolungata assenza di questi giorni.