lunedì 22 febbraio 2010

Stasera alle 21.00...

Carmen Consoli sul palco del Teatro Filarmonico, per la data veronese del tour Elettra.
Edgar in quarta fila, con un machete in tasca nel caso a qualcuno della terza fila venisse in mente di alzare il telefonino per un filmino...
Aargh! Manca meno di un'ora!!!

sabato 20 febbraio 2010

Sanremo e dintorni

Una critica da muovere a chi ha messo bocca sulla scaletta delle serate è doverosa: un grandissimo imbecille chi ha deciso che i cantanti della Nuova Generazione (ex Nuove Proposte, ex Sanremo Giovani) dovessero esibirsi tutti dopo la mezzanotte. Vero che i loro brani erano già stati proposti sul web ed attraverso il web selezionati, ma meritavano tutti un lancio migliore.
Direi che la vittoria nella categoria di Tony Maiello era più che scontata, provenendo l'artista da un qualche X-Factor ed essendo tutt'altro che uno sconosciuto per il pubblico televotante. Personalmente, però, il brano che ho maggiormente apprezzato è stato Dirsi che è normale di Nicolas Bonazzi.


Fascinoso il brano, fascinosa l'immagine del risveglio post-amoroso, fascinosa la voce di Nicolas, fascinosa l'erre moscia che lo rende riconoscibilissimo tra tanti, e soggettivamente trovo fascinoso lo stesso Nicolas.
Resta il fatto che tutti i più giovani artisti sono stati penalizzati, in particolar modo nella serata di giovedì, quando il Festival ha voluto auto-celebrarsi invitando artisti affermati a rielaborare brani storici. Ed ecco Elisa, la Mannoia, Miguel Bosè, Carmen, Renga, e poi (purtroppo) ancora Massimo Ranieri, Cocciante, Bennato... Lo spettacolo in sé è stato memorabile, ma nessuno avrebbe avuto da lamentarsi se ci si fosse contenuti nel numero e nel tempo loro dedicato.
Comunque, spero, per il bene delle vostre anime perse, che abbiate avuto modo di ascoltare almeno la Carmen esibirsi con il suo brano Mandaci una cartolina e poi con la sua versione di Grazie dei fior. In caso contrario...


Per quanto riguarda la serata di ieri sera, tutto quello che ho visto l'ho visto stamani dalla rete perché ieri ero impegnato nella cena di gala più noiosa cui abbia mai partecipato, così tanto noiosa che dopo il caffè, per non lasciarmi coinvolgere dalla discussione, ho tirato fuori di tasca il cellulare per fingere di essere preso in uno scambio fitto fitto di sms e giocare a sudoku. Per quaranta minuti. L'unica alternativa era un harakiri sul coltello da dessert...
Comunque sia, oggi apprendo con sgomento che il trio Pupo-Savoia-tenore è rientrato in gara e, si dice, sia tra i favoriti al podio grazie al televoto. Fosse vero, avremmo finalmente la dimostrazione pratica che agli Italiani va revocato in blocco il diritto al voto, in qualunque contesto esso sia richiesto, da Sanremo alle elezioni politiche.

mercoledì 17 febbraio 2010

Edgar da Sanremo

Stasera non ho proprio niente da fare e così, sui due piedi, decido di seguire il Festival della Canzone Italiana, buttando giù le impressioni in presa diretta. Confido di aver altro da fare nei prossimi giorni, o perlomeno di stancarmi abbastanza stasera, perciò non prevedo il bis. Frattanto vediamo che cosa ne esce.
Sono Paolo Bonolis e Luca Laurenti ad aprire il Festival (con i medesimi sketch triti e ritriti proposti già a Il senso della vita: il pubblico poteva anche fare senza) e sono loro a chiamare sul palco la conduttrice ufficiale, Antonella Clerici, che si evita la scalinata e scende come dea ex machina dal cielo su un balconcino mobile (come poi il superospite calciatore). Le polverine che ha preso per dimagrire le han fatto bene, è in formissima. Bello l’abito rosso rosso, con décolleté non troppo esagerato, che la fa risaltare magnificamente sulla scenografia blu spaziale: ottimo l’effetto visivo, complimenti a stilista e a scenografo, che sembrano aver lavorato in tandem.
Irene Grandi: La cometa di Halley
È l’Irek ad aprire la serata. Prima del debutto aveva dichiarato che l’esibizione di Carmen Consoli prevista per giovedì tra le leggende del Festival, le pareva una cosa da vecchi: ecco, truccarsi con la matita scura le borse di mia nonna sotto gli occhi non fa sembrare lei tanto giovane. Rock a volume troppo alto, senza nemmeno un ritornello orecchiabile. Nel finale se ne esce con un “Tu mi dici addio/io ti dico ciao!” Tesoro, se io ti dico addio ho i miei buoni motivi, vai e non rompere le palle, semmai ti richiamo io. Appena sufficiente.
Valerio Scanu: Per tutte le volte che…
Originale la sciarpa leopardata che fa molto uomo, un po’ meno la coda di cavallo che lo fa sembrare appena uscito da un episodio di Lady Oscar. Anche lui brilla in dichiarazioni a pennello: appena prima del Festival dichiara di essere praticamente asessuato, poi canta di “far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi, in tutto il mondo”, ripetendo il concetto insopportabilmente. Noiosissimo (ma questo lo dicevo già ai tempi di Amici…, nessuna sorpresa). Rimandato a sabato.
Toto Cutugno (marò, ancora???): Aeroplani
Però elegante, con inedito brillante al lobo dell’orecchio, il sale e pepe nei capelli gli dona. Guardandolo meglio ed ascoltandolo un poco, sembra essersi pappalardizzato, nel bene e nel male. Poco audace il brano, ennesimo pezzo sull’amore, ma non è che proprio da lui ci si aspettasse quel qualcosa di nuovo. Potrebbe applicarsi di più.
Arisa con le sorelle Marinetti: Malamorenò
Nuovo look a metà, capello ramato e disordinato con treccine alla Pippicalzelunghe, ma stessa bocca esageratamente rossa e stessi occhialoni neri. Esagerato davvero il trucco, clownesco. La canzone è tutta nel titolo e pienamente nel solco dell’album dello scorso anno: davvero molto orecchiabile, alla radio potrebbe rendere meglio delle precedenti. Le sorelle Marinetti fan più da scenografia che da supporto vocale. Buono.
Nino D’Angelo con Maria Nazionale: Jammo jà
Brano in dialetto partenopeo, intuisco riferimenti alla mafia ed alla munnezza; melodia napoletana, sa di già sentito ma in sostanza è pure ballabile. Ballasse un poco meno D’Angelo, figlio spurio di Pulcinella e Calimero. Meno male che alla fine del brano non abbraccia la Maria Nazionale: non sarebbe sopravvissuto all’impatto con le poppe sante e strizzate nell’abito nero da maliarda. Non classificabile.
Marco Mengoni: Credimi ancora
Quello che mi piace del ragazzo è il look sempre sopra le righe: per il debutto all’Ariston sceglie una camicia metà bianca, metà nera in stile DueFacce; in effetti anche lui, con le sue smorfie buffe, sembra uscito da un episodio di Batman. Il testo del brano non mi colpisce, come invece ci riescono melodia ed arrangiamenti, e Marco non sbaglia una nota, nemmeno quando deve strillare, a differenza del veterano Cutugno. Molto molto buono.
Subito dopo Mengoni, forte l’impatto con la superospite Susan Boyle che non ha bisogno di presentazioni: bellissima e potente voce, peccato che, agguantato un meritato successo, l’abbiano conciata come Nilla Pizzi, di cui ha pure lo stesso brio nel padroneggiare il palco. Standing ovation (su richiesta della Clerici) ed apparizione della mitica traduttrice Olga Fernando.
La scenografia è davvero spettacolare, ogni minuto che passa mi piace sempre più: stelle e galassie lontane, fasci mobili di luce blu che danno un significato alle pailettes che non si sono sprecate sugli abiti delle dame.
Simone Cristicchi: Meno male
È colpa sua se Carla Bruni non è venuta ospite, Antonella ci tiene a ribadirlo. Lunga giacca rossa per lui, giacche militare per i suoi chitarristi. Pomposa introduzione elettronica per un brano di critica sociale riassumibile nella frase: “Meno male che c’è Carla Bruni/Se si parla di te, il problema non c’è”. Troppo breve e veloce il pezzo per essere davvero ficcante. Ma secondo me alla radio andrà forte. Intelligente ma non si applica abbastanza.
Malika Ayane: Ricomincio da qui
Abito corto nero e stivaletti cortissimi. E dico che mi innamoro del brano dopo tre note. Forse è perché non ha in sé nulla di nuovo, ricorda tantissimo qualche vecchia canzone, ma fin da subito lo sento nelle mie corde. Non dice niente, ma esprime tantissimo: finora il mio pezzo preferito. “Ricomincio da qui/da un’effimera illusione/mi risveglio e ci sei ancora tu/qui”. Adoro. Promossa con lode.
Pupo, E. Filiberto di Savoia, Luca Canonici: Italia amore mio
Antonella non ha nemmeno finito di presentarli che partono i fischi. E dopo due strofe, non riesco a non accodarmi all’insofferenza: retorica e luoghi comuni a gò gò, dichiarazione di fede politica e religiosa scritta di proprio pugno dal Principe, che ad un certo punto viene addirittura incensato per la dimostrata umiltà in una strofa cantata da Ghinazzi. Della serie: se nessun altro mi apprezza, io me la canto e me la suono.“Stasera sono qui/per dire al mondo e a Dio:/Italia amore mio.” Dopo l’archiviazione di Meno male che Silvio c’è, il PDL ha trovato un nuovo inno. Ampiamente insufficiente, ma non ci si aspettava di meglio.
Fuori gara, la Clerici recita qualche passo del testo di Morgan: La sera, poi intervista il superospite Antonio Cassano. Ne approfitto per formattare gli appunti fin qui scritti. Segue strepitosa coreografia di Daniel Azrelov (in due anni di AmiciDiSera mica ho imparato come diavolo si scrive!?).
Enrico Ruggeri: La notte delle fate
Ruggeri è il solito Ruggeri. Davvero, in certi passaggi mi pare di risentire Mistero. "Ogni donna ha un paio d'ali", ma non l'ha appena cantato anche Cutugno? Chi ha copiato chi??? Appena sotto la sufficienza.
Sonohra: Baby
Quarant'anni in due e sono sempre uguali a loro stessi, inorridisco solo a pensarlo. E non capisco perché sfoggiare le chitarre fighe per poi non fare nemmeno finta di suonare per tutto il cantato. Sufficiente perché mi obbligano.
Povia: La verità
Il brano è dedicato ad Eluana Englaro e, dati i precedenti, le sue tesi sulla Verità mi stanno sul cazzo a prescindere. Ancor più vedendolo conciato come il più brutto ed il più slandro dei Pirati dei Caraibi. Sempre orecchiabili le sue melodie, certo che se evitasse di sbrodolarci sopra parole inutili... Sono troppo parziale per un voto.
Irene Fornaciari con i Nomadi: Il mondo piange
Oddio, lei stasera è sputata sputata alla strega amica di Bia, quella tutta di nero vestita, come si chiamava? Sembra pure magra. Il ritornello"Ma il mondo piange/Vorrei sapere perché il mondo piange/Vorrei capire perché il mondo piange..." potrebbe suscitare facili battute, ma sarebbero immeritate, perché lei ha una bella voce. Però i Nomadi dove si sono nascosti? Poco brio nel brano. Sufficienza meritata.
Noemi: Per tutta la vita
Lei ha davvero una voce strepitosa, ma s'è conciata come la figlia della Duchessa di York. Il brano, non originalissimo, è però molto bello sia nel testo che nella melodia, meriterebbe senz'altro di concludere sabato sul podio. Seconda lode della serata.
Fabrizio Moro: Non è una canzone 
Ecco sì, appena lo vedo, mi verrebbe da dirgli: sei tanto giovane e tanto ribelle e porti un pezzo reggae, però addobbarti un attimo meglio e lasciare jeans e maglietta in lavatrice non ti faceva male. Non faccio a tempo che mi risponde "Io sono libero di dire/di fare/quello che mi pare/.../Questa è la mia vita/non è una canzone" e quindi alzo le mani. Tutto sommato il pezzo è bello, con la giusta spruzzata di impegno bilanciata dallo scazzo: se la giuria non è troppo vecchia, può piazzarsi bene. Discreto, e baciati le mani.
Non è ancora mezzanotte e gli artisti si sono tutti esibiti. La Clerici annuncia imminente il burlesque di Dita vonTeese. E durante la pausa pubblicitaria scopro che Sophia Loren ha girato una fiction sulla propria vita in cui lei interpreta il ruolo di sua madre: vorrei trovare due parole per commentare degnamente, ma andremmo fuori tema e mi sembra di essermi già dilungato troppo. Ecco alfine Dita che si spoglia: immaginate quanto attiri il mio interesse: però, che vitino di vespa! ha le stesse proporzioni anatomiche della Barbie, cui sembra essersi ispirata anche nell'acconciatura e nel trucco. E dopo la bella gnocca, riecco Cassano, per la par condicio tra i sessi... Non doveva esserci Giulio Berruti? Mi sa proprio che ho sbagliato serata...
Esausto come non mi sentivo da secoli, attendo trepidante i primi risultati: tre brani verranno eliminati dalla gara già stasera: pochi attimi ancora...
La giuria demoscopica non ha alcun rispetto per i vecchi e, lode alla giuria, a venire eliminati sono Toto Cutugno, Nino D'Angelo e lo strano trio Pupo/Savoia/Canonici. Concordo sulla scelta. Brava la giuria.
La mia carriera da cronista, buon per voi, termina qui...

lunedì 15 febbraio 2010

Io, quelle che se ne escono con "Ho tanti amici gay", le strozzerei col boa di struzzo

Polverini: "Ho tanti amici gay e non penso che il matrimonio o l'adozione siano una loro priorità. Le persone che conosco io vogliono semplicemente poter vivere serenamente questa loro condizione." (da LaRepubblica.edRoma)
L'invito al Muccassassina è già stato spedito.

P.S. E comunque, fosse vero, quei suoi amici gay non le devono volere un gran bene, dato che la lasciano andare in giro con quel look da lesbica scamionata...

sabato 13 febbraio 2010

La migliore che ho letto

Gianni Letta: “Il Consiglio dei Ministri ha tributato un lungo applauso a Bertolaso”. È il benvenuto nel club.

giovedì 11 febbraio 2010

Estranei



Mi sono commosso in maniera indicibile...

venerdì 5 febbraio 2010

A mezzo stampa

Sarete senz'altro informati che l'ex prima ballerina della televisione italiana, per togliersi dalla bionde chiome chili e chili di polvere e ragnatele e riguadagnare la telecamera perduta, nel giro di pochi giorni ha rilasciato ai giornali varie e svarionate dichiarazioni in crescendo, annunciando che per il proprio ritorno in teatro avrebbe calcato la scena nuda e coperta solo da una chitarra (come la Jennie di Forrest Gump, sai che originalità!), promettendo che si sarebbe spogliata in mondovisione se la AC Roma dovesse vincere il campionato di calcio (come fece la Ferilli anni addietro, sai che originalità!), insultando l'insultatissima ed insultabilissima collega che conduce i "volgari" contenitori del pomeriggio di Canale5 (sai che originalità!) ed infine facendo sapere di essere schierata contro i gay nella richiesta di accesso a diritti fondamentali come il matrimonio e l'adozione. Facendo con quest'ultima dichiarazione la figura della vecchia cagna ingrata che cerca di mordere la mano che l'ha sempre accarezzata, quando il resto del mondo l'aveva lasciata alla catena senza neanche un osso
Avrete anche sentito raccontare dell'intervista rilasciata al mensile Max dal cantante Morgan, in cui lui confessava di far uso abituale di cocaina come anti-depressivo, cosa che era ovvia a chiunque avesse visto una mezza puntata del programma X-Factor in cui era giudice, esattamente com'"è praticamente ovvio che esistono altre forme di vita"... Talmente ovvio però che, nel momento in cui la cosa è finita scritta nera su bianco, s'è scatenata una caccia alle streghe con tanto di bando dal morigeratissimo Festival della canzone Italiana. Una caccia alle streghe guidata dai due più sobri e moralmente inattaccabili membri del Parlamento, il duo Mussolini & Carlucci, le quali oggi pretendono un test anti-doping per tutti gli artisti che calcheranno il palco di Sanremo e che, di questo passo, domani chiederanno il divieto ai minori della lettura di Alice nel Paese delle Meraviglie perché Lewis Carroll, oltre che accusato a posteriori di essere un pedofilo, faceva probabilmente alto consumo di oppiacei, come Oscar Wilde e come buona parte dei letterati del Romanticismo inglese.
In questo marasma di dichiarazioni, anticipazioni, smentite e smentite delle smentite andate in stampa in queste settimane, per puro caso mi è capitata tra le mani una ben più meritevole intervista all'astrofisica Margherita Hack, a firma di Edoardo Rosati sull'Oggi del 27/01/2010, in occasione dell'uscita di un suo libro dal titolo Libera scienza in libero Stato, edito da Rizzoli. Di seguito, riporto alcuni stralci:

D: Che cos'è che la fa imbestialire, della nostra Italia, professoressa?
R: Innanzitutto, questa classe di governanti. Fare il politico mica è un gioco sessantottino, una gara furibonda a comparire in TV. Io ho in testa gente illuminata, di grande caratura morale e intellettuale [...] invece ci ritroviamo alle prese con un'anonima generazione di parlamentari, gentuccia ambiziosa e incolta, il cui mandato fondamentale è quello di tutelare gli interessi di Berlusconi, il quale sta insegnando agli italiani, che già posseggono uno scarsissimo senso dello Stato, ad averne ancora meno. E a disprezzare leggi e avversari. Non scorgo più l'entusiasmo genuino per i valori della libertà, dell'eguaglianza, del socialismo e del cristianesimo, nel rispetto di una Costituzione, la nostra che è nata lungimirante. E che oggi si vuole violare.
[...]
D: Altri italici peccati?
R: Il razzismo. Coltivato soprattutto da chi è il futuro del Paese: i giovani. È la piaga che più mi angoscia. Pulsa come non mai, nella nazione, un'insofferenza feroce nei confronti del "diverso". E i fatti di Rosarno sono gli inevitabili e devastanti sintomi di questo cancro. Un cancro che sta divorando il nostro tessuto sociale già nelle piccole cose.
[...]
D: Ulteriore esempio di questa incultura?
R: Nome e cognome? L'onorevole [aggettivo del tutto superfluo, ndblogger] Gabriella Carlucci. Autoproclamandosi esperta di Fisica, ha avuto il coraggio di criticare con toni severi lo spessore scientifico di un fisico delle particelle elementari di fama internazionale, come Luciano Maiani, l'attuale presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, che vanta una lista sterminata di articoli scientifici, un numero enorme di citazioni e un curriculum di levatura eccezionale.
D: Ennesima dimostrazione di quanto sia bistrattata la scienza tricolore?
R: [...] Anche il Papa è intervenuto a complicare la vita degli scienziati, accusandoli di protervia e avidità, di "sostituirsi al creatore con arroganza" e di non essere in grado di "elaborare principi etici". Io dico: se le merita queste gratuite invettive un ricercatore che a 30 anni e passa arriva a prendere uno stipendio poco superioreai 1.000 euro al mese? Di questo passo, come si può restituire all'Italia un ruolo incisivo, credibile, nel campo dell'innovazione? [...] Senza lilleri, non si lallera! Senza soldi non si fa proprio nulla [in riferimento al basso investimento italiano nella scienza, a paragone con il Giappone, ndblogger]. In più, sempre i nostri politici, più papisti del Papa stesso, non esitano a colpire le fondamenta stesse della cultura scientifica.
D: In che senso?
R: Vuole ancora un nome e cognome? Letizia Moratti. Quand'era Ministro dell'Istruzione ebbe la fulgida idea di rimuovere l'insegnamento dell'evoluzionismo dalle scuole elementari. Come se Charles Darwin, con la sua teoria sull'origine della specie, ci avesse raccontato una montagna di fandonie. Fu la rivolta degli insegnanti, che videro cassati in un botto quasi due secoli di scoperte scientifiche, a costringere la Moratti alla resa. E poi lo chiamano Ministero "dell'Istruzione"!
D: Pensierino finale rivolto ai giovani.
R: Costruitevi una cultura, salda, sana. Che vi porti lontano. E rinnegate il razzismo. La solidarietà verso i disperati e i deboli è vitale. Perché la verità di fondo è che noi tutti siamo figli e nipoti di emigranti.

martedì 2 febbraio 2010

Jevetta Steele - CALLING YOU



A desert road from Vegas to nowhere
Some place better than where you’ve been
A coffee machine that needs some fixing
In a little café just around the bend


I am calling you
Can’t you hear me?

A hot dry wind blows right through me
The baby’s crying and I can’t sleep
But we both know a change is coming
Coming closer, sweet release

I am calling you
I know you hear me

Una strada nel deserto fra Las Vegas ed il nulla
Un posto migliore di quelli dove sei stato
Una macchina del caffè che abbisogna di essere aggiustata
In un piccolo caffè appena dietro la curva

Io ti sto chiamando
Non mi senti?

Un vento caldo e secco mi soffia attraverso
Il bimbo piange e non riesco a dormire
Ma sappiamo entrambi che qualcosa sta per cambiare
Si fa sempre più vicino, è un dolce sollievo

Ti sto chiamando
So che mi senti


Bellissima canzone, splendido film...
Ma la cosa ancor più bella è poterli gustare intensamente senza che i ricordi mi soffochino. Son guarito, sì sì.