giovedì 31 dicembre 2009

mercoledì 30 dicembre 2009

Carissimissimo Babbino Natale...

...credimi, ho apprezzato tantissimo i tuoi sforzi per farmi ricevere già ieri il regalo che ti avevo chiesto di farmi avere con comodo nel nuovo anno.
Non avevo l'ardire di sperare che arrivasse tanto in fretta, tanto che non credevo proprio ai miei occhi quando ieri sul far del buio, interrompendo una proiezione riservata di All about Eve, il campanello della porta ha suonato ed io, aprendo, mi son ritrovato sul pianerottolo uno splendido esemplare di maschio con accento e sembianze scandinave, accompagnato da un ancor più apprezzabile esempio di manzo latino dal conturbante sorriso e dalla carnagione olivastra, entrambi confezionati in giacca, cravatta e soprabito come nella miglior tradizione della Menatplay e, secondo quanto da loro stessi pronunciato, pronti ad illustrarmi congiuntamente la via per la felicità e l'estasi.
Purtroppo, solo quando hanno cominciato a parlare di Geova e del suo immenso amore, piuttosto che iniziare a spogliarsi al ritmo di Womanizer, ho capito, Babbino carissimo, che avevi frainteso l'inciso inculata epocale...

giovedì 24 dicembre 2009

Auguri Professore... [Carmen Consoli - MODERATO IN RE MINORE]



Vigilia di Natale, un giorno come gli altri
Una tazza di latte caldo e nessun regalo da scartare
Auguri Professore, Felice Anno Nuovo
D’un tratto un indecifrabile imbarazzo colmava i suoi occhi

Vigilia di Natale, i cori polifonici
Trainati dal vento, Sii laudato o mio Signore
Gli addobbi per le strade, presepi viventi
D’un tratto un senso di sconforto misto a frustrazione colmava i suoi occhi

Ed avrebbe voluto trovare al suo fianco
Una compagna premurosa ed amabile
Ed avrebbe voluto sentire il calore
Di un altro corpo sotto le coperte

Vigilia di Natale, un albero spoglio
Uno sguardo fugace a vecchi testi di filosofia
Auguri Professore, Felice Anno Nuovo
D’un tratto uno spietato senso d’insoddisfazione colmava i suoi occhi

lunedì 21 dicembre 2009

...galleggiano...

Ha scritto sulla sua bacheca di Facebook di provare fastidio ogniqualvolta si ritrova la homepage invasa di messaggi da Farmville... Beh, essendo il lord che è sempre stato, non si è espresso esattamente in questi termini.
Conoscendolo come lo conosco, immaginavo già da un po' che la faccenda lo infastidisse, ma confesso di essere stato toccato da un minimo di stizza nel leggerlo. Però è durata un attimo.
Potrei fargli presente che è possibile nascondere automaticamente tutto quanto provenga da Farmville, così come l'avevo impostato io prima di farmi risucchiare nel vortice della vita contadina. Oppure fargli presente che, se a dargli fastidio sono le persone piuttosto che i messaggi, può sempre cancellare le amicizie...
Ma so perfettamente che la cosa che più gli farà bruciare il fondoschiena sarà l'essere completamente ignorato. Questa volta e le prossime. Onde ragion per cui...
Parafrasando Stephen King: qualche volta fare lo stronzo è la sola cosa che resta a un ex. Anche sotto Natale.

domenica 20 dicembre 2009

Carmen Consoli - NON VOLERMI MALE

Uno dei motivi fondamentali per cui amo la Consoli è che negli ultimi tredici anni ha scritto una canzone praticamente per ogni mio stato d'animo.
Stasera posto questa canzone ed ho già detto tutto.



Troppo stanca per pensare
Forse ero al punto di capirci qualcosa
Non so più parlare
Forse è perché non ho niente da dire
Non volermi male…

Quante cose per le mani
In questo inspiegabile groviglio d'intenti
Reggo con fatica
Le orrende e infondate accuse di ieri
Non volermi male…

Certe volte l'importante è vedersi più belli
Quanto basta per sentire che il mondo è vicino
E non è perfetto

Ammaliante percezione
La notte conserva preziosi consigli
Non so più domare
Gli istinti repressi da logiche incerte
Non volermi male…

giovedì 17 dicembre 2009

E non mi spezzi...

I latini dicevano nomen omen (letteralmente il nome è un presagio), come a dire che nel significato del nostro nome potrebbe racchiudersi il nostro destino.
E quando l'etimologia del nome non ci aiuta, talvolta può essere illuminante un anagramma...

lunedì 14 dicembre 2009

Cara Santa Lucia...

...quando, in un inciso della letterina con la lista dei regali, ti ho chiesto se per sbaglio potevi fargli cascare addosso il Duomo, non intendevo esattamente in quel modo...

P.S.: Sinceramente no, non ne godo ma non riesco nemmeno a provare compassione nella benché minima misura per questo nostro Premier insanguinato. Il primo e maggiore responsabile di questo dilagante clima d'odio, è lui, che chiama coglione chi non vota per lui, urla comunisti! nelle piazze come fosse davvero un insulto a chi osa fischiarlo, regala scranni a pompinare senza cervello, ha dato uno spettacolo vomitevole di sé durante gli ultimi giorni di Eluana e mette costantemente i propri privatissimi interessi davanti agli interessi della Nazione.
Che in quel letto d'ospedale trovi finalmente il tempo per farsi un gran bell'esame di coscienza.

giovedì 10 dicembre 2009

Carmen Consoli - L'uomo meschino

Carmen Consoli & Marina Rei - I miei complimenti

Post-it


Il giorno del mio compleanno, la scorsa settimana, sono arrivato in ufficio con qualche minuto di ritardo ed ho trovato un Buon Compleanno scritto sul primo foglio di un blocchetto di post-it che tengo tra il monitor ed il telefono, per gli appunti e gli scarabocchi. Un pensiero carino, gentile, ma senza firma. E pur indagando sommariamente, non sono riuscito a scoprire chi l'abbia lasciato. Non ho mai fatto del mio compleanno una questione di stato in ufficio, per cui mi è parso strano.
Ma me ne ero già scordato, sennonché stamattina, al rientro dopo il ponte, sullo stesso blocchetto ho trovato quattro cifre. Ho presunto fosse un numero di telefono di un nostro interno aziendale, ho consultato l'agenda telefonica interna e mi è apparso un nome che non avevo mai sentito neppure pronunciare. Ancora ho chiesto in giro se qualcuno avesse lasciato un messaggio, se dovessi richiamare qualcuno. ItalianColin, con cui condivido il telefono e che poteva essere in cima alla lista dei sospetti, mi ha risposto che non si ricorda di aver appuntato il numero (Non mi ricordo? Che vuol dire, non mi ricordo? O l'hai scritto o non l'hai scritto, non puoi non ricordarti...). Fatto sta che la grafia sembrerebbe la stessa del Buon Compleanno...
Ovviamente non ho chiamato. E non chiamerò. Mi piace gingillarmi con la folle idea di avere un ammiratore segreto. Così, per gioco. Per sorridere un po'. Per custodire e salvaguardare uno sghiribizzo romantico.
Perché da quando ho chiuso quell'altra cosa, mi è rimasta incrostata addosso quella strana sensazione di aver perso qualcosa. O di aver perso, punto.

martedì 8 dicembre 2009

Il Borgheziedgar

Stamattina mi sono svegliato con un polso indolenzito, come se avessi tirato pugni, ed una sensazione di pressione sopra il naso, come se un pugno l'avessi preso...
Sta' a vedere che in mezzo alle mie personalità multiple ce n'è anche una che agisce a mia insaputa e di notte spazza le strade e legna froci, negri e puttane.
Se l'avvistate, sparatelo.

venerdì 4 dicembre 2009

Pessimismo e fastidio - Parte II: Ritorno a Tara

Faccio parte di quella folta schiera di perdenti che hanno la cattiva abitudine di proiettare sugli altri il proprio malessere. Come qualcuno di buon senso e spirito pratico mi ha ricordato.
Non che non lo sapessi di mio. Ricordo almeno un paio di occasioni in cui ebbi occasione di dire al mio interlocutore la medesima frase: "Le persone che si annoiano sono le più noiose"... e ne sono tuttora convinto.
Anche per questo, caro S., ora io e te dobbiamo affrontare la verità ancora una volta, ma una volta per tutte. Perché un altro compleanno è passato, un altro anno sta giungendo agli sgoccioli, ed è il caso di gettare via la zavorra che non vogliamo continuare a portarci appresso. Pazienza se ad alcuni cascheranno le balle per terra nel leggere questo post; pazienza se altri grideranno affranti "NO! Ancora pippe mentali NO!"; pazienza se altri ancora prenderanno l'amara decisione di non rifarsi vivi nemmeno per gli auguri di Natale...
La verità nuda e cruda è che la settimana appena trascorsa per me e per te, mio caro S., è stata particolarmente difficile da gestire a livello emotivo.
Perché ci siamo ritrovati a prendere coscienza di una verità spiacevole, che in fondo conoscevamo ma da cui fuggivamo ancora: che l'uomo che abbiamo amato per tre anni e che per i seguenti quattro abbiamo tenuto in considerazione comunque come un punto di riferimento (anche se sempre più lontano, come un faro che si allontanava sempre più nel buio della notte mentre noi eravamo in balìa delle maree...) è semplicemente un uomo di merda. O, in alternativa, una merda d'uomo.
Ma sappiamo tutti e due, io e S., che non è questo ormai acclarato dato di fatto a farci stare male. Quel che ci tormenta è il pensiero di quei tre + quattro anni persi e che non ci verranno mai più dati indietro. Il pensiero di tutto quell'amore sincero, ingenuo, incondizionato, che abbiamo dato e che non ci verrà mai più restituito e che non saremo più in grado di dare a qualcun altro perché, per via della sofferenza per quel che abbiamo vissuto, non riusciremo più mai a fidarci di un nuovo amore come facemmo allora.
Quel che ci tormenta è il dover ammettere di essere stati sciocchi. E ciechi e sordi e muti. Perché quando siamo stati il suo grande amore, ci siamo più che accontentati del ruolo di zerbino, di spalla comica, di punchingball e di scaldaletto. E quando non eravamo più il suo grande amore, pur di non restare soli, ci siamo umiliati in silenzio e calati nella parte dell'ex cornuto, dell'ex mazziato, dell'ex di troppo, e poi ancora dell'amico disinteressato, dello chauffeur, della crocerossina.
D'accordo, ce la siamo cercata. Perché speravamo in un grazie pur sapendo che non l'avremmo ottenuto mai. Perché abbiamo sempre ambito a farci ammirare come il bravo ragazzo altruista e generoso. E perché speravamo comunque di avere lui nella nostra vita e non volevamo perderlo di vista. Perché affrontare di nuovo il mondo completamente soli, dopo averlo percorso a lungo in due, ci appariva inconcepibile.
Perché di fondo siamo deboli. Tanto deboli da non nutrire neppure l'illusione di poter giurare sulla terra rossa di Tara che mai più in vita nostra ci lasceremo sopraffare.
Ma anche senza giuramento, anche senza fanfare, questo sarà da ora in poi il nostro nuovo obiettivo: volerci bene più di quanto altri abbiano dimostrato di volercene.
Per adesso. Poi, un giorno a venire (forse), impareremo anche una lezione da tutto questo: magari, che amare qualcuno a prescindere da quanto merde sono, non è la sconfitta peggiore.

giovedì 3 dicembre 2009

Pessimismo e fastidio

Da ragazzo ero solito appartarmi dal mondo, stare in esclusiva compagnia di me stesso, perché mi sentivo a disagio in mezzo agli altri, inadeguato e tragicamente diverso. Ero un ragazzetto cupo, che sognava di riscattarsi e di potersi un giorno mischiare ai propri simili.
Ora che conduco una vita di relazione (quasi) normale, che ho acquisito la consapevolezza di valere come persona tanto quanto la maggior parte delle altre persone e che essere diversi ed individualmente speciali è in realtà la vera normalità, mi convinco ogni giorno di più che sarei davvero più felice su un'isola deserta (purché provvisto di connessione internet): questi miei simili di cui mi sono circondato, quando non mi deludono, mi annoiano a morte...

lunedì 30 novembre 2009

32

...anche se io preferisco dire: due volte 16.

domenica 29 novembre 2009

Quisquilie

Svegliarsi l'ultima domenica di un freddo e grigio novembre (tra parentesi, il giorno prima del proprio compleanno) con lo scarico del wc intasato, potrebbe rendere nero il più rosa degli umori...
Per fortuna il precedente inquilino, insieme ad una strana pianta che sa badare a sé stessa e ad un set di scope per tutte le occasioni, mi ha lasciato in eredità mezzo flacone di gel stura-scarichi. Che funziona alla grande!

sabato 28 novembre 2009

Due parole su: l'IKEA

So che molti stenteranno a crederlo possibile, ma fino allo scorso mese non avevo mai messo piede in un negozio IKEA. Mai, davvero.
Confesso che la prima volta è stata davvero bella. Ed ho preso una cotta clamorosa per quel gran pezzo di legno svedese di Billy. Avete presente Billy? La libreria stretta, con i ripiani ad altezza variabile. Che, una volta riempita di libri, libroni, libriccini, libriciattoli e tomi dell'enciclopedia è bella a guardarsi come Rupert Everett in Dellamorte Dellamore... Son dovuto tornare dopo un paio di settimane e trascorrere un quarto d'ora a contemplare Billy. Ho fatto sogni su noi due insieme e son sicuro che un giorno io e Billy vivremo insieme...
Già che c'ero, per non tornare dalla gita proprio a mani vuote, ho comprato diverse confezioni di biscotti d'avena ai mirtilli, l'altra grande orgasmica scoperta IKEA. Lo confesso, dopo il philadelphia sulla pizza, dopo l'orzata, dopo i ravioli cinesi al vapore, ora ho una nuova dipendenza alimentare.

Due parole su: l'horror

Non sono mai stato un patito del genere horror.
Se facendo zapping di canale in canale a tarda sera m'imbatto in un film dal vago sentore orrorifico, generalmente resto sintonizzato un paio di minuti, affascinato dal clima di attesa di un fato che ha da compiersi, ma quell'istante prima che il protagonista della scena volga lo sguardo o apra una porta chiusa, cambio canale. Salvo risintonizzarmi un paio di minuti più tardi giusto per sapere se il malcapitato è ancora vivo.
Poi c'è horror ed horror. Ad esempio, avete mai visto Le streghe di Eastwick oppure Beetlejuice? Spesso vengono classificati come horror, ma vogliamo parlarne...? Oppure quel vecchio film con Rupert Everett simil Dylan Dog, Dellamorte Dellamore: anche quello viene indicato come un horror (probabilmente per la presenza di Anna Falchi in tre ruoli diversi), ma non v'è dubbio alcuno che si tratti di un classico dell'erotismo: chi - dico chi? - non troverebbe porno anche solo la fantasia di un po' di sesso in un cimitero con il Rupert Everett degli anni Novanta...?
Purtroppo, ho frequentato adoratori del cinema horror. Dei veri cultori. E sono sopravvissuto, dopo aver raccomandato l'anima a non so quale dio, ad una visione di gruppo di Suspiria e Profondo Rosso... Che tutto sommato non sono così tanto tremendi perché il buon vecchio Dario Argento, agli esordi, aveva il buon gusto di utilizzare barattoli di sangue ed effetti speciali palesemente posticci.
Il raccapriccio puro mi prende per certi accessori classici del genere, tipo spilloni e ferri da calza che spesso finiscono per ficcarsi negli occhi di qualcuno. Mi gela il sangue solo l'idea.

giovedì 26 novembre 2009

Forse dovrei darmi alla zappa a tempo pieno...



E nel giro di appena un'ora...


SuperLucy

Come promesso, l'intervento di domenica scorsa di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa.
Nella prima parte, si ride amaro delle italiote ipocrisie...



Nella seconda parte, si ride di gusto del digitale terrestre, di Mina e della DeFilippi...

mercoledì 25 novembre 2009

Se vi siete mai chiesti che tipo di lavoro svolgo...

Ecco qui, grossomodo, che tipo di pasticcio potrei combinare in una sola giornata di lavoro, con la Luna in opposizione, Saturno contro, le stelle traverse e le balle girate...
Oddio, per combinare una cosa del genere ci vuole una squadra di almeno venti Edgar tutti insieme e tutti fuori fase, però impegnandosi...

lunedì 23 novembre 2009

Indovina chi?

Cercando cercando, m'è capitato sotto gli occhi anche questo spezzone d'epoca.
Confido che tutti sappiano chi sia la tenerissima bambina con la R assassina. Ma i bambini del coro sono uno spettacolo dentro lo spettacolo!!!

Parliamo di tette con Ambra

In verità stavo cercando su YouTube l'intervento di Luciana Littizzetto di ieri sera (particolarmente meritevole di essere ripreso e tramandato), ma non avendolo trovato e con la speranza che a breve qualcheduno lo carichi, ecco qui invece una recentissima intervista della Dandini ad Ambra.



Alla fine ne resterà soltanto uno (di lettori di questo blog...).
No, dai. Pazientate: dopo il mese dedicato alla Consoli, non dedicherò certo un'altra mesata ad Ambra. O forse sì...

sabato 21 novembre 2009

5 minuti di svacco

Questo blog sta diventando un po' troppo triste e serioso. Facciamoci un break.

Ricordate...?

Qui si parla della social card. Ricordate? Una carta elettronica tipo bancomat, sventolata con tono trionfante lo scorso inverno da SB, che viene caricata mensilmente con 40€ a carico dello Stato allo scopo di aiutare anziani e bisognosi.
Qui si parla dei postumi del G8 dell'Aquila. Ricordate? SB disse che buttare i milioni già spesi alla Maddalena e spenderne ancora altri per trasferire il summit dall'isola alle zone terremotate doveva servire ad aprire i portafogli dei Grandi della Terra, che in effetti promisero a SB valangate di milioni per la ricostruzione.

mercoledì 18 novembre 2009

Verona città d'arte

Volevo segnalare anche un fatto di cronaca cittadina a coloro che non ne abbiano già sentito parlare al TgRegionale. Lo strano caso dell'opera d'arte mandata in discarica e smaltita come plastica...

martedì 17 novembre 2009

Segnalazione: Lettera dall'America di Rondoni

Mi hanno segnalato questo pezzo di Davide Rondoni. E siccome trovo anch'io che sia un gran bel pezzo, lo segnalo a mia volta.

lunedì 16 novembre 2009

Enrique Iglesias - Sad Eyes (V.M.14)



La poesia di questo videoclip è tutta nelle velatissime metafore... In primis quella al minuto 3.15/3.20.
Lode ai pettor... aehm, volevo dire, lode alla coraggiosa autoironia di Iglesias jr che, se non ricordo male, qualche anno fa visse senza alcun imbarazzo la fuga di notizie sulla misura small del suo compagno di giochi...

domenica 15 novembre 2009

Non è il sesso, non son le coccole...

...quel che mi manca davvero di una relazione, son le risate in due.


giovedì 12 novembre 2009

Qualche sera fa

Qualche sera fa, via sms, s'è rifatto vivo un vecchio amico.
Forse la parola amico non rende l'idea. In verità, si tratta d'un ragazzo che ho conosciuto via chat più di tre anni fa. Un bravissimo ragazzo, con cui invece io mi sono comportato malissimo.
All'epoca ero ancora troppo fresco di rottura, ossessionato dal mio ex e dal suo nuovo compagno. Il ragazzo era di Napoli, ma, qualche mese dopo l'inizio delle nostre conversazioni in chat, lui s'era trasferito per lavoro a Modena (città che avevo già visitato spesso e che amo tantissimo), e così per un po' ci siamo frequentati. Abbastanza intimamente.
Ma ero troppo preso da me stesso, troppo ferito, per prestare le dovute attenzioni ad un amico. Ed una sera, di brutto, diedi lo stop alla relazione con un pretesto, sgarbatamente. Via sms. Non che lo volessi davvero, solo che toccava a me cercare di riallacciare i contatti e chiedere scusa, e non lo feci. E non so nemmeno più bene perché.
E poi lui tornò a casa.
Ma fu lui a rifarsi vivo, l'anno scorso. Mettemmo una pietra sul quel che era stato e per un po' riprendemmo a sentirci via telefono. Sempre lui a farsi avanti, mentre io restavo sulle mie, anche perché mi era giunta voce che nel frattempo avesse intrapreso una relazione (non gliel'ho mai chiesto e credo che in verità nemmeno lui ne fece mai menzione) e, considerando poi che stava tanto lontano, probabilmente vedevo quel rapporto come un'amicizia a tempo perso, che non valeva nemmeno la pena coltivare (cosa che, a vederla scritta così, oggi -e dico oggi- mi fa inorridire: non c'è amicizia che non valga oro).
Ma finì che semplicemente smettemmo di sentirci. Di  nuovo, fino all'altra sera.
La sua perseveranza, la sua volontà di dare una chance a questo rapporto, mi incantano. E mi lusingano...
E non c'è modo migliore per conquistare i miei pensieri che riempirmi di lusinghe.

mercoledì 11 novembre 2009

È solo una mia impressione...


...o con il passare degli anni Samuele Bersani ha preso ad assomigliare sempre più a Lucio Dalla...?
Dio, perché???

martedì 10 novembre 2009

E cosa vuoi di più dalla vita?

Credo di non averlo mai scritto prima, ma è necessario che si sappia che il mio ex era lucano. Probabilmente è un dettaglio che dovrei raccontare anche a tutti quelli che negli ultimi anni, per una ragione o per un'altra, mi hanno simpaticamente chiesto "E cosa vuoi di più dalla vita?" e si sono sentiti rispondere stizzosamente "Fanculo te e quell'Amaro di m---", ma ormai...
Quel che conta è che il mio ex, conosciuto tramite chat, era lucano. Il che vuol dire che, la settimana successiva al mio venticinquesimo compleanno, si sobbarcò 1.600 chilometri in un weekend per venire a cogliere la mia verginità. Viaggio che ripetè a primavera, prima di trasferirsi stabilmente al Nord, a pochi chilometri da me.
Si trasferì per amore, solo per amore mio. E forse anche un po' per il gusto di potermelo rinfacciare durante le liti e quando poi mi lasciò. Sono convinto che gli desse ampia soddisfazione rinfacciarmelo, perché non avevo proprio argomento per replicare: per amore lui si era sacrificato tantissimo, a differenza mia. Neppure l'aver trovato un appartamento per trasferirmici con lui more uxorio lo aveva ripagato del sacrificio. Anzi, come detto tempo addietro, fu quello l'inizio della fine...
Novembre è sempre così, perdonatemi. Passo costantemente, ripetutamente, da una romantica malinconia alla completa apatia. Con un nuovo compleanno alle porte, con l'ennesimo ciclo che si chiude (o che si apre, a seconda dell'umore del momento), non esco dal tunnel delle rimembranze e dei bilanci. Ed insoddisfazione ed amarezza sono una costante.

lunedì 9 novembre 2009

Pubblicità progresso. Azz...

Il Ministero per le Pari Opportunità ha presentato, per la prima volta in Italia, uno spot contro l'omofobia per la campagna Nessuna differenza. Potete trovarlo qui.
Immagino che dovrei commuovermi per un'iniziativa del genere. Ma personalmente questo spot mi lascia altamente insoddisfatto. Voglio dire: la campagna è tutta qui? non è presente alcun riferimento all'omosessualità, tanto meno alcun riferimento alle violenze generate dall'omofobia. Insomma, mi pare un po' poco. Un po' troppo poco...
Nel frattempo, il Sottosegretario Giovanardi ci ricorda che la droga uccide (qui). Non è un motto del tutto nuovo. Però nessuno ancora sapeva che la droga uccide riuscendo a spezzare le vertebre dei tossicodipendenti (che hanno notoriamente le vertebre fragili giacché tutti i drogati sono sieropositivi).
Progrediamo di giorno in giorno.

mercoledì 4 novembre 2009

Come una foglia...

...me ne sto sul mio ramo d'autunno, in attesa dei freddi venti del nord. In cuor mio so che, quando il vento mi strapperà al ramo, non farò altro che cadere tra le radici del mio albero, o poco più in là, per dissolvermi poco a poco, perché è il mio ineluttabile destino con l'inverno ormai alle porte. Ma la speranza è che i venti mi trascinino via, lontano, in un lungo viaggio senza posa. E lacerato tra la paura ed il sogno, resto spassionatamente appeso, non mi lascio strappar via: resto qui, sul mio ramo, a guardare ogni giorno la stessa alba, lo stesso tramonto. Non c'è vento, non c'è passione ancora che mi alletti, non riesco a lasciarmi travolgere. Forse non c'è un volo che valga il rischio di lasciarmi morire...

martedì 3 novembre 2009

Sentita al Tg2


"Il Presidente kazzaro Nursultan Nazarbaev sarà presto in visita in Italia."
Kazzaro con cazzaro, certo che con il Presidente del Consiglio italiano andrà d'amore e d'accordo...

lunedì 2 novembre 2009


Amore, non dannarmi al mio destino
Tienimi aperte tutte le stagioni
Fa’ che il mio grande e tiepido declino
Non si addormenti lungo le pulsioni
Metti al passivo tutte le passioni
Dormi teneramente sul cuscino
Dove crescono provvide ambizioni
D'amore e di passione universale,
Toglimi tutto e non mi fare male.

Alda Merini
(21/03/1931-01/11/2009)


venerdì 30 ottobre 2009

Carmen's Elettra (Quella gran "bottana")

Esce/è uscito oggi il nuovo album di inediti di Carmen Consoli, Elettra.
Per l'occasione, il sito ufficiale di Carmen è stato rimesso a nuovo, sono stati fissati gli incontri nelle varie sedi FNAC per la presentazione dal vivo (a Verona Carmen sarà domenica 1° novembre alle 17.00, subito dopo essere stata ospite della Ventura a Quelli che il calcio...) ed è stato rilasciato il video ufficiale del primo singolo, Non molto lontano da qui, in cui Carmen veste i panni di una "bottana" da bordello (non a caso, dato che nel brano Elettra, che dà il titolo all'album, Carmen narra la vicenda di una prostituta innamoratasi di un cliente).

Accanto ad Elettra e a Non molto lontano da qui, della tracklist dell'album fanno parte anche Mandaci una cartolina (in cui Carmen si congeda dal padre, che è venuto a mancare recentemente), una strepitosa canzone in dialetto siciliano ('A finestra) ed una nuova collaborazione con il maestro Battiato (Marie ti amiamo), dopo quella proposta in Fleurs 2, Tutto l'universo ubbidisce all'amore, mentre Marina Rei compare alla batteria in Ventunodieciduemilatrenta, ricambiando il favore alla catanese che l'aveva accompagnata alla chitarra in un brano del suo ultimo album Musa.
Per concludere, linko un'intervista rilasciata da Carmen la scorsa settimana a Il Tempo, che comincia con la frase: "Una volta le "bottane" restavano tali o facevano le attrici in film di serie b. Oggi entrano in politica." Carmen ha sempre ragione.

giovedì 29 ottobre 2009

Oggi PippaLou è felice

PippaLou ancora non l'avevo presentata, almeno non direttamente.
PippaLou è la biondissima e sbracatissima tredicenne che condivide i propri spazi (ed organi) vitali con S., Edgar ed EdgarVirtuale (che ai più è noto con lo pseudonimo di theCannibal).
Il suo vero nome è FilippaLudmilla ma tutti la conoscono come PippaLou e per ovvie ragioni lei detesta essere chiamata Pippa o Milly. La fan scatenata di Ambra e di Tiziano Ferro è proprio PippaLou; quella che conosce vita, morte, orgasmi e miracoli di Brooke Logan è PippaLou; è lei quella che vuole a tutti i costi tenere piante e fiori in casa, ed è ancora PippaLou quella con un debole per i peluches, i pupazzetti, la Barbie, la Stefi, Georgie, Creamy e compagnia andante...
Ritengo a diritto che sia rimasta anche l'ultima dei coinquilini a credere ancora nella parola Amore...
PippaLou però è anche quella che, per ovvi motivi anagrafici, ha meno voce in capitolo rispetto a tutti gli altri per quel che concerne qualsiasi aspetto della vita fuori dal blog.
Detto questo, PippaLou stasera ci tiene a far sapere di essere contenta: oggi, non solo qualcuno s'è finalmente accorto che ha perso qualche chilo; non solo l'hanno riempita di complimenti per le foto del suo nipotino TopO che è tutto il suo ritratto; non solo è riuscita a fissare un appuntamento con Maya per un nuovo taglio di capelli. Oggi le hanno addirittura fatto i complimenti per i suoi biondissimi e foltissimi capelli, arrivando a dirle che sforbiciarglieli e sfoltirglieli è un piacere tale per cui la dovrebbero anche pagare e che avere lei come ultima cliente della giornata è una chiusura in trionfo.
Ci voleva, povera PippaLou. Convivere ogni istante con quegli altri tre abbacchiatissimi stronzi, negli ultimi giorni non le stava procurando altro che malinconie...

martedì 27 ottobre 2009

Ecco perché amo Tiziano

Tiziano Ferro - PER UN PO' SPARIRÒ

(testo e musica di Tiziano Ferro)

Per chi credeva che l'amore fosse prendere e scappare
Per chi ancora d'ora in poi ci crederà
Per chi credeva che concedersi significhi esser forti
Dico no, niente affatto
Perché chi fugge non sarà per niente un vero vincitore
Vince solo chi non si nasconderà
Mimetizzare il proprio amore può soltanto fare male
Quindi non va mai fatto

Cosa va di moda adesso, io non lo so
Fino all'altro ieri si seguiva l'istinto
Cosa resterà di noi ora, io non lo so
So soltanto che per te non sarò più lo stesso

E forse sì, forse no
Molto attento o distratto
Ti sei chiesto mai perché capita che
Farsi male è più facile che darsi un bacio
Per quale motivo non so
Per un po' sparirò
Ed io per un po' sparirò

Per chi si divertiva in gruppo e mi gridava “mi fai schifo”
E ora credo che non rida più
Per chi si crede di esser forte perché è in grado di ferire
Dico no, niente affatto
Per chi continua a farsi male non amandosi abbastanza
Come te ma forse anche come me
Guardo negli occhi il nemico mio peggiore
E non lascio che mi guidi il rancore

Uno: guardo avanti sempre e non mi arrendo
Due: se ti dico “tu sei il top” sto mentendo

E se il dolor prevarrà avrà più senso
Questo volere sparire e ciò che penso
Cosa vuol dire l'addio che ho soffocato
Solo il bisogno di chi non ti ha scordato
E io per un po' sparirò
E forse sì, forse no



Tiziano Ferro - SCIVOLI DI NUOVO

(testo e musica di Tiziano Ferro e Diana Tejera)

Conti ferito le cose che non sono andate come volevi
Temendo sempre e solo di apparire peggiore
Di ciò che sai realmente di essere
Conti precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato
E quante le parole che non hai pronunciato
Per non rischiare di deludere

La casa, l’intera giornata
Il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro
Più vicino a te stesso
Ma non basta, non basta mai

Scivoli di nuovo e ancora
Come tu fossi una mattina
Da vestire e da coprire per non vergognarti
Scivoli di nuovo e ancora
Come se non aspettassi altro
Che sorprendere le facce distratte e troppo assenti
Per capire i tuoi silenzi
C’è un mondo di intenti
Dietro gli occhi trasparenti
Che chiudi un po’

Torni a sentire gli spigoli di quel coraggio mancato
Che rendono in un attimo il tuo sguardo più basso
E i tuoi pensieri invisibili
Torni a contare i giorni che sapevi non ti sanno aspettare
Hai chiuso troppe porte per poterle riaprire
Devi abbracciare ciò che non hai più
La casa, i vestiti, la festa
Ed il tuo sorriso trattenuto e dopo esploso
Per volerti meno male
Ma non basta, non basta mai

E non vuoi nessun errore, però vuoi vivere
Perché chi non vive lascia il segno del più grande errore

lunedì 26 ottobre 2009

Puzzle di Edgar

Dalla mamma ho preso il colore e la qualità del capello, biondo e tendente ad arricciarsi; grazie ai geni di papà ho evitato che la chioma mi incanutisse appena varcata la soglia dei vent'anni, come invece è capitato a mamma e sorella, e confido anche nel fatto di non scendere in piazza prima dei sessanta.
Da mamma ho preso il colore degli occhi, incerto tra il verde ed il ceruleo; quello di papà magari sarebbe stato meglio, indiscutibilmente celeste, ed invece da lui ho ereditato solo la forte miopia, elevandola al quadrato per non dargli la soddisfazione.
Dalla famiglia di mamma ho preso il naso importante, che sarebbe stato anche un bel naso diritto se in tenera età non fossero intervenuti una pallonata in pieno viso (che me l'ha millimetricamente deviato da una parte) ed i pesanti occhiali per combattere la già citata paterna deficienza, che con il tempo hanno creato una gran butta gobbetta proprio lì dove poggiavano.
La carnagione chiara e l'altezza più che soddisfacente vengono ancora dai geni di mamma; la stazza e la tendenza a metter su chili superflui sono invece comuni a tutta la famiglia paterna.
Anche i palmi grandi delle mani e le dita tozze sono un'eredità paterna, mentre le dita dei piedi, lunghe e diritte, sono le stesse che portano in giro mamma.
La tendenza a stare zitto e muto in presenza di estranei è una caratteristica tutta paterna, esattamente come la presunzione e la tendenza ad offendermi a morte quando vengo contraddetto; come mamma però cerco di evitare di addentrarmi in argomenti che non conosco per non mostrare ai più i miei lati deboli, e più di mamma trovo un confortevole rifugio nella solitudine quando la realtà che mi circonda non mi appare abbastanza gradevole.
Anche il pessimismo mi deriva tutto da mamma, mentre la facilità con cui riesco a non notare l'evidenza quando se ne sta proprio lì davanti agli occhi va a braccetto con la stracitata miopia di papà.
Pure la cattiveria verbale con cui riesco a girare il coltello nella piaga delle persone che mi circondano, riuscendo a far loro notare tutti i loro più piccoli difetti, è un dono materno; per contraltare, papà mi ha trasmesso l'incapacità cronica ad avere una risposta pronta quando sono gli altri ad attaccare.
Il senso dell'umorismo, perverso in ogni senso possibile, invece è tutto e solo mio.

sabato 24 ottobre 2009

Sinfonia d'autunno

L'autunno è quella stagione assurda in cui ci si riempiono la mente e gli occhi con i ricordi allegri e spensierati dell'estate appena terminata e gradualmente ci si rassegna alle buie giornate invernali sempre troppo lunghe.
Anche per questo io amo follemente l'autunno.
Ma non esistono più le mezze stagioni e l'autunno purtroppo dura sempre meno.



giovedì 22 ottobre 2009

Mario Venuti - RECIDIVO


(musica di Mario Venuti, testo di Mario Venuti e Kaballà)

Ma che bella cosa una casa insieme a lei
Anche se non si arriva a fine mese
Sì, ma non è tutto quello che vorrei
A me sembra che mi manchi qualche cosa

Mi sono detto: ma sarà corretto
Ogni tanto andare fuori dal binario?
Ma con lui non mi pento

Di tornare sul luogo del reato

Ma chi l’ha detto che sbagliando s’impara?
Sconto volentieri il doppio della pena
Va bene, lo confesso: non ne faccio più mistero
Che sono recidivo

Però che fatica, questo amore che non è
Benedetto dalla pubblica morale
Che vi piaccia o no, sensi di colpa non ne ho
Nella mia galera si sta bene


Dove sta scritto che è meglio a letto?
A me piace far l’amore sul divano
E dopo aver consumato
Poi nascondere il corpo del reato

lunedì 19 ottobre 2009

Skunk Anansie (in due parole)

1995
Selling Jesus è il primo videoclip degli Skunk Anansie, secondo singolo estratto dal loro album di debutto Paranoid & Sunburnt.
1999
dopo Stoosh, il gruppo pubblica il suo terzo album Post Orgasmic Chill; You'll follow me down è l'ultimo singolo e l'ultimo videoclip della band, che di lì a poco annuncia il proprio scioglimento.
2009
dopo una episodica reunion sotto l'acronimo S.C.A.M. (le iniziali degli artisti: Skin la voce, Cass il basso, Ace la chitarra e Mark Richardson alla batteria), gli Skunk annunciano l'uscita del loro greatest hits, dal titolo Smashes & Trashes, che conterrà anche tre inediti; spetta a Because of you il lancio dell'album e del successivo tour europeo.
Li adoro.

domenica 18 ottobre 2009

Qui te lo dico

Sappi che le persone capaci di parlare per ore ed ore non esercitano su di me alcun fascino; quelle che poi riescono a parlare ininterrottamente solo di sé mi sono addirittura odiose.
Preferirei trascorrere le ore in assoluto silenzio, guardandoti negli occhi, ma ti avverto che, se nel mentre tu mi parlassi, mi addormenterei nel giro di cinque minuti.
Comunicare è importante, lo so, ma intrecciare le nostre dita oppure intrecciare le nostre lingue mi racconta di te più di quanto possa la tua lingua sciolta.
Non chiedermi mai di parlarti di me: potrei pensare che non sei capace di leggermi la verità negli occhi ed offendermene a morte.
Dal canto mio, non ti chiederò mai di parlarmi di te: quello che imparo di te guardandoti, mi basta ed avanza. E quel che ignoro non può farmi male.

venerdì 16 ottobre 2009

Occhi nuovi - Parte II

Improvvisamente, da un giorno all'altro, a tutte le mie colleghe sono spuntati dei baffi.
Forse avrei dovuto cambiare gli occhiali già qualche tempo fa.
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Tutte le mie colleghe (con i baffi) oggi si lamentavano del fatto che trascorreranno il weekend facendo il cambio degli abiti negli armadi.
Uno dei pochi vantaggi dell'essere single è che a me (che mi rado ogni mattina) domattina basterà aprire gli sportelli di destra invece che quelli a sinistra.
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Stasera, prima di rientrare, avrei dovuto fare un giro di shopping: ho bisogno di un cellulare nuovo (solo perché il mio, verde mela, ormai decide in modo autonomo quando spegnersi e quando riaccendersi) e tra pochi giorni cade anche il compleanno di Maya.
Ma lo shopping è saltato perché, appena uscito dal lavoro, mi sono fermato per un aperitivo con ItalianColin e l'allegra brigata. E purtroppo è bastata una sola birra per farmi sbarellare. Ho creduto che fosse meglio riportare la macchina subito a casa.
Forse devo riprendere ad alimentarmi.
Ma forse anche no.

giovedì 15 ottobre 2009

L'ignoranza del Ministro Sacconi

A me Massimo D'Alema non sta particolarmente simpatico, ma gli riconosco il merito di avermi strappato una sonora risata ieri sera, durante la visione della puntata di Ballarò. Ha bacchettato Maurizio Sacconi, dimostrando come, troppo spesso, i Ministri di questo Governo parlino a vanvera, per malafede, mistificazione o, in questo caso, semplice ignoranza (vedere qui).
Sacconi non ha più aperto bocca fino al termine della trasmissione.
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Segnalo i risultati di una ricerca Eurispes pubblicati oggi sul portale Gay.it, riguardanti la posizione degli italiani a proposito delle unioni tra omosessuali e la fiducia degli stessi nella Chiesa cattolica. Una nota positiva, ogni tanto...

mercoledì 14 ottobre 2009

Da qualche parte bisogna pur cominciare

Come faccio ad indignarmi ancora una volta in più, se ormai mi indigno, quotidianamente, da un anno e mezzo? Da quando il Premier [la P di Premier è l'unica cosa maiuscola che gli riconoscerò mai, a quel tappo senza qualità alcuna] sciorinò la lista dei suoi ministri, rendendo da subito palese a tutti quanto l'Istruzione e le Pari Opportunità gli stavano a cuore: tanto da affidarle a due emerite inette senza spina dorsale, loro sì più belle che intelligenti.
Come faccio ad indignarmi ancora...? No, non mi indigno.
Replico.
Replico, cercando di colpire il tappo in quel che gli è più caro, quel che unicamente gli preme: i suoi personalissimi interessi.
Nell'attesa/speranza che le tante ipotesi di uno sciopero fiscale si concretizzino in qualcosa (meno diritti, allora anche meno doveri: a me pare più che onesto), io comincio a boicottare.
Da oggi niente più Mediaset, niente più Mondadori, non più un centesimo ad una sola delle sue aziende.
D'accordo: lui è il Premier ed io sono solo io.
Ma io sono UNO ed uno vale già molto più di zero. Io valgo qualcosa, anche da solo.
Magari non è un'idea nuova, so per certo che già da tempo c'è chi cerca di boicottare gli interessi personali del tappo. Mi informerò presto, ma intanto io comincio di mio.
Basta Mediaset. Ché tanto, da quando Mentana ha lasciato, la serietà dei telegiornali e dei programmi di Canale5 è colata a picco. Un punto percentuale di share, nel periodo di garanzia, può costare un sacco di soldi in pubblicità: io da solo non valgo l'1% di share, ma intanto comincio.
Basta con le testate della Mondadori. Basta con i libri targati Mondadori. Dice: che saranno un centinaio di euro l'anno per la Mondadori? Poco, pochissimo, ma qualcosa più che niente.
Poi, che altro c'è? Il resto lo evitavo già da prima, o comunque non avevo a che farci. Salvo verificare nei prossimi giorni tutta la lista delle aziende che fanno capo ai Berlusconi. Qualsiasi Berlusconi.
E poi, ancora, i marchi che appoggiano Berlusconi ed il centro-destra. Tra cui la Maison Versace, di quel Santo Versace che ha votato a favore dell'incostituzionalità del disegno di legge contro l'omofobia: lo stesso Santo Versace che, dopo avere ereditato la leadership della casa di moda dal fratello Gianni, ha dato un calcio in culo al compagno-vedovo di Gianni, Antonio D'Amico.
Fatemi scorrere tutta la lista dei parlamentari e dei loro voti.
E già che ci siamo, lasciatemi mettere nella mia lista anche la D&G: Stefano e Domenico si sono schierati apertamente con la destra in passato.
E poi...?
La Müller del signor Müller, quello degli yogurt, che è tedesco (ma perché porsi confini?) e finanzia dichiaratamente gruppi neo-nazisti.
E poi e poi, bisogna che mi informi, che faccia ricerche, domande. E si accettano volentieri segnalazioni e consigli.
Ma io intanto comincio. Da qualche parte bisogna pur cominciare.
Poi magari, se davvero non sono il solo, un giorno si scoprirà che cambiare i flussi di denaro, può davvero cambiare anche gli equilibri (?!) politici...
Oggi c'era un cielo splendido, solcato da un gregge di enormi nubi grigie spinte a correre dai gelidi venti dell'Est: uno spettacolo che ho ancora negli occhi e che mi ha fatto sognare. Lasciatemi continuare a sognare, a voi che costa?

lunedì 12 ottobre 2009

giovedì 8 ottobre 2009

Occhi nuovi

Ho cambiato gli occhiali. Ed oggi ho indossato le lenti a contatto nuove.
Ma ho il dubbio che l'ottico mi abbia scambiato la destra con la sinistra (non bastava essere miope: devo pure avere gli occhi miopi in misura diversa!).
A metà pomeriggio mi sono specchiato per caso e mi sono visto all'incirca così:

martedì 6 ottobre 2009

Carmen Consoli - Non molto lontano da qui

È forse una remota speranza la felicità?
Godersi il sole in dicembre, non molto lontano da qui nevica

Non molto lontano da qui la gente ostenta oscure stravaganze
In preda all’ansia di stupire, indossa le sue maschere
E dimentica da qualche parte quella del coraggio nel momento del rilancio

Anteprima del nuovo singolo di Carmen, che arriverà in radio solo il 9 ottobre eppure è già stato caricato su YouTube.

Atmosfere, pathos e musiche a metà strada tra L'eccezione e Signor Tentenna, i due singoli che anticiparono l'uscita rispettivamente dell'omonimo album del 2002 e di Eva contro Eva nel 2006. Niente di nuovo quindi, nessun ritorno al rock degli anni Novanta, pare. Eppure mi piace (amo già quelle parole) ed attendo di restare sorpreso ed incantato, contuso e felice.

lunedì 5 ottobre 2009

Verona s'infiaccola


Una Fiaccolata contro la Violenza e l'Omo/Transfobia è stata (finalmente!) organizzata a Verona, mercoledì 7 ottobre, ore 20.30 alla Bra, davanti al Municipio.
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S'intitolerà Elettra il nuovo album di Carmen Consoli. Con questo titolo, la catanese conferma la sua passione per il mito classico (in passato aveva già rivisitato la favola di Narciso con il brano Parole di burro, e poi ancora ha cantato Venere ed Orfeo) e per la figura femminile in particolare (il precedente album, Eva contro Eva del 2006, conteneva infatti diversi ritratti in rosa, dal brano Maria Catena a La dolce attesa, passando per Tutto su Eva).

domenica 4 ottobre 2009

As the world turns

Venerdì il TopO ha compiuto il suo primo anno. Mia sorella LadyVina, per celebrare degnamente l'evento, avrebbe voluto riunire amici e parenti all'Arena di Verona, ma in queste sere era già stata prenotata da tale Ligabue, per cui ha dovuto optare in seconda battuta per una festa pomeridiana nel centro sportivo più vicino a casa, oggi pomeriggio.
Io mi presenterò con un regalo suggerito dalla stessa LadyVina. Che non ha semplicemente suggerito il dono: ha suggerito anche il centro commerciale, la corsia, lo scaffale ed i passi da contare dall'ingresso per raggiungere l'esatta ubicazione del pacco. Adoro.
Per quanto riguarda Maya, venerdì siamo usciti insieme, ed abbiamo bissato anche ieri sera con gita al lago. Abbiamo chiarito le posizioni, facendo leva sulle sfumature che attraverso una tastiera non potevamo cogliere. Per amor di pace, abbiamo fumato un pizzico di ipocrisia con il metaforico calumet e ci siamo riconciliati. Per parte mia, comunque, credo che non dovremmo ripristinare il contatto su Facebook, dato che riusciamo a litigare solo mentre socialnetworkizziamo.
Luca Marin dal vivo è un bel ragazzo. Anche se non l'avrei mai riconosciuto, qualche sera fa, se non l'avessi incrociato a braccetto con la Pellegrini. Purtroppo non era in slippino da bagno...

sabato 3 ottobre 2009

Due parole d'amore

Talvolta con uno che amo mi riempio di rabbia perché temo di effondere un amore non corrisposto,
Ma ora io credo che non ci sia amore non corrisposto, il compenso è certo in un modo o nell’altro
(Amai una certa persona ardentemente e il mio amore non fu corrisposto,
Eppure per esso ho scritto questi canti).


Walt Whitman (1819-1892)
Che l'Amore sia tutto quel che c'è
È tutto ciò che sappiamo dell'Amore,
È più che sufficiente, il carico dovrebbe essere
Proporzionato al solco.
Emily Dickinson (1830-1886)
Ti amo come se mangiassi il pane
Spruzzandolo di sale
Come se alzandomi la notte bruciante di febbre
Bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto
Ti amo come guardo il pesante sacco della posta
Non so che cosa contenga e da chi
Pieno di gioia, pieno di sospetto agitato
Ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
Ti amo come qualche cosa che si muove in me quando il
Crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
Ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.
Nazim Hikmet (1902-1963)
Torna un pensier d'amore
Nel cuore stanco, come
Nel tramonto invernale
Ritorna contro il sole
Il fanciullo alla casa.
Sandro Penna (1906-1977)
Ora che il mio destino si rischiara
Non posso fare a meno di pensare a te
Lacrima eterna del mio pianto.
Intenso o soffocato il tuo amore
È l'unico suono dal tempo inviolato
Che m'incanta.
L'immagine cara che non tradisce
Rimane intatta; sei vicino a me, ti tocco,
Ti bacio la bocca, gli occhi allegri o mesti,
Tutta tutta la tua svaporata essenza
Mi risveglia, accorre verso il punto
Che s'estingue nel lagno delle stagioni
Che richiamo alla carezza.
Dario Bellezza (1944-1996)
Amore, non dannarmi al mio destino
Tienimi aperte tutte le stagioni
Fa’ che il mio grande e tiepido declino
Non si addormenti lungo le pulsioni
Metti al passivo tutte le passioni
Dormi teneramente sul cuscino
Dove crescono provvide ambizioni
D'amore e di passione universale,
Toglimi tutto e non mi fare male.
Alda Merini (1931-vivente)

mercoledì 30 settembre 2009

Le liti ai tempi di Facebook

Dieci minuti fa ho cancellato la mia amica Maya dalla lista dei contatti su Facebook.
Mai provato tanto sollievo nel cliccare su una X.
Eppure Maya è (forse già era?) la mia più cara amica, la mia amicizia femminile più duratura, mia compagna nel recente viaggio in Israele.
Eravamo in lite da tre giorni. Su Facebook!!! Da quando, lunedì sera, ha cominciato a pubblicare sul suo profilo link e slogan contro "l'invasione islamica dell'Occidente". All'inizio a farmi ribollire il sangue sono stati i commenti di un suo contatto: foto di una signora di mezz'età, filo di perle, bocca a culo di gallina, leghista convinta, inneggiava ai respingimenti ed accusava di tradimento tutte le persone di sinistra. Ho replicato, sconvolto dal fatto che si mettessero sullo stesso piano Ahmadinejad, i talebani ed i somali sui barconi, e poi sono rimasto malissimo nel constatare che Maya non mi dava ragione.
Non darmi ragione è già di per sé un affronto al buon senso... Ma sarebbe finita certo lì, se nei giorni a seguire la stessa Maya non avesse insistito nello scrivere frasi intrise di aberrante razzismo (che cominciavano tutte con "io non sono razzista... ma...") e, colpa ancor più grave!, sgrammaticatissime!!! Il colmo è stato inserire (a dimostrare che lei non è una razzista, ma è animata da pacata meditazione) anche un video da YouTube con una canzone di Giuseppe Povia sulla spiritualità: tutto, ma Povia maestro di vita NO!
Ho portato il confronto dal suo al mio profilo, pensando che non coinvolgere ulteriormente i suoi contatti potesse portarci a più miti consigli. E mi sono limitato a controbattere ai suoi commenti, non provocandola certo più di quanto lei provocasse me.
Gran finale: "ma puoi anche continuare anzi..fallo nel mi profilo che fà + scena..un bel copia e incolla.....". Risposta "quella brava nelle sceneggiate su fb sei sempre stata tu". E poi l'ho eliminata. Un gran bel click su quella X. Con profonda soddisfazione fisica (anche perché il pensiero di quel che mi aspettava nella cassetta della posta elettronica una volta rincasato ha incupito le mie ultime giornate e mi aveva fatto passare ogni voglia di postare due righe...)
A pensarci estraniandomene, mi pare assurdo. Litigare su un social network, nemmeno faccia a faccia o per telefono. Nemmeno via sms...
E mi trovo spaesato: non ho la minima idea di come mi debba comportare ora. Voglio dire: se ti cancello da Fb, ti cancello anche dalla mia vita reale? Avevamo fissato una cena venerdì sera: devo considerarla annullata? Soprattutto: è lei che mi cura i capelli, ed avrei bisogno a breve di un taglio: prendo appuntamento da JL David???

venerdì 25 settembre 2009

Nuntio vobis magno cum gaudio...

...habemus album novum Carmelae Consulae.
Uscirà a fine ottobre il nuovo album della Carmen (ancora senza nome), anticipato il 9 ottobre dal passaggio in radio del primo singolo Non molto lontano da qui. Di più, al momento, ancora non è stato dato di sapere.
Sì, lo so, a voialtri eretici interessa una cippalippa. Ma per me questo è un gran giorno, l'inizio di un periodo di massima eccitazione.

martedì 22 settembre 2009

Carmen Consoli - QUELLO CHE SENTO



(testo e musica di C. Consoli)
Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
Mentire infinitamente, dire e ridire inutilità
Mostrare falsa ipocrita serenità quando le parole si ribellano
Favole a fiumi, mari di perplessità
Non c’è una ragione per non provare
Quello che sento dentro
Un cielo immenso dentro
Quello che sento

Ho bisogno di stare con te
Regalarti le ali di ogni mio pensiero
Oltre le vie chiuse in me
Voglio aprire il mio cuore
A ciò che è vero

Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
Soffrire infinitamente, trovare un senso all’inutilità
Mostrare falsa ipocrita serenità quando le parole si ribellano
Favole a fiumi, mari di perplessità
Non c’è una ragione per non provare
Quello che sento dentro
Un cielo immenso dentro
Quello che sento

Per la serie Come eravamo...
Correva l'8 novembre 1995 ed una ventunenne Carmen Consoli debuttava a Sanremo Giovani, sperando di conquistarsi un posto al sole, o meglio: un lasciapassare per il Festival vero e proprio e la notorietà. Si piazzò undicesima, dodici i piazzamenti utili: pochi mesi dopo, con un look tutto nuovo, avrebbe presentato Amore di plastica.

lunedì 21 settembre 2009

300

Sì, lo so: non è particolarmente originale, ma è l'unica cosa che mi è venuta in mente per festeggiare il traguardo del 300esimo post.

Anche se in realtà, a mio giudizio, Leonida alias Gerard Butler acquisisce fascino in versione vestita e contemporanea...

...Sì, ecco... magari non esageratamente contemporanea...

sabato 19 settembre 2009

Il peso della genetica nella confusione di genere

Uno dei rarissimi momenti brillanti della genitrice. Da prenderne nota.
Ma’am Limpy: “Ma hai visto l’incoronazione di Miss Italia quest’anno?”
Edgar: “Ma ti pare che…?”
Ma’am Limpy: “C’erano un sacco di belle ragazze…”
Edgar: “Ecco, magari quelle degne di nota le rivedrai prossimamente a fare il ministro…”
Ma’am Limpy: “Mica tutte sono così. Quella dell’acqua Uliveto, per esempio, mi pare tanto tranquilla.”
Edgar: “Beh sì. La Chiabotto ha sfondato, mica ha bisogno della poltrona di ripiego.”
Ma’am Limpy: “Quell’altra pure, la Cinzia Leone…”
Edgar: “No, Ma’am. Non credo che Cinzia Leone abbia mai partecipato a Miss Italia. È un’attrice comica, non proprio bellissima…”
Ma’am Limpy: “Ma sì: adesso conduce un programma sulla RAI la mattina…”
Edgar: “Ah ho capito. No, Ma’am, quella è Miriam Leone.”
Ma’am Limpy: “Cinzia, Miria… Già è tanto se non l’ho chiamata Giovanni Leone.”
Edgar: “…”
Ma’am Limpy: “Sarà la nipote?”

venerdì 18 settembre 2009

Post-umi

Sono uscito solo ieri sera da una sorta di coma vigile durato all'incirca quarantott'ore.
Credo che lo stress accumulato nell'ultimo mese lavorativo, le fatiche del viaggio e lo sbalzo termico di una quindicina di gradi al rientro si siano coalizzati per azzerare letteralmente le mie difese immunitarie. E così ho trascorso le prime ventiquattro ore imprigionato in una sorta di limbo mentale, un mondo onirico parallelo in cui ogni mio singolo movimento fisico e mentale doveva essere preceduto da quarantaquattro invocazioni in aramaico davanti al Muro del Pianto, e seguito da quarantatre ripetizioni del medesimo movimento da parte di quarantre entità di natura a metà strada tra l'angelico ed il demoniaco.
Sopravvissuto in qualche modo a quella che pareva una maledizione biblica ("Tu Edgar, per aver mangiato chili e chili di frutto della passione, partorirai i tuoi sogni con dolore..."), le successive ventiquattro ore sono state una passeggiata, quasi una benedizione. Ventiquattr'ore a sudare, sudare, sudare. Copiosamente. Tanto che se ora andassi a strizzare il materasso sopra il Mar Morto, il livello delle acque tornerebbe a quello dei bei tempi del Cristo. Non avrei sudato così tanto nemmeno con due giorni ininterrotti sul tapis-roulant: la bilancia ringrazia.
E così per due giorni ho vissuto in un universo parallelo. Ho vissuto in un Paese un po' meno lercio di quello reale, dove il Premier non va in televisione ad autocelebrarsi per meriti che non gli spettano e dove il Premier più amato della storia repubblicana non si guadagna appena la metà dello share di Gabriel Garko. Per due giorni ho vissuto in un mondo meno crudele, dove i sogni, le promesse e le speranze dei giovani che lavorano attivamente per rendere quello stesso mondo un po' meno brutto, non vengono spazzati via e resi niente da duecento chili di esplosivo. E dove la gente, quando sei persone muoiono nello svolgimento del proprio compito, non sta a soppesare chi e perché ce li ha mandati, ma si ferma a piangere d'umana compassione.
Sono uscito dal mio breve coma.

martedì 15 settembre 2009

Du' palle

Ho la febbre. Du' palle.
A 38,8°. Du' palle.
Durante le ferie. Du' + du' = quattro palle!
D'accordo che avevo in programma di stare asserragliato in casa a scrivere scrivere scrivere, e quindi non è che ci vanno di mezzo viaggi, feste, incontri...
La scocciatura è che sopra i 37° la testa mi va in stand-by, con tanto di salvaschermo di Windows, mediamente ogni tre, quattro ore. E poi, non so perché, ma con la febbre mi si apre anche una specie di buco nero senza fondo nello stomaco... Perciò i progetti a breve termine si trasformano in dormire, mangiare, scrivere, mangiare, dormire, mangiare, scrivere... Fortuna che non ho fatto la spesa per cui in frigo ci sono solo pesche, yogurt, philadelphia. E il vasetto della nutella è già un ricordo.
A pensarci, però, i morsi della fame potrebbero riuscire a tenermi sveglio ed attivo.
Du' palle...

lunedì 14 settembre 2009

Zibaldone israelita - Fuori Tema

Le mie due compagne di viaggio erano/sono belle, toste ed indipendenti... ma non parlano una parola d'inglese. L'agenzia di viaggi ci aveva consigliato di chiedere "No stamp", una volta in Israele, al momento del timbro di visto sul passaporto, poiché alcuni Paesi arabi bloccano l'ingresso a chi ha il visto israeliano sul documento. Così, prima Maya e poi BPC si sono avvicinate allo sportello tranquille e pacifiche recitando il loro "No stemp", solo che l'addetto al visto s'è messo ad interrogarle in inglese e si sono trovate in ambasce perché non capivano che volesse; e nonostante Maya gli avesse chiaramente spiegato in veneto stretto che non voleva quel [cazzo di] timbro sul passaporto, non ci sono stati santi. Idem BPC, che invece s'è limitata a sgranare gli occhioni bistrati. Io, fingendo anche un po' da stronzo di non conoscerle onde evitare di essere coinvolto nel caso la cosa fosse finita tipo Fuga di mezzanotte, osservavo la scena dalla coda, rigorosamente da dietro la linea bianca, senza afferrare il senso di quello scambio di battute, finché non è arrivato anche il mio turno: "No stamp, please" faccio, e l'impiegato con la vena che già gli pulsava sulla fronte "Why not?", ed io a spiegargli che l'agenzia aveva suggerito, e lui a chiedermi se avessi davvero intenzione di andare in Iran, ed io "No figuriamoci!" ed allora "Why 'no stamp'???", ed io "Maro' fammelo quel [cazzo di] timbro!" e lui alla fine, sorridendo vagamente, che mi dice [traduco liberamente]: "OK, per stavolta il timbro non lo appongo ma alla prossima visita in Israele non ci saranno santi né madonne, il timbro te lo dovrò apporre". E ci mancava solo che mi facesse l'occhiolino ed inturgidisse le labbra.
Certo che anche gli steward generalmente sono un gran belvedere. Sul volo d'andata, ad esempio, ce n'era uno solo con tre hostess, ma lui somigliava neanche troppo vagamente a Raffaele Casuccio, solo con un'ovale del viso un po' più pienotto; peccato però che si occupasse della metà sbagliata del corridoio. Sul volo di ritorno invece c'erano addirittura tre steward: il primo però era troppo giovane ed imberbe per destare in me un minimo d'interesse; il secondo era sul tipo mediorientale, anzi all'inizio mi era parso avesse un lieve accento straniero e credevo proprio fosse un arabo, ma ho capito l'errore quando mi ha offerto il [vassoio del] pranzo (e l'EdgarVirtuale gli ha risposto: "Tesoro, lasciamo stare il pranzo, la merenda e la cena e passiamo direttamente al dopocena: casa mia o casa tua...?"); il terzo steward era invece sul genere bionda dentro... in effetti somigliava non poco ad un blogger che ho incontrato una volta ad una cena...

sabato 12 settembre 2009

E per sempre... Allegria!





Con affetto... e di già un poco di malinconia

venerdì 11 settembre 2009

Zibaldone israelita

Ad Haifa, la “Città bella”, ho lasciato un pezzetto di cuore e la promessa di tornare. La città, la terza di Israele per numero di abitanti, importante scalo portuale e centro industriale, è dominata dall'estrema propaggine della lunga cresta del monte Carmelo (Karm’El, il “giardino di Dio”) e si sviluppa tutta in lunghezza ed altezza, schiacciata tra il mare ed il monte le cui pendici risale.
Ho trascorso una notte in un ostello sul Carmelo, accanto alla chiesa che sorge sulla grotta dove dimorò Elia, gestito da tre simpatiche suore provenienti da tre diversi continenti: dal terrazzo sopra l’ostello, in una notte di plenilunio spazzata dalla brezza del mare che si frangeva contro il massiccio del monte, ho dominato la città delle mille luci e dei cento giardini, ed il mio sguardo ha spaziato fino alle coste del Libano, lì da dove provenivano i razzi che qualche tempo fa illuminavano le stesse notti, spaventando Haifa e le stesse suorine.

Non lontano da Haifa, c’è la spiaggia di Cesarea Marittima: l’antica capitale fondata da Erode, che era ispirato dalla bellezza e dall'architettura di Roma, è oggi solo un sito archeologico, attorno cui gli israeliani hanno messo in piedi residence di discreto lusso e lussureggianti piantagioni di datteri e banane. Quel che resta dell’antico acquedotto, che dal Carmelo vi portava l'acqua, fa da cornice alla sabbia fina e calda su cui mi sono lasciato stordire dallo sciabordio del mare: ho ancora nelle narici e sulla pelle l’odore salmastro.

Come e più di Haifa, Gerusalemme è una città verticale: nella mia immaginazione era una fortezza circondata dal deserto come un’oasi, perciò facile preda dei tanti invasori che ne hanno cambiato più volte la storia; ho scoperto invece che, in un inutile tentativo di arroccarsi, s’è sviluppata in cima a diverse alture, per dominare le tante verdi vallate che la dividono e la uniscono allo stesso tempo. In Gerusalemme non ci sono strade in piano, ma solo salite e discese più o meno ripide. Un dedalo di strade e d’incroci, trafficati ed intasati dall’alba alla tardissima sera, e se sbagli una svolta rischi di non recuperare la giusta direzione prima di essere sceso a valle e poi essere risalito.

Dentro le mura, nascosta dietro le grandiose porte, la Gerusalemme vecchia è ancor più caotica. Chiese, moschee, sinagoghe, cupole, campanili, minareti, ed il frammezzarsi di diverse strutture architettoniche rispecchia la commistione di razze, lingue e fedi che fanno della “Casa della Luce” il cuore pulsante del mondo. Ebrei, musulmani e cristiani di tutti gli scismi cercano di convivere mescolandosi però il meno possibile.

Il quartiere cristiano è caratterizzato dai vicoli lunghi e stretti del mercato: il venditore d’incenso, il macellaio, il fornaio, lo spremitore di melograni fianco a fianco con chi vende piccoli gioielli che crea al momento e con chi stampa a caldo magliette che inneggiano alla pace tra Israele e Palestina. I cristiani di Gerusalemme hanno tutti lineamenti arabeggianti: sostengono di discendere dai primissimi cristiani, quei giudei e quei pagani che videro il Cristo e ne furono convertiti alla fede. Sono belli a vedersi, mori e bruni; splendidi quei pochi dagli occhi chiari. I venditori conoscono tutti qualche parola nelle diverse lingue dei turisti; la maggior parte di loro intende bene l’italiano e si fa facilmente intendere, ma non si perdono in chiacchiere: vogliono vendere e l’unico modo per rapportarsi con loro è trattare sul prezzo delle loro merci.

Anche gli ebrei sono mediamente piacevoli d'aspetto, perlomeno quelli di origine europea e che non si mortificano negli abiti neri degli ortodossi che somigliano tanto a quelli dei mormoni. E m'è parso che l'israeliano medio abbia una certa cultura della bellezza maschia: volti maschili e corpi piacevolemte virili, che più d'una volta m'hanno fatto voltare lo sguardo, tappezzano i muri dei moderni centri commerciali e le pareti di interi palazzi per sponsorizzare prodotti ed avvenimenti come qui nella maschia Italia succede molto di rado.

Nonostante il deserto in Israele circondi tutto, trovandosi piuttosto in alto, Gerusalemme ha un clima facilmente sopportabile: il sole è cocente, ma frequenti folate di vento asciugano il sudore. Nei quattro giorni che vi ho fatto sosta ho avvertito il cambiamento del clima con l'arrivo imminente dell'autunno: nelle notti illuminate a festa per il ramadan, affacciarsi ad una terrazza significava, anche lì in pieno deserto, essere investito dal vento d'un freddo quasi pungente.

Betlemme, che diede i natali a Re David prima ancora che al Cristo, è letteralmente ad un tiro di scoppio da Gerusalemme: farebbe parte del suo agglomerato urbano se tra le due città non corresse il muro che separa Israele dai territori sotto il controllo dell’Autorità Palestinese. Su quello stesso muro, a pochi metri dal posto di blocco israeliano, campeggia un grande cartellone che recita “Gerusalemme e Betlemme, città dell’Amore e della Pace”: l'ho letto quasi come una beffa quando sono arrivato al posto di blocco e sono venuto a sapere che i Palestinesi di Betlemme non hanno il permesso di oltrepassarlo, ed i più giovani di loro, quelli che vivono in case basse a ridosso del muro, Gerusalemme non l’hanno mai vista. E sul loro lato del muro, mani occidentali in segno di protesta hanno disegnato le mostruose facce dei perfidi israeliani che li tengono segregati.

Anche Betania, il villaggio di Marta e Maria che oggi si chiama Azariya in ricordo di Lazzaro, è in territorio palestinese, a ridosso del muro: oggi è un quartiere degradato, quasi una bidonville; sull’altura di fronte, dalla parte sbagliata del muro, sorge uno dei tanti insediamenti ebrei in Palestina, bello pulito ed ordinato, l’ennesima beffa del più forte contro chi è costretto a piegare la testa. Finché non ho visto con questi occhi l’arroganza di Israele, non ho mai capito fino in fondo l’odio del mondo arabo nei suoi confronti: ora non lo condivido affatto, ma posso almeno comprenderlo.