Passando qualche ora nella stanza di LadyVina e TopO, in ospedale, non ho potuto fare a meno di notare, forse anche un po' controvoglia, il diverso atteggiamento della Tribù dei MusiLunghi nei confronti del nuovo nato, rispetto alla numerosa famiglia del neonato della culla accanto.
In particolare, ho notato che Ma'ame Limpy non ha mostrato la minima voglia di prendere in braccio il piccolo TopO, mentre l'UomoTalpa si teneva in un angolo, faticando a nascondere la voglia di tornarsene al più presto a casa ed al suo televisore.
Mentre il bambino del letto accanto veniva costantemente passato di braccia in braccia, nonostante i reiterati piagnistei, anche io e LadyVina ci trattenevamo dal coccolarlo finché TopO se ne stava tranquillo ed appisolato nella culla. Poi Ma'ame Limpy e UomoTalpa se ne sono andati, e TopO s'è svegliato ed ha avuto la sua parte di coccole.
Gli abbracci non sono mai stati elargiti con generosità all'interno della Tribù dei MusiLunghi. Nemmeno gli schiaffi, è vero. Ma delle coccole s'è patita l'insufficienza. Parlo per me e per LadyVina.
Confido che lei non ricadrà nello stesso errore con il tenero TopO. Confido che al mio nipotino non mancheranno mai le coccole. Perché ricevere affetto attraverso il contatto fisico è importante per lo sviluppo dei bambini. E non lo scrivo perché ho letto libri e libri di puericultura. Lo so per esperienza diretta.
Lo so perché non mi è stata mai insegnata l'importanza di un abbraccio. Né in casa né poi a scuola, quando già da bambino non riuscivo a stringermi ad un amico perché ero troppo spaventato all'idea che saltasse fuori che ero un bambino diverso dagli altri. E sono cresciuto così, con un insano pudore a mostrare fisicamente il mio affetto.
Non davo abbracci, quindi non ne ricevevo, e pian piano devo essermi convinto che non ne avevo bisogno.
Se avessi imparato prima ad esprimere l'amore, la stima, la gelosia stringendomi a chi mi stava vicino, tante cose sarebbero andate diversamente. Forse.
P.S. Ringrazio la fotografa Patrizia Pieri per l'immagine, anche se lei non sa che gliel'ho presa in prestito.
Aggiornamento del 24 ottobre: Per l'immagine ringrazio Patrizia Pieri, che adesso sa del prestito. E complimenti sinceri per le sue opere.
8 commenti:
Anch'io, uguale uguale. Ho dovuto imparare tutto da solo, ma non avendo l'imprinting ancora adesso ho bisogno di segnali di incoraggiamento da parte degli altri.
Ma vedrai : TopO verrà su come i miei nipotini, che ogni sera mi zompano addosso e mi sbaciucchiano a raffica per darmi la buonanotte!
Io ci conto :)
Anch'io appartengo allo stesso vostro gruppo , molte persone danno per scontate queste cose non avendo la più pallida idea di quanto faticoso sia imparare a "darsi "per ricevere affetto .
Permettimi una citazione da un libro di Göran Tunström , Chiarori :
"Della sofferenza [...] so parecchio .Essere anche costretto a vedermele davanti mentre si toccano piene d'affetto mi fa ancora più male .
E' un'esperienza che parla di tutte le non-carezze della vita . Non ho sete d'acqua , io sono l'acqua che nessuno vuole bere ".
Io sostengo che ci vuole un'educazione all'abbraccio: le madri dovrebbero insegnare naturalmente ai figli come l'affetto va dimostrato. Non saper abbracciare è una sofferenza che andrebbe risparmiata all'uomo, che lungo il percorso della vita ha già tanti altri mali da sopportare.
Ma venite qui da me, nel laborioso e gelidino nordest leghista, in cui tutti mi prendono per "terrona", un po' per il nome, un po' perchè abbraccio e bacio tutti coloro che mi fanno simpatia :D
Ve la dò io un'abbondante dose d'abbraccioni, per me non c'è gesto più bello!
...Beh, io ci sto anche già nel laborioso e piovoso nordest...ti prendo in parola...?
Beh certo, perchè no?!
lo dicevo seriamente,
credo molto nella distribuzione di abbracci spontanei, sinceri e senza fini di lucro :D
Non mi hai più presa in parola però :P
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