Accontentarsi di una realtà magari mediocre, oppure cercare sempre e comunque un'ideale (ma forse irraggiungibile) perfezione? Ovvero, amare la persona che ci sta accanto così com'è, oppure pretendere che cambi in meglio e se non cambia lasciarla, anche laddove non si sia trovato un sostituto migliore...?
Fondamentalmente, l'inconciliabilità tra me ed il mio ex forse era tutta dietro la risposta a questo umanissimo dubbio.
Sì, lo so. Avevo scritto non troppo tempo fa che avrei smesso di pensare e scrivere del mio ex. Ma stavolta si tratta solo di uno spunto per un discorso in generale sulla natura dell'amore.
Che però non è solo un discorso di relazioni amorose. Il mondo intero, l'intera società possono essere suddivisi in due grandi gruppi: quelli che si accontentano e quelli che no.
L'utilizzo del verbo accontentarsi in realtà è riduttivo. Molte persone sono contente del poco che hanno, semplicemente perché non hanno nemmeno il più piccolo sospetto che sia poco, perché sono convinti sia tantissimo o perlomeno quanto basta loro. Io forse sarò di parte, ma chiamerei questo gruppo quelli che hanno i piedi ben piantati per terra.
Gli altri sono quelli che vogliono volare. Ma voler volare non significa volare. Desiderare qualcosa di meglio non equivale immediatamente ad ottenerlo. Insomma, anche se è vero e sacrosanto che, se una persona non chiede di più, difficilmente ottiene di più, è altrettanto certo che puntare più in alto può anche rivelarsi una sempiterna frustrazione.
Ed allora, siamo davvero sicuri che non sia più felice chi ha poco ma è semplicemente soddisfatto di quello che ha?
Un fidanzato mediocre, insomma, uno che magari, appena tornato dal lavoro, puzza come un caprone sudato, con tanto di muschi e licheni sotto le ascelle; uno che passa le proprie serate sul divano a guardare una sera L'Isola, una sera La Talpa, una sera C'è Posta, e non vi porta mai fuori a cena né dopocena; foss'anche uno che vi ammorba coi suoi peti a tutte le ore del giorno e della notte, che dorma o che sia sveglio; uno così, che però vi ama e che non desidera altro dalla vita che condividere con voi le sue e le vostre puzze, va mollato? Pensateci, perché l'alternativa non è sempre trovare Brad Pitt pronto sul pianerottolo che vi aspetta. L'alternativa può anche essere restare da soli.
3 commenti:
Mah, se mi innamoro di uno è perchè mi piace così com'è; e se mi piace così com'è cercherei di tenermelo stretto anche fosse un caprone, o l' orco Shrek. Diciamo piuttosto che non di rado gli aspetti negativi saltano fuori DOPO l'innamoramento, e a volte sono talmente condizionanti da causarne la fine ingloriosa. Anni fa tentai una relazione con un bel ragazzo, intelligente, colto, di buon carattere. Ci provai, perchè mi attraeva davvero tanto, e ne avevo una grande stima. Dopo qualche settimana di frequentazione mi resi conto di una cosa orribile: quel tizio non parlava mai; ma proprio mai, e nonostante i miei disperati tentativi ogni nostra conversazione era un monologo mio interrotto da suoi radi monosillabi.
Nonostante la sua bellezza e la sua bontà d'animo non ce la feci: l'innamoramento svanì rapidamente e lasciai perdere.
A volte per darci una risposta bisognerebbe prima capire a che punto è arrivata la nostra evoluzione emotiva : di solito insoddisfazioni velate nascondono passaggi di vita non ancora superati , e tutto quello che si mette di mezzo, fidanzati compresi non ti darà mai l'idea della pienezza , quella sensazione bellissima non tanto di essere innamorati , ma di sentirsi appagati dall'altro .
Le ambizioni nascondono troppo spesso desideri irrealizzati .
Da mettere in conto poi per i gay il fatto che spesso arriviamo a un rapporto di coppia dopo aver passato tanto tempo a idealizzarlo , scartando per forze di cose maggiori , tutti quei passaggi più lievi che invece vivono più facilmente gli etero, iniziando già da ragazzini a mettersi a confronto , sotto il sole, con un'altra persona .
Che dire del resto, quando ami una persona sopporti anche i suoi difetti , perché se certi comportamenti sono modificabili l'essenza dell'altro e di noi stessi non si cambia .
L'affinità è essenziale , se si resta legati ad una persona dove non c'è affinità una volta passato il periodo di innamoramento iniziale il rapporto è un po' sterile , è come essere soli accanto a qualcuno perchè non condividi niente , e , come diceva Gan è il caso di lasciare perdere .
Sono poche le persone che vivono serenamente la "pochezza" del proprio partner , capita piuttosto spesso che quello che tiene vivo in qualche modo il rapporto sia una specie di rancore profondo e molto dissimulato , come se fosse rimasto l'unico modo per consociare .
No grazie , preferisco stare solo ma non sentirmi tale .
Scusa se mi sono dilungato tanto , ma hai scritto una serie di post che sento molto , e non avendo il tempo in questo periodo di organizzarli ,approffitto di quelli altrui : forse dovrei fare i miei post solo con i commenti che scrivo sugli altri Blog .
Non preoccuparti di esserti dilungato: il sottoscritto trae piacere da chi non ha timore di esprimersi in un'opinione più articolata di "hai torto" o "hai ragione" (e questo vale anche per Gan).
In effetti ho idea che tu abbia un sacco di bei pensieri da esprimere e ne ho già letti non solo sul tuo blog. L'importante è che tu non li tenga tutti per te ma che li condivida, perché anche gli altri possano trarne giovamento.
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