Non che abbia mai avuto una memoria da definirsi buona. Associare un nome ad un viso (o anche un viso ad un nome) è sempre stato per i miei poveri neuroni un processo più lungo del caricamento di una pagina su MySpace...
Ma fino alla scorsa primavera io sapevo citare a memoria tutto il repertorio di Baglioni, una buona metà di quello di Battisti e anche qualche bel brano di Mina.
Ed invece l'altra sera, in macchina mentre rientravo a tarda ora, quando ho spento l'autoradio per riprendere una mia vecchia abitudine da spostamento notturno (quella di cantarmi da solo la colonna sonora del viaggio, giacché la mia stazione radio preferita, dopo una certa ora, non trasmette un programma musicale che mi piaccia davvero e son troppo pigro per cercare un'altra stazione, anche perché una volta cambiata ho paura di non ritrovarla più, visto che non mi sono mai preoccupato di memorizzarne la frequenza - ed adesso basta con le parentetiche e le subordinate che ho già perso il filo...!) [...] Dicevo, quando ho provato a cantare a memoria i pezzi forti del mio repertorio, ho scoperto di non ricordarne per intero nemmeno uno.
Ho cominciato a confondere la prima con la seconda strofa de La canzone del sole; mi son bloccato sull'inciso di Quante volte, per non parlare di tutti i tentativi vani di seguire il filo logico di Strada facendo; mi son ritrovato a ripetere più e più volte la stessa frase di Amor mio e ho dovuto mugolare su più d'un passaggio di L'importante è finire... Una strage mnemonica: ogni volta che abbandonavo un brano per indubbia incapacità e ne tiravo fuori un altro per dimostrare che ce la potevo fare, era un fallimento.
Gosh! La vecchiaia che avanza...?
4 commenti:
Tutto bene amico mio? Spero di sì.
Un grande abbraccio e una felice settimana. Ciao
Ci sono passato anch'io, a suo tempo: sono sopravvissuto e posso dirti con cognizione di causa che non è grave. Cambiamo, ecco tutto. E anche la memoria cambia, così come cambia il modo di usarla. Ma non per questo diventa meno potente, anzi!
Gan, cerco di consolarmi raccontandomi che ogni nozione persa ha dovuto lasciare spazio ad una nozione nuova...l'unico problema è che non ricordo cos'è che ricordo adesso.
Oggi a Radio2, trasmisisone "Sumo", parlava un esperto del cervello, dell'intelligenza e della memoria.
Diceva che i ricordi non si perdono mai con il tempo: cambia solo il sistema e la modalità di accedere all'archivio in cui essi sono riposti. Non chiedermi come si chiamava il luminare, che non lo ricordo più! :P
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