domenica 28 settembre 2008

Ed il premio per la miglior interpretazione drammatica va a...

Parcheggio l'auto con calma, davanti al cancello che porta al garage, bloccandolo, come al solito. Tanto, dopo le sei di sera, nessuno entra né esce dal garage di casa dei miei.
Mentre sto togliendo le chiavi dal cruscotto, mi accorgo, con la coda dell'occhio, che MrBozen, il vicino di casa dei miei, dal suo giardino sgattaiola in fretta in casa. E mi torna alla mente Calimero, il gatto nero che tenevo da bambino e che riparava al coperto allo stesso modo quando MrBozen s'avvicinava al nostro giardino.
Entro in casa senza bussare o citofonare, come sempre, ma stavolta non trovo Ma'ame Limpy e l'UomoTalpa assisi sul divano davanti al televisore. E questo inaspettato sconvolgimento cosmico mi mette già in pre-allarme.
Ma'ame Limpy è seduta in cucina, in vestaglia e con gli occhiali da lettura sul naso. Solo che non legge e che non c'è neanche una pentola sul fuoco. La saluto; mi risponde che ha freddo e che non aveva voglia di cucinare. Capisco che è successo qualcosa. Non tanto a lei, ché tanto non mi ha rivelato nulla di nuovo; piuttosto all'UomoTalpa che non è in cucina a trascinare le pantofole in lungo ed in largo chiedendo ossessivamente quanto manchi alla cena. Le chiedo dove sia finito.
"Stasera cena dai Bozen..."
Comincio ad odorare qualcosa. I miei ed i vicini, a quanto ne so, non si sopportano, salvo scambiarsi mutuo soccorso in caso di emergenze mediche: MrBozen, qualche mese fa era in punto di morte salvo poi riprendersi; e qualche tempo prima MrsBozen era stata sottoposta ad un importante intervento chirurgico. I miei avevano accompagnato il partner in salute in ospedale e a svolgere commissioni varie, ma ad emergenze terminate avevano ripreso a dirsene alle spalle di tutti i colori dell'arcobaleno.
E stasera l'UomoTalpa cenerà da loro...? Comincio ad avvertire una strana sensazione. Tra l'altro non riesco nemmeno a mettere bene a fuoco perché sono venuto a trovare i miei. Mi siedo.
"Tuo padre e MrsBozen sono amanti..."
La notizia è talmente inverosimile che mi scappa da ridere, mentre Ma'ame Limpy non fa una piega. Mi racconta com'è cominciata la relazione clandestina, ma non riesco ad ascoltarla: non posso smettere di immaginare i due fedifraghi a letto insieme, una visione che mi accappona la pelle.
Lei mi racconta di come MrBozen abbia scoperto di portare le corna sorprendendo l'UomoTalpa nel proprio letto; mi dice che son volate botte da orbi. In quel momento l'UomoTalpa appare in cucina, ma solo di passaggio; mi saluta ed esce: lo osservo attraversare il giardino, dirigendosi verso l'ingresso dei vicini, e mi accorgo che è evidentemente eccitato, che si sta letteralmente leccando i baffi. Eppure ho visto MrBozen pochi minuti prima, è in casa. Stanno per spaccarsi i denti...?
Ma'ame Limpy sembra leggermi nel pensiero. "Ora è diventata una cosa a tre..."
Stavolta non riesco nemmeno a sghignazzare. Non penso a quello che sta per succedere dai Bozen, ma guardo Ma'ame Limpy che non fa una piega mentre mi confessa il segreto di famiglia. Snocciola i fatti come farebbe Lilli Gruber, ma le sue emozioni sono evidenti: è sul baratro di una crisi nervosa, ma si tiene saldamente per non precipitare. Mi guarda per cercare di capire attraverso il mio sguardo quello che penso che dovrebbe fare. Mi sembra di avere di fronte Sally Field in una delle scene madri di Brothers & Sisters.
Mentre il volto di Ma'ame Limpy e quello di Nora Walker cominciano a sovrapporsi ai miei occhi, io inizio a sospettare quale sia la verità. Ma no, non adesso...: adesso voglio proprio vedere come va a finire.
"Cosa pensi di fare? Vuoi chiedere la separazione?" chiedo.
"Come faccio? Cosa faccio se resto sola...?"
Mi si scioglie il cuore. Cerco di infilarmi nei suoi panni, anche se sono anni ormai che non provo un briciolo di comprensione per lei. Però mi rendo conto che ora è una donna sola, con i figli che si son fatti una vita propria dove per lei non c'è spazio. Ed il marito che da vent'anni con lei non ha nulla da condividere, ora le sottrae anche quel poco di dignità e di rispetto per sé stessa.
Cerco di convincerla che cambiare aria può farle solo che bene. Che togliersi da davanti quell'uomo che le dà solo pene notte e giorno è la soluzione migliore.
È a questo punto che sulla porta appare Julian McMahon, quello di Nip/Tuck, che vuole proporre a Ma'ame Limpy una soluzione chirurgica a tutti i suoi problemi.
E proprio adesso che la storia si fa finalmente interessante, io mi risveglio nel mio letto...
P.S. Pregasi notare che anche Sally Field veste i colori fashion del mio blog...

giovedì 25 settembre 2008

Io Blogger, Tu Jogger

Avevo seriamente preso in considerazione l'ipotesi di scrivere a Chi l'ha visto?: ormai non ne avevo notizie da mesi e lo davo per disperso, perduto irrimediabilmente appresso a tutti i suoi compagni che via via col tempo erano caduti, uno dopo l'altro, più numerosi dei caduti della Grande Guerra.
Invece, il mio unico ormone superstite è ancora in vita! Poco attivo ma vivo...
Ho ricevuto la prova di esistenza in vita solo ieri sera, mentre me ne tornavo a casa a piedi dopo il lavoro e percorrevo il mio breve tratto di pista ciclabile. O Sentiero della Salute, come lo chiamano da queste parti. Ed all'improvviso eccolo...
Il mio jogger preferito...
Il ragazzo tanto caruccio che spesso e volentieri incrociavo sulla pista lo scorso giugno e di cui avevo perso le tracce ed anche la memoria è riapparso. E con lui il mio ormone.
Tanto caruccio il jogger, con quello sguardo imbronciato che mi piace tanto. Perché, lo ammetto, il mio ormone impazzisce solo per i ragazzi che hanno un sorriso solare alla Cannavaro e, all'estremo opposto, per quelli che portano a spasso un broncio che neanche gli avessero investito di proposito la nonna...
E poi... Quei polpacci nudi... ne vogliamo parlare? Perché, se devo confessare una perversione (una blanda perversione, per carità!), io ho l'ossessione per le gambe, e per i polpacci in particolare... Non mi è possibile spiegare a parole come deve essere il mio polpaccio perfetto. È come un colpo di fulmine, un'attrazione fatale: se gli occhi mi cadono su due bel polpacci tonici e non eccessivamente irsuti, l'ormone finalmente si ridesta...

domenica 21 settembre 2008

Jay Brannan - AT FIRST SIGHT

(musiche e testi di J. Brannan)

You said you wanted me to be your girlfriend
That took about one week to come to an abrupt end
I know you hate me, I'm a perceptive guy
I'm also aware enough not to wonder why

You like the guy on your ipod, not the guy in your bed
After the fanmail came anthrax, now you wish I were dead

If I could force you to love me, I would
You'd teach me not to be psycho, I know you could
Give me one final chance, I'll be good
Never believed in love at first sight, but now I think I might

You said physical chemistry between us was bad
Then why are you still responding to my craigslist ad?
I know every step I took along the way was wrong
Now I'm spreading it all out and fingering this song

Your text messages were like no-calorie food for my soul
Beating off to forever with you is a fantasy that blows



Corre l'obbligo morale di informare i miei pochi lettori che Jay Brannan sarà in Italia per due date del suo tour internazionale, dagli U.S.A. all'Australia passando per il vecchio continente. Qui trovate dove e quando. Se vi trovate a Roma o a Milano, fateci una capatina...

giovedì 18 settembre 2008

Resident Evil

Primo tempo.
9.01 – Edgar s'accosta al vetro di uno dei due sportelli dell’Ufficio Anagrafico sotto casa.
Edgar: “Buongiorno. Avrei bisogno di un certificato di residenza…”
Cartapecora: “Perché…?”
EdgarVirtuale (conosciuto anche come TheCannibal): “Ho completato la collezione delle figurine dei Calciatori della Panini, pensavo di cominciare a collezionare carta straccia…”
Edgar: “Me l’hanno richiesta in azienda, credo per il calcolo delle addizionali in busta paga… Avendo da poco cambiato residenza…”
Cartapecora (dopo uno sbuffo): “Mi dà un documento…?”
Edgar: “Le do la patente, dove c’è già il tagliandino con il nuovo indirizzo…?”
Cartapecora sbuffa, prende la patente, chiede conferma della data di nascita [il che mi fa riflettere che devo davvero dimostrare un’età molto diversa da quella anagrafica, ma in quel momento evito di distrarmi e deprimermi…] e dalla bocca della stampante esce il mio certificato.
Cartapecora mi porge il foglio e subito lo ritrae guardinga: “26 centesimi.”
Edgar guarda nel portamonete che contiene solo monetine da 1 e 2 cent ed un gettone dell’autolavaggio e comincia a sudare: “Avrebbe il resto di 50 euro…?”
Cartapecora s’alza in piedi in tutto il suo metro e cinquanta di donna: “Ah no. Proprio no. Con tutta la buona volontà di questo mondo non le posso proprio dare il resto. Non ce l’ho. Vada a farseli cambiare. Qua sotto c’è una tabaccheria, c’è un bar. Arrivederci.” Mi rende la patente, poi si rivolge alla collega dello sportello accanto: “Son già le 9.05. Ce lo prendiamo questo caffè…?”

Intervallo.
Edgar scende all’edicola e fa in modo di ottenere nel resto una moneta da 20 cent.

Secondo tempo.
Edgar: “Eccomi qui…”
Cartapecora mi squadra, sbuffa, posa il caffè e mi riporge il foglio.
Edgar (che evidentemente soffre di un disturbo della memoria a breve termine): “Aveva detto 25 centesimi…?” e depone le monete già contate sul piano dello sportello.
Cartapecora esita, sta per riagguantare il pezzo di carta: “Beh veramente… (sbuffa e fa spallucce) Facciamo che va bene così…”
Edgar: “No no… quanto aveva detto…?” e riprende in mano il portamonete.
Cartapecora: “Beh veramente… (sbuffa, bofonchia) Sarebbero 26 centesimi, ma va bene così…”
Edgar: “Ce l’ho, ce l’ho… Eccolo qui.”
Cartapecora: (sbuffa, bofonchia) “Va bene così, lasci stare, siamo a posto così. In Italia c’è la crisi…”
EdgarVirtuale: “Vero. Se risparmiassimo lasciando a casa un po’ di dipendenti pubblici superflui e cafoni…?”
Edgar: “Tenga. Arrivederci [anche no…]”

Epilogo.
Edgar è già in macchina e dà un occhio al certificato, che recita solamente: “Edgar è residente QUI”. Non c’è nemmeno la data del cambio di residenza, che era l’unica informazione che in ditta gli avevano richiesto.

mercoledì 17 settembre 2008

Un autunno a tutta musica

Un'altra buona ragione per amare la stagione delle foglie cadenti è l'abbondanza di buone notizie che generalmente arrivano dalle case discografiche. Ad oggi, sfogliando i giornali, ci sono almeno tre grandiosi cd in uscita. Che magari non a tutti piacciono gli artisti che amo io, ma che mi frega: questo blog è MIO!
Avevo già anticipato in un altro post la mia spasmodica attesa per l'album di duetti promesso da Ornella Vanoni. Promessa che la cantante milanese manterrà, regalando due brani inediti: il primo, stellare, addirittura accanto a Mina; l'altro con Eros Ramazzotti. Fino ad oggi non avevo trovato conferma alla lista di collaborazioni snocciolata in precedenza; ora invece posso dirmi più che soddisfatto. Tra gli altri, duetteranno con Ornella anche Carmen e Claudio.
Carmen Consoli sarà sugli scaffali dei negozi di musica (ed in giro per l'Italia per le esibizioni dal vivo) anche in proprio, con un progetto che celebrerà i dieci anni del suo terzo album, Mediamente isterica, che (me ne ero accorto anche io da solo) è considerata la sua opera più rock. Carmen (o il suo ufficio-marketing) ripropone il cd in versione deluxe, ovvero con alcune registrazioni inedite e chicche per i più fanatici, oltre alle tracce originali. Tra queste ultime, una mia menzione particolare per Puramente casuale e Sentivo l'odore, che magari proporrò in qualche prossimo post. All'uscita del disco, s'accompagna il tour che prevede la stessa scaletta di brani proposta nel tour di dieci anni fa: insomma, un'"operazione nostalgia" che in quest'occasione accomuna Carmen al mitico Claudio.
Claudio Baglioni infatti ha abituato i propri fan a riedizioni di vecchi brani: aveva già riarrangiato Questo piccolo grande amore una decina d'anni fa (se mi sforzo mi viene anche in mente in quale raccolta, ma ho un leggero mal di testa), motivando la scelta, osteggiata dall'ala tradizionalista dei suoi fan, con la volontà di riappropriarsi di un brano che gli era venuto in odio per quanto aveva segnato la sua vita. Per ribadire alla canzone chi è che comanda, non solo ripubblicherà l'intero album omonimo del 1972, accludendovi un secondo cd zeppo di inediti, ma ha realizzato uno specialissimo spettacolo, ha scritto un romanzo e co-sceneggiato un film. Claudio s'appresta ad entrare nel mito: un comune mortale della sua età non sarebbe sopravvissuto a tutto questo.
Ecco qui, io sarei soddisfattissimo così. Ma mentre cercavo le fonti da linkare, mi sono imbattuto in queste dichiarazioni della Rettore, anche lei in uscita a breve con un album che propone il meglio del suo meglio. Ecco, magari Donatella poteva starsene zitta e limitarsi a cantare, perché dire due cose sensate insieme non le riesce proprio...

lunedì 15 settembre 2008

Mia Martini - LA COSTRUZIONE DI UN AMORE

(testo e musica di Ivano Fossati)

La costruzione di un amore spezza le vene delle mani
Mescola il sangue col sudore se te ne rimane
La costruzione di un amore non ripaga del dolore
È come un altare di sabbia in riva al mare

La costruzione del mio amore mi piace guardarla salire
Come un grattacielo di cento piani o come un girasole
E io ci metto l’esperienza come su un albero di Natale
Come un regalo ad una sposa, qualcosa che sta lì e che non fa male

E ad ogni piano c’è un sorriso per ogni inverno da passare
Ad ogni piano un paradiso da consumare
Dietro ad una porta un po’ d’amore
Per quando non ci sarà tempo di fare l’amore
Per quando farai portare via la mia sola fotografia

Ma intanto guardo quest’amore che si fa più vicino al cielo
Come se dietro l’orizzonte ci fosse ancora il cielo
Son io, son qua e mi meraviglio tanto da mordermi le braccia
Ma no, son proprio io: lo specchio ha la mia faccia

Son io che guardo quest’amore che si fa grande come il cielo
Come se dopo tanto amore bastasse ancora il cielo
E tutto ciò mi meraviglia tanto che se finisse adesso
Lo so, io chiederei che mi crollasse addosso

E la fortuna di un amore, come lo so che può cambiare
Dopo si dice: l’ho fatto per fare, ma era per non morire
Si dice che è bello tornare alla vita che ti sembrava che fosse finita

Che è bello tornare a vedere e il peggio è che è tutto vero




Mia Martini è Mia Martini. Non ci sono parole per descrivere le emozioni che la sua voce, le sue interpretazioni sanno regalare.
Ivano Fossati è un abilissimo paroliere, un poeta che sa musicare versi splendidi. Soprattutto amo le canzoni che lui ha scritto per le grandi voci femminili: da Pensiero stupendo per Patty Pravo, a Un'emozione da poco per il debutto sanremese di Anna Oxa, fino a L'amore con l'amore si paga interpretata da Fiorella Mannoia. Da citare, almeno, anche Non sono una signora di Loredana Berté e un altro bellissimo brano per Mimì, E non finisce mica il cielo.

domenica 14 settembre 2008

Dolciastro è l'Autunno

A me l'autunno piace, credo che sia la mia stagione preferita.
Non è certo una di quelle stagioni che arrivano a tradimento, quando meno te lo aspetti, come l'estate. Che un sabato mattina ti alzi per una passeggiata fuori porta, ti infili il solito maglioncino marzolino e poi ti maledici tutto il giorno perché grondi di sudore e non ti puoi levare il maglioncino perché sotto hai messo una camicia con una macchia di sugo.
L'autunno è una stagione educata, che per presentarsi aspetta di essere annunciata. Riaprono le scuole, tornano le code per strada, viene eletta la nuova Miss Italia, ricompare Maria DeFilippi... solo allora l'autunno ritorna.
L'autunno soprattutto è una stagione leale: non ti promette qualcosa che non può darti. Se ti concede una grandiosa e calda giornata di sole, è un regalo, e spetta a te valorizzarla spendendola al meglio senza darla per scontata.
Poi a me le giornate uggiose piacciono: mi piacciono il sottofondo della pioggia che cade, il profumo dell'asfalto bagnato, i nuovi colori che l'acqua regala agli oggetti. E mi piacciono le temperature miti, mi piace poter fare quattro passi di giorno senza che mi si debba inumidire di sudore la maglietta e poterne fare altri quattro di sera senza immolarmi a sfamare zanzare e pappataci.
E mi piacciono le foglie che cadono lentamente dagli alberi per colorare di rosso e giallo la grigia realtà...
Perdonatemi per questa attitudine decadente...

mercoledì 10 settembre 2008

Ma che freddo fa...

Se oggi vi capitasse di sbirciare nel mio frigorifero (così, giusto perché non avete niente di meglio da fare), trovereste:
# - una bottiglia d'acqua quasi terminata ed una piena: la bevo solo se fredda, non sopporto d'ingerire liquidi tiepidi.
# - un cartone di latte (parzialmente scremato) quasi terminato ed uno pieno: anche a colazione, solo latte freddo.
# - due yogurt alla frutta: per la cena nei giorni feriali, quando non mangio fuori.
# - un panetto di Philadelphia classico e tre di Philadelphia mini: da quando vivo solo m'ha preso un'improvvisa passione per il formaggio da spalmare.
# - cinque mele gialle: in realtà, io amo le mele verdi e quelle rosse, purché sode e succose, ma quel giorno al supermercato c'erano solo questi frutti gialli e farinosi. Bleah!
# - un cartone di vino bianco: solo per insaporire il sugo, o lo stufato (che però non ho mai cucinato...).
# - un tubetto di ketchup ed uno di maionese.
# - una confezione di dadi da brodo (per il risotto).
# - una vaschetta di prosciutto cotto.
# - mezza confezione di sottilette: mi piace mangiarle anche così, come mini-spuntino.
# - una vaschetta di strutto: era servito ad Ian quella volta che aveva preparato le piadine, quindi sta per compiere l'anno. Non ho il coraggio di toccare la vaschetta e gettarla, ho paura che qualcosa di vivo ne esca e mi attacchi...
# - una cipolla ed una treccia d'aglio: anche loro mi hanno accompagnato nel trasloco, ma non emanano odori strani. Che siano solo decorativi come la frutta di plastica...?
# - una bottiglia di birra Forst: mmh... una sola...? Ok, è tempo di tornare a far la spesa.
P.S. Se vi state chiedendo cos'è quell'aggeggio all'esterno dello sportello del frigo nella foto, sappiate che si tratta d'uno spilla-birre. Se vi state chiedendo cos'è quell'oggettino in prossimità del frigo, con la birra in mano... sappiate che io c'ho posato gli occhi sopre prima di voi...

martedì 9 settembre 2008

Ciao Lucio

E grazie, infinitamente grazie...

lunedì 8 settembre 2008

Carmen Consoli - PER NIENTE STANCA

(testo e musica di C. Consoli)

Adesso che ho sangue infetto
Nessuno vorrà più leccare le mie ferite
Ed ho trovato tutto l’oro del mondo
Nelle mie tasche, non è stupendo?

Ho superato anche l’inverno
Ed ho pregato a lungo
Ho superato anche l’inverno
Ed ho cantato…

Adesso che ho tanto freddo
Potrò contare nel caldo abbraccio di due coperte
Ed ho trovato tutto il vuoto del mondo
In una carezza di compassione

Ho superato anche l’inverno
Ed ho pregato a lungo
Ho superato anche l’inverno
Ed ho cantato a lungo

E non sono per niente stanca
E non sono per niente stanca…

Adesso che sto in questo inferno
Angeli, amici e fratelli hanno preso il volo
Ed ho trovato tutto il vuoto del mondo
Nelle tue tasche, nei tuoi rimorsi

E non sono per niente stanca
E non sono per niente stanca…
Adesso che ho perso tutto




Una canzone per chi deve affrontare la malattia, la solitudine, il dolore.
Una canzone da ascoltare con gli occhi chiusi, a tutto volume, concentrandosi sulle parole e su quella batteria che sembra il battito accelerato di un cuore che soffre tanto, ma non ha mai perso e mai perderà la speranza di continuare a battere forte.
Una canzone per chi ha voglia di vivere. Per chi non sarà mai stanco di vivere.

domenica 7 settembre 2008

A costo d'apparire blasfemo...

Io annichilisco.
Che poi in verità non so nemmeno cosa voglia dire esattamente "annichilire". Ma mi cascano le braccia. Mi viene voglia di mandare davvero a Fanculo tutti. Di chiudermi a chiave in casa mia e non ascoltare più un telegiornale, non leggere più un giornale, abolire la cronaca e la politica dalla mia piccola mente inerme di fronte a queste enormità.
Le suore di una chiesa del centro storico di Napoli, a cinque anni dal furto di una preziosa statuina del Bambino, confessano di essersi rivolte alla camorra per avere l'oggetto restituito. Perché, di fronte alla sparizione di un ninnolo d'oro, la coscienza di una religiosa evidentemente sa tacere su omicidi brutali, sequestri, traffici di droga. Perché tutto può essere perdonato ad un eroe che restituisce alla Chiesa un bambolotto prezioso, anche se ha le mani macchiate del sangue di una trentina di anime perdute...
Il giorno dopo, il Pastore Tedesco (invece che condannare al rogo come eretiche le sante sorelle, o perlomeno rinchiuderle in clausura, cosicché possano riflettere della propria immoralità e stare lontane dalle anime cha ancora non è loro riuscito di corrompere) si preoccupa del ricambio generazionale nella politica italiana, che necessita di nuove figure morali [anche la Chiesa Cattolica, in verità... com'era quella barzelletta della pagliuzza e della trave...?]. Lo so che, essendo lui il Papa, l'opinione sua conta molto più della mia, e devo ammettere che stavolta non ha nemmeno grande torto (anche se si può essere competenti e moralmente rigorosi pur appartenendo ad un credo religioso differente da quello vaticano), però io pago le tasse, io ho il diritto di voto, i politici dovrebbero rappresentare me e preoccuparsi dei miei problemi, mica dar sempre ragione ad uno straniero qualsiasi. E così i giornalisti, che forse, un giorno l'anno, potrebbero anche risparmiarsi un virgolettato del Pastore Tedesco in prima pagina...
Perché nel frattempo in Italia è apparsa la Madonna. La cantante, chiaramente. Che oltre a cantare e ballare, graziadio ha una testa, pensa (anche lei!) e ci tiene a far presente il proprio pensiero. Dio la benedica! Solo che io poi vado a leggere la notizia, leggo la recensione dello spettacolo e tutto quanto ha fatto e detto su quel palco, e mi riconcilio con il mondo perché finalmente qualcuno (anche se è straniero, anche se non è un politico) esprime quello che anch'io penso... e nei commenti alla notizia poi mi tocca anche leggere tale Ezio che vaneggia: "Indegno che in uno spettacolo musicale di alto livello, l'artista si abbassi a ribadire il suo pensiero politico, sbeffeggiando l'avversario del suo candidato preferito. Patetico: non ne abbiamo bisogno; abbiamo già Celentano e tutta la gang di intellettual-chic-satirica che fa capo ai Guzzanti e company." Minchia!, penso, vedi un po' che in Italia c'è una sola persona che ha il diritto di affermare pubblicamente ciò che pensa e che quella persona non è nemmeno italiana...!
Poi d'accordo, forse io sono fatto male, io do troppo rilievo alle cose sbagliate, m'impunto su particolari che le persone sane nemmeno registrano... ma ad Enzo avrei anche replicato, con un commento in coda al suo commento, ma a tre ore dall'invio quanto ho scritto nemmeno è stato pubblicato. E giuro che non c'erano sconcerie o turpiloqui. Ho il diritto di voto, ma non il diritto al commento...
Per fortuna che ho un blog... finché non me lo oscurano.

giovedì 4 settembre 2008

Intercettazioni

Sul numero in edicola del settimanale Oggi, nella rubrica I dubbi dell'anima in cui don Leonardo Zega, in passato direttore di Famiglia Cristiana, risponde alle accorate lettere dei lettori dalla fede spesso vacillante, leggo (e riporto) il quesito di una madre disperata:
"Mio figlio, dodicenne, si masturba. [...] È un bravo ragazzo, va all'oratorio, si confessa e si comunica regolarmente, ma questo "buco nero" mi preoccupa. Devo tacere? E se no, come dirglielo? Non vorrei ferirlo. Elide D., Lecco"
Oh mio Dio! - esclamazione che in questo caso cade a pennello... - Un dodicenne che si masturba! E non un teppista, un criminale in erba già destinato alle fiamme dell'Inferno, ma un bravo ragazzo, uno che frequenta l'oratorio! E si masturba!?! Oh mio Dio...
Se Elide D. di Lecco avesse chiesto la mia opinione, le avrei detto che deve assolutamente lavare lo scandalo con il fuoco purificatore, bruciare entrambi i palmi a questo figlio vizioso, poi magari anche legarlo su un altare e recidergli il membro di netto! Ed avrei aggiunto: "Elide D., ma perchè non vai a Fanculo pure tu, con Gargagnomolo!?"
Di solito sono le risposte di don Zega che mi fanno andare il sangue alla testa, non le domande dei lettori. Al contrario, il sacerdote stavolta risponde pacatamente, quasi da applauso: "[...] nel cristianesimo ci sono cose ben più grandi che la proibizione di allungare le mani su certe parti del corpo per trarne piacere [...]". Che dalla mia mente bacata è stato tradotto come: "Ma guarda te se, con tutti i problemi che ci sono in questo mondo, devo perdere anche solo due minuti a preoccuparmi delle pippe di un dodicenne... 'A Elide, ma fatti un giro. Fatti i benedetti cazzi tuoi e lascia che 'sto ragazzino si faccia i propri!"
Mamma mia, ma si possono scrivere lettere del genere?!? Perdere il sonno perché un adolescente si tocca, arrivando a chiamare con una perifrasi da scompisciarsi ("buco nero") una sanissima sega...???
Tra madri che vorrebbero i figli degli asceti e quelle che crescono consciamente dei delinquenti (giungendo ad inveire contro i carabinieri che hanno appena fermato il figlio mentre distruggeva una scuola a sprangate), non esiste una via di mezzo? Non esiste più il sano buon senso...?
Poi mi viene in mente che LadyVina sarà madre a fine mese...

martedì 2 settembre 2008

Due ruote in prestito

Mentre riprendevo il mio posto nel mondo [leggasi: mentre tornavo a posare le natiche sulla sedia alla mia scrivania], la mia mente ed il mio cuore stavano ancora in Alto Adige. Lo ammetto con stupore, ciò che ora ricordo con maggior piacere è l'ultima giornata, quella trascorsa sul sellino di una bicicletta.
Da Merano è possibile prendere il trenino regionale che, dopo un'ora e mezza di viaggio su un percorso insolitamente tortuoso per dei binari, porta nel cuore della Val Venosta. Al capolinea di Malles, proprio in stazione, si può quindi prendere a noleggio una bicicletta e ridiscendere a valle. Alla modica cifra di 14 euro, si ha diritto al biglietto del treno, alla bici ed alla favolosa chance di abbandonare la due-ruote in alcune stazioncine e ritornare alla partenza con il treno. Oppure dare il massimo ed arrivare in bicicletta fino a Merano. E se ce l'ho fatta io, chiunque può raggiungere l'obiettivo. Può considerarsi quasi una scommessa: io ci son riuscito in 4 ore, al netto delle soste-birra; se impiegate più tempo, siete delle schiappe!
La pista ciclabile è ben segnalata con la classica segnaletica marrone per i turisti; per la maggior parte, trattasi di strada asfaltata, in lieve discesa ed inibita al traffico veicolare. Con le dovute eccezioni.
I tratti senz'altro più gradevoli sono quelli che costeggiano da vicino l'Adige, generalmente in una pendenza tale che pedalare è quasi superfluo: io poi adoro il rumore dell'acqua che scorre e la frescura che dall'acqua proviene. Al contrario, i chilometri più bastardi sono quelli che attraversano la distesa dei meleti, spesso in falsopiano con tendenza a salire.
Subito dopo il tratto più faticoso (anche se la salita è talmente breve e moderata che parlare di fatica è un'esagerazione, se la prendete con calma - e non come l'ho affrontata io...), vi trovate ad affrontare il tratto più insidioso: saliscendi ripetuti su fondo ghiaioso, con curve ripetute e percorso stretto attraverso un boschetto. Ma se non sono caduto io che non affrontavo una pedalata seria dal liceo...
Lungo il percorso, tre o quattro punti-ristoro. L'unico consiglio che mi sento di dare è di non fermarsi a bere una birra ghiacciata più di un paio di volte, perché il rischio di ritrovarsi nell'Adige a nuotare si farebbe serio.
Ah sì: nei tratti diritti ed in discesa vi sconsiglio anche di fare come Meg Ryan in City of Angels, perché, se è vero che non rischiate di finire sotto un tir che trasporta legname, né sotto il trenino, la pista è molto battuta dai ciclisti e anche dai pedoni nella buona stagione... Io però l'ho fatto.