mercoledì 29 aprile 2009

Uguale uguale

Secondo il sito MyHeritage io assomiglierei a questi celebri personaggi. A parte il fatto che meno della metà sono nomi a me noti, vorrei sapere in che cosa mi assomigliano, soprattutto i primi tre della lista... ma le percentuali di somiglianza non sono altissime, il che almeno vuol dire che ho un volto poco comune.

Tranquilli, non ho utilizzato l'avatar del blog, ma un'istantanea fatta con la cam. Il che spiega la somiglianza con le facce trasognate dei restanti cinque...

Citazione d'onore per Gios81 che ha segnalato il link.

martedì 28 aprile 2009

L'Ex-Factor

Il fattore Ex è il tarlo nei miei cassetti. Non lo vedo, non lo sento, lo ignoro per mesi, ma ogni tanto non posso fare a meno di scoprire un nuovo piccolo foro, proprio lì, nel bel mezzo della mia serenità.
L'affaire sarebbe stato tanto semplice, avrebbe potuto risolversi in pochi minuti. Son tre giorni ormai che sto blandamente cercando di contattarlo: gli sarebbe bastato rispondere ad un sms o ad almeno una delle due successive telefonate. Ed invece nulla.
Lui tace. Ed io non trovo pace.
Tutto è nato dal desiderio della nostra comune amica Maya di andare a trovarlo.
Ma il suo silenzio, il suo rifiuto di farsi trovare sono diventati una questione personale.
Forse perché ho un pezzetto di coda di paglia. Perché gli nascondo strenuamente questo blog, perché so che non potrei più esprimermi in libertà se avessi il vago sentore che lui (come chiunque mi conosca) mi stesse tenendo d'occhio e soprattutto perché so come reagirebbe se leggesse che in Rete c'è chi parla di lui (nonostante gli pseudonimi, l'assenza di foto personali ed il principio di fondo che un blog, alla fin fine, è un'opera dell'ingegno e non una testata giornalistica).
So come reagirebbe, perciò so bene che il suo silenzio non può essere imputabile alla scoperta del blog. Lo so, ma c'è quel tarlo che rode rode rode...
Perché se poi non è per questo motivo che fugge, allora per quale motivo fugge?
Dov'è? Che fa? Con chi?
Forse quel vecchio dolore alla schiena? S'è deciso o è stato costretto ad un ricovero? Forse sì, ma avrebbe il cellulare con sè...
Forse un viaggio di lavoro, all'estero? All'estero, perché se fosse in territorio italiano non avrebbe motivo di non rispondere...
Forse è rinchiuso in un ascensore da tre giorni senza cibo né telefonino... Uhm sì, vabbè...
Forse che abbia fatto altri piani per il ponte del Primo Maggio e semplicemente non vuole mettermene a conoscenza, non vuole proprio farsi trovare... Sì, sarebbe senz'altro una delle risposte più logiche, conoscendolo... ed invocare la buona educazione di dire semplicemente "no, non posso 'sto weekend" sarebbero parole sprecate.
Se non richiama ci sarà un perché... ma perché non richiama!? Ancora ventiquattr'ore, massimo due giorni, poi chiamo Chi l'ha visto?

lunedì 27 aprile 2009

Immotivato e non demotivato

Certo che nella Rete ci sono blogger che se la tirano tantissimo. Senza motivo.
Ce ne sono altri incazzatissimi. Che magari hanno pure un motivo, ma comunque oscuro a compredersi.
Ma se un motivo ha da essere, almeno sia un motivo del tipo ... 

Marc Quinn a Verona


Tra un mese aprirà a Verona, alla casa di Giulietta, una rassegna delle opere dell'artista inglese Marc Quinn.
In attesa della mostra, che resterà aperta da fine maggio fino a settembre, per le vie della città sono state installate tre grandi sculture. Nell'immagine ne potete vedere una, nella sua reale collocazione: si tratta della figura di Alison Lapper, modella nata con diverse malformazioni (diversamente abile -già l'ho scritto- è un'espressione che detesto: il termine esatto sarebbe focomelica) e ritratta durante la gravidanza.
Un'altra opera ha il volto di Kate Moss, ritratta in una posizione che definire plastica non rende l'idea; Quinn appare ossessionato dal volto della modella sua connazionale: potete farvene un'idea, se non l'avete, digitando marc quinn kate moss in Google-Ricerca immagini.
I vari ritratti della Moss mi lasciano alquanto freddino, a differenza della Alison Lapper pregnant, che peraltro è rimasta esposta in precedenza per due anni a Trafalgar Square, dove già l'avevo vista. Mi colpisce sempre come la bellezza possa convivere a perfezione, andando d'amore e d'accordo, con l'imperfezione.
I miei concittadini invece sono ovviamente divisi in proposito.

sabato 25 aprile 2009

Irene Grandi - LA FINESTRA

(P. Grassi/I. Grandi)

Così ogni volta che
Basterà un rumore, un colore, un odore a farmi ricordare
Che vivere era tutto un altro affare…
Così ogni volta che
Mi imbarcherò in qualche avventura
Pensando di avere una chiave, ma chissà poi per quale serratura…
Così ogni volta che
Camminando sul ghiaccio fragile dei miei pensieri
Io mi ritroverò planando come un gabbiano tra i ricordi di ieri…

Aprirò una finestra sul cielo e punterò il dito
Pensando: l'universo non si ferma per un amore finito
Aprirò una finestra sul cielo con gli occhi puntati
Giusto un po’ più in là dei miei sogni finiti, naufragati…

Così ogni volta che
Basterà una parola, una frase o una battuta storta
Per volere lasciare il mondo fuori dalla porta…
Così ogni volta che
Sovrappensiero, qualcuno si troverà il tuo nome appiccicato
Tra le righe di un discorso mai finito…
Così ogni volta che
Respirando sul filo teso di un’emozione
Io mi ritroverò tremando come una foglia di fine stagione

Aprirò una finestra sul cielo e punterò il dito
Pensando: l'universo non si ferma per un amore finito
Aprirò una finestra sul cielo provando a guardare
Giusto un po’ più in là dei miei sogni finiti a naufragare

Così ogni volta che
Basterà un soffio…




Secondo dei due inediti presenti nella raccolta Irenegrandi.hits (l'altro era il tormentone Bruci la città), questo brano passò quasi inascoltato alle radio come terzo singolo (successivo quindi anche alla cover Sono come tu mi vuoi di Mina).
Secondo me, avrebbe meritato una maggiore promozione ed un maggior successo.

giovedì 23 aprile 2009

Josh, o Josh!

Dedicato a chi trova vagamente inquietante il Josh del post precedente.
Ecco un altro Josh...
Un altro Josh ancora...
Ed ancora uno...
Ce ne sarà almeno uno di vostro gradimento... o perlomeno, uno che non vi metta in soggezione.
(Nell'ordine, dall'alto: Josh Hartnett, Josh Duhamel e Josh Holloway)

martedì 21 aprile 2009

Josh, hai nessun altro da spiare?!

Sì, lo so: qui si rasenta la paranoia...
Ma 'sto tizio che mi scruta fisso dall'angolo dello schermo cercando di convincermi a video-chattare,  mentre sto raccogliendo le idee per scrivere una e-mail, mi disturba oltremodo...

I'd love to

E a proposito di spot, su YouTube ho scovato questo:



Lo trovo simpatico e poi... il ragazzo gay è decisamente appetibile...

Maledetti pubblicitari

L'hanno scovata, maledetti pubblicitari!
L'unica canzone cui non riesco assolutamente a resistere... Arriva a tradimento, durante gli intervalli pubblicitari, e devo lasciare tutto quello che sto facendo, che siano post, i piatti o il bucato, e mettermi a ballare e cantare (o meglio, in tal caso, ammiccare e miagolare).
Giuro, l'unica canzone cui non so dire no...

lunedì 20 aprile 2009

Topopatia

Sono sicuro (tanto da scommettere la testa del mio ex) che nessuno s'è accorto, leggendo tra le righe dell'ultima paginata di post, che questo non è un periodo particolarmente brillante per il mio umore. Ecco, siete certo sobbalzati sulle seggiole nell'apprenderlo così inaspettatamente, ma in effetti il mio umore rasenta dal di sotto il livello dello zerbino...
Certi picchi al ribasso non sono nuovi nella mia storia emotiva, ma il pomeriggio trascorso ieri m'ha tutt'altro che giovato: claustrofobico, contro ogni aspettativa ed ogni intenzione.
Tanto che stamattina non sono letteralmente riuscito ad uscire dal letto, se non dopo aver chiamato in ufficio per comunicare che mi sarei preso una giornata di vacanza.
Ho un paio di inghippi amministrativi da sistemare, un paio di uffici pubblici da visitare. Ma inutile dire che i buoni propositi erano (più o meno consciamente) solo un alibi e son rimasti lì senza ancora una soluzione.
Indolenza ed apatia sono le copertine delle mie ore buie. Ma le pareti di casa oggi mi soffocavano.
E nonostante il cielo minacciasse di spaccarsi in due da un momento all'altro e di far cadere secchiate e secchiate d'acqua, sono sgattaiolato fuori ed ho cominciato la fuga. Un po' come Forrest Gump in quel punto del film in cui comincia a correre e correre da una costa all'altra dell'America, senza un motivo apparente.
E metro dopo metro, passo dopo passo, i piedi non si fermavano. Trottavo via tanto velocemente quanto velocemente scorrevano i pensieri. E lungo le strade, vicolo dopo vicolo, la mia mente partoriva il post più nero e buio. Sapendo poi benissimo che mai sarei riuscito a riportarlo per iscritto e a postarlo.
Ma a furia di andare ed andare ed andare, mentre lasciavo scorrere via i pensieri, eccomi lì, a quella che era l'inconscia destinazione del mio vagabondaggio.
Eccomi lì, senza più brutti pensieri, anzi: senza più pensieri. Con un sorriso che sentivo nascermi sulle labbra. Eccomi lì, senza più quella sensazione di essere un pesce fuor d'acqua.
Ed ho realizzato di essere topopatico.
Sia ben inteso: la topopatia non è l'avversione per i ratti, tantomeno la telepatia tra criceti (vedi Hamtaro e soci).
Topopatia è da intendersi come commistione di topografia e meteoropatia. Nel senso che esiste un luogo in cui sto bene a prescindere, punto.
Da anni ormai, fin dai tempi dell'Università, so che c'è un solo posto al mondo cui mi sento di appartenere e che c'è un solo posto al mondo che mi appartiene. Un posto che, appena raggiunto, mi riconcilia con me stesso.
Un posto in cui S., Edgar ed EdgarVirtuale si ricongiungono senza litigare e prevaricarsi l'un l'altro.
Precisamente, queste sono le coordinate: +45° 26' 17.37" Nord, +10° 59' 37.47" Est.

sabato 18 aprile 2009

"Hai mangiato il tuo riso?" "Bene, grazie, e tu?"

Il riso è fondamentale nella alimentazione dei Cinesi da più di 4000 anni, tanto che quando i Cinesi si incontrano si salutano con la domanda retorica: "Hai mangiato il tuo riso?" che in Europa è l'equivalente di: "Come stai?"
Grazie al mio vizio di leggere tutto quanto mi capiti sotto gli occhi, ivi compresi i commenti sulla busta del riso alla cantonese liofilizzato, ho imparato qualcosa di nuovo. Ed insieme alla scoperta che It's oh so quiet è una cover, questa è la seconda buona nozione imparata oggi...
Due nuove scoperte in una sola giornata che si prospettava talmente inutile e vuota che l'unico motivo per cui ho infilato i pantaloni, oggi nel primo pomeriggio, è stato per affacciarmi sulla tromba delle scale per vedere se il postino aveva recapitato qualcosa. Indi poscia, divano musica ed internet.
Ma la giornata non è ancora finita, e non c'è due senza tre.

Björk - IT'S OH SO QUIET

(testo di B. Reisfeld, orig. tedesco di E. Medler/musica di H. Lang)

It's oh so quiet, it's oh so still
You're all alone and so peaceful until...

You fall in love,
zing boom!
The sky up above, zing boom!
Is caving in, wow bam!
You've never been so nuts about a guy
You wanna laugh, you wanna cry
You cross your heart and hope to die

'Til it's over and then it's nice and quiet
But soon again starts another big riot

You blow a fuse, zing boom!
The devil cuts loose, zing boom!
So what's the use, wow bam!
Of falling in love

It's oh so quiet, it's oh so still
You're all alone and so peaceful until...

You ring the bell, bim bam!
You shout and you yell, hi ho ho!
You broke the spell
Gee, this is swell you almost have a fit
This guy is gorge and I got hit
There's no mistake 'cause this is it

The sky caves in, the devil cuts loose
You blow, blow, blow, blow, blow your fuse
When you've fallen in love





Ogni tanto le canzoni (come gli amori di Venditti) fanno dei giri strani e ritornano nelle nostre vite, acquisendo nuovi significati ed incollandosi a nuove sensazioni o a nuovi ricordi.
Björk (capace di vocalizzi impossibili come quello al minuto 1:49 di questo video) mi ha sempre affascinato, forse più per le sembianze elfiche e l'originalità artistica piuttosto che per le sue canzoni. E la grande trovata artistica di questa canzone sta nell'alternare sussurri a grida, esattamente come succede nelle faccende di cuore. Tuttavia solo oggi, tramite YouTube, ho scoperto che quella che io consideravo come una delle più grandi invenzioni musicali degli anni Novanta ed il capolavoro assoluto di quest'artista islandese, in realtà è una cover di una canzone degli anni Cinquanta, a sua volta versione di un'originale in lingua tedesca.
Qui trovate il video ufficiale (altra vera piccola grande genialata) e qui la versione più datata (con il titolo Blow the fuse), interpretata dalla cantante ed attrice Betty Hutton (1921-2007, protagonista femminile di un classico del cinema, Il più grande spettacolo del mondo di DeMille, con Charlton Heston, James Stewart e Dorothy Lamour).
Ma spero apprezzerete anche la versione live corredata dalla mascolinissima coreografia...

giovedì 16 aprile 2009

E tra poco avrò quarant'anni!

Questo post è ispirato da questo e con affetto dedicato a LaVecchiaMarple.



Tratto da uno dei miei film preferiti, il già citato Harry ti presento Sally, qualcuno potrebbe cogliervi (dietro questo preciso suggerimento) qualche parallelo con un mio post di poco precedente (con il relativo commento proprio di LVM che qui ringrazio).
Il parallelo è rafforzato dal fatto che in questo momento la mia capigliatura è precisa precisa a quella di Meg Ryan...

domenica 12 aprile 2009

Scacciamalinconia: Mina - Lo faresti

Qualcuno pensa un poco a me (...?)

Succede così tutte le feste comandate: appena le tavole si sparecchiano, i convitati si congedano ed io me ne ritorno a casa, mi ritrovo in compagnia della mia amica Malinconia... e ne farei anche a meno...

giovedì 9 aprile 2009



Alessandra è tra le vittime del sisma in Abruzzo.

martedì 7 aprile 2009

In tutta Sincerità [AdoOOOoro!]

Santa Pazienza

Ore 14.35. Squilla il telefono.
Cliente: “Pronto, buongiorno. Sono il Cliente. Cercavo il signor L.”
Edgar: “Buongiorno. Il collega è fuori per un corso d’aggiornamento, ma dovrebbe rientrare tra un‘ora…”
Cliente: “Ho capito, d’accordo. Allora richiamo tra un’oretta.”
Edgar: “Bene, buona giornata.”

Ore 15.15. Squilla di nuovo il telefono.
Cliente: “Pronto? Sono il Cliente. Cercavo il signor L.”
Edgar: “Di nuovo buongiorno. Il collega è ancora fuori, rientrerà in mezz’ora al massimo.”
Cliente: “Ma ho chiamato prima e mi ha detto la stessa cosa…”
Edgar: “Le avevo detto che sarebbero rientrato in un’ora e l’ora non è ancor passata. Vuole che la faccia richiamare appena rientra?”
Cliente: “Sì certo, gli dica di chiamarmi.”
Edgar: “Bene, buona giornata.”

Ore 15.35. Squilla ancora il telefono.
Cliente: “Pronto, sono ancora il Cliente. Il Signor L…?”
EdgarVirtuale: “Eccheccazzo. Avevo detto che ti richiamava lui, rompipalle!”
Edgar: “Buongiorno. Il collega sarà qui a momenti. La faccio richiamare appena lo vedo.”
Cliente: “Sì, ma è già la terza volta che chiamo….”
EdgarVirtuale: “Lo so, rimbambito! Ma se imparassi a leggere l'ora?!”
Edgar: “Sì, ho presente. Le assicuro che Lei sarà il primo ad essere richiamato.”
Cliente: “No, lasci stare. Lo chiamo io tra cinque minuti.”

Ore 15.40. L. rientra in ufficio. Riferisco il messaggio ed archivio mentalmente la questione.

Ore 17.35 (notare che l’ufficio ufficialmente chiude alle 17.30 e che alle 17.32 non c’è già più nessun altro oltre Edgar). Squilla il telefono.
Cliente: “Il signor L…?”
Stranamente cade la linea. Il telefono squilla di nuovo. A vuoto.

Lo spauracchio dei ragazzini

Oggi sono uscito all'una da casa per andare al lavoro. La giornata è calda ed una bella passeggiata è un piacere.
L'una, si sa, è più o meno l'ora in cui i ragazzini tornano da scuola.
Mentre passo accanto al cancelletto d'ingresso di un condominio, sento dal citofono la voce gracchiante di qualcuno che chiede invano: "Sì? Chi è?" ed immediatamente collego lo strano caso a qualcosa accaduto pochi istanti prima e che il mio occhio aveva registrato senza darvi, giustamente, alcun peso: il ragazzino che camminava pochi metri avanti a me, con uno scatto improvviso aveva attraversato la strada.
Due più due e capisco: i ragazzetti di oggi, come quelli dei tempi miei, si divertono un mondo a suonare i citofoni e scappare. In effetti, il giovine ha l'aria del classico bulletto sfigato e grassoccio di prima media che, magari vessato dai professori o dai compagni più grandi dell'ultimo anno, si sfoga con ritorsioni su quelli fisicamente più piccoli e con dispetti stupidi, ed in fondo innocui, come quello del citofono. Li conosco, questi bulletti.
E mi accorgo anche che, da dietro una spalla, mi sta tenendo d'occhio. Capisco in un attimo che ha paura di essere stato colto in fallo.
Ed attraverso la strada anch'io, lo raggiungo sull'altro marciapiede. Tutti i giorni attraverso la strada in quello stesso punto, ma lui non lo sa.
Modulo la velocità del mio passo sul suo e gli resto costantemente tre metri dietro. Ed ogni due passi lui volge appena il capo e mi guarda e misura la distanza che ci separa.
Provo ad accelerare di poco, e subito anche lui allunga il passo.
Svolta dietro la siepe alla fine della strada e lo sento scattare di corsa.
Arrivo all'angolo e getto l'occhio. Dapprima non lo vedo, ma è impossibile che sia corso via tanto velocemente.
Ed infatti, mentre attraverso la strada per proseguire sul mio cammino, lo vedo mezzo nascosto nell'ingresso del suo condominio: ha suonato il citofono per farsi aprire la porta da mamma; mi guarda ed aspetta impaziente che la porta faccia clic per gettarsi dentro nell'androne. Ecco, è salvo.
Ed io me la rido sotto i baffi che non ho.

lunedì 6 aprile 2009

L'Aquila, oggi



L'Associazione Arci ha aperto un conto corrente presso Banca Etica per creare un fondo per far fronte, in qualche modo, all'emergenza: IBAN - IT 32  K 05018 03200 000000128000
Intestato a: Associazione Arci - Emergenza Terremoto Abruzzo, Via di Pietralata 16 - 00157 Roma

giovedì 2 aprile 2009

E se sto così sarà la primavera...

La Primavera già era arrivata in discreto ritardo, s'è affacciata per regalare fiori e profumi, ma da qualche giorno dev'essersi nuovamente addormentata in qualche comodo giaciglio nel fondo più fondo di qualche boschetto, lasciandoci tutti zuppi sotto gli elementi.
Sarà colpa sua, o sarà colpa del ritorno all'ora legale, che mi lascia più d'un'ora a girarmi e rigirarmi tra le lenzuola ogni sera, ad attendere che le palpebre cadano, le stesse palpebre che la mattina poi non vogliono aprirsi al suono della sveglia e non reggono la luce al levarsi delle tapparelle.
Sarà quel che sarà, ma il mio ormone se ne sta ancora bello bello in letargo.
Qualche sussulto me lo provoca, ma quasi esclusivamente quando incrocio il solito patito dello jogging, pure lui uscito con le giornate di sole da chissà quale tana. Ed all'incrocio di sguardi, che non riesco a reggere, mi ritrovo, per qualche breve attimo, felice a fantasticare di raptus amorosi tra le fratte dei giardinetti.
Ma a parte questi istanti fugaci, le voglie latitano, lo constato con un certo rammarico.
Ed anche mentre mi giro e rigiro nel letto e ci rifletto un po' su, mi accorgo che la sola possibilità di ritrovarmi (in un futuro prossimo lontano) coinvolto in una nuova relazione, è fonte d'ansia e non è più un sogno che mi culla.
No, non saprei affrontare un rapporto, non ne ho la voglia, ne ho quasi paura.

Ma è primavera, le stagioni non sono più quelle d'una volta e domani, magari, cambio idea.

Singin' in the rain


Chi pensa che l'acqua alta sia una prerogativa di Venezia, non è mai stato a Verona dopo due giorni di pioggia.
Non si capisce come, ma una città che s'è dotata di altissimi e possenti bastioni per evitare le esondazioni del fiume che l'attraversa, finisce comunque allagata dopo ventiquattr'ore di pioggerellina fina fina o dopo due ore di pesanti scrosci.
Per tornare quindi a casa tranquillo al prossimo diluvio, e non zuppo come è successo oggi, sceglierò tra una delle due paia di stivaloni di gomma qui accanto, quale infilare nell'ultimo cassetto della scrivania in ufficio.