domenica 29 giugno 2008

Pacifico - LE MIE PAROLE

(testo e musiche di G.DeCrescenzo "Pacifico")

Le mie parole sono sassi
Precisi aguzzi pronti da scagliare
Su facce vulnerabili e indifese
Sono nuvole sospese
Gonfie di sottintesi
Che accendono negli occhi infinite attese
Sono gocce preziose indimenticate
A lungo spasimate e poi centellinate
Sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare

Sono lampi dentro un pozzo, cupo e abbandonato
Un viso sordo e muto che l’amore ha illuminato
Sono foglie cadute
Promesse dovute
Che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
Sono note stonate
Sul foglio capitate per sbaglio
Tracciate e poi dimenticate
Le parole che ho detto oppure ho creduto di dire
Lo ammetto

Strette tra i denti
Passate, ricorrenti
Inaspettate, sentite o sognate…

Le mie parole son capriole
Palle di neve al sole
Razzi incandescenti prima di scoppiare
Sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
Piccoli divieti a cui disubbidire
Sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
Che non mi riesce di spiegare
Fanno come gli pare
Si perdono al buio per poi ritornare

Sono notti interminate, scoppi di risate
Facce sovraesposte per il troppo sole
Sono questo le parole
Dolci o rancorose
Piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
Un bacio a testa prima del sonno
Un altro prima di partire
Le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire

Strette tra i denti
Risparmiano i presenti
Immaginate, sentite o sognate
Spade, fendenti
Al buio sospirate, perdonate
Da un palmo soffiate...


Non posso barare, del cantautore Pacifico non posso dire granché: ha scritto e cantato delle belle canzoni, che però conosco solo attraverso YouTube, con l'eccezione di questa, Le mie parole, che Samuele Bersani ha inciso ed inserito a chiusura dell'album Che vita! - Il meglio di S.B.
Complimenti a Pacifico, molto belle le sue parole...

Meetic...

Io non ho parole nuove... non ho parole mai...

giovedì 26 giugno 2008

Trova le differenze

Fin da piccolo impazzivo, e tuttora vado matto, per quei giochetti tipo "unisci i puntini da 1 a 69" oppure "annerisci gli spazi con i punti neri"... Vedere comparire le immagini piano piano, tratto dopo tratto, lasciandomi il tempo di indovinare quale intuizione sto contribuendo a relizzare, mi fa uscire di testa - sempre per il discorso che l'attesa di qualcosa è per me parte integrante di quel qualcosa.
Invece non sono mai stato bravo nel gioco delle differenze; il colpo d'occhio non è una mia dote innata. Perciò, quando mi hanno proposto questo quiz, sono andato in crisi.
All'inizio ho avuto un sacco di difficoltà ad individuare la benché minima differenza tra queste due immagini del "prima" e del "dopo" di questa signorina, indicata nella didascalia come "Maria Rosaria Carfagna, in arte Mara" - 'prima' e 'dopo' cosa?? mi sono chiesto... e soprattutto, quale sarà mai l'arte di questa simpatica signorinella??? Ignoro...
Commenti fuori tema a parte... osservando con estrema attenzione le due immagini, ho individuato le seguenti differenze:
- il taglio dei capelli (strano che, in quanto gay e quindi portato per definizione all'esibizionismo, non mi sia accorto subito che nella versione 'prima' la sig.na Maria Rosaria appariva con un look appena appena un poco più appariscente, e quindi più vicino al mio...)
- il colore dell'abito (che, 'prima' color carne, 'dopo' è stato colorato con i pastelli...)
- l'alzata di gomito (ridotta dai circa 150° ai 90°)
- la scopa infilata su per il q-lo (nascosta veramente bene, ma sono sicurissimo che ci sta, dato che la schiena risulta tanto raddrizzata, da deviata verso sinistra a perfettamente retta...)
- gli occhi pallati (...ma non sono sicuro che valga come differenza, in quanto probabilmente è una conseguenza diretta del punto precedente...)
Qualcuno ne trova altre...?

martedì 24 giugno 2008

Mr. Indice


Se Chris Evans risveglia con uno schiocco di dita i miei istinti primordiali, Hugh Jackman è l'uomo che desta il mio lato romantico...
Cosa non darei per passeggiare con lui su una spiaggia, sorseggiare con lui qualcosa d'alcolico conversando amabilmente di cinema, musica ed Australia, per poi tuffarsi nell'oceano e giocare d'acqua, finché non cala il tramonto e si fa (ahimé) l'ora di rientrare in albergo, cenare velocemente e quindi salire in camera a"sdraiarsi"...
Sospiro...
Lo so, sono solo sciocche fantasie... ma cosa sarebbe la vita reale senza un pizzico di sogno...?
Hugh Jackman è un attore australiano, non ancora quarantenne, giunto un po' tardi alla ribalta per aver interpretato (proprio come Chris) un ruvido supereroe, il Wolverine della saga di X-Men. Accanto a Meg Ryan - che io veneravo come una dea prima che si deturpasse il viso gonfiandosi le labbra - recita nel romantico Kate & Leopold, dove si cala nei panni di un gentiluomo ottocentesco catapultato nell'odierna New York, mentre per Woody Allen interpreta l'ambiguo protagonista di Scoop (oddio, la scena in piscina... sospiro...). Ma Hugh è anche doppiatore di film d'animazione (Giù per il tubo e Happy Feet) ed attore di musical a teatro, tanto bravo da meritarsi un Tony Award in un ruolo gay.
Ma, interpretazione a parte, Hugh è sposatissimo. Con una donna.
Quello che adoro di lui (aspetto fisico a parte) è saperlo un personaggio spiritoso ed autoironico: lo si legge in ogni sua nota biografica, e francamente non stento a crederlo... Il suo sorriso è un'arma letale...
Ehm... vabbè, ecco altre due sue immagini, con un po' di carne al sole...

Altro che Ricchi&Poveri...


Eccomi qua, tanto eccitato dalla notizia che non so da che parte cominciare il post. La mia anima gaya è in pieno subbuglio, le mie gambe tremano, le ginocchia scendono (twist twist!): non è colpa dell'amore, ma della musica. (Musica musica...)
Ancora non c'è nulla di definitivo, ma Ornella Vanoni è al lavoro per incidere un nuovo album. La Vanoni...??? Mi sembra già di sentire sussurri e mormorii a destra e a manca, ma a me la voce di Ornella piace eccome, talmente unica ed inconfondibile, come mi piace il gusto dell'artista nello scegliersi i pezzi. L'anno scorso ho acquistato, dietro suggerimento di uno che se ne intende, il suo ultimo album di inediti, Una bellissima ragazza, ed è stata una scoperta piacevolissima: uno di quei cd che è rimasto a girare nel lettore della mia autoradio per settimane e settimane e settimane... ed all'epoca in auto ci passavo molto più tempo di oggi - per inciso, oggi sono andato al lavoro in bici (troppa afa per una passeggiata sull'asfalto alle sei del pomeriggio, nella città che oggi è ufficialmente la più calda d'Italia) ed era dal liceo che non salivo su una bici...
Ma per tornare ad Ornella, la notizia che mi fa "uscire dai peli" è che il nuovo album sarà una raccolta di duetti inediti: tra gli artisti previsti NIENTEPOPODIMENOCHE:
- Gino Paoli ("Embè, e la novità...???)
- Mina ("Ohhhhh" di stupore...)
- Carmen Consoli ("'Azzo!!!")
- Claudio Baglioni ("Pure!? Ma dai, non è possibile...")
- Irene Grandi ("Mi alzo per fare la ola!")
- Fiorella Mannoia ("Eddai, non esageriamo. E poi...?")
- Jovanotti ("Beh insomma... non è che mi dispiaccia neanche lui")
- Gianni Morandi e Lucio Dalla ("Sì vabbé, questi duettano con chiunque respiri...")
Manca solo Samuele Bersani per fare "tombola".
Vivrò nell'attesa di quest'uscita. E - chi mi conosce lo sa - l'attesa di un dono a me piace tanto quanto il dono in sé.

domenica 22 giugno 2008

La terra rossa di Tara

È l’alba. Non tira un refolo di vento...
La mia figura si staglia nera contro un immenso cielo tra il grigio, il rosso e l'oro...
Avanzo lentamente per portarmi al centro della scena. Avanzo con fatica, la testa china, le spalle curve... ed a ogni passo, gocce e gocce di sudore cadono dalla mia fronte e dalle punte dei miei biondi capelli (ma essendo in controluce, nessuno può distinguere se le mie chiome siano chiare o scure...).
In un angolo della scena, un palazzo in stile neoclassico, frontone e colonnato: potrebbe essere Palazzo Barbieri, ma somiglia di più alla residenza degli Ewing a Southfork prima del grande incendio.
Non ci penso più di tanto, ho altro in mente. Mi tolgo dal capo il cappello di paglia a larghe tese e lo scaglio a terra; con la stessa irruenza, mi sfilo il lungo vestito dal capo e resto ignudo con addosso solo i mutandoni fin sotto il ginocchio.
All'improvviso, una lattina di Coca Light schiacciata per terra attira la mia attenzione: mi ci fiondo sopra, in ginocchio, l'afferro e la porto alle labbra; la stringo, la strizzo per stillarne qualsiasi goccia sia rimasta... invano!
Il mio corpo è scosso di rabbia e frustazione. Mi rimetto in piedi, alzando la testa ed il pugno verso il cielo. La gola è secca e la bocca impastata, ma riesco ad articolare le parole che sento affiorarmi alle labbra.
"Giuro davanti a Dio - e Dio m’è testimonio - che supererò questo momento e che non soffrirò mai più il caldo... dovessi mentire, ingannare, uccidere o rinunciare al mio notebook. Lo giuro davanti a Dio!"
A sottolineare le parole, parte la colonna sonora, che si fa maestosa appena termino la mia battuta madre.
Talmente forte e maestosa che mi sveglio di soprassalto e mi ritrovo sul divano blu di casa mia.
Era solo un sogno...
Ma il caldo ed il sudore sono reali, appiccicati addosso.
Ma va bene tutto... era solo un sogno e graziadio non sta cominciando un'altra puntata di PortaAPorta...

sabato 21 giugno 2008

Skunk Anansie - BRAZEN (WEEP)

(testo e musica di Skin-L. Arran)

I called you 'brazen'
Called you 'whore' right to your face
And watched you silently

And publicly disgraced
I didn’t notice when you
Strengthened like a vice
That you were trembling
And burned beneath the ice

Why don’t you weep

When I hurt you?
Why don’t you weep

When I cut you?
You don’t bleed

And the anger builds up inside

You said a prayer

And I betrayed you with a kiss
I never realized

That all had come to this
So keep your dignity

Don’t throw it all to waste
Stronger feelings

Than you’ve ever learned to face

Ero pazzo per gli Skunk Anansie, ero convinto sarebbero diventati la più grande rock band della storia. I loro pezzi mi sono entrati nel Dna modificandolo... perciò inimmaginabile il mio disorientamento quando seppi del loro scioglimento.
Vero è che la carismatica leader, Deborah Dyer alias Skin, continua tuttora la sua carriera da solista; verissimo che i pezzi che ho nel cuore sono quelli firmati da lei e da Len Arran, come Brazen, Hedonism, Twisted, e poi ancora You'll follow me down, Secretly, Cheap honesty e che la loro collaborazione è continuata negli album da solista... Ma non è più la stessa cosa...
La mia sensazione è che a Skin, rimasta sol(ist)a, sia venuta a mancare la rabbia. Ed era forse proprio la rabbia l'elemento della loro musica che più mi aveva colpito.
Brazen, ad esempio, ha un testo piuttosto forte. Parla di un rapporto ai limiti del sado-masochismo, infilandosi nei panni (di lattice) del 'dominatore'. Nei quali io non provo nemmeno ad infilarmi, anzi al contrario, talvolta mi identifico nell'ipotetica destinataria di queste liriche...
Però adoro cantare questa canzone, in macchina quando nessuno mi sente. Adoro recitare sussurrando le strofe e poi sgolarmi nel ritornello. Certo, non ho la voce di Skin, infatti ho precisato che mi esibisco esclusivamente in privato.
L'album Stoosh, il secondo degli Skunk Anansie, è il mio album "per gli sfoghi di rabbia". Quando dentro mi sento un vulcano sul punto di esplodere, ascolto Stoosh. E da stromboliana, la mia erUzione diventa hawaiana: meno violenza e meno morti.
E con questa metafora spero di attirare le attenzioni di un dolce ed affascinante geologo...


Avevo completamente rimosso questo videoclip dalla mia memoria finché non l'ho trovato su YouTube. Agghiacciante... ma Brazen resta una Signora Canzone...

mercoledì 18 giugno 2008

Mr. Pollice

La mia libido in questo periodo è meno attiva di quella di un topo muschiato in letargo... Invero non sono sicurissimo che i topi muschiati cadano in letargo, ma se odorassi di muschio tutti i giorni dell'anno, cercherei senz'altro di passarne la maggior parte dormendo...
Comunque - senza troppo divagare - ammetto che esistono ancora degli esemplari del genere umano, la cui immagine riesce ad accendermi di desiderio. Si contano sulle dita di una mano, ma esistono...
Ed il n#1, quello che mi attizza più di chiunque altro al mondo, oggi come oggi, è lui: l'Uomo Torcia, alias il 27enne attore americano Chris Evans.
La prima foto è tratta proprio dal film I Fantastici Quattro, direi proprio che è la scena più hot del film... quella che vale l'intero film: i nostri eroi scoprono di possedere dei superpoteri... e Chris scopre di poter accendere di desiderio milioni e milioni di fan (donne e gay) all over the world. Tanto che la scena di lui con addosso solo un asciugamano viene bissata anche nel seguito del film, I Fantastici Quattro e Silver Surfer.
L'altra foto è di qualche tempo prima: corredava un articolo che avevo letto in rete e che annunciava la scrittura del semisconosciuto Evans per la parte dell'Uomo Torcia. Presone atto, ho diligentemente appuntato in agenda che dovevo assolutamente vedere il film.
Prima di diventare uno degli attori più hot in circolazione, Chris ha esibito il proprio corpo e (cosa che mi accende ancor di più) la propria ironia, nel film demenziale Non è un'altra stupida commedia americana e nel thriller/action Cellular, che ho rivisto con piacere in Tv proprio qualche giorno fa...

martedì 17 giugno 2008

Che colpa ne ho...

...se il cuore è uno zingaro... ed il cervello asimmetrico...?

domenica 15 giugno 2008

Fiori d'arancio

Procediamo in ordine cronologico.
Memore di un post letto recentemente sul blog della Selvaggia Lucarelli, venerdì sera mi sono collegato a YouTube, ho digitato "nodo alla cravatta" e, grazie ad un filmato croato - quindi, apprendendo direttamente dai discendenti dell'inventore - ho annodato il mio primo nodo di cravatta attorno al collo.
Splendido. Una giornata epocale... Ma non è che il prologo.
Sabato mattina sveglia alle 8 e, mentre faccio colazione, scopro che stanno dando in Tv alcuni episodi dello spin-off di Friends, quello con Matt LeBlanc unico protagonista superstite. Resto incantato davanti allo schermo come un bambino cui venga raccontata la sua favola preferita. Certo, Friends è un'altra cosa, questo telefilm vale un sesto dell'altro, ma ha il potere di farmi giungere alle 9 ancora in mutande.
Mi desto all'improvviso e mi ricordo perché ho puntato la sveglia di sabato. E non si tratta di andare in Posta. Mi resta solo mezz'ora per fare la doccia, vestirmi di tutto punto ed infilarmi in auto. Il mio tabellino di marcia è rovinato fin da subito: mi sento come Hugh Grant in Quattro matrimoni ed un funerale, con la differenza che la sveglia ha suonato; son io che funziono malamente...
Esco di casa ed inspiegabilmente, per strada, trovo il traffico dell'ora di punta del lunedì mattina. Non me ne capacito ed impiego più di mezz'ora per raggiungere il lago. Quando arrivo, nessuno degna di un'occhiata il mio bel nodo di cravatta, nessuno fa caso che non ho dovuto chiedere a Papà di finire di vestirmi. Sono tutti immusoniti per i miei dieci minuti di ritardo.
M'immusonisco di riflesso, perché né Mamma né Papà negli ultimi tre giorni s'erano presi la briga di telefonarmi per avvisare che Zio6 e Zia2 con il marito Zio2.a ci avrebbero fatto da guida per il viaggio in auto fino all'AmenaCittadinaSulFiume dove la Cugina1.3 (cui d'ora in avanti per comodità farò riferimento come "la Sposa") ha scelto di celebrare le proprie nozze. Quindi i musi lunghi ad accogliermi sono almeno cinque. Ma io tra l'altro ancora non lo so, perché solo dopo il primo chilometro di viaggio, la mia fantastica mamma mi dice di rallentare ed accostare per lasciar passare l'auto di Zio6 con gli altri a bordo, perché ci faccia da battistrada. Sempre puntuale e precisa la mammina, che in effetti è nota in tutta la mia grande famiglia - chiamata anche tribù dei MusiLunghi - con il nome indiano di LImportanteèCheLoSoIo ESeVoiNonLoSapeteNonèProblemaMio. Comunque nessuno mi porterà più il muso quando un'ora pià tardi - passate già le 11, ora d'inizio della celebrazione - le nostre due auto staranno ancora vagando invano ai bordi dell'AmenaCittadinaSulFiume, incapaci di raggiungere il campanile che si vede distintamente alla nostra destra, poi alla nostra sinistra... alle nostre spalle... alla nostra destra... di nuovo alla nostra sinistra...
Fanculizzando lo Zio6 (il cui nome indiano potrebbe essere SonoLUnicoDellaMiaGenerazioneCheHaFattoLeScuoleMedie PerCuiNessunoNeSa+DiMe), mi porto alla testa della piccola carovana e, memore del Principio del Labirinto per cui, svoltando sempre a destra, prima o poi si guadagna l'uscita - o qualcosa del genere, ma comunque così ha funzionato - raggiungiamo la piazzetta ai piedi del campanile ed entriamo in chiesa in tempo per l'omelia del celebrante. Il quale celebrante - chiamato anche prete per comodità - dopo aver fanculizzato (ma con garbo) i fotografi, i cui spostamenti continui lungo le navate gli confondevano le parole ed i pensieri, faticava non poco a condurre in porto il suo bel discorso con il simpatico accento romagnolo e con la bocca impastata, lasciando i presenti nel dubbio che a confondere pensieri e parole fossero piuttosto salame e lambrusco, che doveva essersi fatto a colazione.
Intanto io mi guardo attorno, focalizzando le presenze ed i forfait. La mia divina Sorella ed il marito non ci sono: hanno altri due matrimoni cui presenziare contemporaneamente (del resto giugno, si sa, è il mese delle spose e, se una sposa vuole che tutti gli invitati siano presenti, può sempre scegliere di sposarsi a novembre). Delle tre figlie di Zio6, ora le uniche tre zitelle superstiti nella tribù, è presente solo Cugina6.2, in quanto Cugina6.1 è scesa al sud con la madre Zia6.a per una cresima, mentre Cugina6.3 è indisposta o qualcosa del genere: sapete, una di quelle scuse che le ragazze a scuola tiravano in ballo quando non avevano voglia di mettersi i calzoncini e giocare a pallavolo in palestra, ed il professore d'educazione fisica scuoteva la testa ed alzava il sopracciglio con rassegnazione.
Comunque, per tagliarla corta, gli zii della Sposa ci sono tutti, manca una buona parte dei cugini, ma ci sono un sacco di prozii e di cugini in seconda. A far numero comunque, sarebbe bastata la famiglia ristretta della Sposa, che ha due sorelle più grandi entrambe sposate da tempo immemore: la più anziana, la leggendaria primigenia Cugina1.1, è addirittura nonna di tre nipotini - da cui si può evincere facilmente perché il precedente nome indiano della Sposa, fino al giorno innanzi, era "TardonaSenza+SperanzaDiBiancoVestire".
E mentre mi guardo attorno, trovo già un buon motivo per cui sono valse la levataccia sabatina ed il ricongiungimento familiare: uno dei fotografi è un figo da spavento, trentenne, capello nero, carnagione scura, orecchino ad entrambi gli orecchi e pantalone con cavallo alle ginocchia, che in genere mi fa tanto ridere ma addosso a lui era da monumento. Peccato che lui sia troppo occupato per notarmi, ma io l'ho notato (c###o se l'ho notato!).
Intanto, scambio degli anelli, promesse, blablabla, lancio del riso, lancio del bouquet (cui personalmente non avevo mai assistito dal vivo; credevo fosse un'usanza esclusivamente cinematografica)... Di nuovo in auto verso il ristorante, e stavolta guido io la carovana.
Pranzo... la Sposa ha assegnato i posti a tavola perciò - cosa in cui mai avrei osato sperare - mi smarco di Mamma e Papà e di tutti gli Zii in un colpo e prendo posto alla tavola dei Cugini. E tra loro sono un mito perché, a parte la già citata Cugina6.2, i presenti sono tutti già sposati (con prole affidata a qualche baby-sitter per un giorno) e soprattutto perché io sono l'unico che ha lasciato la casa dei genitori da scapolo. Ed ora che ho trent'anni e qualcosa della vita e del mondo la conosco anch'io, è finalmente piacevole stare in loro compagnia, rinverdire il passato e parlare di progetti e prospettive.
Arriva il break pomeridiano ed io, a dispetto di ogni mia più rosea aspettativa, non ho ancora alcuna voglia di fuggire. Gli invitati si riversano fuori dal ristorante, collocato in un borgo pittoresco che attira visitatori e sposini anche da lontano; e mentre i nostri sposi posano per l'album - e fa la sua ricomparsa il magnifico fotografo - gli ospiti si deliziano in una passeggiata tra mulini e canali. A deliziarsi saranno poi solo i Cugini, dato che gli Zii hanno tutti problemi di circolazione, menischi stracciati, ginocchia bioniche e bastoni...
Si rientra per la cena, che fila via liscia come il brodo di tartaruga che non c'è stato servito; ed alle 21 i convitati vengono cacciati dai tavoli e deportati nella sala da ballo interrata, dove (finalmente!) la famiglia dei MusiLunghi ritrova la propria anima kitsch, che era tanto mancata alle nozze della divina Sorella e sembrava sul punto di essere assente anche da quest'occasione.
E così via ai pettegolezzi ("la Sposa e lo Sposo, poverini, si sono conosciuti via Internet... sennò sai quando trovavano qualcuno...!"); all'esibizione di ballo romagnolo del gruppo minorile del NipoteDellaSposa, alias FiglioDiCugina1.2.1; e poi via libera alla serata danzante, con la vocalist che "finalmente!" - esclama lei - ci regala prima un interminabile medley dei Ricchi&Poveri e quindi il sospirato medley di samba-da-trenino.
Che splendida serata... che si conclude qui perché Mamma è stufa orba e vuol essere riaccompagnata a casa.
Per fortuna ho fatto sparire la multa per divieto di sosta dal cristallo prima che Mamma o Papà la potessero vedere, altrimenti sai che bel viaggio condito di mugugni e macumbe...

giovedì 12 giugno 2008

Non aprite quella porta

Nel mio appartamento c'è il videocitofono.
Ovviamente, in tutti gli appartamenti del mio condominio c'è un videocitofono, ma il mio ha qualcosa in più.
Il videocitofono è uno di quei gadget utilissimi per noi "orsi" che potremmo non essere dell'umore giusto per ricevere visite inaspettate: si dà una sbirciata all'autoproclamatosi ospite e, se non è proprio graditissimo, si può fingere di non essere in casa senza che da fuori alcuno possa notare strani movimenti dietro le finestre.
Ma quello che il mio appartamento ha in più rispetto agli altri è un videocitofono piazzato esattamente di fronte alla porta a finestra piazzata esattamente di fronte al cancello dal quale l'ipotetico ospite indesiderato mi sta videocitofonando, solo tre metri più su. Ed a meno che non sia domenica mattina ed io non fossi a letto fino allo sgradevolissimo richiamo sonoro, state pur certi che quella porta a finestra è aperta per un sano ricambio d'aria. Perciò, mentre io mi spio l'ospite inatteso attraverso l'occhio della telecamera, l'ospite inatteso sta senz'altro spiando me dal vivo. Che faccio, non gli apro...?

martedì 10 giugno 2008

Verde d'indivia

Cercavo nel web un'immagine per illustrare un post sull'invidia... ed ho trovato questa. Questa è l'"insalata invidia", che pare sia un prodotto tipico dell'agricoltura vicentina; pensavo si chiamasse "indivia", ma ora resterò a lungo a crogiolarmi nel dubbio della mia ignoranza. Un altro buon motivo per odiare l'insalata...
Ma, a proposito d'invidia... Come posso fare - mi chiedo - ad avere dei lettori per il mio blog? Cosa mi manca? (...cosa non ho? cos'è che inseguo se non lo so...?)
Perché dopo più di due settimane ho solo un commento ai miei post? Mi manca la verve? Devo farmi maggiore pubblicità in giro per i blog degli altri?
Giusto perché mi piacerebbe avere un ritorno, un confronto, uno scambio d'opinioni... Ho un ego fragile, ho un bisogno disperato di conferme...
Mi piace leggere i blog degli altri; ho trovato qui e là dei blogger molto piacevoli a leggersi, e di molti di questi invidio proprio il senso dell'umorismo, la naturalezza con cui trovano un lato ironico nella loro vita di tutti i giorni. Mi piace lasciare loro qualche commento, partecipare.
Mi rendo conto di non essere un blogger altrettanto simpatico. Potrei provare ad inserire qualche bella foto sexy... Oppure a politicizzarmi...
Ma sì, con un po' di pazienza troverò la mia strada. Sono fiducioso... invidioso ma fiducioso!

lunedì 9 giugno 2008

Gianna Nannini - UN GIORNO DISUMANO

(testo di G. Nannini)

Ora che te ne vai
E mi lasci sempre meno sola
Ora che non ci sei
Sarà un’altra musica
Un’altra verità per chi vivrà
Per chi verrà vedrà vedrai vivrà

E ora che te ne vai
Ho smesso di fumare
E non ho più rancore
Per tutte quelle cose
Che avrei voluto dire

Da principio era la neve
Non è stata colpa mia
Siamo andati in culo al mondo
Ma ci sei finito dentro
E ci son venuta anch’io
Che mi son venduta a Dio
Per non esserti lontano
In un giorno disumano

Ora che te ne vai
Ora che te ne vai
Senza farti una ragione vera
È civile incomprensione
OK, questa è la musica
E forse qualche nota resterà
Qualcosa che per ora se ne va

Ora che te ne vai
Non fai più rumore
Non fai nessun dolore
Non c’è nessuna grazia
È un ago dritto al cuore

Da principio era la neve
Non è stata colpa mia
Siamo andati in culo al mondo
Ma ci sei finito dentro
E ci son venuta anch’io
Che mi son venduta a Dio
Per non esserti lontano
In un giorno disumano

Da principio era la neve…
E per noi ho deciso io
Che mi son sentita Dio
Per amarti da lontano
In un giorno disumano

Ora che te ne vai
È ora che te ne vai
E ti lascio in quelle notti al buio ad aspettarmi
Con le ginocchia in bocca
In quel silenzio ingordo
Finché non avrai toccato il fondo
È un valzer sottovoce
E tornerà la luce

E ci son venuta anch’io
Che mi son venduta a Dio
Per non esserti lontano
In un giorno disumano

Da principio era la neve
Non è stata colpa mia
Siamo andati in culo al mondo
Ma ci sei finito dentro
E per noi ho deciso io
Che ho voluto quest’addio
E ti amo da lontano
In un giorno disumano


Questa canzone mi lascia senza fiato ogni volta che l'ascolto...
Ed anche il video... che pugno alla bocca dello stomaco...

sabato 7 giugno 2008

Condivido...

...in tutto e per tutto, quanto dichiarato da Vladimir Luxuria...

Ossessivo-compulsivo #2

Ecco come mi vedo tra vent'anni.
Non scherzo, stamattina sono entrato in contatto con il mio lato oscuro e ne ho avuto paura.
Mi sono recato alle Poste per pagare la bolletta dell'acqua. Mattinata calda con il sole che si nascondeva spesso dietro grandi nubi. Era circa mezzogiorno; confidavo fosse un buon orario, pensavo fossero tutti a casa a prepararsi il pranzo. Sbagliavo, poiché la coda usciva dall'ufficio postale.
Io odio le code, e di questo ne sono conscio da tanto. Ma non odio le code in quanto tali, odio le persone che non sanno stare in coda... e c'è sempre qualcuno che non capisce la "logica della coda". Eppure non mi sembra un concetto tanto articolato: ci si posiziona alle spalle dell'ultimo della coda e s'avanza passin passetto mantendendosi alle spalle del suddetto, possibilmente senza pestargli i talloni. Ma non è un concetto che tutti comprendono.
Perciò, essendo che era sabato ed essendo che era una giornata gradevole, sono andato alla vicina piazzetta e mi sono seduto su una panchina, pazientando mentre la fila scemasse.
Ho lasciato passare sì e no un quarto d'ora, poca cosa (indizio che tanto tranquillo e sereno non m'ero svegliato già di mio). Ed infatti la coda s'era accorciata quel tanto che bastava perché tuttistessero all'interno dell'ufficio, tra l'altro fresco e ben aerato, perciò vivibilissimo. E tutto procedeva tranquillamente: gli sbuffi degli uomini, gli scossoni di capo e le scrollatine di spalle delle signore. Finché l'impiegata dello sportello "lettere e pacchi" non ha smaltito la propria coda e ha cominciato bene a chiedere di avvicinarsi a chi aveva da pagare bollette e bollettini, come il sottoscritto.
Appurato che le prime due donne della fila dovevano per forza accedere allo sportello Bancoposta, il terzo s'è fatto sotto. Io era il quarto, con il mio bel bollettino di pagamento in mano. Alle mie spalle s'è materializzato un vecchio signore, piccolo e curvo, anche lui con la sua brava bolletta.
"Presto, vada a quello sportello, ora chiamano a quello sportello!"
"Sì, appena si libera mi faccio avanti, tranquillo"
"Per i bollettini adesso chiamano a quello sportello! Si metta dietro a quel signore!"
"Con calma... C'è un'unica fila, al primo sportello che si libera, se le due signore qui davanti..."
"I bollettini chiamano a quello sportello adesso... Le dico solo che deve andare a quello sportello..."
Sono andato fuori di testa, lo stomaco preso in una morsa. Non riuscivo a replicare, a connettere una frase. Mi mordevo le labbra per non cominciare ad insultarlo, mi prudevano le mani. Mi figuravo mentre lo prendevo per il colletto e gli urlavo in faccia "Vecchio rimbambito! Non stiamo mica a Buckingham Palace, se l'impiegata chiama, impiego mezzo secondo ad avvicinarmi! Imbecille d'un imbecille di pensionato, non hai un beneamato da fare tutta la settimana e vieni in Posta il sabato??? Apposta per far sclerare chi il sabato vuole solo starsene tranquillo??? Ti rendi conto, vecchio stupido, che è solo una semplicissima coda e che non c'è bisogno alcuno che tu mi dica dove devo mettermi e a chi devo pestare i calli?!?"
Meno male che l'impiegata d'un secondo sportello ha chiamato e tutto s'è troncato.
Son tornato verso casa che sembravo la sensitiva di Ghost che blatera per la strada contro il fantasma che nessun altro può vedere. Ero fuori di me (o, come diceva la mitica prof Sbrocca "sono fuori dai peli!").
E non tanto per il pensiero del vecchio fastidioso, quanto per il modo in cui il mio corpo e la mia mente avevano reagito: quel malessere fisico che m'aveva invaso le viscere, quella reazione violenta che avevo arginato a stento...
Ho realizzato di essermi molto incattivito.

Meglio davanti che dietro

Apprendo dal giornale di stamattina che Sabrina Ferilli ha vinto il Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista (lo stesso premio che Ambra ha vinto lo scorso anno per Saturno contro, detto per inciso) per il suo ruolo in Tutta la vita davanti di Virzì.
Bel film. Se non sbaglio, è stato l'ultimo film che ho visto con Maya ed il suo amico GianniDepp: Maya adora Sabrina e ha insistito tanto; io e GianniDepp le abbiamo concesso una seconda opportunità dopo che, per l'adorazione che nutre per Raoul Bova, ci aveva trascinati alla proiezione di Scusa ma ti chiamo Amore, in una sala gremita di U25 che sospiravano in massa ad ogni primo piano del protagonista.
Devo dire che il film di Virzì m'è molto piaciuto. La mia esperienza personale nel mondo del precariato è stata breve, distante anni-luce dalla vicenda raccontata nel film; perciò il mio giudizio sul film è scevro da coinvolgimenti emotivi.
M'è molto piaciuto lo svolgersi della trama, m'è piaciuta l'interazione tra i personaggi, soprattutto quelli femminili. Ho trovato incantevole la protagonista, la giovane Isabella Ragonese, con quel sorriso dolce ma dolente, che l'accompagna dalla prima all'ultima scena: in una tragicommedia tanto surreale, quell'espressione rassegnata mi è parsa la nota più realistica, caratteristica di una ragazza che sa di avere in mano tutte le armi per realizzarsi nella vita, ma dalla vita non ottiene alcuna possibilità concreta di realizzazione.
E mi è molto piaciuta anche la Sabrina, che, per entrare nei vestiti di un'inverosimile ma credibilissima dark lady, mi pare si sia messa a dieta ferrea, come risulta ancor più evidente dalla foto del cast. La solare e giunonica Ferilli delle fiction Tv è stata brava a trasformarsi in una donna inquietante e nevrotica, che dovrebbe suscitare orrore ed invece muove ad umana compassione.
Menzione d'onore andrebbe fatta anche alla sua costumista. Ed un premio andrebbe anche alla "scostumista" della Ramazzotti: la sua scena di nudo è quasi poetica.

giovedì 5 giugno 2008

Ossessivo-compulsivo

Sono due notti che mi addormento a fatica. Credo sia il senso di colpa per aver mancato di postare qualcosa; infatti passo un paio d'ore a rotolare nel mio letto a due piazze, pensando a tutto quello che avrei potuto scrivere.
Ieri notte, a furia di girare e rigirare, mi sono ritrovato per davvero con i piedi su un cuscino e con l'altro cuscino sul comodino. Pensavo succedesse solo nei cartoni animati.
A proposito di cartoni animati, nella mia mail-box stamattina è arrivato un simpatico test in Excel che raccoglieva cento immagini tratte da cento cartoni animati che hanno rallegrato i pomeriggi di generazioni e generazioni di bambini italiani: scopo del quiz, riuscire a ricordare il maggior numero di titoli. Di mio ne ho ricordati senza problemi 53 su 100; ho raccolto attorno a me quattro/cinque colleghi e siamo riusciti ad individuare altri 30 titoli, prima che il furbastro della situazione riuscisse a sbloccare le password mettendo in chiaro le soluzioni.
Ora però tutti in ufficio mi chiamano Fiorellino, perché sono stato l'unico a riconoscere Fiorellino Giramondo e non sono riuscito a convincere nessuno che la serie sia stata replicata per anni sulle allora reti Fininvest. Possibile che nessuno la ricordi?
Mi ha ossessionato tutto il giorno invece quest'altro personaggio. Confusa prima con Sandy dai mille colori, quindi con la protagonista de Il magico mondo di Gigì, ho scoperto infine che trattasi di tale Evelyn e la magia d'un sogno d'amore. Ricordavo perfettamente il volto, ma il nome della serie mi ha lasciato basito. Ma qualcuno ricorda che combinava 'sta fata turchina???

lunedì 2 giugno 2008

A me la frusta... please

A volte mi faccio davvero del male... lo faccio senza accorgermene, ma è vero sadomasochismo, in cui gioco il ruolo di vittima e carnefice...
Cazzeggio su internet da qualche ora, cercando lo spunto per un nuovo post. C'è l'odore della pioggia sull'asfalto che entra dal balcone aperto: è un odore che amo, sicura fonte d'ispirazione, e so che basterà un nulla per farmi trovare qualche parola.
Poi decido di mettere su un Cd: ce ne sono a pile, accatastati un po' dappertutto e penso (per l'ennesima volta ormai) che dovrei mettere in ordine quello che ancora non ha trovato il suo posto. Sbircio in una pila a caso e scelgo un Cd che ho acquistato qualche settimana fa ed ancora non ho ascoltato. Older di George Michael. Il tempo che attacchi il primo pezzo, Jesus to a child, per rendermi conto di quanto male mi voglio.
Avevo preso il Cd quando Ian ha portato via le sue cose dal nostro vecchio appartamento. Mi ci ero imbattuto alla FNAC un sabato pomeriggio ed ho pensato "Ecco qualcosa di Ian che mi mancherà". L'ho preso senza pensarci troppo ed al momento del trasloco è finito in fondo a 'sta benedetta catasta di Cd.
Non avrei immaginato che appena iniziata la musica, mi sarebbe piombata addosso tutta 'sta malinconia...
Non è per Ian, almeno non solo per lui. Abbiamo continuato a condividere l'appartamento per quasi tre anni dopo la rottura "ufficiale" e le ferite lasciate dalla rottura "ufficiale" sono cicatrizzate. Quello che mi manca è avere una persona accanto, sentire la presenza fisica di un semplice amico.
Ian ormai aveva le sue storie, la sua vita. Ma era lì vicino quando avevo bisogno di un amico. Quando mi sentivo solo...
Sto bene da solo, per carità: sto benissimo in mia compagnia. E sono indipendente come un gatto. Ma poi... basta un attimo perchè io crolli, ed in quel momento vorrei qualcuno che mi raccogliesse da terra.
E pensare che solo ieri sera cantavo: I will survive...

domenica 1 giugno 2008

Not Another Gay Blog

Questo blog sta prendendo una piega molto gaya... estremamente gaya...

Non volevo mettere in piedi il solito blog gay. Volevo - ed intendo tuttora - utilizzare questo spazio per dare libero sfogo alla mia personalità (spesso ingabbiata dal timore del pregiudizio) e per mettere ordine ai miei pensieri troppo spesso inguazzabugliati.

Se ne deduce che, sotto sotto, ho una prorompente personalità gay...

Gloria Gaynor - I WILL SURVIVE

(testo e musica di F. Perren e D. Fekaris)

At first I was afraid, I was petrified
Kept thinking I could never live without you by my side
But then I spent so many nights thinking how you did me wrong
I grew strong and I learned how to get along

And so you're back from outer space
I just walked in to find you here with that sad look upon your face
I should have changed that stupid lock
I should have made you leave your key
If I had known for just one second you'd be back to bother me

Go on now go, walk out the door
Just turn around now 'cause you're not welcome anymore
Weren't you the one who tried to hurt me with goodbye?
Do you think I'd crumble, d'you think I'd lay down and die?
Oh no, not I! I will survive
As long as I know how to love I know I'll stay alive
I've got all my life to live, I've got all my love to give
And I'll survive, I will survive

It took all the strength I had not to fall apart
Kept trying hard to mend the pieces of my broken heart
And I spent oh so many nights just feeling sorry for myself
I used to cry, now I hold my head up high

And you see me somebody new
I'm not that chained up little person still in love with you
And so you felt like dropping in and just expect me to be free
Now I'm saving all my loving for someone who's loving me


Questa è la canzone più gaya che ci sia, non so per quale motivo. Ma so che io l'adoro, è come un mantra...
In fondo il tema è lo stesso di Blunotte; diciamo che in un ipotetico musical, potrebbe fare da supporto musicale alla scena successiva. La presa di coscienza è la stessa: "la situazione non è buona, ma ho finito di soffrire perché ho capito di non aver sbagliato"; in più c'è che qui è già stato subito l'abbandono, seppur con successivo ma inutile ripensamento dell'ex...
Tutto ciò mi ricorda qualcosa, ma senza malinconie.

L'abbazia

Il gran caldo è arrivato. Me ne stavo sul balcone con un ghiacciolo e pensavo quanto bello sarebbe avere un appartamento qualche piano più in alto, e per il panorama e per la privacy.
A trasloco ultimato, si sono esauriti tutti i vantaggi dell'aver trovato un appartamento al primo piano proprio sopra l'ingresso del condominio.
Sempre che non esploda un incendio nel cuore della notte...