venerdì 30 gennaio 2009

Su con la vita

Sì, lo so: voi siete ancora tutti abbacchiatissimi per le storie del piccionatore e dell'etoile... ma ogni tanto soffiano venti favorevoli anche per noi diversamente amabili...

mercoledì 28 gennaio 2009

Ornella Vanoni & Giusy Ferreri - Una ragione di più

(testo di Beretta/Vanoni/Califano, musica di Reitano/Reitano)

martedì 27 gennaio 2009

Per leccar culi ci vuol mestiere. Proprio come per succhiar cazzi

Che io abbia bisogno di una seria e prolungata psicanalisi è fuor di dubbio. Non solo e non tanto per analizzare i ripetuti e gratuiti riferimenti sessuali, espliciti o nascosti, che mi piace infilare qui e là nei miei post (e, titolo compreso, fin qui ne ho già inanellati quattro, ops, cinque!). Quanto piuttosto per approfondire con uno specialista la vena masochista che mi porta a scegliere, non so ormai davvero quanto inconsciamente, di guardare sistematicamente programmi televisivi con conduttori o ospiti che detesto tanto che, la mattina dopo, mi sveglio con ancora addosso la frustrazione per non aver avuto il sano sfogo di un subitaneo faccia a faccia. Esattamente com’è accaduto stamattina.
Perché evidentemente non mi sono sufficienti gli orridi contenitori pomeridiani di Canale5, con la coppia di mucche al pascolo formata dalla PiPì (la domenica) e dalla BiDè (il resto della settimana) che fanno a gara ad invitare le facce ed i culi più antipatici del panorama trash e gossiparo, in primis quello spocchioso di psicologo barbuto dispensatore di verità e rivelazioni divine…
No che non mi sono sufficienti: per fare l’enplein (si scrive così?) il lunedì sera devo guardarmi anche il Grande Fratello. Sì, lo so: sono masochista. Ma anche un po’ guardone, e l’idea di mettere in una casa chiusa un folto gruppo di venti-trentenni e di stare a guardare quel che accade mi stuzzica.
Mi ha irritato invece (tanto che stamattina è stato il primo pensiero verso cui mi è galoppata la mente, insuperabile finché non mi son lavato la faccia con l’acqua gelida) l’esibizione dell’ospite fisso per eccellenza, Alfonso “Cacasentenze” Signorini. Il quale, ieri sera, ha dato il meglio di sé cazziando l’ormai celebre hostess pasionaria ospite della Casa, colpevole di essersi fatta mettere in cassintegrazione dalla compagnia aerea di bandiera dato che, al momento del suo ingresso nel salotto mediatico e nei televisori degli italiani, la situazione societaria della CAI/Alitalia era ancora talmente incerta da impedirle di chiedere un periodo di aspettativa, come invece è d’uso fare da ormai nove edizioni a tutti i coinquilini della Casa.
Mi ha stupito ed infastidito profondamente la veemenza del signor Signorini, che dall’alto del suo scranno accusava la malcapitata di tenere "il piede in due staffe", precludendo ad altri l’assunzione ed lo stipendio da Alitalia “proprio in questo periodo di crisi globale!”, pretendendo per sé uno stipendio ed un posto fisso, non accontentandosi dei proventi delle future certe ospitate e serate in locali e discoteche.
Mi ha stupito ed infastidito tanta veemenza, soprattutto in considerazione del fatto che l’accusa proveniva da uno che, oltre ad intervenire come ospite fisso al Grande Fratello il lunedì sera e a Verissimo il sabato pomeriggio, è direttore contemporaneamente dei settimanali Chi e TV Sorrisi e Canzoni. Che, messo tutt’assieme, credo che faccia un po’ di più che uno stipendio ed un posto fisso.
Mi ha stupito ed infastidito anche la veemenza con cui il signor Signorini accusava la ragazza di venir meno ai suoi stessi ideali di pasionaria della causa proletaria, come se il direttore desse per scontato che, per assurgere al ruolo di portavoce di una protesta, alla causa si debba sacrificare tutto il resto, entrate economiche comprese. Perché, si sa, i contestatori devono essere poveri in canna, sennò la rabbia e la frustrazione non trovano giustificazione. Lo stesso filo logico per cui, secondo la mia amica Ciabatta, si può essere di sinistra solo se non si hanno case e proprietà e lo stipendio non arriva ai mille euro mensili.
Ma non sarà piuttosto che il caro Signorini è tanto inviperito con la hostess, proprio perché la sua immagine è stata utilizzata come simbolo di una protesta, di un dissenso verso l’operato di questo sommo Governo presieduto dal beneamato Premier dal fondoschiena di miele…? Non sarà che a Signorini gli rode? Almeno tanto quanto gli rode che Carla Bruni sia riuscita ad impalmare un grande statista di destra. Tanto gli rode questa cosa che, quando il nostro Premier scivolò nella gaffe dell’Obama abbronzato e la Carlà si proclamò felice di starsene in Francia e di non essere più rappresentata nel mondo dal Silvio, Signorini organizzò, nel suo piccolo, una campagna-stampa a discredito della Bruni, tirando in ballo i direttori di tutti i principali giornali nazionali, spostando in tal modo l’attenzione dei suoi lettori dalla cialtroneria dell’amato Premier. Invidia, tutt’invidia perché la Carlà sta con il suo uomo forte della Destra, mentre a lui non è riuscito di accalappiare né Silvio né tantomeno l’aitante (a dir suo) Putin…?
La veemenza dell’Alfonso mi è parsa piuttosto ipocrita e populista, tanto più in considerazione della malavoglia con cui, solo sette giorni prima e dallo stesso scranno, s’era limitato ad un’alzata di sopracciglio e ad una scrollata di spalle nei confronti di quell’altra isterica di una Grande Inquilina, che aveva illuminato gli spettatori del programma con il suo pensiero profondo sull’anormalità dei suoi amici froci. Come se quest’argomento invece non toccasse affatto il caro Direttore…
Ma tant’è, mi pare che l’ipocrisia, il populismo e soprattutto la leccaculaggine non difettino ai direttori di giornali, soprattutto a quelli schierati a favore di una certa parte politica che, guarda il caso!, in questo momento è al potere. Non so se l’occhio oggi vi sia caduto sulla prima pagina di Libero e sul titolone cubitale: "Troppi orecchioni". Titolo che, non so da altre parti, ma qui da me, restando in tema, ha una duplice chiave di lettura, tanto che se Ma’ame Limpy lo leggesse, penserebbe immediatamente ad una crociata in favore di un nuovo Omocausto (ammesso e non concesso che Ma’ame sappia cosa sia stato l’Omocausto).
Il titolo di Libero fa invece riferimento al “più grande scandalo della storia repubblicana”, com’è stato definito da uno che non ama affatto le esagerazioni populistiche e le arguzie ridanciane. Siamo tutti quanti vittime di intercettazioni telefoniche ed ambientali... Oh mio Dio! Questo vuol dire che rischio di vedere pubblicati su tutti i giornali le mie conversazioni telefoniche degli ultimi giorni, tipo le acrobazie da letto della mia amica Maya con il suo nuovo stallone, o peggio, l’elenco aggiornato delle malattie e dei morbi che hanno colpito generazioni e generazioni di parenti, prossimi e lontani, fornitomi puntualmente da Ma’ame Limpy… Scandalo!?
Ma perché mi viene il sospetto che a montare il caso di un’indignazione collettiva (cui invece io, pur vivendo in mezzo alla collettività, non ho trovato riscontro), sia stato qualcuno che ha davvero qualcosa da nascondere? Voglio dire: come tutti i film di spionaggio ci hanno insegnato, le intercettazioni possono essere utilizzate, a buon fine, per portare alla luce crimini e ricatti. Se uno non ha scheletri nell’armadio, di che si deve preoccupare…?
Io non so, ma a leggere in queste ultime settimane i titoli di Libero e, soprattutto de Il Giornale, con tutto quello che è successo nel mondo (cosucce secondarie come guerre, delitti, disastri naturali, bestemmie vaticane e via discorrendo), può sembrare che l’unico personaggio in Italia e nel mondo degno di attenzione e causa di tutti i mali, peggio che Satana, sia tale Antonio Di Pietro. Ed anche qui allora, in considerazione di qualche recente sondaggio che mostra come la popolarità dell'ex magistrato e del suo partito siano cresciuti negli ultimi mesi (e non mi capacito del perché, se non per la precipitevole caduta di consensi degli [ex?] alleati...), mi sorge il dubbio che si stia piuttosto cercando di rendere qualche strano servigio: chiamiamolo pure l’ennesima leccata di culo

Carmen Consoli - UN SORSO IN PIÙ

(testo e musica di C. Consoli)
Ricordo il freddo massacrante
I timidi lamenti della mia gente
Ammassati stipati dentro un treno-merci
Due giorni e due notti senza dormire
E ben presto avremmo smesso di parlare
E ben presto…
Ricordo il freddo massacrante
Il giorno che perdemmo per sempre i nostri figli
Affamati assetati privati dei nostri vestiti
Ed era come ingoiare vetro
E ben presto avremmo smesso di parlare
E ben presto avremmo smesso di capire
Ed ho imparato a bere sempre un sorso in più
Di quanto ne avessi realmente bisogno
Un giorno potrei avere sete
Ricordo il freddo massacrante
Il timore di affondare in un letto di carboni ardenti
Quale logica o legge di vita potrà mai spiegare
La diabolica impresa di quegli uomini eletti…?
E ben presto avremmo smesso di parlare
E ben presto avremmo smesso di capire



Vabbé, forse questo mese con Carmen ho un po' esagerato, ma questo brano oggi ha un suo perché.

lunedì 26 gennaio 2009

Senza titolo

Ennesima uscita leggera del Premier: "[Per far fronte ai tanti stupri,] Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle donne in Italia".
Sinceramente non so se una frase del genere sia più offensiva nei riguardi delle belle donne che, in quanto belle, sono evidentemente colpevoli di risvegliare la sana libidine del maschio italico; oppure se sia più sgradevole per le brutte che, in quanto brutte, non meritano né tantomeno abbisognano di una guardia del corpo...
Ovviamente, il fatto che lo stupratore sia un esemplare di maschio italico è fondamentale per il nostro leader: tant'è vero che, quando lo stupro viene perpetrato da extracomunitari, è giusto invocare la castrazione chimica (quando non quella fisica), mentre, se il fattaccio è opera di un connazionale, il leader scrolla le spalle e sottolinea che un certo numero di crimini sessuali è fisiologico in qualunque nazione (e ciò in barba ai proclami della campagna elettorale, in cui l'azzeramento dei crimini era garantito, come il fatto che su questo Governo non avrebbe mai piovuto... ed infatti, altro che pioggia: nevicate come non se ne vedevano da decenni!).
Nel frattempo, mentre l'Italia è scossa dai diversi episodi di violenza sulle donne, la città di Verona vive appieno lo scandalo della pedofilia: come denunciato su L'Espresso ancora in edicola, un'istituto per bambini sordomuti gestito da religiosi sarebbe stato teatro per venticinque anni di ripetuti e quotidiani abusi sessuali nei confronti dei piccoli ospiti, di entrambi i sessi. Ed il vescovo di Verona che fa? Nega. Nega anche di fronte all'evidenza, fingendo di cadere dalle nuvole: sarebbe tutta una storia inventata di sana pianta per screditare lui ed il clero veronese... In barba all'Ottavo Comandamento.
Ed allora sì: ben venga la castrazione chimica. Ma che siano obbligati a sottoporvisi per legge in primis preti e prelati: prevenire è meglio. O no, caro Ratzi...?

sabato 24 gennaio 2009

Doveste farvi un'auto nuova...

 
Adoro questo spot, che va in onda anche sulle reti teletivisive italiane già da qualche mese. Io lo trovo fantastico. Ma ovviamente c'è anche chi vorrebbe che venisse censurato.
Fedele ad uno dei miei motti, per cui rivendico il marchio di fabbrica, ovvero: "Raccontare una storia aiuta il dialogo ed il dialogo aiuta a crescere, mentre esprimere opinioni chiuse è un milione di volte più sterile di quanto possa mai esserlo un matrimonio gay"... vorrei che il mondo gay si mobilitasse ed invocasse la censura per l'onorevole dalle labbra a canotto (quella che, ospite da Vespa, disse a Luxuria con la sua innata grazia/graziella/grazielcazzo: "Meglio fascista che frocio!") piuttosto che per un cantante cretino.

mercoledì 21 gennaio 2009

Tutto quanto ho da dire sul clamoroso caso di Povia che porterà a Sanremo 2009 una canzone sul tema dell'omosessualità come scelta di vita esecrabile

Un cantautore cretino canterà una canzonetta cretina. Non sarà il primo, tantomeno l'ultimo.

Intendevasi "ordinante"

Nella cassetta di posta elettronica "Help Desk" di Edgar, stamattina è arrivata la seguente richiesta:
Oggetto    : Quote latte 
Descrizione: Come da intese telefoniche con il sig. Edgar, Vi chiedo le modifiche necessarie a consentire, alla spedizione di un flusso di bonifici, l'addebito per l'orinante a +15gg. 
Devo essermi perso la puntata di SuperQuark in cui si spiegava che le vacche di nuova generazione producono il latte, non dall'apparato mammario, ma da quello urinario.

martedì 20 gennaio 2009

A Sanremo vado anch'io: Edgar Ferreri - HA NOVEMBRE

(testo di Edgar e LeopardoDalMincio sulle note musiche di R. Casalino)
Ho… ho ho ho… ho ho ho… ho ho ho…
Ho
Cantato una canzone, io ho
Inventato le parole, io ho
Fatto la figura del coglione e lo so
Così mi divertivo
Ho
Confuso Giusy con Zuccherò
Invertito un SI bemolle con un DO
Rischiato un linciaggio, io ho
La faccia come il culo
Ha novembre
Trenta giorni come april, giugno e settembre
Di ventotto io ne conto solo uno
Tutti quanti gli altri mesi ne han trentuno
E se l’anno è bisestile...?
Ha novembre
Trenta giorni come april, giugno e settembre
A febbraio gliene aggiungo solo uno
Tutti quanti gli altri ne han sempre trentuno
Io me la canto da gennaio ha novembre...

lunedì 19 gennaio 2009

Giudizi universali

Dopo cinque giorni di dolorose lacerazioni e snervanti pulsioni, il mio terzo dente del giudizio è finalmente spuntato e ben assestato.
Quanto bisogna soffrire per acquistare un po’ di giudizio…

Memorie di un chatter

Marisol: “Edgar… Che nick strano…”
Edgar: “No, perché? È un aristocraticissimo nome inglese…”
Marisol: “Più che aristocratico, sembra il nome del maggiordomo…”
Edgar: “Beh in effetti, Edgar è il nome del maggiordomo ne Gli Aristogatti…”
Marisol: “Quindi, visto che il nick dovrebbe rispecchiarti, tu ti senti una persona servile e sottomessa...”
Edgar: “Senti ciccia, tu che parli tanto a vanvera… Ti rendi conto che, se il mio nick è da maggiordomo, il tuo sembra preso pari pari dal nome di qualche infelice sguattera di una qualche oscura telenovela sudamericana…!?”
Edgar: “…”
Edgar: “...?”
Marisol: “Qualcuno vuol chattare con me…?”

sabato 17 gennaio 2009

Trilogia delle malelingue: Carmen Consoli - SULLE RIVE DI MORFEO

(testo e musica di C. Consoli)

Si è già detto tanto
E non possono audaci parole nutrire illusioni
È l’inverno che bussa alla porta
L’ospite reduce da un lungo viaggio
Sguardi famelici implorano
Un piccolo assaggio di vita altrui

Prima dell’alba potrebbero sorprenderci
Rapiti da un sogno
Dove nitide acque divorano i nostri passi
Sulle rive di Morfeo

Ci stanno accerchiando
Ed avanzano con passo accorto come belve in agguato
Fuggi Romeo, il tempo è tiranno
Non è d’usignolo ma di allodola il canto
Sguardi voraci si avventano
Sul fiero pasto senza decenza


Quello delle malelingue e del becero pettegolezzo, che possono rovinare una bella giornata, una grande storia d'amore (come in questo brano) o anche una vita intera (come in Maria Catena), è un tema caro alla Cantantessa, che in molte esibizioni dal vivo si è anche lanciata in veri e propri rituali contro le malelingue, come ad esempio questo.

giovedì 15 gennaio 2009

Il fanciullino in me

TopO ha da poco compiuto i tre mesi. E ancora non ha ricevuto un regalo da parte mia.
Se qualcuno avesse suggerimenti in tal senso, ben venga. Da parte mia, ad ogni proposta di regalo suggerita a mia sorella LadyVina, mi è stato risposto: "No, gliel'hanno già regalato" oppure "No, ce l'hanno già prestato".
Per tal motivo, stasera dopo il lavoro e prima di passare a far visita al più bel nipotino del mondo (visita corredata dal mio/suo primo bagnetto e dalla maxi-poppata della buonanotte), ho fatto sosta al Toys Center di strada. Giusto in cerca di qualche nuova idea.
Casualmente, mentre mi trovavo lì, il mio occhio da fanciullino s'è posato sulle confezioni dei Cavalieri dello Zodiaco dalle luccicanti armature. Ed il fatto che il reparto delle action figures sia agli esatti antipodi rispetto al reparto prima infanzia, rende il tutto perfettamente casuale. O no?
Ora è bene dire che da bambino avevo un desiderio inconfessato e mai soddisfatto di collezionare tutti i personaggi della serie animata. E a questo punto, ritengo anche superfluo precisare che non sono uscito dal Toys Center a mani vuote.
Purtroppo o per fortuna, dovrò tornare al negozio e prendere qualcosa anche per TopO.
Perché Pegasus, con addosso la scintillante armatura dorata del Sagittario, non è un giocattolo adatto a bambini sotto i tre anni. E poi sta divinamente sul mio comodino, al posto dell'abatjour.

A far promesse son capaci tutti, ma saperle mantenere...

Copio ed incollo dal sito de L'Arena (il quotidiano veronese), perché non sono certo che venga mantenuto un archivio on line. Qui comunque la notizia.
La «social card» è già in rosso
DISFUNZIONI. La «tessera di Berlusconi», come è stata battezzata da alcuni, ha lasciato deluso e imbarazzato chi ha cercato di usarla per la prima voltaAmara sorpresa per molti utenti al momento di pagare il conto alla cassa del supermercato: era vuota
Verona. Credevano sarebbe passato inosservato quel rettangolino azzurro che assomiglia a un bancomat, invece per tanti veronesi, famiglie intere e pensionati, è stato motivo di umiliazione: arrivati alla cassa dei supermercati per pagare risultava vuota. Parliamo della social card. Il solo nome lascia intuire che è destinata a chi di umiliazioni già ne riceve a sufficienza solo per il fatto di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. E per loro quelle poche decine di euro che la carta acquisti del Governo doveva contenere sarebbero bastate a tirare un sospiro di sollievo. Pasta, zucchero, caffè e anche una fettina di carne erano nella loro mente già assicurati per una settimana. Ma arrivati alla cassa con il carrello pieno e digitato il codice pin, come per un qualsiasi pos, ecco la sorpresa: la carta è vuota. Stupore, imbarazzo e sgomento accomuna tutta le testimonianze che sono giunte al nostro giornale. E tra loro c'è chi dice di avere voluto di persona riporre tutto di nuovo negli scaffali.«Il giusto tempo perché le cassiere non notassero le lacrime e il gran magone che mi saliva», dice un'anziana che percepisce il minimo della pensione. Il fatto si sa non è solo veronese: sono un milione e 300 mila in Italia i cittadini ad averne diritto e sono stati tantissimi quelli che non hanno potuto utilizzarla perché vuota.«Credevo fosse già in rosso», racconta un altro anziano. Il tono è chiaramente di scherno. Del resto chi vive mangiando caffèlatte la sera conosce tutti i modi per non cadere in depressione. Tra loro però c'è chi non si arrende e crede alla «tessera di Berlusconi», così la chiama. Al punto che appena resosi conto alla cassa di un noto supermercato veronese che la carta acquisti era vuota ha chiamato l'ufficio postale dove ne aveva fatto richiesta domandando all'impiegato dove fossero finiti i soldi che gli spettavano di diritto. Saputo che a PosteItaliane spetta solo raccogliere i dati, spedirli e dare la tesserina così com'è, e nulla di più, si è arrabbiato: «Non voglio credere sia l'ennesima burla. La figuraccia è stata tanta tanto più che con mia moglie avevamo previsto di fare una bella spesa, di quelle che non facevamo da anni», racconta . La social card è intestata alla moglie che percepisce la pensione minima.Gliela hanno data in uno dei 135 uffici postali presenti sul territorio veronese. Prima però la signora era stata ad un patronato dove le avevano garantito che ne aveva assoluto diritto. Analoga situazione è capitata ad un altro. La social card questa volta è intestata alla mamma ultranovantenne. Anche lui al momento di pagare ha scoperto che era vuota. Eppure al momento del varo della carta acquisti, prevista nel decreto fiscale dello scorso giugno, sembrava a tutti chiaro che due giorni dopo la consegna del pin, ossia il codice segreto che ne garantisce l'utilizzo, la social card avrebbe erogato 120 euro per quanti ne avevano fatto richiesta prima di Natale, ai quali se ne sommavano altri 40 previsti mensilmente. Dall'ufficio stampa di Posteitaliane fanno sapere che il loro è puramente un servizio di informazione e raccolta della pratica, di invio al Ministero e di consegna della social card vuota. Ma chi la riempie? Agli sportelli dell'Inps di via Cesare Battisti ieri mattina erano in diverse famiglie a chiederlo e gli impiegati non sapevano che dire: dai loro terminali risultava che le tessere erano «full». «Ci sarà un disguido», era quanto riuscivano a dire. (Anna Zegarelli)
Se qualcuno volesse indicarmi un giornale, un telegiornale o un sito che riporti la medesima notizia o i futuri sviluppi, ben lieto...

martedì 13 gennaio 2009

Trilogia delle malelingue: Carmen Consoli - MARIA CATENA

(testo e musica di C. Consoli)

Maria Catena attendeva paziente il turno per la Comunione
Quella domenica Cristo in croce sembrava più addolorato di altri giorni
Il vecchio prelato assolveva quel gregge da più di vent’anni dai soliti peccati
Cristo in croce sembrava alquanto avvilito dai vizietti di provincia

Primo fra tutti il ricorso sfrenato al pettegolezzo imburrato infornato e mangiato
Quale prelibatezza e meschina delizia per palati volgari
Larghe bocche d’amianto fetide come acque stagnanti
Cristo in croce sembrava più infastidito dalle infamie che dai chiodi

Maria Catena, anche tu conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza, da colpe che in fondo non hai
E stai ancora scontando l’ingiusta condanna nel triste girone della maldicenza
E ti chiedi se, più che un dispetto, il tuo nome sia stato un presagio

Maria Catena non seppe reagire al rifiuto del parroco di darle l’ostia
E soffocò nel dolore quel mancato Amen e l’umiliazione
Secondo un antico proverbio, ogni menzogna alla lunga diventa verità
Cristo in croce mostrava un sorriso indulgente e quasi incredulo


Il quesito del mese

Quale oscura ragione mi porta a prendere con puntuale ostinazione i tubetti delle Pringles alla paprika, quando in verità non sopporto di infilarmene consecutivamente in bocca più di cinque a pasto...?
  1. Puro e semplice masochismo.
  2. Stato confusionale indotto dallo shopping in orario di punta nel supermercato più affollato della città.
  3. Imbecillità congenita.
Non saprei proprio quale accendere...

lunedì 12 gennaio 2009

Trilogia delle malelingue: Carmen Consoli - LINGUA A SONAGLI

(testo e musica di C. Consoli)

Guardo in fondo a un buco che rimane spento
Dentro le formiche parlano di me
Silenzio intorno, è facile
Distinguere le voci delle nuvole


E in questo silenzio
Penso al losco tiro muto
Riservato alle mie spalle onoratissime… beh!


Perché non parli cosicché potrò stanarti?
Lingua a sonagli, sputa in bocca ai tuoi fratelli


Forse il sole è timido, non parla al vento
Di fervori strani nascosti dentro sé
Mentre il mare livido rimane appeso
Sempre sotto il cielo, parlarne è inutile


domenica 11 gennaio 2009

Il resto della vita

A vent'anni di distanza dalla sua uscita nei cinema, Harry ti presento Sally resta un film godibilissimo, un'intramontabile ed attualissima commedia sui buoni sentimenti, un sempreverde spunto per le riflessioni da salotto.
Io ormai lo conosco a memoria, eppure ancora adesso, rivendendolo, sorrido volentieri ad ogni battuta e ad ogni gag: le mutandine con i nomi dei giorni della settimana; il lato oscuro di Harry che legge i libri a partire dalla fine; le dissertazioni sull'amicizia tra uomini e donne, sulla cucina etiope e su Casablanca; la celeberrima simulazione dell'orgasmo di Sally in un ristorante; il karaoke nel negozio di regali e quello al telefono...
E poi c'è la storia d'amore. Che trova il proprio compimento ad una festa di Capodanno, dove Harry, dopo aver camminato a lungo da solo per le strade di New York, si precipita nel momento in cui realizza come intende trascorrere il resto della vita...

Per come vivo io i sentimenti, questa è la più bella dichiarazione d'amore del cinema.

giovedì 8 gennaio 2009

Il pinguino innamorato

Segnalo quest'articolo di Repubblica.it su un piccolo caso editoriale: Gus & Waldo, i simpatici pinguini gay nati dal pennino di un artista italiano emigrato nel Regno Unito.
A controbilanciare poi le infelici dichiarazioni di Mr. Anulare Cannavaro sui matrimoni ed i diritti dei gay (di cui avrete sicuramente letto ovunque, ma che non ho proprio voluto commentare -e, tra l'altro, ho trovato molto più deprimenti quelle relative al film Gomorra), segnalo quelle gay-friendly -ed un po' ruffiane- di Mr. Pollice Chris Evans, corredate ovviamente da una gradevolissima galleria fotografica. 
P.S. D'accordo: mi piace inserire tanti link nei miei post. E allora...?!?

Cat-tivo

Ho sentito dire in giro che noi gay andiamo pazzi per i gatti. Strano... data la nostra naturale riluttanza ad aver a che fare con una micia...
Eppure, dando un rapida occhiata alle immagini caricate nel test del precedente post e confrontandole con le analoghe nei post di Byb, Gan ed Asa_Ashel (tanto per fare i nomi dei blogger che seguo, e sperando non si offendano per la citazione e l'accostamento), salta subito agli occhi che l'animale preferito è proprio il gatto, in tutte le sue più diverse declinazioni: dal gatto nero al gatto di razza, dal micetto al gattaccio rognoso.
Un gatto: io l'avevo da bambino. I vicini lo chiamavano Calimero perché era tutto nero, ma in verità io e LadyVina l'avevamo ufficialmente battezzato ConUnNomeDaCavallo (cosa che spiega la relativa immagine nel già citato test).
ConUnNomeDaCavallo è stato un compagno fedele ed affezionato, amato e vezzeggiato da ogni membro della tribù dei MusiLunghi tanto quanto mai nessun membro a due zampe. I vicini lo amavano un po' meno, dato che aveva la cattiva ma naturalissima abitudine di far visita a tutte le gattine, contribuendo considerevolmente all'incremento demografico felino nel nostro vecchio quartiere. Un micio-stallone, sanissimo esemplare di comune gatto europeo: agile, snello, affettuoso eppure indipendente come ogni felino che si rispetti.
Il gatto che ha catalizzato le mie coccole in questi ultimi mesi è però il compagno della mia amica Maya, la quale non è gay ma ama ugualmente i felini: in compenso, il gatto di Maya è -per quel che ne so- uno dei rarissimi casi di gatto transgender. Infatti, quando Maya lo raccolse e ce lo presentò, eravamo tutti convinti che si trattasse di una micetta nera, tanto che venne chiamata LunaCaprese; solo un paio d'anni più tardi, quando Maya, temendo le conseguenze dell'affettuosa amicizia della sua gatta con il gattone del cortile accanto, la portò dal veterinario per la sterilizzazione, ci s'accorse che, nascosti nel folto, lungo e soffice pelo nero, LunaCaprese portava a spasso degli attributi maschili. Il veterinario procedette alla castrazione e Maya s'affrettò a cambiarle il nome in LunottoCaprino, rinunciando anche ad indagare troppo sulla reale natura del suo rapporto con il gatto dell'altro cortile.
Una volta castrato, LunottoCaprino ha preso ad ingrassare. E data la stazza, è diventato il leader incontrastato dei tanti felini del quartiere che nei cortili si graffiano, si mordono le code e s'infrattano mentre lui li osserva con aria tronfia da qualche panchina. Ed anche in casa di Maya, LunottoCaprino se la passa da pascià: gli basta sedere davanti alla porta perché gli venga aperta, permettendogli di uscire, così come gli basta grattare poi perché qualcuno corra ad aprirgli per farlo rientrare, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ed è lui a decidere su quale sedia accucciarsi, in quale angolo del divano accovacciarsi e su quale a quanta porzione di letto sdraiarsi a dormire, mentre Maya, io ed i suoi ospiti siamo costretti a cedergli il posto.
Da parte mia, io adoro tirargli la coda e fingere di pestargliela, tanto quanto lui adora mordermi e graffiarmi quando allungo la mano per lisciargli il pelo. Tra gatte, sfoderare gli artigli è d'obbligo.

martedì 6 gennaio 2009

Il test per immagini

Siccome la calza ancora è vuota ed io dovevo pur trovare un passatempo in questa fredda fredda giornata di festa, ecco un test per immagini, suggerito da Byb cui era stato suggerito da JoshuaVox cui era stato suggerito da Pandarius(?) e così via...
Il test è semplice semplice (il difficile è stato caricare le immagini in ordine, ma meno male che son particolarmente dotato... di fantasia, tempo e pazienza):
Istruzioni per l’uso:
Rispondete alle sottostanti 16 domande.
Non a parole.
Utilizzate Google, sezione immagini.
Dovete postare la prima immagine che trovate.


1. La tua età al prossimo compleanno

2. Un posto che vorresti visitare

3. Il tuo posto preferito

4. Il tuo oggetto preferito

5. Il tuo cibo preferito

6. Il tuo animale preferito

7. Il tuo colore preferito

8. Il posto in cui sei nato

9. Il posto in cui vivi

10. Il nome di un animale domestico che hai avuto

11. Il tuo nick sul blog

12. Il tuo vero nome

13. Il nome delle tue nonne: materna…

14. …e paterna

15. Una tua brutta abitudine

16. La tua vacanza preferita

Meno male che Mara c'è

Simpatica idea-regalo del Ministro Minimo per le (Im)pari Opportunità Maria Rosaria Carfagna.
Del resto, quando una non fa nulla dal mattino alla sera, il tempo per pensare ai regali di Natale non manca.

lunedì 5 gennaio 2009

Carissima Befy...

Innanzitutto, scusami tanto se ti scrivo così, all'ultimo minuto, ma tanto non ti chiedo di portarmi il mio dono in questa magica notte, così fredda: no no, dedica pure questa notte ai bambini. A me, che sono cresciutello, pensa pure in un secondo tempo, con comodo, quando avrai tempo. Ma tieni presente che come inizio d'anno non è stato proprio un granché: sfogliare un giornale, navigare in Rete e telefonare a Ma'ame Limpy in 'sto periodo è davvero una tragedia, tanto che, quasi quasi, credere a quanti sostengono che nel 2012 ci sarà la fine del mondo è quasi una consolazione...
Mi rivolgo a te perché penso che tu possa capire il mio desiderio meglio degli altri. Tu lo sai, Babbo Natale è circondato di elfi e renne, e poi c'è quella là, la Signora Natale, che, lo capisco, non ti è troppo simpatica: se non ci fosse lei, Babbo un pensierino su di te, lo farebbe, e ti farebbe piacere. Non posso farmi avanti neppure con Santa Lucia, ché lei, essendo santa, vergine e martire, mica può comprendere certe cose terra terra e non s'impegnerebbe troppo per farmi contento.
Befy carissima, mi resti solo tu. E ci conto, sai. Perché lo so che il mio desiderio è un po' anche il tuo. Dai dai, ché se mi fai contento metto io una buona parola con Babbo; in fondo lui è un uomo, la carne è debole e sarà anche un po' stufo della solita minestra riscaldata. Tu basta che ti curi un po' di più: un bel vestitino, anzi magari una bella sottoveste, che con un po' di trucco e con la mimica puoi diventare un'altra...
Ecco, che siccome invece per me il trucco è un po' fuori discussione, se invece ci pensi tu a portarmi un bell'ometto...
Guarda, te l'ho già scritto: non c'è fretta. Quando hai tempo, quando sei libera...
Ché io non chiedo mica tanto. Giusto un bell'ometto. L'età non importa, tu lo sai: qualche anno di più mi sta bene, ho già sperimentato; qualcuno di meno pure, purché ci sia la maturità. Che poi maturità vuol dire tutto e vuol dire niente. Mettiamola così: portamene uno che non abbia troppe fisime, che non voglia una cosa troppo seria, che non voglia per forza installarmisi in casa o portarmi a casa sua, che voglia mantenere i propri spazi e salvaguardi i miei, ché tutto voglio fuorché soffocare. Ma nemmeno che sia uno che lo dà un po' a tutti, per amicizia: un uomo mio, tutto mio, ché poi io gli possa cantare Tutta tua.
Soprattutto, e questa è l'unica pretesa che ho, mandami un ometto che sia intelligente e sensibile. Con una bella testa sulle spalle e che ragioni bene. Il che vuol dire, semplicemente, che deve sempre essere d'accordo con me e, nel caso non lo sia, riconosca comunque che ho ragione io. Perché è l'unico modo in cui noi si possa andare d'accordo.
Un po' di pelo è un optional: non mi dispiace, ma non è indispensabile. Nemmeno addominali, pettorali, dorsali e bracciali sono un problema.
Mi permetto di allegare un piccolo suggerimento fotografico, così, giusto per darti un'idea, ma non devi dannarti l'anima per farmi avere proprio lui. Vedi un po' tu cosa puoi fare, con quel che ti resta in fondo al magazzino...
Fiducioso nelle tue capacità di giudizio e nelle tue infinite risorse, ti ringrazio fin da ora.
Un casto ma affettuoso abbraccio,
sempre tuo Edgar

sabato 3 gennaio 2009

Il passo silenzioso della neve



                            VALENTINA GIOVAGNINI
                                  (1980-2009)

Mi spiace tanto, sai. Ma davvero tanto.
Ciao, bellissima Creatura...

venerdì 2 gennaio 2009

Promesse (non ancora) "sfrante"

Finire a letto con Maya non era esattamente il modo in cui speravo di cominciare l'Anno Nuovo.
Ma avrei dovuto metterlo in conto quando abbiamo deciso di trascorrere insieme San Silvestro, in una piccola e selezionata compagnia, nella sua casa dispersa nelle campagne veronesi, con tutti i meteorologi che promettevano neve per Capodanno.
La prima promessa del 2009 è stata mantenuta: neve. Tanta neve.
E preoccupata per me -ed io preoccupato più di lei all'idea di un secondo Capodanno con il ghiaccio e con il botto- Maya mi ha chiesto di restare a dormire da lei.
Vabbè, speriamo non sia di cattivo auspicio e che io possa trascorrere qualche notte anche nel letto di un amico. E magari senza addormentarmi, sia ben inteso.
Le stelle ed il mio nuovo astrologo di fiducia, infatti, mi assicurano che, con Saturno non più contrario, questo è l'anno buono per mettere fine al mio status quo. Ottime probabilità che il predestinato possa essere un Leone. Se qualcuno nato tra luglio ed agosto volesse fare un'opera di bene quest'anno, si faccia avanti.
P.S. Nell'immagine, l'attrice Brittany Snow: il destino, lei l'ha trovato nel cognome.