martedì 27 gennaio 2009

Per leccar culi ci vuol mestiere. Proprio come per succhiar cazzi

Che io abbia bisogno di una seria e prolungata psicanalisi è fuor di dubbio. Non solo e non tanto per analizzare i ripetuti e gratuiti riferimenti sessuali, espliciti o nascosti, che mi piace infilare qui e là nei miei post (e, titolo compreso, fin qui ne ho già inanellati quattro, ops, cinque!). Quanto piuttosto per approfondire con uno specialista la vena masochista che mi porta a scegliere, non so ormai davvero quanto inconsciamente, di guardare sistematicamente programmi televisivi con conduttori o ospiti che detesto tanto che, la mattina dopo, mi sveglio con ancora addosso la frustrazione per non aver avuto il sano sfogo di un subitaneo faccia a faccia. Esattamente com’è accaduto stamattina.
Perché evidentemente non mi sono sufficienti gli orridi contenitori pomeridiani di Canale5, con la coppia di mucche al pascolo formata dalla PiPì (la domenica) e dalla BiDè (il resto della settimana) che fanno a gara ad invitare le facce ed i culi più antipatici del panorama trash e gossiparo, in primis quello spocchioso di psicologo barbuto dispensatore di verità e rivelazioni divine…
No che non mi sono sufficienti: per fare l’enplein (si scrive così?) il lunedì sera devo guardarmi anche il Grande Fratello. Sì, lo so: sono masochista. Ma anche un po’ guardone, e l’idea di mettere in una casa chiusa un folto gruppo di venti-trentenni e di stare a guardare quel che accade mi stuzzica.
Mi ha irritato invece (tanto che stamattina è stato il primo pensiero verso cui mi è galoppata la mente, insuperabile finché non mi son lavato la faccia con l’acqua gelida) l’esibizione dell’ospite fisso per eccellenza, Alfonso “Cacasentenze” Signorini. Il quale, ieri sera, ha dato il meglio di sé cazziando l’ormai celebre hostess pasionaria ospite della Casa, colpevole di essersi fatta mettere in cassintegrazione dalla compagnia aerea di bandiera dato che, al momento del suo ingresso nel salotto mediatico e nei televisori degli italiani, la situazione societaria della CAI/Alitalia era ancora talmente incerta da impedirle di chiedere un periodo di aspettativa, come invece è d’uso fare da ormai nove edizioni a tutti i coinquilini della Casa.
Mi ha stupito ed infastidito profondamente la veemenza del signor Signorini, che dall’alto del suo scranno accusava la malcapitata di tenere "il piede in due staffe", precludendo ad altri l’assunzione ed lo stipendio da Alitalia “proprio in questo periodo di crisi globale!”, pretendendo per sé uno stipendio ed un posto fisso, non accontentandosi dei proventi delle future certe ospitate e serate in locali e discoteche.
Mi ha stupito ed infastidito tanta veemenza, soprattutto in considerazione del fatto che l’accusa proveniva da uno che, oltre ad intervenire come ospite fisso al Grande Fratello il lunedì sera e a Verissimo il sabato pomeriggio, è direttore contemporaneamente dei settimanali Chi e TV Sorrisi e Canzoni. Che, messo tutt’assieme, credo che faccia un po’ di più che uno stipendio ed un posto fisso.
Mi ha stupito ed infastidito anche la veemenza con cui il signor Signorini accusava la ragazza di venir meno ai suoi stessi ideali di pasionaria della causa proletaria, come se il direttore desse per scontato che, per assurgere al ruolo di portavoce di una protesta, alla causa si debba sacrificare tutto il resto, entrate economiche comprese. Perché, si sa, i contestatori devono essere poveri in canna, sennò la rabbia e la frustrazione non trovano giustificazione. Lo stesso filo logico per cui, secondo la mia amica Ciabatta, si può essere di sinistra solo se non si hanno case e proprietà e lo stipendio non arriva ai mille euro mensili.
Ma non sarà piuttosto che il caro Signorini è tanto inviperito con la hostess, proprio perché la sua immagine è stata utilizzata come simbolo di una protesta, di un dissenso verso l’operato di questo sommo Governo presieduto dal beneamato Premier dal fondoschiena di miele…? Non sarà che a Signorini gli rode? Almeno tanto quanto gli rode che Carla Bruni sia riuscita ad impalmare un grande statista di destra. Tanto gli rode questa cosa che, quando il nostro Premier scivolò nella gaffe dell’Obama abbronzato e la Carlà si proclamò felice di starsene in Francia e di non essere più rappresentata nel mondo dal Silvio, Signorini organizzò, nel suo piccolo, una campagna-stampa a discredito della Bruni, tirando in ballo i direttori di tutti i principali giornali nazionali, spostando in tal modo l’attenzione dei suoi lettori dalla cialtroneria dell’amato Premier. Invidia, tutt’invidia perché la Carlà sta con il suo uomo forte della Destra, mentre a lui non è riuscito di accalappiare né Silvio né tantomeno l’aitante (a dir suo) Putin…?
La veemenza dell’Alfonso mi è parsa piuttosto ipocrita e populista, tanto più in considerazione della malavoglia con cui, solo sette giorni prima e dallo stesso scranno, s’era limitato ad un’alzata di sopracciglio e ad una scrollata di spalle nei confronti di quell’altra isterica di una Grande Inquilina, che aveva illuminato gli spettatori del programma con il suo pensiero profondo sull’anormalità dei suoi amici froci. Come se quest’argomento invece non toccasse affatto il caro Direttore…
Ma tant’è, mi pare che l’ipocrisia, il populismo e soprattutto la leccaculaggine non difettino ai direttori di giornali, soprattutto a quelli schierati a favore di una certa parte politica che, guarda il caso!, in questo momento è al potere. Non so se l’occhio oggi vi sia caduto sulla prima pagina di Libero e sul titolone cubitale: "Troppi orecchioni". Titolo che, non so da altre parti, ma qui da me, restando in tema, ha una duplice chiave di lettura, tanto che se Ma’ame Limpy lo leggesse, penserebbe immediatamente ad una crociata in favore di un nuovo Omocausto (ammesso e non concesso che Ma’ame sappia cosa sia stato l’Omocausto).
Il titolo di Libero fa invece riferimento al “più grande scandalo della storia repubblicana”, com’è stato definito da uno che non ama affatto le esagerazioni populistiche e le arguzie ridanciane. Siamo tutti quanti vittime di intercettazioni telefoniche ed ambientali... Oh mio Dio! Questo vuol dire che rischio di vedere pubblicati su tutti i giornali le mie conversazioni telefoniche degli ultimi giorni, tipo le acrobazie da letto della mia amica Maya con il suo nuovo stallone, o peggio, l’elenco aggiornato delle malattie e dei morbi che hanno colpito generazioni e generazioni di parenti, prossimi e lontani, fornitomi puntualmente da Ma’ame Limpy… Scandalo!?
Ma perché mi viene il sospetto che a montare il caso di un’indignazione collettiva (cui invece io, pur vivendo in mezzo alla collettività, non ho trovato riscontro), sia stato qualcuno che ha davvero qualcosa da nascondere? Voglio dire: come tutti i film di spionaggio ci hanno insegnato, le intercettazioni possono essere utilizzate, a buon fine, per portare alla luce crimini e ricatti. Se uno non ha scheletri nell’armadio, di che si deve preoccupare…?
Io non so, ma a leggere in queste ultime settimane i titoli di Libero e, soprattutto de Il Giornale, con tutto quello che è successo nel mondo (cosucce secondarie come guerre, delitti, disastri naturali, bestemmie vaticane e via discorrendo), può sembrare che l’unico personaggio in Italia e nel mondo degno di attenzione e causa di tutti i mali, peggio che Satana, sia tale Antonio Di Pietro. Ed anche qui allora, in considerazione di qualche recente sondaggio che mostra come la popolarità dell'ex magistrato e del suo partito siano cresciuti negli ultimi mesi (e non mi capacito del perché, se non per la precipitevole caduta di consensi degli [ex?] alleati...), mi sorge il dubbio che si stia piuttosto cercando di rendere qualche strano servigio: chiamiamolo pure l’ennesima leccata di culo

3 commenti:

Rosa ha detto...

Complimenti per il francesismo del titolo...
Rende benissimo l'idea :D

Edgar ha detto...

...cominciavo a pensare di avere esageratamente toppato...il titolo mi pareva "simpatico" per sdrammatizzare in un periodo in cui il "mondo gay" è tutto preso da coming out e smentite, polemiche e contropolemiche...

Asa_Ashel ha detto...

Considero il soggetto nella foto viscido ad oltranza, e proprio per non sporcarmi evito accuratamente di commentare quello che fa.
Diciamo che al momento mi limito a non comprare le riviste che dirige e a guardare i programmi dove la sua presenza è fissa.