sabato 30 agosto 2008

Zibaldone tirolese - parte II

Qualche tempo fa - credo su MTV - ho visto un episodio di un programma piuttosto particolare intitolato Scarred, in cui stuntmen semiprofessionisti e ragazzi comuni raccontavano le storie delle loro cicatrici, conseguenze di rocamboleschi incidenti [ho sempre sognato di poter scrivere rocamboleschi un giorno] che per un motivo o per un altro erano stati immortalati dalle videocamere. Sul mio corpo ci sono tre cicatrici, tutte di vecchia data e nessuna documentata: la loro storia mi è stata tramandata oralmente da Ma'ame Limpy. Due cicatrici sono ben visibili, le ho proprio in fronte. La più antica somiglia ad una piccola croce greca, sopra il sopracciglio sinistro, e testimonia dei miei primi passi su questo mondo: fui un camminatore alquanto precoce, finché non impattai casualmente con un termosifone con una violenza tale che lo shock mi bloccò psicologicamente per più di un mese, facendomi perdere tutto il vantaggio acquisito. La seconda cicatrice è un piccolo cerchio, il segno tipico lasciato da una bollicina di varicella: ricordo solo che mi ammalai mentre la famiglia era in vacanza al mare, e quindi quell'anno riuscii - con postuma soddisfazione - a rovinare le ferie a tutti. La terza cicatrice è molto più grossa ma molto meglio nascosta, marchio indelebile di un'infezione causata dall'ago di una siringa impugnata da una delle mie zie, chiamata per mia sventura ad iniettarmi un antibiotico in vece di Ma'ame Limpy, che da sempre ha la mano ferma come se impugnasse un martello pneumatico in modalità on. Fino alla scorsa settimana, solo quattro persone avevano posato gli occhi sulla mia terza cicatrice: Ma'ame Limpy naturalmente, il mio pediatra, il medico che qualche anno dopo a scuola era stato chiamato a vaccinare tutta la mia generazione, ed il mio ex che per ovvi motivi non s'era limitato a guardarla... Poi venne il Massaggiatore dell'albergo di Merano...
L'albergo in cui ho trascorso le ferie infatti non è una vera e propria spa, ma ha un piano dedicato ad un centro benessere, piscina coperta, sauna e bagno turco. Fu così che venni unto, massaggiato, massaggiato alla thailandese, frizionato, immerso in un bagno di rose (letteralmente) ed impacchettato con fieno e gramigna... Piacevoli esperienze, consigliate come antistress. Anche se, lo ammetto, la cosa più piacevole è stata trascorrere del tempo e conversare con (e venir manipolato da) il Massaggiatore...
Anche la cucina dell'albergo era favolosa, tanto che la ritengo fortemente indiziata per i due chili acquisiti. Le cene sono sempre state il momento clou delle mie giornate, anche grazie ai cinque camerieri che trottavano senza sosta dalle cucine ai tavoli e viceversa, senza mai lasciarmi solo con un piatto vuoto. Devo ammettere che le due ragazze più giovani erano, oltre che particolarmente gentili, incredibilmente graziose: entrambe sembravano uscite da un manga... Peccato solo che l'unico cameriere di sesso maschile non fosse al loro stesso livello...
Anche la mia camera era decisamente graziosa. Credo che fosse una delle più piccole (ma del resto ero anche l'unico in albergo ad aver richiesto una singola), ma non posso lamentarmi; aveva tutto l'indispensabile ed anche qualche extra: un frigobar con la birra, un letto morbido ad una piazza e tre quarti, un frigobar con la birra, il televisore con venti canali di cui almeno otto in lingua italiana, un frigobar con la birra, la doccia con la seduta ed il miscelatore per scegliere di quale tipo di getto godere, un ampio armadio ed un bel terrazzino con la sdraio dove la sera, prima di coricarmi, potevo sedere a godermi il fresco, il canto dei grilli, il profumo dei vigneti e la birra del frigobar...
Tra un massaggio ed un'escursione, ho avuto il tempo di dare una sbirciata alla televisione e sono rimasto letteralmente imbambolato davanti ai canali in lingua tedesca. Ho scoperto che:
#1 - I Simpsons vanno in onda perennemente, a qualsiasi orario: quando un episodio termina su un canale della tivù tedesca, generalmente comincia un altro episodio su un canale austriaco o su uno svizzero. E pur mantenendo alcune peculiarità (come il timbro roco da fumatrice di Marge, l'accento strascicato di Lisa e la voce da bimba di Bart), da una nazione all'altra i doppiatori cambiano nonostante la lingua sia la medesima.
#2 - Per i doppiatori in lingua tedesca il lavoro dev'essere durissimo, soprattutto in relazione ai telefilm americani. In inglese, si sa, le parole sono spesso monosillabiche e le frasi piuttosto brevi; in tedesco al contrario, le frasi sono generalmente lunghissime, ne consegue che tutti i personaggi delle serie americane parlano doppiati a velocità impressionante, come se ovunque fossero e qualsiasi cosa stessero facendo, sentissero un bisogno impellente di correre a casa a fare le cacche...
#3 - Non capendo comunque un'acca di tedesco, facendo zapping, una volta sono rimasto colpito da un suono familiare: omofobie - non so come si scriva nella lingua di Goethe, ma il suono era chiaro e mi son fermato a curiosare. Ho scoperto così che, sul primo canale pubblico tedesco Das Erste (Il Primo), va in onda da dieci anni una soap opera, Verbotene Liebe (Amore proibito), che contempla personaggi e storie gay... Da dieci anni, in Germania e sul Primo Canale...

mercoledì 27 agosto 2008

Zibaldone tirolese

Tutte le cose belle hanno fine, e così è finita anche questa bella vacanza. Quando sono partito, non immaginavo che mi sarei trovato tanto bene e che addirittura avrei voluto voglia di fermarmi ancora.
Fatto sta che SONO TORNATO... con un paio di chili in più (e le escursioni cosa le ho fatte per fare???), un po' di stanchezza sparsa (grazie alle escursioni...), i polpacci impeperonati (ancora grazie, sempre grazie alle escursioni...), una pesante dipendenza da birra, qualche nuovo punto interrogativo e qualche sospensivo...
Andiamo con ordine, nel rimestare dei pensieri, come vengono vengono, e se non tornano pazienza...
Per cominciare, sapevate che tutta la regione del Tirolo prende il nome dal castello che domina Merano dall'alto? E che quindi, alla lettera, nessuno è più tirolese di un sud-tirolese...? Se avete una qualche minima passione per il Medioevo, vi consiglio la visita a Castel Tirolo (ora trasformato in museo), che ha dato i natali ai progenitori dei progenitori dei progenitori degli Asburgo... Se del Medioevo ve ne sbatte, ma avete una passione per la fotografia panoramica, vi consiglio invece la visita a Castel Tirolo, che domina Merano e tutta tutta tutta la valle, che pure è lunga lunga lunga...
L'Alto Adige/Südtirol è notoriamente una regione caratterizzata dal bilinguismo italiano+tedesco. In effetti, mi aspettavo di essere accolto da una sequela di crucchi che mi davano il buongiorno in tedesco e storcevano il labbro appena si rendevano conto di dovermi parlare in italiano. Niente di più falso: tutti - e dico tutti: dal personale dell'albergo ai negozianti, dai birrai ai gelatai, dagli impiegati dei musei ai passanti - mi hanno salutato con un neutrale hallo per capire dalla mia risposta (un titubante "Buongiorno...") in quale lingua rivolgermi la parola, mantenendo sempre inalterati sorriso e cordialità. Alcuni hanno sì uno spiccato accento tedesco, in altri non si nota affatto. L'unico problema linguistico l'ho avuto con un ospite amburghese del mio albergo, che, durante la lenta ascesa in ascensore dal ristorante al terzo piano, si era incaponito a spiegarmi in tedesco esattamente da quale borgo provenisse e quanti chilometri esso dista da Hamburg e non s'impietosiva di fronte al mio scuoter di capo, strabuzzare d'occhi e vaneggianti "Italiano... Verona... Romeo und Giulietta..."
La cosa che mi ha stupito del bilinguismo sudtirolese è che, passeggiando per Merano ma anche in quota, spesso e volentieri ho origliato lunghi ed incomprensibili discorsi in tedesco che terminavano con precisi ed inequivocabili "Che schifo!" oppure "Cazzo!"... Che in tedesco non ce le hanno le parolacce, ché devono venire a prestito delle italiane...?
Poco sopra Merano (a Merano tutto è sopra Merano! qualsiasi luogo tu voglia raggiungere, devi inerpicarti su qualche via... o prendere un autobus...), c'è la funivia per Merano2000. Che non ha nulla a che fare con Malpensa2000, perciò non abbiate paura: 2000 indica semplicemente l'altitudine sopra il livello del mare. Il paradiso degli sciatori. Ma se amate la montagne anche quando non c'è neve, non mancano i sentieri (alcuni irti, molto irti!) e le viste mozzafiato. Io son salito in un giorno di sole, nemmeno una nuvola; soffiava un vento fresco che mi accarezzava tutto il corpo: ho passeggiato, arrancato ed invocato la Madonna dell'Ascensione, ma non ho stillato una goccia di sudore... è stato lassù che mi sono grigliato i polpacci: com'è noto (e come mi son rammentato il giorno appresso), in quota il sole brucia, mentre la brezza refrigera e nel contempo porta via il puzzo di bruciato prima che esso raggiunga l'olfatto...
Merano e dintorni di giorno sono magnifici... ma di notte fanno un poco cag...! Oddio, niente di più facile che sia stato io incapace di scovare dei posticini simpatici, però in effetti, vagare alla cieca nei vicoli bui di una città sconosciuta nel silenzio rotto solo dal canto dei grilli, non mi andava granché, perciò sono rimasto nella zona del centro, passeggiando sul Lungopassirio in su ed in giù ogni sera. Più che altro in compagnia di stormi di cariatidi tedesche oppure di giovani coppiette con passeggino. Sì, c'erano i bar all'aperto degli alberghi più snob e c'erano anche tre o quattro di quei locali affollatissimi e con la musica a palla, dove ti servono alcolici coloratissimi ma dove, se solo gira il sospetto che tu abbia dei peli sul petto, tutti ti guardano malissimo. Insomma, non proprio i posti dove mi sento maggiormente a mio agio... Così, piuttosto che fare da tappezzeria in un angolo in piedi con qualcosa di blu puffo nel bicchiere, preferivo fare da arredamento seduto ad un tavolo con un birra gelata davanti. La rottura è che le birrerie a Merano funzionano come locali per cenare a base di stinco e birra, perciò verso le 10.30/11.00 i camerieri cominciano a stovagliare i tavoli ed impilare le sedie... Ho provato a far finta di non accorgermene, di essere troppo preso dalla conversazione con il mio amico immaginario... ma non funzionava. Chissà perché...
Merano e dintorni non sono molto gay-friendly. Non so se perché i gay non amino la montagna punto, o se perché esistono altre località alpine che monopolizzano il target. Fatto sta che l'unica checca che ho individuato era un appena maggiorenne circondato da uno stuolo di frociare. E forse una coppia uomo-uomo calvo su una decapottabile, ma sono sfrecciati via prima che avessi il tempo di aguzzare la vista... Qualche dubbio mi resta sui camerieri di un paio di birrerie, con quei loro polsi molto mobili, ma forse è semplicemente una posa da maschio al servizio...
Avevo portato con me il portatile (ma non il caricabatteria...), esclusivamente per fini turistici - individuare musei, edifici storici, birrerie famose -. Perciò una sera, prima di uscire, mi sono messo alla ricerca di "ritrovi gay a Merano" su Google, che mi ha risposto indicandomi il più vicino circolo di ForzaNuova... (Un minuto di pausa di riflessione, poi...) Ho come sentito la vocina di Google che rideva alle mie spalle, e rideva e rideva... e diceva "Vai a Merano e cerchi ritrovi gay!? E quando/se andrai a Mykonos che farai? Andrai alla ricerca di una chiesa evangelica...!?!" e rideva e rideva e rideva...
...Continua...

lunedì 18 agosto 2008

Conto alla rovescia

Ormai mancano suppergiù trentasei ore alla partenza per le vacanze.
Ho approfittato del lunedì per fare un giro di shopping e reperire le ultime cose da infilare in valigia... E così, ormai tutto è pronto. Anch'io sono pronto, mi restano solo alcune domande cui non so dare risposta...
#1 - Perché l'uso dei deodoranti non è ancora obbligatorio per legge nei luoghi pubblici? Certe esalazioni ascellari sono venefiche almeno quanto il fumo passivo...
#2 - Perché la visione di un paio di piedi maschili in infradito mi suscita sempre un certo rimescolamento ormonale, mentre i miei piedi in infradito mi paiono quasi grotteschi...? Eppure le unghie me le sono appena fatte...
#3 - Perché ho dovuto girare un intero centro commerciale e due supermercati per trovare un paio di bermuda che non fossero taglia Small o che non fossero color verde (il verde mi sbatte assai!)...? D'accordo che la stagione dei saldi è decisamente inoltrata, ma siamo ancora in agosto: può capitare che un uomo abbia la necessità di un paio di brache corte piuttosto che di un dolcevita di maglia pesante...
#4 - (Ultimo e più importante) Quanto fresco ci sarà la sera là sui monti? Meglio che metta in valigia un paio di maglioncini leggeri, o devo tornare al centro commerciale e fare incetta di dolcevita di maglia pesante...?

domenica 17 agosto 2008

Ornella Vanoni - DOMANI È UN ALTRO GIORNO

(testo di G. Calabrese/musiche di J. Chestnut)

È uno di quei giorni che
Ti prende la malinconia
Che fino a sera non ti lascia più
La mia fede è troppo scossa ormai
Ma prego e penso fra di me
Proviamo anche con Dio, non si sa mai

E non c'è niente di più triste
In giornate come queste
Che ricordare la felicità
Sapendo già che è inutile
Ripetere: chissà…
Domani è un altro giorno, si vedrà…

È uno di quei giorni in cui
Rivedo tutta la mia vita
Bilancio che non ho quadrato mai
Posso dire di ogni cosa
Che ho fatto a modo mio
Ma con che risultati non saprei

E non mi son servite a niente
Esperienze e delusioni
E se ho promesso, non lo faccio più
Ho sempre detto in ultimo
Ho perso ancora ma
Domani è un altro giorno, si vedrà…

È uno di quei giorni che
Tu non hai conosciuto mai
Beato te, sì beato te...
Io di tutta un'esistenza
Spesa a dare, dare, dare
Non ho salvato niente, neanche te

Ma nonostante tutto
Io non rinuncio a credere
Che tu potresti ritornare qui
E come tanto tempo fa
Io ripeto: chi lo sa…
Domani è un altro giorno, si vedrà…

E oggi non m'importa
Della stagione morta
Per cui rimpianti adesso non ho più
E come tanto tempo fa
Io ripeto: chi lo sa…
Domani è un altro giorno, si vedrà…




sabato 16 agosto 2008

Carmen versus Vergassola

Due sono i comici in tivù che mi fanno veramente morire dal ridere: la prima è Luciana Littizzetto, il secondo è Dario Vergassola.
In questo spezzone di culto per ogni consoliano che si rispetti, Dario "intervista" Carmen, che in alcuni momenti appare disorientata dall'umorismo del comico, in altri riesce a tenergli testa come neanche una cabarettista di professione...
A giudicare dal taglio di capelli della cantantessa, e dal riferimento al brano Il sultano, l'intervista è di poco successiva all'uscita di Stato di necessità, quindi intorno al 2000, massimo 2002.

mercoledì 13 agosto 2008

Consigli per le vacanze

Gargagnomolo: “Conosci Tal dei Tali…?”
Edgar: “…Mmh… no…”
Gargagnomolo: “Non conosci mai nessuno. Conosci solo gente di P. [P. è il paese dei miei, dove sono nato e cresciuto, sul Lago]. Anche le ferie le hai passate a P.?”
Edgar: “No.”
Gargagnomolo: “Ma in ferie ci sei già stato…?”
Edgar: “No…” [da notare la mia capacità di sintesi quando ho a che fare con persone che godono della mia più completa antipatia]
Gargagnomolo: “E dove vai?”
Edgar: “In Alto Adige… In una spa”
Gargagnomolo: “E che vai a fare in Alto Adige? Che cazzo ci va a fare uno come te in una spa…?”
Edgar: “Ci vado perché me l’hanno consigliato… A te non hanno mai consigliato di andare da qualche parte? Per esempio, a Fanculo. Ti consiglio caldamente di andarci. Di’ pure che ti c’ho mandato io.”
Va da sé che, essendo Gargagnomolo un cliente della mia azienda, l'ultimo virgolettato ha preso forma unicamente nella mia mente.

lunedì 11 agosto 2008

Confessioni (di una mente pericolosa)

Hai voglia a dire a tutti che stai benissimo. A dire a tutti che sei felice nel tuo nuovo appartamento tutto tuo, senza più il tuo ex tra i piedi. A ripetere a te stesso che sei entrato in una nuova fase della tua vita, la terza, quella della totale indipendenza da chiunque altro.
Hai voglia a dirti che hai ritrovato la tua pace interiore. Che il tuo nuovo passatempo, il blog, ti riempie a sufficienza quei momenti della giornata in cui ti ritrovi solo con te stesso, e ti aiuta anche tanto a capirti meglio. Che non hai alcuna voglia di impelagarti in relazioni amorose a breve o a lungo termine.
Hai voglia a raccontare e a raccontarti bugie.
La verità prima o poi te la ritrovi di fronte, a volte ti becca proprio in fronte come neanche un boomerang...
A volte basta anche solo una telefonata, fatta tanto per...
Chiami il tuo ex, che deve essere un mese che non vi sentite, ma vi siete giurati vicendevolmente di non perdere i contatti, perché dopo tutto quello che avete passato insieme, tutti i segreti rivelati, le esperienze condivise, i progetti realizzati insieme, il legame d'amicizia deve per forza essere salvato, malgrado le distanze spaziali, in ragione delle tante cose in comune.
Chiami il tuo ex, che ti aveva tanto spronato ad organizzarti le vacanze ("tu che puoi...") e che sapeva benissimo quanto ti sarebbe costato partire solo, perché gli avevi detto chiaro e tondo che per quest'anno non c'era alternativa (e, dicendoglielo chiaro e tondo, in cuor tuo avevi anche un poco sperato - invano - che ti invitasse a trascorrere qualche giorno con lui e la sua famiglia cui ti senti tanto legato, per l'affetto che non hai mai sentito invece provenirti dalla tua famiglia naturale...).
Chiami il tuo ex, anche un po' per dirgli che hai trovato il coraggio e ti sei organizzato una settimana in una spa... solo che lui ti anticipa, ti dice che è stravolto perché solo due ore prima era ancora in aeroporto, di ritorno da una settimana in crociera sul Nilo. Ed abbozzi pensando: "In crociera sul Nilo...? Avevamo detto che ci saremmo potuti andare insieme, un giorno..." E poi ancora pensi: "In crociera sul Nilo...? Ma quando stavamo insieme non trovavi mai nemmeno i soldi per andarcene al mare, eppure adesso il tuo stipendio è la metà di quello che avevi allora..." E pensi ancora: "Sul Nilo...? Non ci sei certo andato da solo - e lui te lo confermerà - Sei andato con quel tuo amico etero, quello che ti ha spinto a cambiare tutto... prospettive, lavoro, città, amici..."
Hai voglia a pensare: "Oddio, non devo fargli sentire che ci son rimasto male. Non deve accorgersene dalla voce. L'ultima cosa che voglio è che si preoccupi di avermi in qualche modo ferito". Ed è quando termini la telefonata che ti rendi conto che l'ultima cosa di cui lui si sia mai preoccupato e di cui certo mai si preoccuperà in qualche modo d'ora in avanti è ferirti.
Ti rendi conto che devi smetterla di pensare a lui come ad un amico. Che devi smetterla di pensare a lui. Che devi smetterla di pensare.

Ma vaffanculo, va'...

domenica 10 agosto 2008

Dalida - MOURIR SUR SCÈNE

(testo di M. Jouveaux / musica di J. Barnel)




Non parlo il francese, appena appena ne intuisco qualche espressione tipo "Parbleu!", "Vive la France", "Vulevù cusciè avec mua se suar".
Avevo comunque intuito la bellezza delle parole di questa canzone, una sorta di testamento artistico per Dalida che la incise nel 1983 e sarebbe morta suicida appena 4 anni più tardi. In Rete ho fortunatamente trovato la traduzione.

Vieni, ma non venire quando sarò sola
Quando il sipario un giorno cadrà
Io voglio che cada dietro di me

Vieni, ma non venire quando sarò sola
Io che ho scelto tutto nella mia vita
Voglio scegliere anche la mia morte

C’è chi vorrebbe morire in un giorno di pioggia
Ed altri in pieno sole
C’è chi vorrebbe morire solo dentro un letto
Tranquillo nel proprio sonno

Io voglio morire sulla scena
Davanti ai proiettori
Sì, voglio morire in scena
Il cuore aperto tutto colorato

Morire senza la minima pena
All’ultimo rendez-vous
Io voglio morire in scena
Cantando fino alla fine

Vieni, ma non venire quando sarò sola
Tutte e due ci siamo già conosciute
Ci si è viste da vicino, ti ricordi?

Vieni, ma non venire quando sarò sola
Scegli piuttosto una serata di gala
Se vuoi ballare con me

La mia vita è bruciata sotto troppe luci
Non posso andarmene nell’ombra
Io voglio morire fucilata dai laser
Davanti ad una sala piena

Morire senza la minima pena
Di una morte ben orchestrata
Io voglio morire sulla scena
È là che sono nata

mercoledì 6 agosto 2008

Io che t'amo e ti ricamo...

Ribadisco, sono depresso.
Perciò nei giorni scorsi ho passato un po' di tempo su YouTube, cercando vecchi spezzoni televisivi che mi riportassero alla mia adolescenza.
Ed è così che, di videoclip in videoclip, ho ripescato Margheritando il cuore, una vecchia canzone di Ambra dei tempi di Non è la Rai, di cui avevo completamente perso memoria.
Subito dopo, mi sono imbattuto in questa... "cosa" qui...


Tanto per ribadire che Ambra non può non essere considerata una Musa. La Musa della follia, forse, ma sempre Musa è...

martedì 5 agosto 2008

Sia maledetto quest'umore che sale e scende come un ascensore

Sono depresso, è ufficiale.
Si capisce subito quando sono depresso, da almeno due indizi lampanti.
#1 - Quando sono depresso, ho poca voglia di scrivere o parlare, e quando mi sforzo di scrivere/parlare i miei discorsi risultano particolarmente sconclusionati. E dimostrazione di ciò sono i miei ultimi post...
#2 - Quando sono depresso e mi succede qualcosa di comico o di surreale, comincio a ridere istericamente e riprendo ciclicamente a ridere per ore con il pensiero fisso all'accadimento. Com'è successo oggi.
Io, ItalianColin e Camelia con il suo pancione da ottavo mese, stavamo rientrando tutt'e quattro dalla pausa-caffè nella saletta fumatori del piano terra. Eravamo belli belli entrati in ascensore, quando alle nostre spalle sono apparse le tre zitelle incartapecorite dell'ufficio accanto al nostro che si sono infilate nella cabina dietro noi (ed essendo incartapecorite e quindi piccine picciò non abbiamo fatto una gran fatica a starci tutti quanti, nonostante il pancione da parto plurigemellare di Camelia, che però insiste a dire che partorirà un unico nuovo esemplare del genere umano - e grosso com'è lo partorirà sicuramente con dolore...)
Bando alle parentetiche, arriviamo al piano e la porta dell'ascensore si apre. Così il capufficio nano delle tre Grazie si ritrova di fronte a tradimento le sue tre subordinate e la Camelia, che tutte insieme riescono a nascondere almeno in parte me ed ItalianColin.
Il nano, colto di sorpresa, esclama: "Un gran carico di donne...!"
Camelia, con un candore imperdonabile, se ne esce con una frase da Oscar del savoir faire: "Donne, vecchi e bambini..." dice indicandosi il pancione e trattenendosi (solo per intercessione divina) dal precisare chi siano i vecchi in questione...
Allorché la più incartapecorita delle tre Grazie la corregge: "Donne, bambini, uomini e gay..."
Segue un silenzio imbarazzato ed imbarazzante mentre abbiamo tutti lasciato l'ascensore e proseguiamo nel corridoio verso i rispettivi uffici.
Quando le tre Grazie entrano nel loro, io, Camelia ed ItalianColin ci scambiamo occhiate sgranate. Camelia non riesce a rendersi conto di come abbia potuto lei per prima cadere nella gaffe, ma io non riesco a capacitarmi della replica della befanona.
Surreale, decisamente surreale.
Ed ho trascorso il pomeriggio a ridere istericamente ad intervalli di sette-otto minuti...

lunedì 4 agosto 2008

Sex and the blog #2

Quanto conta la bellezza negli affari di cuore...? Ci si può innamorare di una persona che si considera bruttina, perché comunque ha tante altre doti più importanti? E soprattutto, la bellezza è un concetto assoluto o relativo...?
Personalmente ho sempre preso con le pinze il vecchio adagio della nonna che mi ripeteva: "non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace". (La frase originale era ovviamente nel dialetto della bassa gardesana, un amalgama di bresciano, mantovano e veronese che non può essere trascritto con i soli 26 caratteri dell'alfabeto occidentale...)
Prendiamo ad esempio Brad Pitt ed Angelina Jolie. Chi può permettersi di dire in tutta onestà che l'uno o l'altra sono dei cessi deambulanti? Qualunque essere umano lo facesse, mentirebbe con la consapevolezza di mentire. Brad ed Angelina sono due bellissimi esemplari del genere umano: l'unico autorizzato ad un moto di schifo nel vederli è il piccolo E.T., la cui razza aliena ha probabilmente dei canoni estetici differenti dai nostri, tipo l'incarnato verde menta, la pelle rugosa e le dita artritiche (e qui di nuovo, non so perché, mi torna alla mente la mia nonnina...).
Ad un essere umano, tutt'al più, può essere concessa una frase del tipo "Brad/Angelina...? Sì, una gran bella carrozzeria ma il mio ideale estetico è diverso... preferisco George Clooney/Jennifer Lopez"... tanto per fare un esempio di bellezza relativa. Il bello è bello, ma in relazione ai gusti personali può essere più o meno bello di altro...
Ed il concetto di bellezza relativa può estendersi (ma in questo caso, sarebbe meglio scrivere "restringersi") al particolare: io ho degli occhi bellissimi, che praticamente parlano da soli (ed il fatto che abbiano il dono della parola li rende utili a qualcosa, dato che per quanto concerne la vista sono quasi superflui...); ma relativamente al resto di me ("resto" inteso come "avanzo, relitto"), sei giorni su sette esco di casa senza essermi guardato allo specchio per evitare di farmi spaventare dall'immagine riflessa...
Quando vidi per la prima volta in fotografia il volto dell'uomo di cui mi sarei innamorato di lì a breve, ebbi un moto di disappunto, tanto mi sembrava irregolare, brutto... Eppure, quando lo vidi finalmente dal vivo, con quella luce che gli brillava negli occhi e quel sorriso timido (e tutto il non indifferente bagaglio di discorsi e dichiarazioni fatti per telefono), restai incantato per qualche secondo a rimirarmelo per bene, tanto che lui cominciò a tremare per la paura di essersi rivelato una delusione ancora maggiore del preventivato, mentre in realtà io non riuscivo a trattenermi dall'infilargli la lingua in bocca... Ehm... Mi son lasciato prendere un attimo dai ricordi ed anche stavolta ho scordato dove volessi andare a parare...
Vabbé sì, il punto è: anche i brutti possono incontrare qualcuno che li vede belli. La bruttezza è relativa, forse ancor più della bellezza.
E non deve essere vero per forza che il brutto è affascinante, in quanto l'essere un cesso l'ha sicuramente costretto a sviluppare altre qualità, e perciò è più intelligente o più sensibile o più ironico o ricco sfondato. Non c'entrano nulla le altre doti.
Quando ci innamoriamo, non ci innamoriamo di una qualità particolare, ma della persona nel complesso delle sue caratteristiche. Non amiamo il nostro fidanzato perché "è bello da far invidia alle amiche", o perché "è intelligente e sa scrivere Nietzsche", o perché "è ironico e quando sto con lui ho sempre le lacrime agli occhi dal ridere (e mi fa risparmiare un sacco sull'umettante)". Amiamo qualcuno semplicemente perché ai nostri occhi "è perfetto così com'è"...
Perfetto per noi. Anche se ha le labbra troppo sottili. Anche se ha le orecchie a sventola. Anche se ha le unghie tutte rosicchiate...
Mamma mia, sono arrivato a chiudere questo post con l'ovvietà più ovvia tra le ovvietà ovvie... Amici miei, l'amore è cieco...

sabato 2 agosto 2008

Mina - PORTATI VIA

(testo e musica di Stefano Borgia)

E mentre brucia lenta questa sigaretta
Io sto seduta qui ché non ho fretta
Ti ascolto, dimmi… tanto è come l’altra volta
Facciamo pace a letto e non dentro la testa
Chiunque ci sentisse in questa discussione
Direbbe: lei cretina, ma lui che gran coglione

Quante bugie mi hai detto, dove ti ho trovato?
In quale maledetto giorno t’ho incontrato?
Lo sai che se ti guardo adesso non mi piaci
Ridammi le mie chiavi, dimentica i miei baci
Non voglio più nemmeno toccare le coperte
Dove ti sei sdraiato, dove ti senti forte

Che cosa c’è da dire, cosa c’è da fare?
Siamo due cuori affetti dallo stesso male
Non c’è niente da dire, niente più da fare

Portati via le tue valigie, il tuo sedere tondo, i tuoi caffè
Portati via i fiori finti, la tua faccia, la tua gelosia
Vai via… portati lontano da me…

E mentre brucia lenta questa sigaretta
Sorrido e fingo e ti accompagno sulla porta
Io nei tuoi occhi leggo scuse un’altra volta
Poi la tua schiena si allontana quanto basta
Così ti vedo andartene su queste scale
Da questo astratto amore, da questo stesso male