Si capisce subito quando sono depresso, da almeno due indizi lampanti.
#1 - Quando sono depresso, ho poca voglia di scrivere o parlare, e quando mi sforzo di scrivere/parlare i miei discorsi risultano particolarmente sconclusionati. E dimostrazione di ciò sono i miei ultimi post...
#2 - Quando sono depresso e mi succede qualcosa di comico o di surreale, comincio a ridere istericamente e riprendo ciclicamente a ridere per ore con il pensiero fisso all'accadimento. Com'è successo oggi.
Io, ItalianColin e Camelia con il suo pancione da ottavo mese, stavamo rientrando tutt'e quattro dalla pausa-caffè nella saletta fumatori del piano terra. Eravamo belli belli entrati in ascensore, quando alle nostre spalle sono apparse le tre zitelle incartapecorite dell'ufficio accanto al nostro che si sono infilate nella cabina dietro noi (ed essendo incartapecorite e quindi piccine picciò non abbiamo fatto una gran fatica a starci tutti quanti, nonostante il pancione da parto plurigemellare di Camelia, che però insiste a dire che partorirà un unico nuovo esemplare del genere umano - e grosso com'è lo partorirà sicuramente con dolore...)
Bando alle parentetiche, arriviamo al piano e la porta dell'ascensore si apre. Così il capufficio nano delle tre Grazie si ritrova di fronte a tradimento le sue tre subordinate e la Camelia, che tutte insieme riescono a nascondere almeno in parte me ed ItalianColin.
Il nano, colto di sorpresa, esclama: "Un gran carico di donne...!"
Camelia, con un candore imperdonabile, se ne esce con una frase da Oscar del savoir faire: "Donne, vecchi e bambini..." dice indicandosi il pancione e trattenendosi (solo per intercessione divina) dal precisare chi siano i vecchi in questione...
Allorché la più incartapecorita delle tre Grazie la corregge: "Donne, bambini, uomini e gay..."
Segue un silenzio imbarazzato ed imbarazzante mentre abbiamo tutti lasciato l'ascensore e proseguiamo nel corridoio verso i rispettivi uffici.
Quando le tre Grazie entrano nel loro, io, Camelia ed ItalianColin ci scambiamo occhiate sgranate. Camelia non riesce a rendersi conto di come abbia potuto lei per prima cadere nella gaffe, ma io non riesco a capacitarmi della replica della befanona.
Surreale, decisamente surreale.
Ed ho trascorso il pomeriggio a ridere istericamente ad intervalli di sette-otto minuti...
Nessun commento:
Posta un commento