martedì 7 aprile 2009

Lo spauracchio dei ragazzini

Oggi sono uscito all'una da casa per andare al lavoro. La giornata è calda ed una bella passeggiata è un piacere.
L'una, si sa, è più o meno l'ora in cui i ragazzini tornano da scuola.
Mentre passo accanto al cancelletto d'ingresso di un condominio, sento dal citofono la voce gracchiante di qualcuno che chiede invano: "Sì? Chi è?" ed immediatamente collego lo strano caso a qualcosa accaduto pochi istanti prima e che il mio occhio aveva registrato senza darvi, giustamente, alcun peso: il ragazzino che camminava pochi metri avanti a me, con uno scatto improvviso aveva attraversato la strada.
Due più due e capisco: i ragazzetti di oggi, come quelli dei tempi miei, si divertono un mondo a suonare i citofoni e scappare. In effetti, il giovine ha l'aria del classico bulletto sfigato e grassoccio di prima media che, magari vessato dai professori o dai compagni più grandi dell'ultimo anno, si sfoga con ritorsioni su quelli fisicamente più piccoli e con dispetti stupidi, ed in fondo innocui, come quello del citofono. Li conosco, questi bulletti.
E mi accorgo anche che, da dietro una spalla, mi sta tenendo d'occhio. Capisco in un attimo che ha paura di essere stato colto in fallo.
Ed attraverso la strada anch'io, lo raggiungo sull'altro marciapiede. Tutti i giorni attraverso la strada in quello stesso punto, ma lui non lo sa.
Modulo la velocità del mio passo sul suo e gli resto costantemente tre metri dietro. Ed ogni due passi lui volge appena il capo e mi guarda e misura la distanza che ci separa.
Provo ad accelerare di poco, e subito anche lui allunga il passo.
Svolta dietro la siepe alla fine della strada e lo sento scattare di corsa.
Arrivo all'angolo e getto l'occhio. Dapprima non lo vedo, ma è impossibile che sia corso via tanto velocemente.
Ed infatti, mentre attraverso la strada per proseguire sul mio cammino, lo vedo mezzo nascosto nell'ingresso del suo condominio: ha suonato il citofono per farsi aprire la porta da mamma; mi guarda ed aspetta impaziente che la porta faccia clic per gettarsi dentro nell'androne. Ecco, è salvo.
Ed io me la rido sotto i baffi che non ho.

2 commenti:

Thrasùs ha detto...

Un vero tallonamento! La mamma del bulletto farà buon uso dell'esperienza del figlio: 'se non fai i compiti ti faccio in seguire da Edgar!'...

Edgar ha detto...

...e la prossima volta mi metto anche a fischiettare il tema di Profondo Rosso...