Mentre riprendevo il mio posto nel mondo [leggasi: mentre tornavo a posare le natiche sulla sedia alla mia scrivania], la mia mente ed il mio cuore stavano ancora in Alto Adige. Lo ammetto con stupore, ciò che ora ricordo con maggior piacere è l'ultima giornata, quella trascorsa sul sellino di una bicicletta.
Da Merano è possibile prendere il trenino regionale che, dopo un'ora e mezza di viaggio su un percorso insolitamente tortuoso per dei binari, porta nel cuore della Val Venosta. Al capolinea di Malles, proprio in stazione, si può quindi prendere a noleggio una bicicletta e ridiscendere a valle. Alla modica cifra di 14 euro, si ha diritto al biglietto del treno, alla bici ed alla favolosa chance di abbandonare la due-ruote in alcune stazioncine e ritornare alla partenza con il treno. Oppure dare il massimo ed arrivare in bicicletta fino a Merano. E se ce l'ho fatta io, chiunque può raggiungere l'obiettivo. Può considerarsi quasi una scommessa: io ci son riuscito in 4 ore, al netto delle soste-birra; se impiegate più tempo, siete delle schiappe!
La pista ciclabile è ben segnalata con la classica segnaletica marrone per i turisti; per la maggior parte, trattasi di strada asfaltata, in lieve discesa ed inibita al traffico veicolare. Con le dovute eccezioni.
I tratti senz'altro più gradevoli sono quelli che costeggiano da vicino l'Adige, generalmente in una pendenza tale che pedalare è quasi superfluo: io poi adoro il rumore dell'acqua che scorre e la frescura che dall'acqua proviene. Al contrario, i chilometri più bastardi sono quelli che attraversano la distesa dei meleti, spesso in falsopiano con tendenza a salire.
Subito dopo il tratto più faticoso (anche se la salita è talmente breve e moderata che parlare di fatica è un'esagerazione, se la prendete con calma - e non come l'ho affrontata io...), vi trovate ad affrontare il tratto più insidioso: saliscendi ripetuti su fondo ghiaioso, con curve ripetute e percorso stretto attraverso un boschetto. Ma se non sono caduto io che non affrontavo una pedalata seria dal liceo...
Lungo il percorso, tre o quattro punti-ristoro. L'unico consiglio che mi sento di dare è di non fermarsi a bere una birra ghiacciata più di un paio di volte, perché il rischio di ritrovarsi nell'Adige a nuotare si farebbe serio.
Ah sì: nei tratti diritti ed in discesa vi sconsiglio anche di fare come Meg Ryan in City of Angels, perché, se è vero che non rischiate di finire sotto un tir che trasporta legname, né sotto il trenino, la pista è molto battuta dai ciclisti e anche dai pedoni nella buona stagione... Io però l'ho fatto.
1 commento:
Quanto entusiasmo per la bici!! ....non è che era priva di sellino???? ehehehehe
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