1992. In un albergo, un gruppetto di liceali al primo anno, in gita scolastica, sta bivaccando sulla moquette verde del corridoio di un albergo, in attesa dell'ora di cena.
Steffy, dopo essersi guardata attorno, chiede: "Ma che fine ha fatto Fotter?"
Edgar: "L'ho visto chiudersi in bagno dieci minuti fa."
Steffy: "Allora si starà facendo una sega!"
Edgar: "Oddio, spero di no. Ho lasciato un maglione in bagno, non vorrei puzzasse..."
Steffy, alquanto interdetta: "Un maglione...!? Puzzare...???"
Edgar: "Comunque non credo si stia facendo una sega: è da solo."
Steffy: "Perché? Tu le seghe le fai in gruppo?"
Edgar: "Io non le faccio... ma pensavo che fosse più fico farle in gruppo... Mi sbagliavo!?"
In realtà, a quattordici anni compiuti, non avevo nemmeno idea di cosa stessi dicendo. Non che non avessi idea di cosa fosse una sega, solo che non sapevo che venissero chiamate così. Ed all'epoca ero convinto che sega fosse un sinonimo di canna, e che una canna non fosse altro che una sigaretta fumata in compagnia.
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Ma ho visto scorrermi davanti gli occhi il ricordo di quella sera del 1992, ieri quando Camelia, parlando delle parolacce udite fuori da una scuola elementare, mi raccontava di essere rimasta sconvolta quando sentì per la prima volta usare da un suo coetaneo la parola cretino in prima media, avendo ella frequentato le scuole primarie in un istituto gestito da suore.
Ecco, d'insulti ne smoccolavo già parecchi quando andavo alle medie, ma confesso che arrivai in prima liceo senza saper distinguere una sega da una canna. Ecco perché sono mezzo ciecato.
1 commento:
;) molto carino l'Edgarello ingenuotto e finto disinvolto.
Io invece ho capito solo in terza media che la "minchia" era il pene (diciamo così, meglio) e non la vagiaina. Azz forse ora mi si spiegano delle cose...
Buona domenica
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