martedì 25 novembre 2008

Novembre - Parte prima

Sono passati tre anni da quel novembre. E negli ultimi tre anni di cose ne sono successe talmente tante che non mi era mai accaduto di fermarmi a ricordare quel novembre, fino a qualche giorno fa, quando, assalito da un'improvvisa novembrina malinconia, mi sono voltato a guardare indietro. A cercare dentro di me cos'era rimasto di lui, e non di noi. Noi non ha più un senso da tanto ormai.
Noi era ancora qualcosa fino a quel novembre, e da parte mia lo sarebbe stato, inconsciamente, ancora fin troppo a lungo dopo.
Febbraio...
L'inizio della fine, ironicamente, meschinamente, era coinciso proprio con l'inizio di noi, della nostra vita in comune. All'inizio di quell'anno, il 2005, avevamo affittato casa insieme, ed all'inizio dell'estate il nostro rapporto sarebbe andato in crisi: non tanto per la convivenza in sé, quanto piuttosto per le diverse aspettative che c'eravamo creati sul nostro rapporto, sul nostro futuro insieme. Sui tempi stessi di quell'inizio. Paradossalmente, quando per me il tempo era maturato, dopo due anni di una relazione non serena ma stabile, difficile certo ma affrontata con voglia di costruire insieme il nostro qualcosa, per lui s'era fatto già troppo tardi. Forse lo sentivo, forse inconsciamente sapevo, e per questo forse m'ero convinto dovessimo compiere questo passo. Fatto sta che io finalmente lasciavo la casa dei miei ed andavo a vivere con lui; ero pronto, c'ero, mentre lui stava già un passo più avanti e stava maturando le proprie decisioni. Maturava di porre fine a noi.
Maggio...
L'occasione gli fu data da un nostro breve soggiorno giù a casa dei suoi, da quel nostro breve incontro con il suo ex di cui ho già avuto modo di raccontare; mi disse: "Tu non sei affatto geloso di me. Tu forse non mi ami quanto dovresti." "Non dire sciocchezze: io ti amo..." "Penso che non dovremmo considerarci più una coppia. Non mi sento amato abbastanza." "Non dire sciocchezze: abbiamo appena preso casa insieme; se non ti amassi, me ne sarei rimasto dai miei..." "Dico sul serio: prendiamoci un po' di tempo tutt'e due per pensare se ci amiamo abbastanza."
Giugno...
S'era preso il suo tempo, i suoi spazi. Prima, anche quando ancora non coabitavamo, non andavamo da nessuna parte se non insieme; ora, ogni tanto rifiutava d'accompagnarmi in giro; qualche volta spariva e quando ricompariva mi raccontava di essere stato a trovare i nostri amici in comune, ma da solo perché aveva bisogno di parlare, di confrontarsi. Aveva anche un nuovo amico, telefonico, che chiameremo il Lungo, conosciuto tramite la stessa chat (non una chat gay, nessun profilo, nessuna foto) dove ci eravamo conosciuti noi. Ma non m'importava, pensavo fosse giusto concedergli i suoi spazi: se anche diceva ai nostri amici che non dovevano considerarci una coppia, che non dovevano per forza frequentarci insieme, io e lui dormivamo ancora nello stesso letto, facevamo ancora l'amore... Un fine settimana, alcuni amici ci avevano invitato a raggiungerli al mare dove stavano trascorrendo la villeggiatura: ricordo l'autostrada, il traffico, lui che mandava sms a ripetizione mentre io cercavo di non perdere la strada. "Sta succedendo qualcosa" mi disse ad un tratto, mentre eravamo in coda ed io temevo che ci fossimo persi. "Cioè...?" "Il Lungo intende lasciare il suo ragazzo." "Perché...?" "Ha capito di non amarlo quanto dovrebbe." "E...?" "Il prossimo weekend vado a trovarlo." "..." "Da amico, per parlare di noi." "Preferirei che non andassi." "Non dipende da te."
Luglio...
Era di domenica. Stavo lavando i piatti di un dopo pranzo domenicale, mentre lui si accendeva la sigaretta del dopo caffé. Il weekend dopo il suo weekend con il Lungo. "Non mi hai chiesto se ci ho fatto l'amore." "Mi hai detto tu che non ci hai fatto l'amore..." "Tu non me l'hai chiesto." "Mi hai raccontato tutto quello che avete fatto, aggiungendo che hai dormito nella camera degli ospiti e che non avete fatto sesso..." "Tu non mi hai chiesto se ci ho fatto sesso." "Ci hai fatto sesso?" "Ci ho fatto l'amore."
Agosto...
Anche noi avevamo una camera per gli ospiti, ma non la utilizzavamo. Continuavamo a dormire nello stesso letto matrimoniale, ma non ci facevamo sesso, tantomeno ci facevamo l'amore. Lui trascorreva i suoi weekend fuori città, con l'altro; io trascorrevo i miei, chiuso in casa a piangere. Poi è partito, scendendo quasi tutto il mese per le ferie a casa dei suoi; il progetto era che l'ultima settimana l'altro l'avrebbe raggiunto. Chiuso in casa, per non dover parlare con nessuno di quello che mi stava accadendo, avevo ripreso a frequentare la chat. Con un certo successo. Ed un paio di volte, appena prima che i discorsi in chat si facessero seri, mi ritrovai al telefono con lui. "Non mi piace il tizio con cui stai chattando." "Mi stai controllando...?" "No. Qui non c'è niente da fare, stavo dando un'occhiata ed ho letto il vostro scambio di messaggi." "Non credo di dover rendere conto a te, ormai..." "Ti sto solo dicendo che quel tizio non mi piace. Non dovresti buttarti via con quello: meriti di meglio." "Sto solo chattando..." La seconda volta, ci ritrovammo a fare del sesso telefonico. "Perché non mi raggiungi la prossima settimana?" mi chiese, quando avemmo fatto. "Non doveva raggiungerti il Lungo...?" "Lui non può... ed io non voglio più." "E cosa vuoi?" gli chiesi sulle sue montagne, quando infine decise che dovevamo parlare a quattr'occhi, io e lui, noi, e mi portò a fare una gita in auto. "Voglio che mi perdoni. Ho fatto uno sbaglio."
Settembre...
"Mi ha contattato una tipa della chat." "Chi è...?" "Una con cui ho scambiato parecchi messaggi. L'avrai letta, sta sempre in chat: la Storta" "Un po' insignificante..." "Non è vero. E poi lei invece ti stima molto." "Le hai parlato di me?" "Abbiamo parlato delle persone della chat che abbiamo conosciuto. Le ho detto che ti conosco e lei mi ha detto che ha letto qualche volta quello che scrivevi e che ti stima molto." "Le hai detto che stiamo insieme?" "No." Non l'aveva detto nemmeno ai nostri amici extra-chat. Era l'unica cosa che mi dava fastidio, dato che il Lungo era già un capitolo chiuso e dimenticato. Ma mi ripeteva che voleva tenere la nostra riconciliazione per noi, perché riguardava solo noi e perché gli altri ne sarebbero stati invidiosi. E perché gli altri avrebbero pensato che avesse preso certe decisioni un po' troppo alla leggera, e non voleva passare per uno leggero.
Ottobre...
"Domani vado a conoscere la Storta" mi annunciò qualche tempo dopo. "Dai. Vengo anch'io, vuoi?" "No, preferisco di no." "Perché?" "La Storta è una mia amica: non deve diventare per forza anche un'amica tua, tanto più che la ritieni insignificante..." "Non la conosco. Se la conoscessi, probabilmente scoprirei perché ti è tanto simpatica e diventerebbe simpatica anche a me." "Non deve piacerti per forza." "..." "E poi vuole farmi conoscere un suo amico." "Cioè? Un altro della chat...?" "No. Un amico suo. Dice che abbiamo tanto in comune: lui sta attraversando un periodo un po' così con il suo ragazzo, e la Storta pensa che parlare un po' con me gli farebbe bene..." "Lui quindi è gay...?" "Certo." "Ma gliel'hai detto alla Storta che stiamo insieme, vero? Mi avevi detto che gliel'avevi detto." "Sì, lo sa, ma che cosa c'entra?"
E poi venne novembre...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo. I commenti non servono, queste cose si ascoltano e basta.
Magari si piange pure un po', sono cose che in un modo o nell'altro ci riguardano tutti, e a sentirle raccontare provocano in tutti noi una serie di slavine emotive, piccole o grandi, ma a ripetizione. Si piange un po', ma senza darlo a vedere.

Rosa ha detto...

Bello davvero,
Sniff...

Asa_Ashel ha detto...

Curioso come il pronome Io diventi in certi casi un Noi,giusto per scaricarsi meglio la coscienza.
E cercano pure di farti passare per quello che non prova sentimenti .
Si , il tuo era vero amore , perchè stavi con lui senza volerlo imprigionare , perchè lasciavi che i suoi spazi invadessero anche i tuoi , ma soprattutto perchè non l'hai messo alla porta la prima volta che ti ha accusato di non amarlo abbastanza .
Che dire, ogni persona ci lascia dentro qualcosa ma con alcune è meglio chiudere il ciclo al più presto una volta interrotto .
Farà male lo stesso , ma dopo puoi ricominciare .