venerdì 26 dicembre 2008

Poesia poesia, sembra che non ci sia (più)...

Il giorno di Natale è appena trascorso, ma il caro buon vecchio Babbo Natale ha fatto giusto in tempo a portarmi un ultimo regalo: un nuovo blog e, soprattutto, un nuovo blogger da tenere d'occhio. Ecco Thrasùs ed il suo blog.
Chi mi conosce lo sa [oddio, sono mesi che sogno di postare questa frase: mi fa tanto sentire un'ex velina sopravvissuta all'Isola di Cayo Paloma...). Chi mi conosce lo sa: sono uno squallido romantico, onde ragion per cui, qui lo dico e qui lo nego, i blogger che compaiono nella mia lista, in qualche modo, possiedono tutti quanti un pezzetto del mio cuoricino. Chi un ventricolo, chi un tratto d'aorta...
E non è un caso se cito il cuore, mitologica sede delle umane passioni ed emozioni. Perché in questa notte fredda -non so da voi, ma stasera qui il vento ulula e la neve ha ripreso a cadere dopo giorni e giorni in cui la nebbia si alternava ad un timido sole- scoprire questo blog, scorrere a ritroso il filo dei pensieri di Thrasùs e leggere le sue splendide poesie, mi ha scaldato il cuore e catapultato indietro ai miei diciott'anni. Non solo mi ha emozionato da morire, ma mi ha ricordato che nessuno è solo, neppure quando vive la solitudine: nell'universo di menti e di cuori che popolano questo piccolo mondo, c'è sempre, da qualche parte, qualcuno che sta vivendo o che ha vissuto le nostre medesime emozioni, i nostri turbamenti, le stesse sofferenze e, perché no, la medesima gioia.
Thrasùs, dall'alto dei suoi diciott'anni (o giù di lì, suppongo) ha un gran bel dono: sa scrivere. Meglio, sa trasformare le emozioni in parole e le parole in immagini.
Lo confesso, questa è una dichiarazione d'amore. Per il suo blog e per le sue composizioni, s'intende. Ed in quanto vero amore, è cieco ed incondizionato.
Su una copertina di Vanity Fair di qualche anno fa su cui faceva bella posa Claudio Baglioni (che è la ragione per cui l'ho conservata ed ancora sotto mano -ecco che qui faccio ulteriore sfoggio della mia variegata formazione culturale), compare a lato anche una citazione di Fabrizio DeAndrè: "Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie. Dopo, continuano a farlo solo due categorie di persone: i poeti ed i cretini". La trovo una verità assoluta: non per niente io ho smesso di scrivere poesie a vent'anni ed ho poi provveduto ad appiccare il fuoco a quelle sudate carte. Il giovane e timidissimo Thrasùs invece (io confido e spero) continuerà a scriverne a lungo: sarebbe un delitto se non lo facesse.
Perché tra i due, il cretino -siatene certi- non è mica lui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie, Edgar. Considero questa segnalazione come un bellissimo regalo di Natale che mi hai fatto.
E che brividi a trovare nelle tue parole le stesse cose che avrei scritto io!

Edgar ha detto...

Gan, son felice (ed in verità non ne dubitavo) che in particolar modo tu condivida il mio entusiasmo.