martedì 30 dicembre 2008

Anna Perenna ed il perenne andare

Non sono mai stato un cultore della memoria: non ne ho mai fatto un culto, tantomeno l'ho mai coltivata.
Non mi piace guardarmi alle spalle e rivangare i ricordi; ho sempre proteso lo sguardo avanti, al futuro ed ai miei desideri. E se da un lato ciò talvolta mi ha reso difficile godermi l'attimo, il più delle volte coltivare un sogno mi ha aiutato ad andare avanti nel cammino della vita.
In particolare, quand'ero un adolescente timido e chiuso al mondo, schivo e sfuggente agli sguardi ed ai discorsi di adulti e coetanei, mi coccolavo delle mie fantasie. Mi immaginavo a trent'anni, uomo fatto, esperto delle cose della vita e dell'amore, con il mio bell'appartamento in città da condividere con un gatto e con un compagno, con un lavoro che sarebbe stato più una passione, ma mi avrebbe dato tante ma tante soddisfazioni.
Beh, oggi di anni ne ho trentuno compiuti. Ed ho un appartamento in città. Ma non ho il lavoro che mi appassiona. Non ho il gatto. E soprattutto no, non ho un compagno da amare e che mi riami.
A pensarci bene, solo tre o quattro anni fa ero molto più vicino a vivere quell'ideale che non oggi. La mia vita oggi somiglia anzi, più che mai, a quella che conducevo da ragazzo. Sono perfino tornato un po' a fare l'orso, a fuggire la gente e gli estranei. Pur avendo imparato sulla pelle quanto vale l'Amicizia, quanto mi fa stare bene condividere il tempo con chi mi è vicino.
Insomma, il percorso della mia vita sembra aver disegnato un cerchio. O meglio, una spirale. Comunque sia, qualcosa di circolare. Com'è nella natura stessa del tempo.
Il tempo torna e ritorna. Sembra che proceda dritto, lineare, imperterrito ed imperturbabile. Invece torna.
Al lunedì segue il martedì, al martedì segue il mercoledì e così via fino alla domenica cui segue un nuovo lunedì. Così come a gennaio succedono prima febbraio, poi marzo, aprile, e giù giù per il calendario fino a dicembre, cui succede l'ennesimo gennaio.
Lo sapevano bene i Romani, che veneravano una dea chiamata Anna Perenna, una vecchia signora che personificava il corso dell'anno ed il suo perpetuo rinnovarsi e che era un ciclo ed un riciclo fin nel nome di battesimo: Anna, femminile di annus, nome palindromo (e quindi circolare) per eccellenza, e Perenna, ovvero perenne, perpetua, infinita (e qual è il simbolo dell'infinito? un doppio cerchietto, no?!).
Il tempo torna. E ad ogni inverno segue la primavera, ad ogni fine succede un nuovo inizio.
E se è vero che in queste ultime settimane di fine d'anno mi sono voltato al passato tanto spesso quanto mai m'era capitato, se è vero che sono tornato a rimuginare su un amore finito, se è vero che mi sono ritrovato a rivivere nei versi di qualcun altro i rovesci della mia giovinezza, è anche vero che la fine di quest'anno (tutt'altro che horribilis) può segnare l'inizio di una nuova era.
Per me.
E per tutti coloro che accetteranno questi strani auguri di Buon Anno.
Trovate la vostra strada. Percorretela in lungo ed in largo. Non demoralizzatevi per un vicolo cieco, non scoraggiatevi se vi ritrovate al punto di partenza. Camminate. Non fermatevi mai, perché ogni passo è un nuovo traguardo ed una nuova partenza. Perché ogni passo è un'opportunità in più per agguantare tutta la felicità che meritate.

3 commenti:

Thrasùs ha detto...

Alla faccia degli auguri di buon anno! Questo testo dovrebbe rientrare nei programmi di studio scolastici, orde di babmbini stupidi dovrebbero impararlo a memoria!

Auguri anche a te
(e così ho commentato, visto?)

Edgar ha detto...

Ben arrivato dalle mie parti, o poeta. Ti ringrazio, troppo gentile. E tanti auguri per un nuovo inizio...

Anonimo ha detto...

Buon anno anche a te... ;-)