lunedì 24 maggio 2010

Sassolini

Ieri sera, in seconda o terza serata su Raitre, ho intravisto Enrico Bertolino che intervistava un'esperta di economia nel suo programma satirico Glob l'osceno del villaggio. Insomma, sulla scia di Fabio Fazio a Che tempo che fa e di Serena Dandini a Parla con me, oggi in Italia sono gli attori comici ed i programmi di satira a sforzarsi di fare informazione, laddove i programmi di informazione propriamente detti sono occupati da entità come Ignazio LaRussa o Sandro Bondi che con le loro urla, gli strepiti ed i travasi di bile, al pari degli evangelici indemoniati, danno spettacolo della loro anima profondamente fascista, impedendo qualsivoglia forma di comunicazione socialmente rilevante.
Non ha allora pienamente ragione il bravo Elio Germano, nel dedicare il premio vinto a Cannes, agli italiani che fanno di tutto per rendere l’Italia un paese migliore nonostante la loro classe dirigente? Ho davvero torto io a credere che l'Italiano medio sia meno razzista, meno sessista, meno xenofobo, meno omofobo, meno sessuofobo dei mentecatti da cui si lascia governare, certo non senza colpe proprie?
Una classe dirigente ben rappresentata dal sindaco di una delle città più grandi che non sa distinguere un lavoratore clandestino da un criminale, un ministro dell'Istruzione che non conosce la differenza tra greco e latino, un ministro della Cultura autonominato poeta perché non è in grado di comprendere l'abisso che corre tra poesia e scempiaggine, un ministro delle Pari Opportunità che confonde il matrimonio con una prestazione orale; un presidente del Consiglio che non fa differenza tra gente perbene e farabutti, circondandosi e riempiendo gli scranni del Parlamento dei secondi al probabile scopo di meglio figurare personalmente, fottendosene di far fare bella figura al Paese.

Nessun commento: