giovedì 18 dicembre 2008

In principio... non era il principio

Chi avesse scorso questo blog e letto qualcuno dei post che mi sono usciti dalla pancia, potrebbe essersi fatto l'idea che io sia un convinto comunista anticlericale. E sarebbe in errore.
Errore certo perdonabile, ma no: io non ce l'ho con la Chiesa né ho fermissime convinzioni politiche.
Anzi, sono convinto che la Chiesa abbia operato ottimamente (in alcune epoche ed in alcune circostanze), fornendo all'umanità ottimi esempi: santi, martiri e sacerdoti che hanno dato tanto alla storia ed alla civiltà. In passato, però...
E per quanto riguarda la politica, sono tutt'altro che convinto della bontà della classe politica italiana attuale, di uno schieramento come dell'altro. Tanto che se scoppiasse accidentalmente un incendio in Parlamento o in Senato e nessuno ne uscisse vivo (Rita Levi Montalcini a parte), mi sentirei tutt'altro che addolorato -ma ho parlato d'incidente, non di colpo di Stato, veh!
Tuttavia, quello che mi sconquassa le interiora, ciò che mi induce a scrivere di pancia, essenzialemente è una cosa, ed una sola, e sempre quella: che nel nome di un Principio, per quanto nobile ed eccelso esso sia, un solo essere umano debba morire o soffrire infinitamente.
Lode ai martiri, a tutti i martiri: ai martiri per la fede, ai martiri per la libertà, ai martiri per i diritti civili.
Ma il concetto di martirio implica una convinzione personale, indica la volontà di sacrificarsi.
Non si può -ripeto: NON SI PUÒ!- e non si deve -ribadisco: NON SI DEVE- per alcuna ragione, in nome di nessun principio, permettere, tantomeno pretendere, che siano gli altri (gli innocenti...) a patire l'inferno in terra.
Quando si parla di malattie terminali e dell'incredibile voglia di vivere di alcuni malati terminali, che non intendono darsi per vinti e lasciarsi morire, io non posso che commuovermi ed applaudire. Ma queste splendide persone (che magari sono completamente immobilizzate, ma riescono a comunicare con il mondo circostante tramite il battito delle palpebre o la mobilità di un unico dito) sono ancora capaci di decidere, sono vive, e che Dio le benedica e le abbia in gloria.
Ma in altri casi, come quelli di un coma irreversibile ininterrotto da diciassette anni, queste persone sono già state private della loro vita da un destino spietato. E della dignità da altri uomini.
Abbiate pietà, almeno voi che per vocazione dovreste essere pietosi. State zitti.

2 commenti:

Asa_Ashel ha detto...

L'unico principio di cui sono portatori certi squallidi personaggi è quello della voglia smisurata di voler controllare e condizionare la vita di tutti quelli che non condividono i loro principi, dei quali se ne fanno dell'ottima carta igienica quando si tratta di essere coerenti fino in fondo .L'unica cosa che mi sento di dire a questa gente è che della loro pietà pelosa non me ne faccio niente , che se la tengano pure .Andassero a fare i paladini della vita quando si tratta di fare pressioni politica e civile di fronte a tragedie quotidiane tipo quella delle migliaia di bambini , quelli si vivi e vegeti , o quasi , ma soprattutto coscienti , che muoiono di fame tutti i giorni .
Comunque io sono convinto di una cosa , meno importanza e meno visibilità si dà a questi squallidi personaggi meno attenzione avranno da tutti e meno condizionamenti riusciranno ad attuare .Del valore della vita a loro non gliene frega assolutamente niente , perchè il più grande rispetto della vita è permettere ad una persona di viverla e terminarla nel modo più sereno possibile .
Se non si fosse capito anch'io ho voluto rispondere di pancia .

Edgar ha detto...

Sì sì, s'era capito. Ed apprezzata la spontaneità :)