giovedì 28 maggio 2009

Psycho 3.0 - Nei meandri di una mente labile, in viaggio verso le radici di un trauma


L'estate è arrivata: l'afa surriscalda le camere da letto e chi non possiede un condizionatore, prima di coricarsi, si denuda e rinuncia alle lenzuola.
Io no. Io non posso dormire scoperto, non ci riesco.
Come Linus non esce di casa senza la sua amata copertina, io non riesco a chiudere occhio se non ho un lenzuolo a coprirmi. E diventa evidente che si tratta di un mero supporto psicologico quando il caldo si fa infernale, i miei pori diventano risorgive e nel dormiveglia finalmente scosto il lenzuolino, senza però riuscire a non tenerne il contatto almeno con un piede.
Certo, tra le psicosi ce ne sono di ben peggiori. Ma la mia è decisamente radicata e s'è evoluta in diverse forme con il tempo.
Fino a qualche anno fa, infatti, essa non era legata alle lenzuola, ma alla posizione: rigorosamente prona, ovvero a pancia sotto. Era quindi il mio stesso corpo a farmi da coperta, proteggendo la parte di me che, più o meno consciamente, consideravo quella più esposta e vulnerabile: i gioielli di famiglia. Da adolescente soffrivo infatti del complesso di castrazione: un incubo ricorrente prevedeva che uno sconosciuto (provvisto o meno di faccia) entrasse nella mia stanza armato di coltello eccetera eccetera... Per fortuna, la maggior parte delle volte mi svegliavo di soprassalto non appena la porta della stanza si apriva, per scoprire che in realtà ad entrare nella camera era mia madre per la sveglia domenicale.
Temevo che una tale psicosi mi avrebbe impedito poi di dormire serenamente al fianco di un compagno, ma ciò non è accaduto. Anzi, forse proprio il verificarsi di questa circostanza ha portato allla trasformazione di quel disagio in qualcosa di molto meno significativo.
Ma vogliamo scavare ancora un poco più a fondo? La paura della castrazione era già un'evoluzione di una precedente fobia.

E volete sapere da dove tutto è nato? Da Il Giornalino delle Edizioni San Paolo.
Ancora non sapevo leggere, quando una domenica, tornando dalla messa, mia madre (la figura della madre è sempre un corso e ricorso nelle storie di trumi infantili...) acquistò per me un numero del settimanale per ragazzi con il coniglio rosa Pinky in copertina. Ora non ricordo i dettagli, fatto sta che in un fumetto di quel numero comparivano degli gnometti famelici con aguzzi dentini che si nascondevano in fondo ai letti dei bambini, laddove le brave mammine rassettano le lenzuola sotto i materassi, e divoravano i piedini ai pargoli.
Fu il mio primo vero trauma. Anche se, a distanza di anni, sono portato a pensare che la mia fantasia fanciullesca potrebbe essersi inventata gran parte della narrazione dopo aver adocchiato un paio di vignette, tanto più che, non sapendo leggere, potrei ai tempi anche aver travisato quel poco che avevo visto.
Ma non ho mai più preso in mano un solo numero de Il Giornalino e forse per ripicca, appena imparato a leggere, ho chiesto in regalo un abbonamento al Corriere dei Piccoli. E come conseguenza diretta di quella raccapricciante immagine, per anni ho dormito rannicchiato su un fianco, cosicché i miei piedini restassero il più lontano possibile dal fondo del letto.
Poi, con il tempo, invece che i piedi ho cominciato a temere per quell'altra parte del mio corpo, di cui sopra. Ma ancora oggi entrare alle Librerie Paoline mi suscita un lieve brivido freddo.

7 commenti:

Gios ha detto...

Entrare alle librerie paoline neanche per me se ne parla... ma per altri motivi... comunque ognuno ha le sue idiosincrasie notturne: io dormo in posizione fetale e rigorosamente con un cuscino in mezzo alle gambe (sic!) o comunque da abbracciare...

Rosa ha detto...

Io dormo sempre rannicchiata su un fianco, con la faccia rivolta verso la parete.
Non so come farò quando il mio letto matrimoniale troneggierà al centro di una stanza :(
Ultimamente poi faccio anche un grumetto di coperte dietro alla schiena, di modo che mi dia l'illusione di dormire accanto al mio Tino. Ma questo quando sono proprio disperata :D

Anonimo ha detto...

Io invece ho problemi di adattamento ai cuscini, che devono essere sottilissimi.

Anonimo ha detto...

uff...l'anonimo di sopra sono io
LVM

eccEHomo ha detto...

Ah quindi nn sono pazzo...

Edgar ha detto...

eccEHomo...spero tu non sia completamente sano di mente, ma semplicemente meno "pazzo" di me (e degli altri qui sopra!) ;p
...temo che per sopravvivere bene al giorno d'oggi, le uniche alternative siano l'essere completamente cretino oppure almeno un poco fuori di testa... :)

ribaldo ha detto...

Per quanto riguarda il lenzuolo siamo in due!...anch'io non riuscirei neanche a chiudere gli occhi senza uno straccio qualsiasi sopra!
....e anch'io alla fine, col piedino sotto, eh eh!