domenica 12 luglio 2009

E non si dica "Figli di un Dio minore"

Mi capita spesso di leggere post, incrociarne parole e contenuti e, successivamente, rielaborare quest'ultimi per produrre qualcos'altro... Qualche giorno fa ho letto questo posatissimo post di Elfobruno sull'omogenitorialità, ed in particolare i commenti ad esso; ieri, Gan ha scritto d'impeto quest'altro post su Giuni Russo paragonandola alla dea Athena...
Così, mentre mi giravo e rigiravo nel letto a causa (forse) di un ricco piatto di riso un po' troppo speziato, stanotte ho realizzato che il nome Athena sarebbe perfetto per la figlia di una coppia gay.
Athena, la Vergine Sempiterna, era una delle massime divinità femminili della Grecia classica, seconda per importanza forse solo ad Hera, la potente sposa di Zeus, il Re degli dèi che di Athena era il padre. Athena era contemporaneamente la dea della sapienza, dell'arte bellica e delle arti tessili, patrona delle scienze e delle invenzioni tecniche, protettrice della città di Atene e consigliera di eroi come Eracle ed Odisseo.
Secondo Katiuska Mariotti, autrice di un Nuovissimo Libro dei Nomi, il nome Athena deriva da una voce del verbo greco thao (=allattare) preceduta dal suffisso privativo a-, e perciò significherebbe colei che non venne allattata. Quest'interpretazione si spiega con il mito che riguarda la nascita della dea.
Crono era il Signore degli déi in carica: aveva spodestato il padre Urano evirandolo e, temendo di fare la stessa brutta fine, divorava i propri figli appena nati. Solo il piccolo Zeus si salvò, poiché la madre l'aveva nascosto ed aveva dato in pasto a Crono un macigno; come il sovrano degli dèi temeva, una volta divenuto adulto Zeus si presentò al cospetto del padre e gli fece bere un veleno che gli era stato fornito dalla bella ninfa Metis. Crono vomitò subito i figli che aveva ingoiato, e con il loro aiuto Zeus mosse guerra al padre, vincendolo ed imprigionandolo nelle profondità della terra.
Appena divenuto il nuovo Signore di tutti gli déi, Zeus pensò bene di festeggiare facendo l'amore con Metis. Quest'ultima era una delle tremila figlie dell'Oceano, se non la più bella, certo la più intelligente: il suo nome infatti significava astuzia o prudenza; ed un oracolo aveva predetto che il figlio da lei partorito sarebbe divenuto più potente del suo stesso padre. Temendo di finire spodestato come il padre e come il nonno, Zeus, dopo aver "giaciuto" con Metis, la convinse a trasformarsi in una goccia d'acqua e quindi la ingoiò.
Ma Metis era già rimasta incinta e, dato che era una ninfa previdente e teneva in buon conto gli oracoli, pur essendo prigioniera dentro il corpo di Zeus, per il bimbo che le sarebbe nato cominciò a forgiare un'armatura, a colpi di martello. Tutto quello sferrragliare provocò un gran mal di testa al potente Zeus. Il fido Prometeo (lo stesso che in seguito avrebbe rubato il fuoco agli déi per farne dono agli uomini) con un'ascia aprì il cranio di Zeus per vedere cosa vi stesse accadendo, e da quella ferita (che si sarebbe presto richiusa, data la natura immortale degli déi) nacque la bellicosa Athena, già munita di elmo, scudo e corazza, mentre Metis rimase per sempre nascosta nel cervello di Zeus ed ogni tanto, nei momenti di necessità, egli ne sentiva la voce fornirgli giudiziosi consigli.
Nonostante la profezia, Zeus e la figlia Athena non entrarono mai in conflitto: lei era la primogenita e restò sempre la prediletta del Sovrano degli déi, proprio per la straordinaria saggezza e la sconfinata conoscenza di cui la Sempiterna Vergine diede prova.
Al contrario, Hera, che nel frattempo era divenuta la sposa di Zeus, s'ingelosì non poco del fatto che il marito avesse generato un figlio senza madre. E per ripicca decise di fare lo stesso, partorendo un figlio senza l'ausilio di un padre. Le nacque il dio Efesto, che sarebbe divenuto il Dio-Fabbro, grande conoscitore dell'arte della metallurgia (e, in senso lato, patrono di noi metalmeccanici...). Ma il piccolo Efesto era brutto, zoppo e peloso, e la Regina Hera, vergognandosi di quello che gli altri déi avrebbero potuto pensare, lo gettò giù dall'Olimpo. Solo in seguito, divenuto adulto ed appresa dai Ciclopi l'arte di battere il ferro, Efesto tornò tra gli altri déi, dopo essersi preso una sottile vendetta nei confronti della madre.
Quindi, se Athena potrebbe essere un nome perfetto per una bimba cresciuta da una coppia gay, sconsiglio vivamente Efesto per il bimbo di una coppia lesbica. A quest'ultima suggerisco piuttosto il nome Arturo.
Ancora di mitologia greca stiamo parlando, ed ancora parliamo di una delle tante passioni di Zeus, che un giorno s'invaghì della ninfa Callisto (il cui nome significa bellissima), che faceva parte del nutrito seguito di Artemide, dea dei boschi e della caccia, ancor prima che dell'astro lunare, e votata anch'ella come Athena ad una perpetua verginità: perciò Callisto, quale membro del suo entourage, era tenuta essa stessa a preservarsi vergine.
Dopo essere stato più volte respinto, Zeus decise di avvicinare Callisto assumendo le sembianze di Artemide. In tali fattezze la amò e (non c'è dato sapere tecnicamente in quale modo) Callisto rimase incinta. La vera Artemide aveva l'abitudine di fare il bagno con tutte le sue ninfe insieme, ben nascoste da occhi indiscreti nelle profondità dei boschi, e, vedendo un giorno Callisto nuda, non impiegò molto ad accorgersi ch'ella era venuta meno al voto di castità. Non le permise nemmeno di giustificarsi (invidia? acidità da perpetua verginità?) e la trasformò in un'orsa.
L'orsa portò comunque a termine la gravidanza, ed il bimbo che le nacque venne trovato ed allevato da dei cacciatori, che gli imposero il nome Arcade (=il figlio dell'orsa). Arcade crebbe senza sapere nulla della tragica sorte della madre; divenne uno dei più abili cacciatori ed un giorno nei boschi incrociò un'orsa, che guarda caso era proprio Callisto. Un attimo prima che Arcade potesse scoccare la freccia ed uccidere la madre, gli déi si mossero a compassione (specialmente Zeus ed Artemide) e trasformarono l'orsa ed il figlio in astri: Callisto divenne la costellazione dell'Orsa Maggiore, mentre Arcade prese a brillare come la stella Arturo (=la coda dell'Orsa), che in effetti si trova sul prolungamento dell'arco formato dalle stelle dell'Orsa.
Athena ed Arturo erano dunque figli dell'Onnipotente Zeus, altro che figli di un Dio minore...
Fuori dalla mitologia, in ambito cristiano, faccio presente che esiste un unico Dio, per cui l'espressione figli di un Dio minore non ha alcuna ragion d'essere.
E dato che ogni uomo/donna è uguale agli altri, agli occhi di Dio come agli occhi dello Stato, è consequenziale credere fermamente che non esistano famiglie di serie A e famiglie di serie B. Anche se spesso, troppo spesso, troppi servitori dello Stato e troppi servitori di Dio fingono di scordarsene.

2 commenti:

byb ha detto...

mi pare che Atena, proprio perché figlia di un padre e priva di madre, perdonò il matricidio compiuto da Oreste per vendicare suo padre.
e che quella storia, divenne importante per sancire la patrilinearità e quindi il patriarcato, in conflitto con la matrilinearità e il matriarcato.

lavecchiaMarple ha detto...

@ Edgar: in realtà pare che la profezia sulla detronizzazione di Zeus non riguardasse direttamente Atena, ma un altro figlio, maschio, che sarebbe nato dopo; Atena fu effettivamente la prediletta di Zeus, e nella gerarchia olimpica era seconda solo a Zeus: la stessa Era, di fatto, pur essendo la regina degli dei, non aveva altrettanta potenza; è curioso anzi come Atena fosse rispettata e considerata anche da Era, notoriamente poco in sintonia con le colleghe.
@ Byb: è vero, il suo voto fu decisivo; Atena stessa dichiarò di "appartenere al padre".