mercoledì 20 giugno 2012

8. Di Marco e di quella volta che il sole entrava dalle fessure nella tapparella

Marco fu svegliato dall’avviso di ricezione di un sms.
Aveva dormito magnificamente ed il sole era già bello alto: entrava dalle fessure nella tapparella della finestra della sua camera da letto e gli scaldava le cosce.
Avvertì subito l’urgenza di andare in bagno: lasciò il letto e, nudo e scalzo come stava, uscì dalla stanza.
Quand’ebbe fatto, invece che tornare a sdraiarsi, assecondò la sua spiccata curiosità: si diresse in cucina, che nel suo appartamento era tutt’uno con il soggiorno; raccolse i jeans da terra, a lato del divano, dov’erano rimasti quando se li era sfilati; dalla tasca recuperò il cellulare, dove trovò un messaggio di Carlotta che recitava solamente Buongiorno. E-mail urgente J.
A quel punto andò al suo tavolo da pranzo, che era tutt’uno con la sua scrivania; aprì il notebook che lasciava sempre assopito in stand-by, e nella Posta in arrivo cliccò sull’unico messaggio in evidenza. Recitava Scegli quale posso pubblicare su fb e portava in dote tre allegati: tre foto scattate la sera prima, a conclusione del concerto di Greta, che ritraevano tutte l’artista stretta in un solo abbraccio a Marco e a Carlotta.
Prima di prendere una decisione tanto importante, Marco agguantò la moka, la riempì d’acqua e di caffè macinato e la poggiò sulla fiamma media. Allora sedette al tavolo: la paglia vecchia e secca del pianale della sedia gli pizzicava le chiappe, ma non prese nemmeno in considerazione di mettersi alla ricerca di un paio di mutande. Si concentrò sulle tre foto e si scordò subito del pizzicore. Alla fine rispose Sono bellissimo in tutte e tre. Scegli tu. Kisses.
Riempì il fondo di una tazzina di zucchero e da una credenza tirò fuori due brioche con la marmellata che, ancora confezionate, poggiò sull’unico vassoio che possedeva: la teglia in acciaio del suo forno a gas. Quando la moka cominciò a gorgogliare, versò le prime gocce del caffè fuoriuscito sullo zucchero nella tazzina, riposizionò la moka sulla fiamma e poi con un cucchiaino prese a sbattere forte lo zucchero macchiato fino a farne una cremina densa e profumata. Versò il resto del caffè nelle sue tazzine preferite, quelle del servizio rosso, e, prima di afferrare la teglia, lanciò un’altra occhiata alla sua casella di posta elettronica.
Nulla da raccontare? chiedeva Carlotta.
Lasciarla sulle spine era una delizia paragonabile almeno a quella dell’aroma del caffè che aveva riempito l’appartamento.
Tornò in camera da letto e poggiò il vassoio sulla seggiola che utilizzava come comodino, quella delle due su cui non erano già poggiati l’abatjour ed un libro.
E mentre Andrea si svegliava e cominciava a stiracchiarsi, Marco decise finalmente di infilarsi un paio di boxer.
“Che bel risveglio…” bofonchiò Andrea mentre si stropicciava gli occhi con il dorso dei pugni.
“Caffè dolce o caffè amaro?” gli chiese Marco sedendo sul bordo del letto.
Andrea si tirò su a sedere e lanciò un’occhiata alla teglia e a quanto conteneva. Non pronunciò una parola, ma Marco intese senza sbagliarsi che, pur ringraziandolo per la colazione, prima di tutto esigeva un bacio. Fu accontentato.
E mentre labbra e lingue si congiungevano, Marco ripensò a quello che Andrea gli aveva confessato la notte prima in macchina, mentre lo riaccompagnava a casa dopo il concerto. Che l’aveva baciato a tradimento, davanti a tutti, perché nel vederlo guancia a guancia con quell’altro ragazzo s’era scoperto d’un tratto geloso ed invidioso di quella loro intimità.
Dopo aver assistito a quel bacio, Tommaso non aveva battuto ciglio e, ceduto al nuovo arrivato il posto a sedere, aveva lasciato la tavolata e raggiunto i propri amici. Marco, in pieno stato confusionale, non se n’era quasi accorto, e a quel punto Andrea aveva dovuto presentarsi da solo ai presenti; poi era rimasto zitto, seduto e con il capo chino, quasi vergognoso per quello slancio appassionato di cui era stato protagonista, finché Marco, seduto al suo fianco, non gli aveva preso e stretto la mano nella sua. Allora s’erano guardati negli occhi, rapiti l’uno nello sguardo dell’altro e sordi alla musica ed al vociare che li circondavano, finché una risata sincrona e sincera non aveva scacciato le ultime tracce d’imbarazzo.
Erano rimasti mano nella mano per tutta l’esibizione di Greta e del suo gruppo. Poi l’intera tavolata aveva raggiunto la cantante sotto il palco, dove si erano congratulati a lungo con lei e dove avevano scattato un sacco di fotografie a memoria del grande debutto. E dove Marco aveva presentato Andrea a Greta dicendo “E questo è lo stronzo che per un paio di minuti ha cercato di rubarti la scena infilandomi la sua lingua tra le tonsille.”
Andrea disse: “Caffè dolce, per cortesia”. Marco prese un cucchiaio di cremina e la girò in una delle due tazze finché il caffè non cambiò colore; lo porse ad Andrea e ripeté l’operazione con l’altra tazza. “Una brioche con la marmellata…?”

L'episodio 1.
L'episodio 9.

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