mercoledì 10 giugno 2009

7 anni - La versione di Edgar

Solo dopo aver letto questo post di Gios, ho realizzato che in questo periodo anch'io celebro un settimo compleanno, che forse in verità è l'esatta antitesi di un Pride.
Fu tra la fine di maggio e l'inizio di giugno del 2002, infatti, che mi calavo sul viso per la prima volta la (metaforica) maschera di Edgar. Indossai questo nickname e feci il mio debutto in una chat: allora ancora non lo sapevo ma, digitando su una tastiera queste cinque semplici lettere, avrei dato inizio alla seconda parte della mia vita. Nel giro di qualche settimana, pochi mesi, avrei conosciuto nuove persone che avrebbero segnato e cambiato il corso della mia vita (tra loro anche lui, il mio ex).
Sarei uscito dal dorato limbo in cui mi ero rifugiato per paura. Una paura di vivere che aveva caratterizzato la prima parte della mia vita: la paura di innamorarmi e di patire emozioni vere, la paura di mostrarmi alle altre persone per quello che ero e per quello che sentivo, la paura di deludere la mia famiglia naturale.
La maschera di Edgar fu il lasciapassare per uscire da questa labirintica prigione di paure e per partire alla ricerca di un poco di felicità.
In questi sette anni ho conosciuto diverse persone. E diverse persone hanno conosciuto chi si celava dietro la maschera: alcune mi hanno amato, alcune non tanto, molte magari per niente, ma pazienza: è la vita.
In questi sette anni ho amato tanto un uomo e poi, quando l'amore è finito, ho sofferto tanto. Ma è la vita.
Ho litigato ed ho deluso mia madre, sbattendole sotto il naso le verità che lei ostinatamente ancora nega; ho capito che si può rispettare un genitore che pure non ha rispetto per come suo figlio è, e mi sono arreso all'idea che l'amore non sempre compie miracoli, soprattutto laddove l'amore ed il rispetto sono convenzioni di facciata che nascondono un grande vuoto.
Ma soprattutto - ed è quel che più conta - ho compreso che non devo avere paura di vivere.
Anche se...
Certe mattine mi alzo e guardandomi nello specchio ancora mezzo addormentato mi faccio una gran paura. Una maschera servirebbe sì, e non "metaforica".

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma quanto mi piace quando scrivi così...
Besos
LVM

Rosa ha detto...

Un abbraccio, ancora uno.
Te ne ho promessi già un paio, ma spero che prima o poi potrò conoscere anche io colui che si nasconde dietro alla dolce e malinconica maschera di Edgar. Così potrò stringerlo forte, per strizzar via un po' di queste cicatrici.

byb ha detto...

:*

Gios ha detto...

7 anni fa indossavi una maschera, io 7 anni fa facevo coming out anche con una mamma che mi ricorda tanto la tua... l'amore vince comunque, e' che ognuno ama a suo modo...

Rosa ha detto...

Trovi un abbraccino per te nel mio blog... :)

Edgar ha detto...

ma grazie a tutti

Gan ha detto...

Sono in ritardo, ma ho la giustificazione. Per me Edgar non è una maschera: per me è Edgar la persona vera, bella e buona che conosco, che ammiro e che stimo con tutta l'anima. E che mi delizia con i suoi scritti. Un abbraccio forte ed un bacio anche da parte mia.

Poto ha detto...

E' la maschera del "vero" POTO!!!