giovedì 12 marzo 2009

Prova tu a stare trent'anni chiuso in un cassetto...

La tumultuosa vita di Rossella sembra finalmente aver preso una piega tranquilla: la sua situazione economica è più che florida, grazie al fiuto per gli affari del suo terzo marito Rhett; il suo sogno romantico con Ashley ufficialmente è accantonato, ma ogni tanto le riscalda il cuore e le imporpora le guance; le urla e le risate della sua piccola Diletta riempiono la grande casa e danno un senso alle lunghe giornate che si susseguono una dopo l'altra.
Rossella dovrebbe essere semplicemente serena, eppure le sue notti vengono ripetutamente turbate da un sogno ricorrente, in cui lei perde la strada in un mondo immerso nella nebbia, che ovatta la voce di Rhett che sembra allontanarsi e disperdersi, portata via dal vento.
Rossella non sa spiegarsi perché questo sogno la turbi tanto: il suo unico grande amore è da sempre Ashley, e comunque Rhett le è devoto e giura che l'amerà per sempre, anche se lei non gli si concede più da tempo, in rispetto del suo vero amore e soprattutto perché non vuole rovinare con una seconda gravidanza il girovita che tutte le comari ad Atlanta le invidiano.
Ma gli scandali e le tragedie sono dietro l'angolo: la vita di Rossella cambia drasticamente. E quando infine apre gli occhi, si accorge che quello per Ashley è solo un capriccio e che l'uomo che ama è suo marito, quell'incubo diviene realtà: proprio in un mattino di nebbia, Rhett la abbandona al suo destino. "Ma che ne sarà di me?" piange Rossella. "Francamente, me ne infischio" le risponde lui.
Ecco. Più o meno è così che mi sento io in questo periodo.
Ho un incubo ricorrente che si sta trasformando in realtà. E sono pienamente conscio che è colpa mia.
Sento che i miei sogni stanno per infrangersi, proprio perché non ho saputo coltivarli. Perché ho dato troppo per scontato, perché mi sono comportato come se avessi avuto tutto il tempo del mondo per realizzarli. Ed ora loro sono stanchi di restare relegati in un cassetto, mentre io non ho argomenti per trattenerli.

5 commenti:

byb ha detto...

uff!
così fai venire dei dubbi anche a me.

Edgar ha detto...

non è vita senza dubbi (purtroppo...)

Thrasùs ha detto...

Scusa se mi permetto, anche perchè sono sicuramente la persona meno adatta... ma forse se non hai più argomenti per trattenerli è meglio davvero lasciarli andare, no? E, col tempo e, magari sì, anche con un po' di dolore (o tristezza? o malinconia? non so...) cercarne/crearne di nuovi e, stavolta, coltivarli... certo che, come in ogni passaggio, dato che non ci si riconosce più nel prima, ma ancora non si intravede bene il dopo, ci si sente un po' persi... ora basta, meglio :), e scusami ancora se mi sono permesso...

Asa_Ashel ha detto...

La parte difficile del lasciare andare insieme ai sogni anche le certezze, sta nel fatto che davanti vediamo una tabula rasa, lo sguardo spazia verso un orizzonte immenso senza nessuna indicazione di strada da seguire.Potrebbe essere l'occasione per valutare cose mai considerate, anche se non riusciamo a liberarci dell'idea fissa che alcune cose vanno preparate a lungo e resta quella sensazione che se perdi la corsa il treno non passi più.
Questo a mio parere è il momento in cui ci si deve concedere qualche leggerezza, nel senso che bisogna essere un po' più elastici rispetto ai propri personali dogmi.
E' l'unico modo per cogliere a mente aperta altre prospettive.

Edgar ha detto...

Thrasùs ed Asa_Ashel, avete entrambi assolutamente ragione, lo so che avete ragione! In sostanza, è quanto mi appresto a fare...