lunedì 26 ottobre 2009

Puzzle di Edgar

Dalla mamma ho preso il colore e la qualità del capello, biondo e tendente ad arricciarsi; grazie ai geni di papà ho evitato che la chioma mi incanutisse appena varcata la soglia dei vent'anni, come invece è capitato a mamma e sorella, e confido anche nel fatto di non scendere in piazza prima dei sessanta.
Da mamma ho preso il colore degli occhi, incerto tra il verde ed il ceruleo; quello di papà magari sarebbe stato meglio, indiscutibilmente celeste, ed invece da lui ho ereditato solo la forte miopia, elevandola al quadrato per non dargli la soddisfazione.
Dalla famiglia di mamma ho preso il naso importante, che sarebbe stato anche un bel naso diritto se in tenera età non fossero intervenuti una pallonata in pieno viso (che me l'ha millimetricamente deviato da una parte) ed i pesanti occhiali per combattere la già citata paterna deficienza, che con il tempo hanno creato una gran butta gobbetta proprio lì dove poggiavano.
La carnagione chiara e l'altezza più che soddisfacente vengono ancora dai geni di mamma; la stazza e la tendenza a metter su chili superflui sono invece comuni a tutta la famiglia paterna.
Anche i palmi grandi delle mani e le dita tozze sono un'eredità paterna, mentre le dita dei piedi, lunghe e diritte, sono le stesse che portano in giro mamma.
La tendenza a stare zitto e muto in presenza di estranei è una caratteristica tutta paterna, esattamente come la presunzione e la tendenza ad offendermi a morte quando vengo contraddetto; come mamma però cerco di evitare di addentrarmi in argomenti che non conosco per non mostrare ai più i miei lati deboli, e più di mamma trovo un confortevole rifugio nella solitudine quando la realtà che mi circonda non mi appare abbastanza gradevole.
Anche il pessimismo mi deriva tutto da mamma, mentre la facilità con cui riesco a non notare l'evidenza quando se ne sta proprio lì davanti agli occhi va a braccetto con la stracitata miopia di papà.
Pure la cattiveria verbale con cui riesco a girare il coltello nella piaga delle persone che mi circondano, riuscendo a far loro notare tutti i loro più piccoli difetti, è un dono materno; per contraltare, papà mi ha trasmesso l'incapacità cronica ad avere una risposta pronta quando sono gli altri ad attaccare.
Il senso dell'umorismo, perverso in ogni senso possibile, invece è tutto e solo mio.

3 commenti:

Poto ha detto...

Allora, grazie ad entrambi per essersi messi d'impegno...
:-)

(e benchè suoni irnonico, NON lo sono per nulla)

Rosa ha detto...

Anche io ringrazio mammà e papà, allo stesso modo del signor potino qui sopra.
:*

Anonimo ha detto...

Non so se riuscirei a vivisezionarmi in modo altrettanto preciso e ancor più sarei in difficoltà se dovessi ricondurre le mie caratteristiche a quelle di genitori o ad altri familiari!
:)
LVM