Stavo per mancarlo di brutto. Anzi ero convinto di averlo proprio mancato, invece ho appena controllato: ieri questo blog ha compiuto 6 anni.
...Sì, negli ultimi due sono stato decisamente distratto e sinceramente non ho idea se nei prossimi mesi riprenderò a scrivere con maggior frequenza.
La verità è che quando ho cominciato a postare, sei anni fa, avevo un grande, grosso, enorme bisogno di sfogarmi, di mettere per iscritto tutto quello che mi passava per la testa, non necessariamente di confrontarmi con altri blogger a riguardo, anche se è stato piacevole quando è capitato.
Ora ne ho meno bisogno. Di sfogarmi, dico; perché il tempo cura anche il dolore che ti ha scavato dentro in profondità. Restano le cicatrici, certo, ma restano per dimostrare che siamo guariti, non soltanto per ricordarci che siamo stati feriti.
Non è neppure che la mia vita sia troppo cambiata in questo lasso di tempo: single ero e single sono. Ma ho cambiato casa, mi sono nati due adorabili nipotini, alcuni dei miei amici si sono sposati ed hanno generato a loro volta. Credo anche di aver perso Maya, quella che è stata la mia migliore amica e che non riconosco più come tale e non so neppure veramente perché; la cosa peggiore è che non mi manca, non ne soffro. Ho sempre avuto una propensione per la solitudine, ma mi chiedo se non stia lentamente diventando sociopatico o sociofobico, nel senso che non riesco a pensare a qualcuno la cui compagnia riesca davvero a rendermi felice, o triste la mancanza... Boh.
Di buono c'è che ho del tempo libero in più e che lo sto mettendo a frutto: ho cominciato seriamente a scrivere il romanzo che ho nella testa da anni. E scrivere, sì che mi rende felice: ne ho avuto un assaggio quando per gioco ho preso a raccontare di Marco & Andrea, e ne ho conferma ad ogni pagina del racconto che sto affrontando in queste settimane.
Anche per colpa di questo impegno nel trasformare un mio sogno in qualcosa di più concreto, sto trascurando questo posto virtuale...
Già che ci sono, ne approfitto per dire due parole ad un amico che ogni tanto passa ancora qui a trovarmi. Voglio che sappia che di lui ho una buonissima opinione e che non c'è modo che questa cambi. Voglio che sappia che per alcun motivo lo giudico sciocco o folle, perché il cuore è un organo assurdamente ostinato, che assume il comando in situazioni in cui la ragione gli urla contro. Che nessun dolore provocato dalle scelte fatte con il cuore è eterno (e lo so, come detto prima, per esperienza diretta). E voglio che sappia che se non sono entrato nella sua vita per incoraggiarlo in un momento per lui tanto difficile, è stato per paura di aggiungere danno al danno infilandomi a vanvera in una storia di cui, fin dal suo inizio, ho intuito troppo ma ho voluto sapere poco. E magari sì, perché sono anche un vigliacco che non ama schierarsi. Tuttavia io sono qui, voglio che lo sappia: se ha bisogno, se ha voglia, se gli gira strana, io sono a disposizione. So che ha tanti altri amici con cui avrà già avuto modo di parlare e sfogarsi, e che il mio interesse nei suoi confronti gli apparirà assai tardivo. Ma eccomi, anche questo sono io: quello che sbaglia sempre i tempi, che sceglie troppo spesso il momento sbagliato, che ci arriva sempre un po' troppo tardi. E se non gli interessa farlo adesso, a me sta bene comunque e non muta la mia stima.
A tutti gli altri che leggono ancora questo blog, e so per certo che non sono ancora tanti... niente, ho già detto prima tutto quanto avevo da dire. Ma anche per loro sono a disposizione. Hanno/avete il modo e la facoltà di contattarmi.
Questo post non ha capo né coda, me ne rendo conto: me lo capisco solo io. Ma è il mio blog, il mio post... sono io e sono così come sono.