...Io c'ho tutta un'orchestra in testa.
Non ho bisogno di accendere la radio, perché la mattina, appena sveglio, ho sempre qualche motivetto che mi gira per la testa. I vicini adoreranno il fatto di sentire la mia sgraziata voce cantare alle sette del mattino nella cassa di risonanza del mio grazioso bagno, che confina con la loro camera da letto. Ma io non posso farci niente, e loro ancora non hanno protestato.
Quello che mi devasta però è che da diverse settimane c'è un'unica canzone che mi suona in testa. Quando mi sveglio. Mentre mi rado. Per tutto il tempo che sto in bagno, mi lavo, mi asciugo e tutto il resto. A volte anche quando sono al lavoro, e di nuovo la sera quando rientro. Per qualche settimana ho assecondato e coltivato quest'ossessione, facendo suonare incessantemente il brano nell'autoradio, in modalità repeat (ma per fortuna ultimamente uso poco l'auto).
La canzone in questione è questa. E non è un caso che sia la terza volta in poche settimane che vi faccio riferimento nel blog.
Non capisco cos'è. Non capisco perché.
Non è semplicemente e banalmente che la trovo una bella canzone. Non è perché la canta la Rei, che ho sempre trovato un'artista particolare senza però mai seguirla in tutto il suo percorso musicale. E non è certo perché ricorda nel testo e nelle atmosfere diverse canzoni della Consoli.
Quel testo per me è ipnotico. Quasi catartico. Cantarlo in macchina o per casa è quasi come ripetermi un mantra.
Ma non capisco (o non voglio capire) davvero perché.
Sorrido mentre mi guardi. Marina lo sussurra con imbarazzo, mentre la Consoli, con un accento di disgusto, nel suo pezzo Puramente casuale, recitava Sorrido raramente soprattutto negli ultimi tempi [... perché ...] mi accorgo guardandoti di trovarti abbastanza spregevole.
Anche distante non ho mai smesso di portarti addosso, canta la Rei, mentre da qualche parte nella mia testa la voce di Carmen le fa eco con Porto ancora addosso il fumo delle tue parole, l'unica cosa che mi hai lasciato.
E poi, a tradimento, arriva quella frase: ho commesso lo sbaglio più grande lasciandoti andare via. La prima volta che ho ascoltato la canzone "per davvero" sono scoppiato in lacrime, cosa che, lo ammetto, a me riesce fin troppo facile. E per quei due o tre minuti ho pensato che quella frase mi appartenesse. Fosse il sunto, il sommo compendio degli ultimi anni.
Poi la ragione, graziaddio!, ha urlato un poco più forte della Rei, ammonendomi di non lasciarmi suggestionare ancora una volta. Ricordandomi in un flash di pochi istanti e di migliaia di fotogrammi quanto, invece, lasciarlo andare sia stato un toccasana, un passo indietro sull'orlo del baratro della follia dove entrambi, io e lui, danzavamo da troppo tempo.
Suggestione, suggestione! ha ripetuto la vocina della mia coscienza. O forse rimpianto, non per lui, ma per quello stato di incrollabile felicità in cui vivevo, nonostante le liti quotidiane con lui, la monotonia dei suoi atteggiamenti, i problemi che avevo in famiglia, una cerchia di amici ipocriti che ci tifavano contro e che alla fine hanno vinto perdendoci entrambi.
Ero pieno di guai ma ero felice. La mia felicità dipendeva da lui, ma ancor più dall'amore che riempiva il mio cuore ed i miei giorni. Ora tutto pare risolto, ogni problema archiviato, ma manca qualcosa. Forse questa canzone serve solo a colmare quel vuoto. In attesa di...
1 commento:
Ti sei risposto in qualche modo, perché hai capito che quello che ti manca veramente non è lui ma quello che provavi quando stavate insieme; qualcuno che diventa il primo pensiero quando ti alzi e l'ultimo prima di dormire, quella certezza dentro che anche tu sei nei pensieri e nei desideri di un altro.
Da qui lo struggimento perché siamo consapevoli che non sono cose che puoi cercare e ottenere quando vuoi, ma capitano nel momento giusto e poi in qualche modo le facciamo crescere.
Cerca di stare sereno, di mantenere gli occhi luminosi, di evitare le ansie inutili, ho imparato che questo predispone a ricevere positività.
Posta un commento