Alla fine Greta non era scappata: quando
Fabiano, il bonazzo dalle fattezze svedesi che aveva in gestione il Circolo 2P,
aveva annunciato dal palco il suo ingresso, lei s’era fatta avanti e, seppur palesemente
emozionata, s’era appollaiata sull’alto sgabello al centro della scena, aveva
ringraziato il pubblico ancora freddino e, dopo un cenno d’intesa a ciascuno
dei suoi musicisti, aveva attaccato a cantare il suo primo pezzo.
Marco e Carlotta conoscevano bene quel primo
brano: nonostante un arrangiamento completamente rinnovato e qualche modifica
al testo della prima strofa, riconobbero immediatamente La dolce resa, una canzone che Greta aveva scritto ai tempi della
scuola e che negli anni aveva più volte rimaneggiato e proposto agli amici.
La platea del Circolo ascoltava attenta la
cantante sconosciuta ai più: sembravano coinvolti dal brano e dalla voce potente
della ragazza, che cedette lievemente all’emozione nel liberatorio acuto finale.
A conclusione del primo pezzo, Marco e la sua compagnia s’alzarono in piedi e
aprirono lo scroscio degli applausi, senza lesinare i brava!, i bravissima!,
gli ancora!. Greta cantò altri due
suoi cavalli di battaglia, Mimetico amore
e Il male che mi vuoi, poi interpretò
una canzone del repertorio di Nina Zilli ed una di Carmen Consoli; a quel punto
il pubblico era stato conquistato, Greta era evidentemente a proprio agio,
Carlotta era completamente afona per le urla e per l’emozione e a Marco
dolevano i palmi delle mani per gli applausi ed i muscoli facciali per il
sorriso entusiasta che gli si era stampato indelebilmente sul viso.
Quando Greta cominciò un altro dei propri pezzi,
Più facile è, Marco sentì il gomito
di Stefano premergli nel costato. “C’è Tommaso” gli disse in un orecchio.
Tommaso era né più né meno che il migliore
scopamico di Marco: tre anni prima si erano frequentati per qualche settimana,
senza che nessuno dei due si fosse realmente innamorato dell’altro, ma dal
punto di vista prettamente sessuale avevano scoperto un’ottima intesa.
Oggettivamente bello, ben dotato per natura, senza alcuna inibizione, Tommaso
era decisamente il miglior partner sessuale che Marco avesse incontrato;
perciò, una volta messo in chiaro che una relazione stabile tra loro due non
sarebbe stata destinata a durare, era capitato più volte che più o meno
fortuitamente i due ragazzi si fossero nuovamente incontrati ed avessero quindi
trascorso insieme la notte nello stesso letto. O un pomeriggio sullo stesso
divano. O dieci minuti nella toilette di un ristorante.
Anche Tommaso aveva avvistato Marco e si stava
avvicinando al tavolo dov’era seduto. Marco alzò la mano per salutarlo quando
ancora non s’era fatto appresso, e si chiedeva se Tommaso quella sera avesse le
solite intenzioni malandrine. Ma a giudicare dal sorriso
malizioso che aveva sulle labbra – che poi non era altro che il sorriso che
Tommaso sfoggiava in qualsiasi occasione, in quanto quello gli era stato
fornito dalla genetica – Marco era sicuro di sapere quale pensiero gli
frullasse in testa.
E mentre Tommaso si stava avvicinando, Marco soppesava
se fosse il caso oppure no di concedersi una sessione di sesso con
lui. La voglia non gli mancava mai, questo era pur vero. Ed Andrea non aveva
risposto al suo secondo sms, cosicché doveva dare per scontato che dopo il
cinema quello avesse un qualche altro programma per la serata. Ma fino alla conclusione dell’esibizione di Greta, lui non era
intenzionato ad allontanarsi dal Circolo, né ad infrattarsi con Tommaso nei
cessi. Sarebbe da stronzo, sparire per una scopata, nella grande serata di
Greta.
Perciò, quando Tommaso si era chinato per
salutarlo, Marco era ben risoluto a tenere a freno i bollori suoi ed i propri.
Con gli occhi di Stefano e di Carlotta puntati
addosso e con le loro orecchie ben tese a cogliere quel che riuscivano, Marco
accostò le labbra all’orecchio di Tommaso e gli chiese “Se qui da solo?”
“Con due amici” rispose Tommaso.
“Sono venuto a sostenere Greta. È una mia amica”
disse Marco, con l’intenzione di mettere in chiaro che non si sarebbe schiodato
dal tavolo.
“La conosci davvero? È brava. I miei amici sono
davvero entusiasti.”
“Se vuoi, posso farvi avere qualche autografo…”
Tommaso sorrise ed assentì con il capo. Aveva
capito qual era la ferma intenzione di Marco e che, se voleva trascorrere con
lui qualche momento piacevole, avrebbe dovuto pazientare fino a tardi. Guardò
in direzione degli amici con cui era venuto al Circolo e, quando incrociò lo
sguardo di uno dei due, gli fece cenno con la mano che sarebbe rimasto al
tavolo di Marco, e quell’altro alzando un pollice gli rispose che aveva inteso.
Marco aveva colto quello scambio muto e perciò
aveva capito che il suo scopamico era deciso a pazientare pur di ottenere di
levarsi la voglia. Decise in quel momento che, data la buona intenzione dimostrata,
a fine serata avrebbe fatto dono a Tommaso di qualunque cosa lui gli avesse
chiesto.
Tommaso si guardò attorno e, avvistata una
sedia vuota, l’arraffò. Dario e Stefano gli concessero dello spazio attorno al
tavolo e lui sedette appresso a Marco. “La conosci davvero? Mi piace molto…”
ripeté all’orecchio di Marco, mentre con un braccio gli cingeva le spalle.
Si parlavano all’orecchio l’uno con l’altro, guancia contro guancia, e,
mentre gli spiegava che conosceva Greta dai tempi della scuola, Marco percepiva
nettamente il profumo intenso di Tommaso, altra caratteristica che apprezzava
particolarmente nel suo amico di letto.
Un occhio fisso al palco, Carlotta era a forte
rischio di strabismo mentre cercava di tenere sotto controllo anche quel che
stava accadendo al suo tavolo. Stefano, al contrario, esibiva l’indifferenza
più spinta, ma fu poi il primo ad capire che stava per accadere
qualcosa di inaspettato.
Accadde quando Greta terminò di cantare Ora che vai, simulando il lamento
strozzato di un’amante abbandonata. Marco aveva appena detto qualcosa di
divertente all’orecchio di Tommaso, che infatti rideva ancora con la guancia
appoggiata alla sua spalla mentre lui si univa all’applauso del pubblico. In
quel momento, un ragazzo si frappose fra Stefano ed il palco con i musicisti,
impedendogli di vedere l’ennesimo inchino di ringraziamento di Greta. Stefano
intuì immediatamente, leggendogli sul volto un’espressione che mescolava compiacimento,
perplessità e sfida, che il ragazzo moro che stava ora squadrando Marco doveva essere l’Andrea dell’autobus.
Marco non poté mascherare la sorpresa ed il
successivo imbarazzo. Balzò in piedi, cogliendo di sorpresa Tommaso che ormai
era ad un niente dall’infilargli la lingua nell’orecchio.
“Ciao” disse Marco. “Non pensavo che saresti
venuto.”
Ad Andrea scappò di ridere. “Sì. È abbastanza
evidente che non te l’aspettavi…”, poi si sporse in avanti per abbracciarlo in un comunissimo saluto. Ma quando l’orecchio di Marco fu a tiro delle sue labbra,
a bruciapelo e sottovoce gli chiese “Lui è il tuo ragazzo?”
Senza esitazione alcuna, Marco rispose “No, è
un amico...”
E a quel punto, mentre stava per ritrarsi per
presentare Andrea al resto della tavolata, lo stesso Andrea gli cinse la nuca
con la mano ben aperta per riattrarlo a sé ed aprendo e premendo forte le
labbra contro le sue, lo sorprese con un bacio traboccante passione.
L'episodio 1.
L'episodio 8.
L'episodio 1.
L'episodio 8.
3 commenti:
Tralasciando che ultimamente i nomi che iniziano con la A mi stanno sullo stomaco, Andrea go! *_*
E che torto ti ha fatto Ambra???
...cmq sia, verranno tempi migliori. un abbraccio
Giusto, è meglio specificare. Ultimamente ho una certa intolleranza con i nomi maschili che iniziano per A.
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