Nel mare di pregi e di virtù in cui le fate madrine mi hanno amorevolmente fatto fare il bagnetto subito dopo la nascita ( n_n"), spicca per assenza il dono della memoria. Il che, a ben vedere, è probabilmente la più grande benedizione.
Perché alla fin fine è bastato che quel p.d.m. del mio Ex si levasse da davanti e che io poi facessi piazza pulita degli oggetti casalinghi che potevano ricondurmi a lui, perché con il favore del tempo l'Infame uscisse completamente dai miei pensieri. Completamente. Certo che sì: il tempo, l'assenza e la mancanza di memoria insieme compiono degli insperati miracoli. E così questo sarà probabilmente il novembre meno malinconico da anni.
Poi però capita che me ne sto bellamente andando in auto da qualche parte e che dal lettore-cd parte a sorpresa una canzone che parla di un ex, del non voler ricordare, di risate e vite passate. E ci resto lì secco, perché - si sa - sono uno che subisce il maledetto fascino delle parole giuste messe in musica. E quasi mi viene da accendere i tergicristalli, come in quel vecchio film con la Bergman, perchè improvvisamente non vedo altro che un parabrezza liquido: solo che non sono le cateratte del cielo quelle che si son aperte.
Ma se ci ragiono giusto quell'attimo, io lo so benissimo che non mi ritrovo a piangere perché mi manca lui, quel lui dico. Sto piangendo piuttosto perché mi manca la risata prima di addormentarmi; perché mi manca di stringermi al caldo di qualcun altro sotto le coperte; perché mi manca lo sfogo del dopolavoro, quello che mi permette di sputare il rospo che sono stato costretto ad ingoiare in ufficio; perché mi manca la leggerezza del dire "non andiamo a quella cazzo di festa, ché noi due ci divertiamo di più a casa".
Mi manca quel noi due, a prescindere da chi altri è composto quel noi.
Ecco Fata Smemorina, tu che per vocazione sei tra le fate madrine la mia eletta, vedi un po' se puoi metterci una pezza. Se ti avanza un bibidi bobidi bu...
5 commenti:
Edgarello Edgarello, cosa mi combini? Fare la drama queen in auto non è bon ton. Dovevi avere il buon gusto di arrivare a casa, chiuderti a chiave e chiudere le persiane, spegnere le luci e piangere fino allo sfinimento. Insomma, non ti ho proprio insegnato nulla?
Se puoi, dopo passami il numero del suo cercapersone..
Sempre che si ricordi dove l'ha infilato...
Ti capisco e come se ti capisco!
Coraggio che lo troverai anche tu un principe azzurro che non sbiadisca al primo lavaggio o che non si trasformi in un orribile rospo dopo il primo temporale.
Proverò a metterci una buona parola per te, magari tra personaggi delle fiabe ci si capisce meglio.
Un grossissimo abbraccio! :*
No, stavo scrivendo un sacco di cose molto brutte, molto cattive e molto tristi, non solo per me. Ho cancellato prima di cliccare invio, per fortuna.
Tesoro, quell'assenza sta bruciando anche me; adesso mi dà anche problemi di salute fisica, e non solo mentale, così la festa è completa.
So che non ne verrò più fuori, e questo, da un certo punto di vista, mi consola. Mi fa tanto sentire Gertrude quando varcò per la prima volta la soglia del convento, lassù a Monza.
Ohibò Ganuccio del mio corazon, Gertrude fu obbligata ad entrare in convento, chi ti obbliga a dover rinunciare all'amore/felicità?
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