Sono in coda alla cassa della libreria (uh! sai la novità!) e mi gingillo all'idea di aver finalmente trovato il regalo perfetto per il compleanno tondo della mia amica Maya. Tra me e la commessa c'è solo una donna, capelli neri, vestiti neri, con la figlioletta di cinque/sei anni che le svolazza vispa attorno lanciando gridolini. Quando la commessa le consegna la ricevuta, la donna ringrazia e si volta. Per un attimo, per puro caso, ci guardiamo negli occhi. Resto lì, secco: la conosco? Oddio, la conosco. Ma quando realizzo che quella donna è la mia migliore amica del liceo che non vedevo da dieci anni, e che quella bambina è sua figlia, loro sono già fuori dalla libreria e la commessa mi guarda come fossi ebete. Ed in quel momento mi ci sento: ebete, vecchio, irrealizzato. In una parola: inutile.
3 commenti:
Coraggio, succede un po' a tutti noi.
Io quando incontro miei coetanei con mogli e figli al seguito in versione Mulino Bianco, per venirne fuori immagino perfidi retroscena.
Tipo lui che va a trans, lei che gli ruba i soldi per mantenere l'amante disoccupato e rumeno, i figli che odiano entrambi i genitori, si fanno le canne e militano in una setta satanica.
Aldo Busi scrisse che l'omosessualità è il nulla fine a se stesso, l'eterosessualità il nulla a procedere.
Ma sei tremendamente perfido!
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E pensa che non ho neanche raccontato dell'amante disoccupato e rumeno. E non ho detto che il cornuto che va a trans è un dirigente della Lega!
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