Cinque nominations agli Oscar: miglior film, regia, attore protagonista, sceneggiatura non originale e montaggio. Stanotte si saprà se questo film ne vincerà almeno uno, ma anche se dovesse restare senza premi, questa commedia amara è senz'altro una bella pellicola che merita di essere vista.
Questa volta Giorgio da Como si trasferisce alle Hawaii e si cala nei panni di un padre di famiglia che deve far fronte ad una tragedia improvvisa che inaspettata gli si abbatte tra capo e collo. Per tale ruolo George s'imbruttisce non poco, ma senza trucchi: gli bastano un enorme e spontaneo brufolo, che gli vive di vita propria in fronte per buona parte del film, ed una serie di imbarazzanti camicie hawaiane che renderebbero molto poco attraente anche attori con la carica testosteronica di Ryan Reynolds.
Il titolo originale, The Descendants, fa riferimento al fatto che il personaggio di George discende da una delle ultime principesse reali delle isole Hawaii; e siccome alle Hawaii non c'è molto da fare, ancor meno se puoi permetterti di vivere di rendita perché campi del fu tesoro reale, e pertanto c'è la tendenza a figliare come conigli, George ha un numero assurdo di cugini che, chi più chi meno, hanno dilapidato in un secolo tutto il patrimonio. Non restano loro che le proprietà terriere ancora non sfruttate, di cui però, in base ad una qualche legge sulle liberalizzazioni in stile Monti, devono al più presto liberarsi. Il dilemma dei Discendenti è pertanto a chi vendere, per più guadagnare, un vero e proprio angolo di paradiso ancora incontaminato, un golfo su un mare blu ricoperto di una lussureggiante vegetazione, che fa tanto gola a squali e palazzinari.
Tuttavia, per la prima ed unica volta nella storia del cinema, il titolo italiano, ancorché banale, aderisce meglio alla trama del film di quello originale. Seppur direttamente coinvolto nelle vicende del patrimonio di famiglia, il vero cruccio del protagonista è la difficile situazione dei suoi affetti. Sua moglie è infatti rimasta vittima di un grave incidente in motoscafo, è entrata in coma ed i medici hanno stabilito che non si risveglierà più: non resta che mettere in atto le volontà che la donna ha lasciato per iscritto nel suo testamento biologico. George, marito e padre finora distratto, deve comunicare la notizia ad amici e parenti, in primis alle due figlie, un'adolescente ribelle che da mesi non parlava con la madre dopo una furiosa litigata, ed una bambina in età prepuberale che già sta vivendo molto male per il coma della madre.
Questo accade nei primi dieci minuti della pellicola e non racconto di più della trama per non rovinare la sorpresa a chi volesse vedere questo bel film, tragico nella storia che racconta, ma con momenti di autentica e grottesca comicità, che non lasciano il tempo di piangere, ma certo di commuoversi sì.
Mi è piaciuta l'interpretazione di George Clooney, che con sobria semplicità ed onestà intellettuale deve dare volto e anima ad un uomo comune, che in momento molto difficile è chiamato ad assumersi precise responsabilità nei confronti della donna che ha molto amato e delle figlie che stenta a comprendere davvero, come quasi ogni padre sulla terra.
Buona e credibile la sceneggiatura, ottima la regia che rende sublimi anche le scene senza dialoghi. Splendide le Hawaii con il loro mare blu da sogno, le cime verdi e mai irraggiungibili, i cieli grigi e tormentati come l'animo dei protagonisti umani.
2 commenti:
Amorsito, adoro questa rubrica. "Al cinema con Edgar".... ahahahah meraviglioso!
Sai che un mio amico si sta per trasferire definitivamente alla Hawaii? E io non potrò certo esimermi dall'andarlo a trovare, no no...
Per i prossimi 5 secondi ti odio.
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